Uno strumento popolare calabrese
 
 
 

La chitarra battente
 
 

                                                     di Carlo Grillo
 
 


Ho iniziato la mia modesta attività giornalistica nel 1996 con un articolo sull’organetto, strumento popolare molto diffuso in Calabria. Mi presentavo ai lettori come esperto di musica popolare (senza dichiararlo apertamente) e da lì sarebbe iniziato un viaggio intorno agli strumenti tipici della nostra terra. Successivamente ho scritto articoli a carattere scientifico e di sentimento, sempre restando nell’ambito della cultura popolare. A distanza di anni voglio riprendere il discorso iniziato e parlare di uno strumento che mi sta molto a cuore, anch’esso molto diffuso dalle nostre parti : la chitarra battente.

Diciamo subito com’è fatta. La chitarra battente differisce dalla normale chitarra (detta francese) per la sua forma particolare che ci rimanda al numero 8 allungato. Parliamo ora della sua storia. L’origine della chitarra battente è colta e risale al XVI Sec. Diffusissima in Italia e nel resto d'Europa a cavallo tra il XVI e il XVII Sec. è stata adottata, e successivamente modificata, dall’ambiente contadino in modo da assumere caratteristiche e modalità d’uso completamente autonome rispetto al modello barocco. Le tecniche di costruzione, fino a qualche decennio fa, erano abbastanza rudimentali; si utilizzavano legni occasionali, a volte privi di stagionatura. La si poteva acquistare, a poco prezzo, nelle fiere e feste di paese.
Non esiste una vera e propria documentazione musicale e letteraria su questo strumento. Non vi sono, cioè, composizioni specifiche per chitarra battente, evidentemente perchè utilizzata molto al di fuori degli ambienti di corte dalla gente del popolo, non in grado di mettere su carta i propri componimenti.

L’area di diffusione e il repertorio . Come si diceva sopra, la chitarra battente ha avuto diffusione in tutta Italia. Per quanto riguarda il meridione, i principali centri di costruzione sono in Puglia (Gargano), in Campania (Cilento), ed in Calabria. Da noi la troviamo nell’ entroterra tirrenico cosentino, nel vibonese e nel catanzarese, ma il principale centro di costruzione per il sud Italia resta Bisignano, in provincia di Cosenza. Dopo la scomparsa del fratello Nicola, Vincenzo De Bonis lavora in una piccola bottega nel quartiere Rione della Giudecca. Nicola e Vincenzo De Bonis sono famosi in tutto il mondo per la loro pregiata produzione di strumenti musicali a corda.
La chitarra battente ha una funzione, prevalentemente, di accompagnamento al canto. Col suo andamento ritmico-armonico si eseguono (senza uso del plettro) serenate, canti a dispetto e di spartanza, canti di questua per Natale e Pasqua. Esistono le forme polifoniche in cui due voci si alternano: l’una espone e l’altra riprende, insieme concludono. Vi sono poi modi di cantare specifici di una determinata zona: abbiano così il canto alla nicastrisa, il canto alla riggitana o ancora alla lonnivucchisa. Esiste anche un repertorio prettamente strumentale costituito da tarantelle e pizziche, in cui alla battente spesso si aggiungono la zampogna, l’organetto, il cupi cupi, il doppio flauto, il tamburello. La tecnica esecutiva tradizionale della battente consiste in uno stile a botta. Le dita della mano destra sfregano e colpiscono (anche indipendentemente) il piano armonico creando un effetto armonico-percussivo detto ribunnu (rimbombo) . Si produce così un suono battente, da cui deriva il nome dello strumento. Allo scopo di preservare la tavola armonica, alcuni costruttori applicavano una protezione tra la rosetta ed il ponticello.