La festa del 1903 nella Cattedrale di Tropea (archivio privato).
 

LA FESTA CENTENARIA
DI SANTA DOMENICA IN TROPEA
(1903)

di Domenico Taccone-Gallucci


Il prossimo 6 luglio il culto cattolico celebra il nome di Santa Domenica tropeana, la quale quest'anno compie il diciassettesimo centenario del martirio. In tutto il mondo cattolico, in una miriade di località, in Turchia, in Grecia, negli Stati Uniti, in Croazia e finalmente in tutta l'Italia meridionale ed in particolare in Calabria, milioni di fedeli venereranno Domenica, in moltissimi paesi anche quale patrona delle loro città.
In questa circostanza davvero speciale, vogliamo porre all'attenzione dei nostri lettori la cronaca dettagliata della festa che la Città di Tropea ha voluto tributare in Suo onore nel 1903, cento anni fa, in occasione del sedicesimo centenario del martirio. L'autore dell'articolo, apparso nel giornale Il Galluppi di Tropea, n. 22 e 23 ed inserito nel volume Il Culto dei Martiri in Calabria - Miscellanea, Tip. Lanciano, Napoli, 1905 sempre dello stesso autore, è Mons. Domenico Taccone Gallucci, allora Vescovo della Diocesi di Nicotera e Tropea.
Lo scritto riveste particolare importanza in quanto descrive meticolosamente e dettagliatamente tutte le attività ecclesiastiche e civiche che compongono lo svolgersi della festa solenne tropeana indicando uno per uno i nomi dei partecipanti: prelati, autorità civili e militari, organizzazioni, associazioni, gli stessi complessi bandistici tropeani.
E quindi la Società filarmonica, diretta dal Maestro Domenico Mannacio. I cantanti ed i musicisti, come i Signori Conte Napoleone Scrugli, l'Avv. Antonio Barone Taccone ed altri ancora come padre don Giosuè Macrì alle prese con il coro dei seminaristi. il Conte Ottavio Scrugli padrone delle tastiere dell'organo della cattedrale. Il grande compositore Cav. Gerardo Buongiovanni. In fine l'apparato civico guidato impeccabilmente dal sindaco Francesco Barone.
Buona lettura!

Memoria dolcissima a noi ed ai devoti dell'inclita Vergine e Martire, è la seguente cronaca dei fausti giorni della Festa, che da noi fu promossa a gloria di Dio e ad utile spirituale dai nostri fedeli diocesani. Un eminentissimo Principe di S. Chiesa, il Metropolitano della Calabria, signor Cardinale Gennaro Portanova la onorava colla sua desideratissima presenza; e l'egregio Monsignor Giuseppe Morabito, Vescovo della nostra patria, rendeva compiuti i nostri voti nell'encomiare magnificamente la Eroina che veneriamo. A Loro i nostri plausi e la nostra perpetua riconoscenza!
Venerdì 3 luglio, col treno delle 17 arrivava tra noi Sua Ecc. R.ma Mons. Giuseppe Morabito, Vescovo di Mileto. Il nostro Mons. Vescovo con parecchi del Capitolo l'ossequiarono alla Stazione; e quindi in varie carrozze di gala si andò alla Cattedrale, ove trovavansi schierati gli alunni del Seminario e gran folla di popolo.
Fattasi da un Canonico la benedizione col SS. Sacramento, si andò all'Altare Maggiore per venerare l'Urna colle Reliquie di S. Domenica. Verso le ore 19 il Riverendissimo Capitolo si presentava ad ossequiare lo stesso Ecc.mo Mons. Morabito, che prese stanza nell'Episcopio urbano.
