ANDREA MAZZITELLI

Capitano di Vascello
della Marina Militare
della Repubblica Partenopea
 

di Vincenzo Mezzatesta
 






Andrea Mazzitelli, figlio di Francesco e di Vincenzina Ieròcade, nacque a Parghelia il 27 luglio 1753. La madre, Vincenza, era sorella dell'abate Antonio Ieròcades, poeta, letterato e umanista. Il padre Francesco, grosso produttore di olio di oliva, aveva, unitamente al fratello Giovanbattista, un avviato movimento commerciale con la Francia attraverso il porto di Marsiglia. Il giovane Andrea fece i primi studi sotto la guida dello zio materno, Antonio Ieròcades1, titolare di una scuola privata a Parghelia. Egli rimase sotto le cure di Antonio Ieròcades fino al 1765, anno in cui lo zio si trasferì a Sora. Non sappiamo con precisione in quale anno Andrea si recò per mare a Marsiglia accompagnato dal padre; sappiamo solo che, poco tempo dopo del loro arrivo, si iscrisse e frequentò la Regia Scuola Nautica, rinomatissima in quel tempo e la cui direzione era affidata al celebre Regio Idrografo M. Poittevin. Andrea rimase a Marsiglia diversi anni, tanto da completare gli studi nautici e conseguire il diploma di pilota d'altura, ospite di una famiglia che intratteneva rapporti d'affari con il padre e proprietaria di alcuni bastimenti da carico che effettuavano trasporti di mercanzie. Con il grado di pilota d'altura, girò il mondo in lungo ed in largo, su bastimenti da trasporto, toccando le coste dell'Africa, dell'Asia e delle Americhe.
Il 20 febbraio 1776 sposò, per procura Caterina Massari e diventò padre il 2 gennaio 1778. Durante un periodo di riposo, mentre si trovava a Parghelia venne a conoscenza che il Ministro della Marina Militare napoletana, cav. Giovanni Acton, arruolava specialisti per la ricostituenda Marina Napoletana; si presentò per quanto non fosse più giovane e fu subito arruolato quale pilota soprannumerario, come dal Real Dispaccio del 10 marzo 17892.
Per il titolo di pilota d'altura, conseguito a Marsiglia e per la pratica acquisita nella lunghissima navigazione oceanica, dopo non molto tempo, conseguì la promozione al grado di Ufficiale nella Reale Marina Napoletana. Tra i suoi insegnanti ed esaminatori, ebbe anche Francesco Caracciolo3, verso il quale, nel prosieguo degli anni, nutrì sempre ammirazione superlativa, riconoscendogli doti non comuni di coraggio, patriottismo, onestà, competenza nell'arte militare marinara e, soprattutto, ascendente sugli equipaggi.
Per l'educazione ricevuta tra le mura domestiche, per le sue idee liberali, e per quelle nuove nate dalla rivoluzione francese, Andrea frequentò, fin dal 1792, la casa del letterato Ignazio Ciaia4 a Napoli, unitamente a Riso, Caprano e Monticelli. Per queste sue amicizie fu sorvegliato continuamente dalla Polizia Borbonica. Nel 1795, mentre l'unica figlia Rosa andava in isposa a Leonardo Taccone, pubblicò a Napoli, per i tipi della Tipografia Ramondini, un'opera in due volumi intitolata <<Corso teorico pratico di nautica, posto in un novello  facilissimo metodo>>, dedicandola al Ministro della Marina Napoletana, Cav. Giovanni Acton. Dopo la pubblicazione di questa opera, la Polizia Borbonica intensificò la sorveglianza nei confronti di Andrea Mazzitelli, considerandolo uno dei giacobini più pericolosi. Arrestato, fu nelle carceri della Giunta di Stato unitamente a Paribella, Bisceglia, Fasulo e all'abate Giuseppe Cestari5; ancora una volta venne messo in libertà il 28 luglio 1798, ma fu esonerato dal servizio di ufficiale della marina, in applicazione alla legge Castelcicala6. Con la fuga dei reali e di parte della corte da Napoli, avvenuta il 22 dicembre 1798, la città cadde nella più completa anarchia popolare. Nelson impartì, prima di partire per Palermo, disposizioni che i legni napoletani che non fossero in condizioni di poter prendere il mare diretti nei porti siciliani dovevano essere bruciati per non farli cadere nelle mani dei francesi.
Il Mazzitelli, nei primi giorni dell'anarchia, rimase chiuso in casa, successivamente si presentò al Generale francese Championnet, il quale lo accolse a braccia aperte. Il primo compito che lo Championnet gli assegnò fu quello di guidare una colonna militare composta da granatieri, che doveva raggiungere il centro di Napoli. Il secondo compito fu il più importante, il più arduo ed il più delicato dal lato militare. Si trattò di assalire e catturare, alla testa di una cinquantina di marinai7, la fregata napoletana Cerere8, che da qualche giorno si trovava nel porto di Napoli, diretta a Palermo, agli ordini del Capitano Maurizio. Oltre la fregata Cerere, Andrea Mazzitelli salvò 4 golette, 2 brigantini e 2 corvette, le quali furono sul punto di essere saccheggiate ed incendiate dai lazzari napoletani9.


