IL MULINO
DI CICCIO U MULINARU
 

di Francesco Mazzeo


A 6 Km da Tropea, piccola cittadina turistica, in Calabria e nella provincia di Vibo Valentia, sulla costa degli Dei, famosa in tutto il mondo, si trova il Comune di Drapia piccolo centro collinare che con le sue tre frazioni, Brattirò, Caria e Gasponi, forma un paese di circa 2500 abitanti .
Sul ponte prima di arrivare all'abitato di Drapia esiste una piccola strada sterrata che porta dopo circa 300 m. di cammino, ad uno dei rari mulini ad acqua ben conservati: "Il Mulino di Ciccio u Mulinaru".
La struttura muraria risale al 1750 e solo nei primi anni del 1800 è stato creato il mulino tutt'ora funzionante ad acqua. Situato in una stretta gola tra due colline ad una altezza di 300 m. sul livello del mare, il mulino è posto all'argine del torrente "Burmaria" che sfocia nel porto turistico di Tropea.
Per essere azionato il mulino necessita dell'acqua del torrente, che incanalata attraverso una condotta naturale l'acqua viene riversata nella torre, alta 12 m., che precipitando dalla sua sommità riesce a muovere una ruota costituita da pale in legno, e collegata tramite un asse in legno, muove un'altra ruota in granito che macina i vari cereali per produrre un'ottima farina.

Meccanismo e funzionamento del mulino
Le acque del corso d'acqua, presso cui è stato costruito il mulino, arrivano alla presa d'acqua, nei cui pressi sono scavate delle buche dove si depositano sabbie e detriti, e confluiscono attraverso il canale di derivazione, chiamato gora, fino alla torre del mulino (12 metri). Giunte alla torre, le acque riempiono la saetta, un vano - integrato alla torre - a forma di imbuto inclinato lungo circa 7 metri e del diametro di 75 cm. all'inizio e 15 cm. alla fine, munito nel segmento finale di graticola di ferro che fa da filtro per impedire il passaggio di eventuali pietre che di solito si accompagnano con l'acqua. La parte interna della saetta è formata da massi granitici tagliati in modo che, sovrapposti l'uno sull'altro, combacino perfettamente, e scavati all'interno da ricavare un'anima, di forma cilindrica con diametro decrescente. La sovrapposizione dei massi deve essere ermetica per non far trapelare l'acqua. Ciò si ottiene attraverso un sigillante particolare chiamato pasta di fontanaro (olio e canapa). All'esterno, i massi sono rivestiti con solide nura che costituiscono l'ossatura della torre.
La saetta, infine, poggia su un grosso macigno di granito parallelopipedo, forato all'interno e perpenticolare alla stessa che comunica con altro foro all'esterno al quale viene applicata una cannella di legno di consistenza proporzionale alla forza motrice dell'acqua.
Riempiendosi la saetta, si viene a creare una forte pressione, determinata dall'altezza e dall'accentuata inclinazione del manufatto nonchè dal volume dell'acqua che imprime una tale forza motrice che, attraverso la cannella, fa muovere la ruota orizzontale di legno a palette, del diametro di un metro, la quale col suo asse fisso al centro muove la ruota granitica superiore, dello stesso diametro, e quest'ultima finalmente con il suo movimento di rotazione tritura i cereali che lentamente cadono da un imbuto di legno, tra di essa e la ruota fissa inferiore, anche di granito, detta cippo. Le ultime ruote descritte, di granito, sono rivestite tutt'intorno di una cassa di legno volgarmente detta il farinaro: ciò agevola l'operazione di raccolta dentro i sacchi delle farine ottenute. Presso detta cassa vi è un manubrio con il quale il mugnaio può togliere l'acqua e fermare a piacimento le macine del mulino.
Il mulino ricco di storia, dalla nascita dell'Italia fino ad oggi è stato un punto cruciale per le popolazioni della zona, specialmente nelle due guerre mondiali del 900.
Molti sono stati gli studi da parte di vari studiosi su un'opera così bella e ricca di fascino e storia.
Il mulino tuttora e in perfette condizioni grazie ad un certosino lavoro del proprietario, Loiacono Francesco che ha ereditato il mulino e il mestiere di mugnaio da suo padre e a sua volta dal nonno.
Tutta la manutenzione del mulino essendo composto per la maggior parte da organi in legno è del tutta realizzata con un duro lavoro per ricreare i pezzi di ricambio in legno dal proprietario.
Il proprietario affinchè un'opera così importante non vada in degrado cerca in tutti i modi di farlo sopravvivere all'era moderna.
Per eventuali visite guidate (l'area del mulino è proprietà privata) rivolgersi a: frankm@interfree.it