Nel giorno seguente una eletta rappresentanza dello stesso Capitolo di Tropea si recò alla Stazione di Nicotera col diretto delle 5; ed ivi unendosi ai Colleghi di Nicotera rappresentanti quel Rev. Capitolo, aspettarono il passaggio del treno celere, col quale viaggiavano l'E.mo signor Cardinale ed il suo seguito. In Città sin dalle prime ore della mattina si osservava un movimento delle straordinarie circostanze; gente che si recava alla Stazione o alle case di amici site sulla via principale per godere il colpo d'occhio della processione. La Banda Municipale suonando percorreva le vie della Città. Alle 8 l'Ecc.mo Vescovo di Nicotera e Tropea e quello di Mileto si recarono in carrozza alla Stazione, nella quale erano il Sindaco e tutt'i Consiglieri Comunali, i RR. Carabinieri col loro Maresciallo; e molto popolo occupava i pressi della Stazione medesima. Poi arrivarono processionalmente le Confraternite, i Frati Minori, il Seminario, molti Parrochi dei paesi vicini e della regione Amanteana, i Mansionari, il Rev. Capitolo e la Banda suddetta; e da tutti si stava in attesa dell'arrivo di Sua Eminenza.
Alle 8,40 giunse infatti il treno; e disceso L'Eminentissimo, fu ecclamato entusiasticamente dalla folla. Ricevuto onorificamente dai Vescovi, dal Capitolo e dalla rappresentanza Municipale, il Sindaco umiliò il saluto e gli omaggi della Città con dignitose e riverenti parole, ringraziando Sua Eminenza dell'onore compartito alla patria di Galluppi. L'E.mo Principe ringraziò; e poscia, nella sala d'aspetto (addobata con damaschi e sedia in trono) indossò la sacra Porpora e il Cappello cardinalizio, il nostro Vescovo la cappa ed il galero verde, l'Ecc.mo di Mileto la mantelletta, giusta il Cerimoniale dei Vescovi.
Alle 9,15 incominciava a sfilare la Processione, dopo che sua Em. R.ma baciò il Crocifisso presentatogli dal R.mo Decano Giuseppe M. Barone, prima Dignità del Capitolo di Tropea, vestito di piviale. I cantori, sotto la direzione del can. Penit. G. Fameli, eseguirono l'antifona Sacerdos et Pontifex; quindi intonarono il Benedictus, cantato per via, alternando col suono della banda. La folla spessissimo acclamava <<Evviva il Cardinale Portanova!>>, ed Ei benediceva, incedendo sotto il baldacchino, le cui aste areno sostenute da quattro Signori della Giunta Comunale e da due della Commissione per la festa. In città, dai palagi pavesati nei balconi con damaschi, venivano gittati al passaggio del festoso corteo, fiori e cartellini in vari colori con la scritta: Viva la Madonna SS. di Romania! - Viva la nostra S. Domenica! - Viva il Cardinale Portanova in Tropea! - .
La stessa scritta in grossi caratteri si leggeva su cartelloni rossi fatti affiggere precedentemente sulle mura della città dal can. Cantore Francesco Tranfo, Presidente della commissione.
Ed ecco giunta alla Cattedrale la magnifica Processione!  Il Decano fece di nuovo baciare all'E.mo Cardinale il Crocefisso: poi gli porse l'aspersorio per benedire gli astanti, e l'incensò secondo il rito. Entrati in Chiesa, dopo l'adorazione all'Altare del SS. Sacramento ed al Maggiore, l'E.mo Cardinale si assise al Trono Episcopale, sormontato del proprio stemma per la circostanza; ed intanto veniva eseguito da giovani del Seminario con accompagnamento d'organo, suonato dal signor Conte Scrugli, l'Ecce Sacerdos del Perosi.
L'Ecc.mo Mons. Taccone Gallucci, nostro Vescovo, lesse allora la seguente Allocuzione, stando ai gradini del trono in mezzo al Rev. Arcidiacono Orazio Brancia prima dignità del Capitolo di Nicotera ed al R.mo Decano Giuseppe M. Barone, prima Dignità del Capitolo di Tropea, entrambi Pro-Vicari Generali.
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Appena Sua Eminenza ha terminato il suo discorso si è cantata l'antifona della titolare Maria SS. Assunta in Cielo: poi il Cardinale dall'Altare cantò l'Orazione, e quindi diede la benidizione di rito. Così chiusa la funzione, Sua eminenza si ritirò nei suoi appartamenti all'Episcopio. Verso il tocco il Reverendissimo Capitolo del Clero e Seminario rese gli omaggi allo stesso Eminentissimo Cardinale Arcivescovo, che li ricevette nella sala del Trono appositamente eretto.
