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domande
a
Raf
Vallone
 
 

di  Enrico Roda
dal "Tempo", anno XVIII, n.51, 20 dicembre 1956
 





Roda: Saprebbe dirmi un'azione che sarebbe stato capace di compiere vent'anni fa e non adesso?
Raf: Un goal.

Roda: Qual è nella vita la cosa che la incuriosisce maggiormente?
Raf: La vita.

Roda: I francesi possiedono lo ésprit, gli inglesi l'humour. Che cosa possiedono sempre in questo settore gli italiani?
Raf: Il sorriso della Gioconda: ma poi è venuto il melodramma ed ha guastato un pò tutti quanti.

Roda: Qual è il fatto più straordinario che si sia verificato quest'anno?
Raf: L'accentuarsi drammaticamente fra il principio di autorità ed il principio di libertà che vogliono governare insieme all'interno stesso dei blocchi. Sono tutte e due mancini e non riescono a tenersi sottobraccio.

Roda: Qual è degli avvenimenti cui questi anni siamo stati testimoni il più cinematografico?
Raf: Non lo so. Il meno cinematografico può risultare il più e viceversa. Dell'itinerario di un'anima, cioè di quanto meno spettacolare esiste, Dante ne ha tratto la Commedia.

Roda: Qual è secondo lei il colmo dell'idiozia umana?
Raf: Quando per sventurata ipotesi l'idiozia è congiunta a situazione di responsabilità morale e sociale.

Roda: Qual è la cosa che rende maggiormente ridicolo un uomo agli occhi di una donna?
Raf: Quando l'uomo si mette le piume di pavone in testa.

Roda: Se le rimanesse mezz'ora di vita come la impiegherebbe?
Raf: A chiedermi perchè devo morire.

Roda: Potrebbe citarmi un'opera d'arte che potrebbe essere trasferita da Roma a Milano e viceversa senza turbare il paesaggio?
Raf: Credo che un'opera d'arte cresca come una vocazione interna della terra che l'ha originata.

Roda: Preferisce i vinti o i vincitori nella vita?
Raf: Siamo tutti dei vinti. E' soltanto questione di tempo.

Roda: Qual è secondo lei la più grande perdita dell'umanità dalla fine della guerra in poi?
Raf: La più grave perdita è stato un acquisto spaventoso: cioè la capacità di prospettare il futuro in ternini di sterminii collettivi.

Roda: Quale dei suoi contemporanei trasformerebbe in statua?
Raf: Tutti gli uomini che mentono. Se poi queste statue fossero scolpite da grandi artisti avremmo il felice risultato di una bonifica morale che diventa esteticamente e turisticamente importante. Con enorme vantaggi per il nostro Paese. Forse l'unico inconveniente è che ci sarebbero più statue che uomini.

Roda: Una meteora sta cadendo in questo momento dal cielo. Esprimerebbe anche lei secondo l'uso un voto? Se sì quale?
Raf: Quello di campare cento anni: mi illudo di essere il migliore custode della mia famiglia.

Roda: Morendo quali beni materiali sarebbe maggiormente indotto a rimpiangere?
Raf: Esistono dei beni puramente materiali?

Roda: Saprebbe indicarmi una opera d'arte di fronte alla quale si possa dire: questa è l'Italia?
Raf: Se io messo di fronte ad un'opera d'arte italiana non potessi anche dire: questa è l'Italia, non sarebbe un'autentica opera d'arte. Anche le donne francesi di Modigliani hanno la linea leggera ed elegante delle colline senesi.

Roda: Qual è secondo lei il più italiano dei paesaggi della nostra penisola?
Raf: Indubbiamente il toscano. Ma non sono anche italiani i grigi della pianura padana ed il giallo della Sicilia?

Roda: Se le fosse concesso un atto di potenza illimitata come l'esplicherebbe?
Raf: Odio i se. Perchè torturarci giocando con l'impossibile?

Roda: Qual è secondo lei il segreto del successo di un uomo?
Raf: La sua bontà. E' la forma più alta di intelligenza e con il tempo la matrice del vero successo.

Roda: Costretto ad intervenire ad un ballo mascherato quale travestimento sceglierebbe?
Raf: Crede che ci sia bisogno di maschere perchè un ballo risulti mascherato?

Roda: Qual è nella vita la cosa che la spaventa di più?
Raf: Quando sono costretto a dire di un individuo, di una società o di un governo <<non sanno quello che fanno e lo fanno con incredibile sicurezza>>.

Roda: Stessa domanda, ma nella sua professione.
Raf: Il cretino colto che ha letto dieci libri senza capirli.

