Luciano Meligrana, Maria Sabina Chiapparo, Luigi M. Lombardi Satriani e Giuseppe Carone

 

Intervento di Luigi M. Lombardi Satriani

 

Presentata l'Opera Omnia su Tropea

dell'etnografo Giuseppe Chiapparo

 

di Salvatore Libertino

 

Mi piace l'idea finalmente realizzata di raccogliere la produzione di Giuseppe Chiapparo (1894 - 1963), insigne etnografo, dedicata a Tropea, sua città natale. Un po' meno la veste editoriale scelta da M.G.E. che in particolare mette in cattiva luce le preziose immagini antropologiche facenti parte del corposo archivio alimentato dall'Autore durante la rispettabile carriera di ricercatore e attualmente custodito dalla figlia Maria Sabina.
Il volume "Etnografia di Tropea - Scritti demologici e storici" è stato presentato il 2 settembre 2009 nel settecentesco Cortile del Seminario, alla presenza di un attento folto pubblico e di Mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto - Nicotera - Tropea.
Per illustrare l'eccezionale avvenimento di grande portata culturale hanno preso la parola il curatore Giuseppe Carone, la figlia dell'autore Maria Sabina e l'antropologo Luigi M. Lombardi Satriani. Ha presieduto i lavori Luciano Meligrana in rappresentanza del 'Centro Studi Galluppiani".
Mi pare che nel corso della serata la figura e la produzione etnografica di Giuseppe Chiapparo non sono state sufficientemente tracciate come anche non sono stati esaurientemente delineati i cenni biografici apparsi sul libro il cui testo non lascia il benché minimo spazio al valoroso curriculum e a una definitiva bibliografia, che appariva necessaria in considerazione dell'intento editoriale di "opera omnia" e dell'estrema frammentazione editoriale dei singoli saggi via via pubblicati dagli anni Trenta agli anni Sessanta.
Auspico che gli scatti, che costituiscono un irrinunciabile spaccato di memoria storica tropeana nonchè traccia documentale inscindibile dalla produzione demologica di Peppino Chiapparo, siano pubblicati al più presto nei dovuti modi e accorgimenti. Mi auguro altresì che l'opera sia oggetto di un prossimo convegno nel quale la figura dell'antropologo tropeano emerga ancora di più fino a conquistare almeno i crediti e i meriti che gli sono stati riconosciuti in vita da colleghi, studiosi, amatori di storia patria.
Alla memoria di Peppino Chiapparo vorrei dedicare un significativo contributo del collega Hettore Capialbi che nel 1940 ha firmato sulle pagine dell'Archivio Storico della Calabria la recensione dell'opera "Canti popolari sacri di Calabria".

""A siffatta nobile schiera di studiosi appartiene il benemerito prof. Giuseppe Chiapparo, che pubblica i suoi "Canti popolari sacri di Calabria", nell'Archivio per la raccolta e lo studio delle tradizioni popolari italiane, celebrata rivista diretta dal prof. Corso. In questo volume del Chiapparo sono raccolti dei canti inediti, di carattere sacro, della Calabria, divisi opportunamente nei seguenti gruppi: Canti dei bambini; Preghiere serali nei fanciulli; Offerte del Rosario; Rosari speciali; Preghiere alla Madonna; Preghiere varie; Canti del ciclo natalizio; Canti del ciclo pasquale; Leggende agiografiche. Le annotazioni dichiarative e storiche che accompagnano il testo, altamente lo illustrano e il corredo di un glossario delle principali voci contenute nei canti ne agevola l'intelligenza al profano lettore e a chi non ha troppa familiarità col dialetto calabrese.
Giuseppe Chiapparo, assai apprezzato insegnante nella scuola "Giacomo Leopardi" in Napoli, è un appassionato ricercatore di rarissime particolarità e notizie storiche culturali e la fervida collaborazione prestata all'inchiesta sulla Musica Popolare Italiana gli ha procurato un diploma di benemerenza dal Comitato Nazionale Italiano dell'Opera Nazionale Dopolavoro. Pur dimorando in città dove il dinamismo moderno tutti avvince e travolge, in città, dove, come dice un illustre critico, si è tutti infestati di ambizioni, di vanità, di opportunismo e di snobismo, egli grida sempre il suo grande amore e la sua adorazione per questa terra e ne imprime nei suoi scritti le orme della sua perenne vitalità. Oltre che letterato di buona lega e scrittore geniale ed elegante, è anche valoroso giornalista: nel 1916 diede vita ed impulso ad un periodico di Tropea "Alba Novella" e scrisse e scrive articoli d'indole storica in tre periodici della nobile e colta città. Di quando in quando pizzica di poesia e ci offre versi delicati, di purezza cristallina, specchio fedele di un animo mite, di sentimenti sinceri, di ardore per tutto quello che è bello e buono nella natura e nella vita. E negli studi folklorici non è alle prime armi, perchè ha già al suo attivo varie pubblicazioni che interessano questi luoghi. Di lui ricordiamo: "I Tropeani a Lepanto", "La festa della Croce a Tropea", "Un vecchio contrasto calabrese", "Li multi vuci", "La marineria tropeana nelle sue tradizioni e consuetudini": Ecco fin qui il "curriculum vitae" di questo scrittore di attività feconda ed ammirevole.
"".

Infine, vorrei proporre al lettore una ricerca del Nostro a proposito della rinomata attività dei forgiari tropeani del borgo e della scoperta della saldatura dei metalli che un tempo sarebbe stato un segreto del potente Re Salomone. Antonino Basile raccolse tale ricerca e la pubblicò sulla rivista "Folklore della Calabria". In questo caso, il direttore della rivista, fece appello alla propria onestà intellettuale riconoscendone pubblicamente la paternità all'amico Giuseppe Chiapparo.


Salomone e i forgiari di Tropea

 

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