1949: I ricoverati della Casa della Carità di Tropea

LE CASE
DELLA CARITA'

Come segno dell'Amore di Dio, per offrire una <<famiglia>> ai bambini, agli handicappati e agli anziani,
fondò degli istituti che volle fossero chiamati Case della Carità,
per significare Dio-Amore, che è <<Padre Materno>> e nei sofferenti ci mostra il volto del Figlio Suo Gesù.
Perciò lui stesso insieme con le sue oblate accolse in ginocchio, come in adorazione,
i primi ospiti handicappati nella Casa di Carità di Tropea.
Come criterio per l'accettazione degli ospiti pose i seguenti punti:
1) <<Accettare i rifiuti dell'umanità, che nessuno accoglie;
2) <<quelli che sono affetti da malattie riguardanti alla natura umana>>;
3) <quelli che nessuno raccomanda>>.
Alle prime oblate dava come <<premio>> - egli diceva - <<una perla>>,
che erano cancerosi o persone affettee da malattie ripugnanti. Più di una volta,
per soddisfare il santo zelo delle sue prime figlie spirituali,
sorteggiò la <<fortunata>, alla quale veniva affidato un ammalato che veniva rifiutato da tutti.
Le <<Case della Carità>> manifestano ancora oggi la fecondità del patrimonio spirituale di D. Mottola
e continuano a moltiplicarsi come l'ultima,
sorta a Tropea presso il viale che la civica amministrazione intitolò a Don Mottola,
dotata di moderne attrezzature e ampi cortili e giardini.