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FRATE TEOFILO
da Tropea
 

da A. MORTIER, Histoire des maitres généraux de l'ordre des frères Precheurs.
(1911)
 


Traduzione di Salvatore Libertino


l'emblema della Santa Inquisizione: Esposto in tribunale al momento degli auto da fe, ai lati di una croce verde, raffigurava un ramo d'olivo, segno di speranza e clemenza, e una spada simbolo della giustizia.

SospensioneIl primo Commissario (dell'Inquisizione) fu Frate Teofilo da Tropea, dell'Ordine di San Domenico. E' con lui che questa importante carica entra a far parte in modo permanente dell'Ordine di San Domenico. Infatti, dopo di lui, i Commissari del Sant'Uffizio saranno scelti tra i Domenicani. Ed è proprio nel campo dell'Inquisizione, grazie alla bolla di Paolo III Licet ab initio del 21 giugno del 1542, che i Predicatori riescono a riappropriarsi del potere che il Maestro Generale dell'Ordine aveva perduto.
E' difficile, per non dire impossibile, conoscere il curriculum vitae di Fra Teofilo da Tropea. I documenti di oggi sono rari e reticenti sulla sua esistenza. Stessa cosa negli archivi del Sant'Uffizio: non è per nulla menzionato. Si sa che fu proposto come Commissario del Sant'Uffizio dal Cardinale Pietro Carafa, che lo teneva in grande stima avendolo, già prima, al suo servizio come teologo personale. Teofilo da Tropea era nato in questa piccola borgata della Calabria anche se faceva parte del convento di San Domenico Maggiore di Napoli. Noi lo sappiamo per la testimonianza di Teodoro Vallé da Piperno che, nella sua Storia dei più illustri Padri Domenicani della Provincia del Regno di Napoli, cita un documento, da lui stesso rinvenuto negli Archivi di quel Convento, dove viene riportato:<<Frater Theophilus calaber S. Theologiae Doctor, filius conventus S. Dominici de Neapoli a Paulo IV Neapolitano factus Commissarius Generalis Sanstae Inquisitionis Rome. Vir omni doctrina excellens et sanctae fidei contra haereticos validus et
infractus propugnator. In philosophia satis instructus; in theologia vero scholastica et sacrarum litterarum lectione valde celebris... Floruit anno Domini 15561.>>.
Questo testo porta la data a meno d'un secolo dopo la morte di Teofilo. Paolo IV lo aveva, in effetti, nominato Commissario, quando però non era che il Cardinale Pietro Carafa, che, napoletano di nascita, conosceva Frate Teofilo per averlo frequentato nel Convento di San Domenico di Napoli.
Un altro breve testo riguarda questo personaggio. Nel Registro del Maestro Recuperati, alla data del 1° novembre 1540, c'è scritto: <<Il venerabile Padre Teofilo di Calabria, - Theophilus Calaber, così viene indicato dal documento, - che è Baccelliere in Teologia, è autorizzato a vendere tutti i libri che possiede e acquistati con i soldi di famiglia. Questo permesso gli è accordato affinchè con i proventi della vendita possa mantenersi agli studi presso il convento di Saint-Jacques di Parigi e comperare sul posto i libri occorrenti2.>>.
Secondo questo documento, Teofilo di Calabria, già Bacceliere nel 1540, si era iscritto, nel novembre di quell'anno, all'Università di Parigi, senza dubbio per prendere la laurea di Maestro in Teologia.
RuotaIn quel momento fra Teofilo era avanti con gli anni, e certamente all'interno dell'Ordine era tenuto in grande considerazione, se il segretario del Maestro dell'Ordine lo aveva insignito a Venerabilis Pater. Questo titolo si incontra raramente tanto nei Registri dei Maestri Generali che negli Atti dei Capitoli. Ed è un segno marcato di profonda venerazione nei confronti dei religiosi anziani e di grande merito: ottima premessa a quella che sarebbe stata di lì a breve la carica di primo Commissario del Sant'Uffizio.
