Antonio Castronuovo e Piero Chiambretti
 

 Dico o non dico . . .
che mi sposo con un tacchino.
 

di Salvatore Libertino
 


In questi giorni si discute molto di diritto di famiglia e art. 29 della Costituzione. Si parla dell'esigenza di mutuare dalla società che cambia il contenuto delle vecchie leggi. Si scende in piazze contrapposte. Si accendono gli animi degli schieramenti. C'è molta confusione. Tra laici, cattolici e musulmani. Chi è di sinistra va a destra e chi è di destra va a sinistra. Una sorta di 'muina' borbonica.
Il parlamento, che rappresenta il popolo sovrano, esaminerà a breve un progetto di legge governativo che riconoscerà i diritti delle unioni di fatto, i DICO (Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi). Sarà regolamentata una materia su realtà fino ad ora nascoste. L'enunciato è nell'articolo 1:
'Due persone maggiorenni e capaci, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio, parentela in linea retta entro il secondo grado, affinità in linea retta entro il secondo grado, adozione, affiliazione, tutela, curatela o amministrazione di sostegno, sono titolari dei diritti, dei doveri e delle facoltà stabiliti dalla presente legge.'.
Ma per alcuni ciò non basta. Occorre andare oltre e riconoscere il matrimonio tra omosessuali e la parità dei diritti con la famiglia, quella prevista dall'articolo 29 della Costituzione:
'La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.'.
Anche loro hanno il diritto di formare una famiglia. I temi sono scabrosi. Se ne discute molto. Vengono elencati casi reali i cui aspetti sono stati già affrontati ed accolti da alcune nazioni europee nel proprio sistema legislativo. Francia, Olanda, Spagna, Inghilterra.....
C'è chi si spinge nel passato, anche remoto, per evidenziare fatti avvenuti da cui discenderebbero diritti da tenere in considerazione. E via con gli incesti (è recente il caso in Germania tra fratelli dalla cui unione sono nati figli) e via con i rapporti con gli animali. Caligola che nomina senatore un cavallo. Cani e gatti titolari di eredità miliardarie seguite da proposte di matrimonio da parte degli umani nei confronti dei facoltosi animali. E via con le convivenze estreme tra uomo e scimmia, tra alpini e muli, e via con l'antica farchinoria pastorale e chi ne ha più ne metta. Strampalerie!
E a proposito di strampalerie, ricordo un episodio avvenuto nel 1987. L'auting davanti alle telecamere della RAI di un tropeano che rendeva noto di aver sposato un tacchino. Una gheg esilarante tra due mattacchioni: Piero Chiambretti e Antonio Castronuovo ('u daziariu). A Tropea, seduti su un comodo divano in piazza tra la gente che struscia. Discutono. Battute su battute, da fare invidia all'avanspettacolo di una volta, quello ruspante improntato all'improvvisazione. 'Vorrei essere più sintetico come i capelli di Mike Buongiorno'. 'Se lo viene a sapere Piero Angela quello impazzisce', ecc.. I due si aiutano e a vicenda si fanno da spalla. Una vera chicca. Anche questa volta il divertissement è assicurato.
 
 

Antonio Castronuovo e Piero Chiambretti
Dalla trasmissione RAI "Va' pensiero"
'IL DIVANO' - 29 novembre 1987.
 

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