Roda: Esiste un'attrice o un attore con cui abbia sempre desiderato e mai potuto girare un film?
Raf: Audrey Hepburn, e se lei mi chiede perchè le rispondo che un attore più un'attrice, uno più uno non sempre fanno due, cioè quell'x misterioso che è unità, completamento, armonia.

Roda: Chi è a suo giudizio l'uomo più malvagio che sia esistito?
Raf: Che ne sappiamo noi delle lotte interiori di un'anima? Forse l'uomo più malvagio che sia esistito è stato nelle opere il più buono. Non mi interessano le doti innate quanto quelle che si conquistano.

Roda: Accade talvolta di udire che la malvagità non esiste e sia causata soltanto da ignoranza. Qual è la sua opinione in proposito?
Raf: La malvagità esiste perchè in ultima analisi ignoranti lo siamo tutti nel senso di ignorare. C'è da accertarne la responsabilità.

Roda: Se la radio comunicasse che i marziani stanno per sbarcare sulla terra quale sarebbe la sua reazione?
Raf: Sarei commosso dal fatto che i marziani abbiano le stesse curiosità di noi uomini.

Roda: Se le venisse concesso di porre un microfono a suo piacimento, sotto la sedia di quale dei suoi contemporanei desidererebbe collocarlo, allo scopo di ascoltarne le parole?
Raf: Parole? Quante ne ha pronunciate l'umanità da quando è nata! Preferirei una macchina da presa che ne potesse fotografare i fatti.

Roda: Quale di queste domande potrebbe secondo lei servire di pretesto ad un racconto o un soggetto?
Raf: Quella che si riferisce all'atto di potenza assoluta, ma bisognerebbe che ci fosse Chaplin a scriverlo ed a filmarlo.

Roda: Che cosa manca agli italiani per essere felici?
Raf: Oggettivamente nulla, storicamente una profonda coscienza nazionale che è ancora in via di formazione.

Rada: Qual è secondo lei la ragione più profonda dello sconcertante successo di "Lascia o raddoppia?".
Raf: L'allegra attitudine di molti italiani di concepire la vita in termini di numeri del lotto, in termini di miracolo.

Rada: Qual è secondo lei la vera misura della ricchezza di un uomo?
Raf: La capacità di sentire la tradizione, il presente e l'avvenire con la stessa universalità.

Roda: Ritiene che la mancanza di spirito sia un bene oppure un male in un individuo e che in ogni caso limiti o no il suo successo nella vita?
Raf: La mancanza di spirito è stata la caratteristica di pochi geni e di molti idioti. Scelga lei quando è un bene e quando è un male.

Rada: Qual è secondo lei il più grave difetto di queste domande?
Raf: Le domande sono maledettemente intelligenti. Il difetto è caso mai in chi risponde perchè si è obbligati a scegliere: o giocare a rimpiattino e dimostrare la propria bravura oppure cercare di essere semplicemente onesti.

Roda: Esiste un complimento che sia capace di infastidirla altrettanto quanto un insulto?
Raf: Sì, quando il complimento è l'inizio di un raggiro.

Roda: Qual è la domanda più indiscreta secondo lei che possa essere rivolta ad una donna?
Raf: Quando si interroga una donna come se fosse una habituée dell'amore e non invece come se fosse la prima volta, anche se è la decima.

Roda: Vuole citarmi un caso generico oppure specifico in cui solitamente il giudizio di un uomo è in contrasto con quello della folla?
Raf: Di solito quando quell'uomo vuole "veramente" il bene di quella folla.

Ho avuto occasione di osservare più volte, nel corso di questi miei commenti, come la ragione intima che conferisce un carattere unitario ad una intervista (ovvero la sua coerenza, la mancanza di contraddizioni) sia da ricercare nel credo che più o meno l'intervistato professa. Di ciò, naturalmente, gli esempi più numerosi sono stati offerti - e per ovvie ragioni - dalle personalità della politica. Talvolta dai letterati specie se di tendenza cattolica. Le risposte di Raf Vallone, che politico e letterato non è, sono le risposte di un crociano. Rispondendo ad una domanda, egli non fa che ripresentarla, ma in maniera tale che vi si possa rispondere indifferentemente in un senso o nell'altro opposto, ossia riducendola ad una non domanda. Tale procedimento potrebbe essere pericoloso, ridurre l'intervista ad una specie di gioco, ossia qualcosa di sterile, e questo avverrebbe se Raf Vallone ne fosse consapevole. Egli risponde invece così per intuizione, per sincerità; e le sue risposte, anzichè distruggere o rifiutare il quesito, lo correggono conferendogli talvolta (come l'osservazione per i vinti e vincitori) una forza addirittura insospettata.