Nelle ore pomeridiane la banda della Società Operaia <<Umberto I>>, fece il giro per la Città.
Col treno delle 20,40 giunse da Monteleone Calabra la Banda del 51° Reggimento Fanteria; e subito eseguì in piazza scelta musica applauditissima.
Il corso aveva una splendida illuminazione a disegno, in tutt'i tre giorni.
Il fervore della festa si è aumentato nella Domenica 5 luglio; ed il concorso dei forestieri è stato sempre più notevole. Alle ore 6,30 l'Eminentissimo Cardinale si è compiaciuto celebrare Messa bassa pontificale nella Cappella del Seminario, assistito dai Reverendissimi Cantore Tranfo, Canonico Pasquale Cutuli Rettore del Seminario, e Mons. Emilio Del Bianco Arciprete e Luogotenente di Amantea. E' stato questo un segno di benevolenza verso il nostro modesto Convitto ecclesiastico.
Nel giorno precedente avea anche celebrato a quell'Altare, elegantemente adornato, l'Eccellentissimo Monsignor Vescovo di Mileto. Pel Cardinale si eresse un altro piccolo trono nella Cappella.
Durante la Messa, i Seminaristi cantarono l'antifona Ecce Sacerdos con musica del Perosi, l'Ave Maria e l'O salutaris Hostia di Boni, sotto la direzione del prefetto Macrì Giosuè. Poi Sua Eminenza si è degnata onorare la stanza del rettore, mostrando il suo compiacimento agli alunni ed ai Canonici che lo avevano assistito.
Alle 10 è sceso in Cattedrale lo Eccellentissimo nostro Vescovo; e dopo eseguito quanto è prescritto dal Ceremoniale dei Vescovi, assistito dal suo Capitolo parato, attese l'ingresso di Sua Eminenza per cominciare la sua Messa Pontificale, stando in trono il Cardinale. Il Vescovo stava al faldistorio, dalla parte dell'Epistola, con l'Arcidiacono Gaetano Barone come presbitero assitente, con Mons. Arciprete Emilio Del Bianco come diacono, e con Mons. Arciprete Ercole Zupi da Fiumefreddo (entrambi Prelati e Canonici Onorati). Al trono assistevano il Reverendissimo Decano Barone, ed i Canonici Pasquale Cutuli e Iannelli Gaetano.
Il panegirico del venerando Sig. Canonico Francesco Mauro, Teologo dell'Arcivescovato di Cosenza, è stato degno di lui, per l'entusiasmo col quale ha proclamato l'eroismo della nostra Patrona, quale Vergine e Martire di Cristo. Nel Mauro si ammirò la esimia dottrina ed il fervore non comune.
Alle ore 20 il nostro Duomo, elegantemente decorato ed illuminato a cera, era pronto per gran Vespro Pontificale. Popolo numerosissimo, il più eletto della Città e dei paesi vicini: Clero in gran numero, anche da altre diocesi.
L'Eminemtissimo Cardinale, associato dal Mons. Vescovo nostro in mantelletta, dal Capitolo parato, dai Mansionari, dal Seminario e dal Chiericato, oltre molti Parrochi della diocesi di tropea, ascendeva il trono, facendo da presbitero lo stesso Monsignor Decano Barone e da diaconi assistenti i Canonici Cutuli e Raponsoli. All'altare i Canonici Iannelli Gaetano e Colace Francesco.
Il primo Salmo fu eseguito dalla nostra Società filarmonica, diretta dal Maestro Domenico Mannacio. Eseguirono bene la loro parte, o come cantanti o come musici, i Signori Conte Napoleone Scrugli, Cav. Gerardo Buongiovanni, Avv. Antonio Barone Taccone, ed altri. Seguirono i Salmi ed il Magnificat in canto Gragoriano. La funzione non poteva essere più imponente e devota. Al ritorno di Sua Eminenza all'Episcopio, decentemente addobbato, tutti fecero a gara per rendergli i maggiori omaggi, certamente inferiori al suo merito.
