Albino Lorenzo. Lettura. 1989 (olio su masonite, cm. 100x80).

L'intervista più bella
 

di Pino Nano
(1988)


La Giunta regionale ha deciso di valorizzare le opere del famoso artista tropeano Albino Lorenzo. Con una delibera approvata dal commissario di Governo, l'assessorato regionale alla Pubblica Istruzione dispone uno staziamento di 10 milioni per la realizzazione di una monografia d'arte intestata a Lorenzo, da inviare ai grandi musei italiani e internazionali.
La decisione porta la firma personale di Rosario Olivo, oggi presidente della Giunta regionale, ma fino a qualche mese fa assessore regionale della cultura. In più occasioni Rosario Olivo aveva manifestato la volontà e il desiderio di voler relizzare un'opera che raccontasse la vita del pittore tropeano, e che racchiudesse la sintesi essenziale delle sue opere: oggi questo impegno diventa realtà, e lo diventa grazie anche allo sforzo compiuto dal presidente dell'associazione Pro Loco di Tropea, Micuccio Bragò, che ha sempre creduto nella necessità di rendere onore ad uno dei <<figli più illustri di questa città diventata capitale del turismo internazionale>>.
E', questo, comunque, il primo passo: <<i 10 milioni stanziati dalla Giunta regionale - dice il presidente della Pro Loco - non sono sufficienti per dare alla Calabria una monografia che si rispetti, speriamo, quindi, di poter trovare nuove collaborazioni e nuovi aiuti in altri Enti e in altre Istituzioni>>.
Questa di Lorenzo Albino è la seconda monografia d'arte che la Regione decide di realizzare: la prima fu realizzata qualche anno fa dalla Frama di Chiaravalle Centrale per conto della Pro Loco e del comune di Cortale, e fu dedicata all'opera e alla vita di uno dei più grandi artisti italiani, Andrea Cefaly.
<<Siamo grati all'onorevole Olivo per quanto ha fatto per noi - precisa Micuccio Bragò - sapevamo fin dall'inizio di poter contare sulla sua disponibilità e sulla sua grande attenzione culturale; quando ci siamo rivolti a lui abbiamo avuto la sicurezza di poter realizzare una cosa importante per la città di Tropea, ma importante per l'intera regione: Albino Lorenzo rimane certamente uno dei protagonisti più affascinanti della storia dell'arte contemporanea, e il poter realizzare, oggi, un'opera che racconti ai posteri il ruolo svolto da questo nostro artista è una cosa di cui andiamo orgogliosi>>.
Raggiungiamo Albino Lorenzo per telefono, l'artista è naturalmente entusiasta: <<Vorrei soltanto ringraziare quanti hanno pensato a me e al mio lavoro; la decisione dell'onorevole Olivo mi riempe di gioia e mi ridà nuove speranze>>. Un commento non casuale, proprio qualche mese fa, infatti, Albino Lorenzo fu vittima di un gesto inqualificabile, qualcuno rubò le sue ultime tele, capolavori che avrebbe dovuto esportare a Zurigo, e da quel giorno l'artista tropeano smise di dipingere, un pò per protesta verso la società del crimine, un pò perchè colpito nell'intimo delle sue passioni.
<<Ora tornerò al mio lavoro di sempre, ho avuto finalmente la conferma che in questa regione c'è anche chi crede nel messaggio culturale e chi si adopera a valorizzare quel poco che nel mio caso c'è da tramandare agli altri: sono cose che non dimenticherò mai>>.