SAVERIO DELLA GATTA: Battaglia nel Canale di Procida

Il Mazzitelli, orgoglioso delle sue azioni militari e seguitando a valersi dell'autorità del generale francese Championnet, prese il comando del dipartimento della Marina e della Darsena; ma poi, per spirito d'indipendenza dai francesi e per qualche invidia, fu esonerato e sottoposto a processo. Venne tuttavia assolto e premiato.
Nel primi giorni del febbraio 1799 il Mazzitelli, a bordo di un barcone armato, con pochissimi marinai, attaccò e sequestrò, nel porto di Nisida, un bastimento carico di cuoio, catrame e mobili, il cui padrone era scappato a Palermo con la corte napoletana.
Successivamente nelle acque di Cassano di Sorrento, sorprese tre polacche cariche di polveri da sparo, che catturò.
Di tutte queste azioni, relazionò regolarmente al Governo provvisorio. Il 3 marzo 1799, quale Tenente di Vascello, assunse il comando del Porto di Ponza e della Darsena10, e fu promosso Capitano.
Il 2 aprile 1799 si impadronì con astuzia ed audacia del fortino di Pozzano e infine il 17 maggio fu alle dipendenze del Caracciolo nello sfortunato combattimento navale di Procida ed Ischia, dove, con pochissimi mezzi navali, affrontarono le forze inglesi nel tentativo di rioccupare Procida.
Il 13 giugno 1799, appiedato, fu sul Ponte della Maddalena alla testa di un pugno di patrioti e volontari.
Cadde ferito e venne fatto prigioniero dalle masse del Cardinale Condottiero Fabrizio Ruffo e rinchiuso ai Granilli.
Dopo 8 mesi di carcere venne emessa sentenza11 a suo carico con una condanna alla forca, da un tribunale composto da 11 membri12.


ANTONIO JOLI: Napoli. Piazza Mercato. In prospettiva la Chiesa della Madonna del Carmine.

Il delitto più grave commesso dal Mazzitelli, fu quello di avere partecipato alle dipendenze di Francesco Caracciolo al combattimento navale per la riconquista di Procida contro le forze inglesi. Andrea Mazzitelli, unitamente agli altri valorosi ufficiali di marina, Luigi De La Granelais, G. Battista De Simone e Raffaele De Montemajor, furono afforcati, il mattino dell'8 febbraio 1800, in Piazza del Mercato a Napoli, mentre i loro resti mortali furono sepolti nella chiesa di S. Giovanni a Mare13.
L'iniquo governo borbonico, che l'aveva condannato alla forca, lo iscrisse tra i proscritti, fingendo di ignorarne la morte, e comunicando i seguenti dati per il riconoscimento: <<Alto palmi se e mezzo, corporatura piena, faccia ben colorita e barbuta, naso giusto, occhi castani, ciglia folte, capelli negri>>.
Vincenzo Monti14 nell'opera <<I Pittagorici>>, rievocante i fasti della Marina della Repubblica Partenopea, alludendo ad Andrea Mazzitelli, così lo ricordò:

'L'insegnator del nautico vangelo
L'immacolato Ecfanto.'