Splendido è sorto il dì della celebrazione centenaria del Martirio della nostra santa Patrona. Non sappiamo come descrivere l'entusiasmo, la compiacenza ed il fervore dei cuori di tutti noi, e dei numerosi ospiti della nostra Città, lieta di tanto onore. I popolani, nelle donne facevano sfoggio delle loro vesti caratteristiche a colori vivaci: l'aristocrazia e la borghesia era numerosissima fin dalle prime ore della mattina ad occupare un posto in duomo, perchè troppo angusto a contenere gli intervenuti. Fuori la porta maggiore, altra folla.
Alle ore 10 sfila dall'Episcopio il maestoso corteo. Chierici, seninaristi, Parroci e sacerdoti, Mansionari nelle proprie insegne: poi la Croce Arcivescovile ed il Reverendissimo Capitolo di Tropea colla mozzetta porpurea, ed una rappresentanza del Reverendissimo Capitolo di Nicotera composta da quell'Arcidiacono, dal novello Decano Giuseppe Massara, dal Cantore Carlo Brancia, e da Mons. Canonico Vincenzo Brancia.
L'eminentissimo Cardinale Arcivescovo con S. E. Reverendissima Monsignor Vescovo nostro in mantelletta, tra la gente eletta che vuole baciar la Sacra Porpora all'Eminentissimo e che Egli cordialmente benedice, entra a stento nella cappella di S. Giuseppe, ove si conserva temporaneamente il SS. Sacramento. Poi si passa all'altro sacello per la preparazione al Pontificale col canto di terza dei Reverendissimi Canonici parati. Al trono la stessa assistenza che al Vespro. Finalmente per la nave maggiore processionalmente si arriva all'Altare. Monsignor Taccone-Gallucci si pone al primo stallo del Coro, vicino al reverendissimo Can. Mauro da Cosenza in cappa ed al R.mo Arcidiacono Giacomo Mancuso di Mileto colla mozzetta usata da quel Capitolo, di cui fu Canonico Penitenziere il nostro Pastore. Un coro di fanciulle canta un inno a S. Domenica. La filarmonica esegue il canto del Kyrie, del Gloria, del Credo, del Sanctus e dell'Agnus Dei. Le altre parti in canto Gregoriano dal canonico Penit. Fameli e dai Mansionari Latorre, Godano e Raffaele. Notato dal popolo con compiacenza il Pallio Arcivescovile usato dall'Eminentissimo celebrante per la prima volta in questa Chiesa sua suffraganea. Commoventissimo il momento della Consecrazione, e della Benedizione del Metropolitano, alla fine della Messa, colla Indulgenza di ottanta giorni.
Il Sindaco Comm. Francesco Barone, il Signor Gaetano Fazzari ed il Signor Gaetano Del Duce (assistiti dal segretario del Municipio), come membri della Giunta, portarono la lavanda a sua eminenza, rimanendo in Chiesa in tutta la funzione, come aveano fatto al vespro Pontificale.
Applauditissimo il panegirico, che profferì l'Eccellentissimo Monsignor Morabito, vescovo di Mileto. La sua parola affascinante e sonora, la declamazione grave ed opportuna, ma più la elevatezza dei concetti, la dottrina e la erudizione del giovine e simpatico Prelato erano ben conosciute qui per un altro panegirico che avea fatto anni or sono della stessa nostra Santa, da semplice canonico di Reggio. E' stato il suo un lavoro pregevolissimo; e se ne conserverà memoria indelebile. Grazie al distinto Prelato, per l'onore resa alla nostra inclita Patrona ed alla nostra Chiesa!
L'uscita dal duomo di Sua Eminenza fu collo identico corteggio della entrata; e mentre le ragazze ripetono l'Inno con musica del signor Bongiovanni, non si potè trattenere la moltitudine dal plaudirla solennemente. Il Cardinale n'era estremamente commosso. Alla scala dell'Episcopio si ebbe gli evviva dei seminaristi, prostrati al suo passaggio. In fine, fu quasi obbligato di affacciarsi dal balcone, per benedire di nuovo la immensa folla.