Albino Lorenzo è uno dei padri dell'impressionismo meridionale; qualche anno fa i maestri dell'Accademia di Brera gli chiesero di lasciare la Calabria e trasferirsi a Milano; ne ricevettero un rifiuto netto.
Maestro perchè non accettò quella proposta?
Sarebbe stato troppo rischioso; sarei diventato, forse, famoso, ma sarei morto troppo presto di malinconia; amo troppo questa terra e questa mia gente.
Cos'è per lei la pittura?
E' libertà di espressione, è amore verso le cose, è colore.
Se dovesse autocontrollarsi in una corrente pittorica....
Direi di essere un seguace, molto umile, del grande impressionismo francese.
E il pittore che ama di più...
Senza dubbio Salvatore Fiume.
C'è un artista che ricorda, in Calabria, con piacere?
E' Andrea Cefaly, fu uno dei grandi maestri della nostra pittura, oggi si riparla di lui; sono felice che questo accada; tra vent'anni diranno che è morto un genio del colore, era davvero grande.
Da chi ha appreso l'arte del dipingere?
Da mio padre, era un ottimo disegnatore, è lui che mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a questo mondo.
Qual è la cosa che le incute più paura?
Forse la morte.
Perchè?
Perchè è piena di mistero, perchè non sai cosa ti riserva il dopo.
Ma lei è cattolico?
Lo sono profondamente, ma la morte rimane un mistero anche per i cattolici.
Lei è padre di 18 figli, non sono troppi?
Direi il contrario, sono pochi per gli entusiasmi che riescono a produrre in una casa.
Degli uomini che cosa la incuriosisce di più?
La capacità di amare, di appassionarsi alle cose, di innamorarsi degli altri.
Non ha paura che tutto questo successo possa finire, prima o poi?
Alla mia età si teme soltanto la possibilità di perdere per sempre la capacità di vivere e di amare, il successo... che cosa sarà mai?
Come le piacerebbe essere definito dopo la sua morte?
Come un uomo che ha amato profondamente la sua gente.
E della sua pittura?
Che importa? I valori della vita in cui ho sempre creduto sono altri, la pittura è sempre stata lo strumento per comunicare le sensazioni, ma le sensazioni sono frutto dell'anima.
Qual è il quadro che ama di più?
Un quadro è come un figlio, e figli sono sempre tutti uguali.
Ha insegnato a qualcuno dei suoi figli l'arte dei colori?
Ho cercato di convincere qualcuno di loro a provare, ma la pittura non è un mestiere che si impara sui banchi di scuola, è ben altro, se sei capace di farlo non hai bisogno di maestri.
Perchè ama così follemente Tropea?
Perchè qui sono nato e qui so di dover morire, qui sono cresciuto, qui sono tutti i miei ricordi più belli, qui c'è tutta la mia esistenza, qui sono i miei amori, le mie follie, le mie passioni, le mie angosce.
Non si sente mai solo?
Poche volte, per la verità; la solitudine è una di quelle cose che bisogna tener lontano; troppo rischioso sentirsi solo, si diventa vittime del panico.
Ha mai desiderato qualcosa che non è riuscito ad ottenere?
Forse sì, avrei voluto che la mia città non cambiasse volto; oggi il cemento l'ha quasi distrutta, mi sarebbe piaciuto vivere in una Tropea che ormai non c'è più.
Qual è la sua grande certezza?
L'esistenza di Dio, nient'altro.
Crede che Dio sia stato giusto con gli uomini?
Credo che sia la perfezione per antonomasia; è una di quelle cose che constato ogni giorno con mano; quando vado nei campi a dipingere e trovo questi segni straordinari della natura, dico che solo un essere giusto e perfetto poteva creare tanta bellezza.
Si offende se la definisco un rivoluzionario?
Un poco forse sì, non so che cosa significa, immagino che mi si voglia prendere in giro; quando qualcuno dice che i miei quadri sono una denuncia sociale, immagino che mi voglia lodare più di quanto io stesso non merito, che si voglia dare ai quadri che dipingo un significato soltanto politico, la pittura può anche essere denuncia e rivolta, ma è prima di tutto stato d'animo.
Perchè dipinge sempre mercati pieni di gente e di asini?
Perchè sono il ricordo più bello dei miei anni passati, dei nostri paesi; scene come queste sono sempre più rare e vorrei che i giovani imparassero ad amare il nostro passato guardando queste scene; io sono figlio di una generazione diversa da quella dei miei figli; allora le macchine in giro per le strade si contavano sulle dita di una mano.
Cosa pensa della politica?
Non penso niente, non so che cosa sia, ognuno ha la sua idea, ognuno sogna un domani diverso, una società più libera, più giusta, meno povera; se questo è politica sono dalla parte di chi crede nella politica.
L'accusa più grave che si può fare alla politica...
L'aver creato troppo illusioni e l'aver lasciato per strada a marcire nella miseria e nella solitudine più nera migliaia di ragazzi: è triste.
Se le chiedessero di disegnare un manifesto contro la droga, cosa proporrebbe?
Un bue e un asino con la siringa ficcata nella natica, farebbe davvero impressione, sarebbe l'immagine peggiore della violenza; una società moderna sembra abbia fatto l'abitudine alle siringhe nelle braccia dei giovani, e allora serve rincarare la dose.
Qual è il ricordo più bello?
Una manifestazione dell'Unicef di qualche anno fa a Parigi; mi chiesero di disegnare un motto per l'infanzia, disegnai un ragazzo scheletrico che rincorreva un treno di speranza; mi dissero che era un quadro bello, mi diedero un premio, poi seppi che quel quadro aveva fatto il giro del mondo; che strano!... eppure mi pareva di aver disegnato una scena quasi banale... un treno in corsa e un bimbo affamato con la mano tesa.
Che sensazioni prova quando si rivede in televisione?
Nessuna in particolare, perchè non mi vedo.
Neanche, quando la Rai trasmette un suo speciale?
No, preferisco evitare emozioni di qualsiasi genere; eppoi mi sembra tutto molto inutile, molto fatuo; la televisione è roba da giovani rampanti, non roba per me che sono vecchio.
Di recente Tropea l'ha premiata con uno dei riconoscimenti più belli della sua vita, è soddisfatto?
Di questo sì, sono fiero, Tropea è la mia vita; un riconoscimento conquistato qui vale mille altri riconoscimenti raccolti in ogni parte del mondo.
Ha mai pianto?
Sì, quando ho perso mio padre; poi piango ogni qualvolta muore un amico, una persona che conosco, i medici mi dicono di evitare per questo emozioni violente, ma sono fatto così, non è colpa mia.
Qual è il suo prossimo obiettivo?
Vorrà scherzare, spero: alla mia età c'è un solo obiettivo, invecchiare in pace, con serenità, aspettando il giorno del giudizio; anche alla morte bisogna prepararsi e io non sono ancora preparato, mi fa paura, per questo continuo a dipingere donne piene di vita e campi illuminati dalla luce dei giorni di primavera.
Ha saputo della monografia che la Regione Calabria farà in suo onore?
Sì, l'ho appreso dai giornali.
Soddisfatto?
Molto, per la verità, è una cosa che non credevo potesse accadere, spero di poterla meritare, o di averla meritata, ma non sono io la persona più giusta per dirlo.