NOTE
1 ANTONIO IEROCADES, figlio di Andrea e di Caterina Pietropaolo, nacque a Parghelia, il 1° settembre 1738; morì a Tropea, il 18 novembre 1805.
2 MAZZITELLI Andrea, Corso teorico pratico di nautica, posto in un novello facilissimo metodo, Ramondini, Napoli, 1795, pag VII.
  - Sig. D. Francesco De Miranda.
  Uniformandosi il re a quanto ha proposto il maggiore della Real Marina Brigadiere D. Bartolomeo Fortiguerri, ha approvato che Andrea Mazzitelli
  s'imbarchi nei Reali Bastimenti in qualità di Pilotino soprannumerario, previo però un esame teorico, che dovrà farglisi dal Piloto graduato D. Salvatore
  Trama o da altro soggetto che destinerà il prefato Brigadiere Fortiguerri.
  E nel Real nome lo prevengo a V. S. Illustrissima per la dilei intelligenza e adempimento nella parte che le incombe.
  Palazzo, 10 marzo 1789 - Cav. Giovanni ACTON.
3 MARESCA BENEDETTO, La difesa Marittima della Repubblica Napoletana, pag. 770. Parte di lettera del cittadino Andrea Mazzitelli, tenente di
  vascello, al cittadino Francesco Caracciolo, Direttore Generale della Marina Napoletana, Napoli 4 pratile anno I della nostra libertà. <<Voi mi avete
  generato con la mente e con il consiglio; e tutto ciò che sono e so, e quanto ho, lo riconosco da voi quale padre e maestro>>.
4 GALLO FRANCESCO, La rivoluzione napoletana del 1799, Pellegrini, Cosenza, pag. 249. Ciaia Ignazio, nato a Fasano il 24-10-1762, fu dei 25 del
  Governo provvisorio e per breve tempo Presidente impiccato sulla Piazza del Mercato il 29-10-1799.
5 NICOLINI NICOLA, La spedizione punitiva di Latouche, Treville, pag. 95, Firenze, Le Monnier. L'abate Giuseppe Cestari, trovò morte gloriosa sul
  Ponte della Maddalena, il 13-6-1799.
6 D'AJALA MARIANO, Vita degli italiani benemeriti della patria e della libertà, uccisi dal carnefice, Napoli (1883), pag. 394. Il decreto
  Castelcicala, <<Quelli di tali presi i quali si ritrovassero impiegati nel pubblico, o real servizio, si astengono dall'esercizio delle loro rispettive
  cariche o dei loro impieghi>>.
7 MARESCA B., Op. cit. pag. 771. Mandato con 50 francesi ad impadronirsi della fregata Cerere, la quale i soldati siciliani volevano portare a
  Palermo. Era venuta in rada pochi giorni prima e comandavala il Cap. Maurizio. Mazzitelli racconta di averla presa senza resistenza.
8 DRUSCO PIETRABONDIO, Anarchia popolare di Napoli, De Angelis, Napoli (1884) pag. 37; 24-1-1799, in questo giorno i francesi ed i patrioti,
  senza contradizione occuparono il Castello dell'Uovo e, a colpi di cannone, fecero elevare la bandiera tricolore a una nostra fregata, venuta in rada
  pochi giorni prima, comandata dal Cap. Maurizio.
9 MARESCA B., Op. cit. pag. 772. Oltre la fregata, Mazzitelli salvò 4 golette, 2 brigantini, 2 corvette, che erano sul punto di essere bruciate e
  saccheggiate.
10 PORCARO G., Francesco Caracciolo, Napoli, Berisio (1967) pag. 119. Fu Direttore della darsena, tenente di vascello e comandante del porto di
   Ponza. Il 2 aprile 1799 s'impadronì con l'astuzia del fortino di Pozzano.
11 SANSONE ALFONSO, Gli avvenimenti del 1799 nelle Due Sicilie, Palermo, 1901, pag. 228.
   <<La Giunte di Stato. Divenuta alla decisione della causa degl'individui della real Marina, ha considerato come i più caricati Andrea Mazzitelli, Luigi
   La Granelais, Giov. Batt. de Simone, Raffaele Montemajor ed Emmanuelle Borga. Andrea Mazzitelli era pilota della Marina, fu inquisito e carcerato
   dalla Giunta di Stato nel 1794: In tempo de' ribelli fu promosso a tenente di vascello, fu ascritto alla Sala Patriottica, e la sua firma è stata
   verificata. Per commissione di Championnet predò nell'isola di Nisida il bastimento carico di merci che il marchese Taccone spediva a S. M. e predò
   anche due barche di polvere nella Marina di Cassano. Chiese ai ribelli la facoltà di essere autorizzato ad invigilare per la patria. Fu capitano del
   Porto dell'isola di Ponza. Domandò di essere situato su di una fregata per far uso del suo coraggio. Per autorità, che disse comunicatagli, ordinò a
   D. Francesco de Simone, allora comandante di Castellammare, d'inalberare in quel forte lo stendardo repubblicano. Si è addotto in sua difesa di
   essere notato in un foglio di Doria per uno di quelli, di cui non si avea favorevole opinione. La Giunta riguardando le colpe del reo e che le difese,
   anzichè diminuire, accrescono la ragione fiscale, di uniforme sentimento lo ha condannato a morir sulle forche con la confisca de' beni, e ha
   disposto per l'esecuzione della sentenza>>.
12 PORCARO G, Op. cit. pag. 161. Questo deroce tribunale era composto da: 1) D. Felice Damiani, presidente; 2) Barone D. Giuseppe Guidobaldi;
   3) D. Matteo La Fragola; 4) D. Antonio Della Rossa (direttore della Polizia); 5) D. Gaetano Sambuti; 6) D. Vincenzo Speciale; 7) D. Angelo Fiore;
   8) D. Salvatore Di Giovanni, segretario; 9) D. Alessandro Nava, procuratore dei rei; 10) Vanvitelli, avvocato difensore (d'ufficio); 11) Girolamo
   Moles, avvocato difensore (d'ufficio) - Boia, Tommaso Paradiso da Montefusco.
13 PORCARO G., Op. cit. pag. 160. Il delitto di questi quattro capitani di marina, fu quello di aver combattuto col Caracciolo contro gli inglesi a
   Procida.
14 PORCARO G., Op. cit. pag. 156. I <<pittagorici>> di Vincenzo Monti, rievocanti i gloriosi fasti della Repubblica Napoletana, furono rappresentati
   al S. Carlo di Napoli il 12-3-1808, con la musica di Giovanni Paisiello.