La Statua in argento di S. Domenica, seguita dal Quadro taumaturgico di Maria SS. di Romania, è uscita dalla Cattedrale verso le ore 19, al suono festivo delle campane e delle bande musicali. Le Congreghe, i Frati Minori, il Seminario, i Parroci ed il Reverendissimo Cardinale ed il nostro Eccellentissimo Monsignor Vescovo, che gli stava a sinistra. Indossavano entrambi la cappa collo strascico. Seguiva l'On. Signor Sindaco coi Signori Conte Scrugli e Gaetano Fazzari Consiglieri Municipali. La processione percorse le solite vie della Città; e riuscì stupenda. Tutto si concluse colla Benedizione del SS. Sacramento, usandosi il ricco Ostensorio regalato dal nostro Vescovo a questa sua Cattedrale. Plausi ripetuti ed entusiastici al commosso Porporato.
Il giovine Canonico Annunziato Iannelli, Ceremoniere Vescovile, assistito dal Mansonario Domenico Raffaele, attese alla esatta esecuzione liturgica delle solenni funzioni di questi giorni.
La illuminazione del Corso e della via del Duomo, il passeggio, la musica delle tre bande Militare, Municipale ed Operaia, fuochi artificiali nelle due ultime sere non potevano essere migliori. E così la festa si è felicemente compiuta.
Al principio della festa, l'on. Sindaco Comm. Barone pubblicava il seguente proclama di eccitamento ai cittadini per la conveniente accoglienza al Principe di Santa Chiesa:

Cittadini!

A rendere più solenni le feste Centenarie in onore della gloriosa nostra santa Patrona, il beneamato Pastore, il quale nulla trascura che possa condurre a questa Città lustro e decoro, ha invitato l'Emenentissimo Cardinale Portanova; ed Egli ha gentilmente accettato d'onorare di sua presenza la patria nostra.
Proponiamoci adunque di convenientemente ricevere il Principe di santa Romana Chiesa, che, ospite gradito ed illustre, viene tra noi domani alle ore 8,40 a. m.; e dimostriamogli con le nostre accoglienze festose ed entusiastiche, tutta la nostra profonda riconoscenza e gratitudine per l'onore insigne accordatoci.
La civile Tropea, di cui l'ospitalità è proverbiale, non verrà questa volta meno alle sue nobili tradizioni; e le sue sincere dimostrazioni di devoto affetto, il fervido saluto della cittadinanza unanime, saranno il miglior modo di onorare l'Eminente Porporato, a cui riusciranno tali manifestazioni tanto più accette, per quanto più avranno il carattere di maggiore spontanea cordialità.
Tropea, dal Palazzo Municipale, 3 luglio 1903.

Il Sindaco
F. Barone.
L'eminentissimo Signor Cardinale, nei tre giorni di sua graditissima dimora in Tropea, si è degnato di ricevere, nella sala del trono all'Episcopio, il Rev. Capitolo e Clero, il Seminario (che offrì un bouquet di fiori naturale elegantissimo), il Chiericato esterno col direttore Canonico Raponsoli, i superstiti del soppresso Monastero dei Conventuali di Tropea, la Communità dei Frati Minori, i Parroci e Sacerdoti di questa e delle diocesi di Catanzaro, Nicastro e Mileto, l'On. Municipio, la Congregazione di Carità, le Società Operaie, il Pretore Avv. Francesco Mantella, il Maresciallo dei RR. Carabinieri di Tropea, ed i Professori laici del seminario con un Indirizzo del Signor Avv. Saverio Ceniti. Più una rappresentanza della Congrega dei Nobili e le Suore di Carità colle loro alunne, nonchè i più distinti Signori. Anche il Barone Nicola Taccone-Gallucci, fratello del nostro Vescovo, ha reso, diciamo così, gli onori di casa all'Ospite esimio.
I Parroci dell'aggregata diocesi di Amantea, venuti per la festa, furono il R.ma Arcip. Del Bianco d'Amantea, l'Arciprete Zupi da Fiumefreddo Bruzio, ed i reverendi Solimena Scipione e Sicoli d'Aiello, Carbone da Fiumefreddo, Carusi da Laghitello, Sposato da Nocera Terinese.
Intervenne anche Mons. Girolamo Lacquaniti, Protonotario Apostolico ed Arciprete di Nicotera Marina.
Col treno diretto delle ore 5,18 di martedì partiva per Reggio l'Eminentissimo Cardinale, e con quello delle 8,30 l'Eccellentissimo Monsignor Morabito per Mileto.