L'Esibizione dei Beatles
sul tetto dell'Apple, Londra

(30 gennaio 1969)



La celebre esibizione dei Beatles sul tetto della Apple è la realizzazione di un'idea concepita il 26 gennaio nel corso di una riunione. Fu la prima delle due "esibizioni" consecutive dei Beatles con Billy Preston che conclusero il progetto Get Back: la seconda si sarebbe svolta il giorno successivo nello studio del seminterrato.
L'esibizione di quel giorno è passata alla storia come l'ultima del vivo dei Beatles, anche se non fu un vero e proprio concerto. Lo show durò 42 minuti (se ne vede circa metà nel sensazionale film Let it be) e incominciò all'ora di pranzo, come un'esplosione nel vento gelido - mai saliti su un tetto a Londra in gennaio? - che paralizzò parte della capitale fino all'arrivo della polizia, che interruppe lo spettacolo.
Gran parte dei 42 minuti sul tetto fu sfruttata commercialmente, nel film Let It Be e negli album GET BACK (inedito) e LET IT BE. Quella che segue è una descrizione dettagliata del repertorio eseguito, desunta dai nastri a otto piste presenti alla EMI (tra parentesi è indicato se i vari brani furono poi usati su film o dischi).
1. Ultimi preparativi. Michael Lindsay-Hogg grida "A tutti gli operatori: vai con la prima!". Si comincia con la prova di Get Back, seguita da un applauso educato che evidentemente ricorda a Paul una partita di Cricket perchè il bassista si ravvicina al microfono e mormora qualcosa su Ted Dexter (un giocatore di allora che militava nelle file del Sussex e della nazionale). John dice: "Ci è giunta una richiesta da Martin Luther".
2. Altra versione di Get Back (nel film Let It Be c'è un riuscito montaggio di quelle due versioni). Alla fine del brano, John dice: "...arrivata richiesta per Daisy, Morris e Tommy".
3. Don't Let Me Down (film Let It Be) seguita a ruota da...
4. I've Got A Feeling (film Let It Be e LP Let It Be), al termine della quale John dice: "Oh, anima mia..." (applausi) "...è proprio dura". A parte qualche verso di I've Got A Feeling, George non canta mai, per tutta l'esibizione sul tetto.
5. The One After 909, al termine della quale John cita sarcasticamente un verso dello standard del 1913 Danny Boy (film Let It Be, LP Let It Be e Get back).
6. Dig A Pony, con una falsa partenza: "Uno, due, tre, aspetta!" (John si soffia il naso). "Uno, due tre." Al termine, John dice: "Grazie fratelli....mani troppo fredde per suonare gli accordi" (film Let It Be e LP Let It Be, anche se sull'album il produttore Phil Spector avrebbe tagliato il verso iniziale e finale "All I want Is"): Prima dell'inizio, sul nastro a otto piste c'è anche una breve prova della canzone e la voce di John che chiede il testo. Nel film si vede infatti un assistente che si inginocchia davanti a lui con il testo applicato su una cartelletta.
7. L'assistente di sala Alan Parsons cambia nastro perchè il primo è pieno. Nell'attesa i Beatles e Billy Preston cominciano a strimpellare una breve versione dell'inno nazionale britannico, God Save The Queen. Il nuovo nastro ne coglie gli ultimi secondi, mai pubblicati sull'album nè inseriti nel film.
8. I've Got A feeling, seconda versione sul tetto (assente dal disco e dal film).
9. Don't Let Me Down, seconda versione sul tetto (assente dal disco e dal film), seguita a ruota da...
10. Get Back, terza versione sul tetto, un pò disturbata dall'arrivo della polizia che cerca di sospendere lo spettacolo. La canzone viene quasi interrotta ma riesce ad arrancare fino alla conclusione, con Paul che improvvisa: "Avete suonato un'altra volta sui tetti e lo sapete che alla mamma non piace! Ora vi farà arrestare!". Alla fine Paul rivolge un "Grazie, Mo!" alla moglie di Ringo, Maureen, per l'applauso e le acclamazioni entusiastiche; poi John si riavvicina al microfono per aggiungere, con un che di gigionesco: "Vorrei dirvi grazie a nome del gruppo e di tutti noi e spero che abbiamo passato l'audizione!" (Le parole pronunciate da Paul e John - ma non quella versione della canzone - sarebbero state inserite sull'LP inedito GET BACK. Sull'album LET IT BE, un'abile dissolvenza incrociata tra la Get Back incisa il 28 gennaio per il 45 giri e quelle parole fa sembrare che anche la canzone provenga dall'esibizione sul tetto. L'unica documentazione reale della Get Back, con il finale barcollante è dunque quella del film Let It Be, con tanto di commenti di John e Paul.
La scarna documentazione di studio dice che alcuni brani (imprecisati) furono mixati provvisoriamente in stereo da Glyn Johns tra le 19.30 e le 22 di quella stessa sera agli Olympic Sound Studios di Barnes. Fatto ciò, Johns fece trasferire di propria iniziativa i mixaggi su acetati che consegnò ai Beatles.
All'uscita del 45 giri Get Back / Don't Let Me Down, la Apple ricavò dal materiale girato da Michael Lindsay-Hogg due filmati promozionali (a colori, 16 millimetri) che distribuì alle emittenti televisive. Non furono però usate le riprese effettuate in studio il 28 gennaio durante le registrazioni del 45 giri ma altri materiali (diversi da quelli poi inseriti nel film Let It Be) sincronizzati con le versioni del disco: per Get Back furono sfruttate le immagini dell'esibizione sul tetto e per Don't Let Me Down una combinazione tra queste e i ciak di Twickenham.
In Gran Bretagna andò in onda solo Get Back: in bianco e nero in quattro diverse puntate di TopOf the Pops (BBC, giovedì 24 aprile, 8 maggio, 15 maggio e 22 maggio 1969, 19.30-20) e a colori nella prima parte di Top Of The Pops '69, trasmessa nel giorno di Natale (14.15-15). Negli Stati Uniti furono invece presentati entrambi i filmati, all'interno del programma The Glenn Campbell Goodtime Hour (CBS, mercoledì 30 aprile 1969, 19.30-20.30).
 
 

Da "La grande storia dei Beatles" (EMI - GIUNTI) di Mark Lewisohn.