Non c'è da stupirsi che un uomo, venerabile per età ed i servizi resi, possa raggiungere Parigi, come accade al giorno d'oggi ad un giovane studente, per conseguire la laurea. All'epoca, si era studenti a tutte le età. Numerosi erano i religiosi che si iscrivevano alle Università, dopo aver esercitato le più alte cariche nell'Ordine, al fine di completare gli studi o gli insegnamenti con la laurea di Dottore. Non era infatti ammesso insegnare con la dovuta autorità senza questo titolo. E' verosimile quindi che il Cardinale Carafa abbia voluto che il suo teologo ufficiale acquisisse il grado di Maestro. Si sarebbe reso così più idoneo a soddisfare tutti i servizi che gli fossero stati richiesti. D'altra parte per il Commissariato del Santo Uffizio, il titolo di Maestro in Teologia era necessario.
PaloIn effetti, negli Atti del Capitolo Generale tenuto a Roma nel 1539, Frate Teofilo di Calabria è assegnato come baccelliere ordinario al convento di San Domenico di Napoli per gli anni 1539 e 1540. Egli stesso fu esaminato dai Padri del Capitolo, che lo trovarono abbastanza preparato per l'insegnamento pro forma et gradu magisterii3. Il suo viaggio a Parigi, con le dispense sopramenzionate, aveva dunque lo scopo di acquisire maggiore padronanza in quel campo.
E' al suo ritorno dall'Università di Parigi, nel 1542, che Teofilo di Calabria, diviene Maestro in Teologia, ed è allora nominato primo Commissario del Sant'Uffizio. Carica esercitata fino al 1551.
Al fine di facilitare il lavovo dei Cardinali inquisitori e dei loro Commissari, Paolo III affiancava loro come collaboratori cinque teologi di riguardo. Questi avevano il compito di studiare le cause proposte al Sant'Uffizio. E dopo la designazione, assumevano il nome di Consultori. Tra loro si trovarono tre Padri Predicatori: il Maestro dell'Ordine, Francesco Romeo; Bartolomeo Spina, Maestro del Sacro Palazzo, e Frate Alberto de Cattaro. La carica di Consultore, come quella di Commissario, era stabilmente devoluta all'Ordine di San Domenico. Il Maestro Generale e il Maestro del Sacro Palazzo erano di diritto, per le loro funzioni, Consultori del Sant'Uffizio.
Tale fu, all'inizio, l'organizzazione di questa celebre Congregazione, organizzazione che in seguito subirà poche modifiche. Sicuramente, dopo la sua costituzione, il governo generale dell'Inquisizione incrementò con il tempo la propria autorità. Nulla si è più fatto all'interno della Chiesa, tranne che in Spagna, nel campo del ministero dell'inquisizione, e nulla si fa ancora oggi nell'ambito della sua onnipossente giurisdizione.
Dopo che, nel 1551, erano cessate le funzioni di Commissario di Teofilo da Tropea o di Calabria, veniva scelto come suo successore un uomo che potesse rappresentare con la sua sola persona la forza di tutta la Chiesa ad opporsi all'invasione luterana. Quest'uomo era Frate Michele Ghislieri: il futuro Papa San Pio V.

NOTE

1 Teod. Vallé da Piperno, Breve compendio de gli più illustri Padri... ch'a prodotto la Prov. del Regno di Napoli dell'Ord. de Predic.., . 239,
  Napoli, 1651.
2 Venerabilis Pater Frater Theophilus Calaber bacalaureus habet licentiam vendendi omnes et singulos suos libros, quos et pecuniis parentum
  acceptis in elemosinam sibi et ad usum suum cum licentia suorum maiorum comparaverat, idem hoc conceditur eidem pro studio Parisiensi et
  sustentatione in dicto studio et emptione librorum ibidem. 1 Novembris 1540>> (Reg. Recuperati, fol. 140°).
3 <<In studio Sancti Dominici de Neapoli damus... in bacchalarium ordinarium pro duobus annis F. Theophilum de Calabria scilicet pro anno
  1539-1540, qui fuit examinatus in capitulo generali et adjudicatus sufficiens pro forma et gradu magisterii.>> (Acta Cap., VI, p. 285).