Una missione
del Fratello Jerocades
(da 'Rivista del Grande Oriente d'Italia' n. 4/2006)
 








Dobbiamo alla sagacia del nostro III. Fr. Ed. Stolper il rinvenimento di due antichi documenti, presso l'Il. Fr. Croì set van Uchelen, G. Archivista del Grande Oriente d'Olanda.
Essi sono, nell'ordine, la domanda di patente rivolta alla Mère Loge de Marseille e la patente medesima. Il fratello Jerocades scrive ancora « di San Giovanni di Scozia » (vedi sigle della soprascritta) ma essa aveva assunto fin dal 1762 il titolo di Mère Loge Ecossaise.
Del Fratello Jerocades abbiamo detto più volte. Egli era stato iniziato, sempre a Marsiglia, intorno al 1770. Ne pubblicammo la scheda biografica a pag. 103 del n. 2 del 1974.
Notizie più ampie ne fornì O. Dito in Massoneria, Carboneria ed altre società segrete nella storia del Risorgimento italiano. Torino 1905.
Non altrettanto agevole è l'inseguire in antiquariato il volume di G. Capasso. Un abate massone del secolo XVIII, ecc. forma 1887.
 
 

Al Venerabile e a' Fratelli della R.L. di S. G. di S. nell'Oriente di Marsiglia,
Dove regna la fede, il silenzio, e la pace.

il F.A.J.

Deputato della L. dell'A. della P. e della B.S.,
Glorie, Salute, e Felicità.

V. F. R.

Se la ragione e il buon senso muovono e conducono i vostri consigli e i vostri travagli alla gloria e alla immortalità, io debbo giustificare le mie rispettose domande, affinchè sieno esaudite da voi che cercate una regola, onde non siate ne' favori o molto avari, o molto profusi.
Nella città di Napoli si sono fondate due Logge, l'una detta Provinciale, l'altra Nazionale. La prima dipende dalla G.L. di Londra, dalla quale fu regolarmente e solennemente fondata. La seconda, costituita da se medesima, è riconosciuta dalla Francia e dalla Germania. Fra queste due Logge vi è tanta e tale discordia, che l'una non è riconosciuta dall'altra per legittima e regolare. Sono fra loro proibite le visite, e sino la civile Società si è vietata fra i diversi Fratelli. Ciò che deva generare l'emulazione, ha prodotto l'invidia; e l'una fabbrica ciò che l'altra distrugge. Le diserzioni sono continue; il fine è interrotto dal fine; e l'amicizia si perde, da che si ritrova l'amico. Nel furor della disputa si profana il mistero; e in due altari, condannato l'uno dall'altro, si porgono allo stesso Nume le stesse preghiere.
Or in una Città molto vasta il numero delle Logge, e la moltitudine de' Fratelli, non impedisce l’assiduità de' travagli; e la differenza delle sorti e de' luoghi dirada, se non dissipa, il fuoco della contesa. Ma non è così nelle Città delle Provincie, dov’è appena una Loggia, e son pochi, e congiunti i Fratelli. L'interesse vario della lor dipendenza divide la Società; i travagli son cessati, o sospesi. La liturgia tralasciata scancella dalla memoria le idee acquistate co'dolci movimenti del cuore; e del sacro e venerando Instituto la legge e la fama o si oblia del tutto, o s'ignora. L'esempio di Messina, di Catania, di Caltagirone, di Reggio, di Crotone, di Catanzaro, di Terlizzi, di Tropea, che hanno incontrato la stessa fortuna, sono i più certi e stabili documenti di questo disordine. La rarità e la lentezza de' lumi, che scorrono in quelle contrade, dove un tempo furono le sedi d'ogni sapere, e d'ogni virtù, sono il segno più certo e più chiaro della inefficacia delle leggi Massoniche. In questa età, nel secolo fortunato di Ferdinando e Carolina, avrebbe dovuto in quel Regno spuntar l'Aurora dal fin della Notte, e l'antica ospitalità avrebbe dovuto aprire oggi-mai gli alberghi sicuri del disinteresse, e della amicizia. Io non voglio rattristarvi con le querele importune di tante calamità. A me basta il proprio dolore; e a voi basta la mia Gerusalemme, perché in quella veggiate un infelice obbjetto della nostra sperata pietà.
Nell'anno passato, la di cui memoria sarà rinovata in tutte l'età, accadde nel la Calabria la più terribile delle umane sciagure. Li 5 di Febbrajo* si scosse da' fondamenti la terra, e i Villaggi e le Città sepellirono sotto le loro ruine tutti coloro, che non potevano liberarsi, e fuggire. Al tremuoto orribile successero altre calamità; molti furono assorti dall'onde del mare, e molti consumati dal doloroso disagio. La maggior parte al fine cade in preda alla morte, che armò la sua falce di febbri putride e velenose, onde altri trasse alla tomba, e altri al languore. Mosso dall'annunzio funesto lasciai la bella Partenope, e anche io, dopo l'esempio di molti, andai a veder la mia Patria minata e sommersa. Qual io mi rimasi a questo spettacolo, io il so che il vidi, e che fui a parte delle comuni sventure.
La città di Tropea, e il Villaggio di Paralia non furono del tutto minati; ma la gente malmenata si fuggì nella campagna e nelle marine, dov'è tutta via ricovrata al coperto delle tende e delle baracche. In tali avvenimenti ognuno pensa al riparo, e procura di unire le forze a' consigli. A me parve opportuno di animare i Massoni a qualche necessaria intrapresa, o almeno di unirli, e ristorarli col conforto, e con la speranza. Tal volta il pianto è il rimedio de' mali, e le lagrime richiamano l'allegrezza. Ma il credere, o Fratelli! I Massoni non vollero abbandonare il loro partito, e sostennero, tra le fauci della necessità, un impegno senza interesse. Al fine pochi di loro si unirono al mio consiglio; e con questi si diede la Luce ad alcuni. Ed ecco già costituita, al rinfusa e nella desolazione, una Loggia.
Il travaglio nacque tra i sospiri e il dolore, e crebbe rigoroso e robusto. Ma la discordia de' malcontenti si accese, e non potendo altro macchinare con l'opera d'alcuni profani, mossero il paese a remore e a tumulto, ed esposero alla sorpresa il Santo de' Santi. Che si dovea fare in questo cimento? L'ira disarmata divenne indulgenza; e la pietà propose il seguente Consiglio. Si pensò di unirli sotto altri auspici; di lasciar a tutti la libertà di serbar fede al suo Duce e Maestro; e di proccurare intanto un'altra protezione sovrana fino a quel tempo, che in Napoli si concluda la concordia e la pace. Con questa determinazione si potè proseguire il travaglio; e la Loggia dell'Amor della Patria e della buona Speranza ha già fondate le sue basi sulla convinzione giurata di tutti i Fratelli.
A chi dovea porgere, o C.F. le mie lagrimose preghiere? Da chi potea sperar questo favore? Questa Loggia è la mia madre; qui rinacqui alla luce: un figlio ubbediente da fidarsi all'amor della madre. Mi ricorda ancora, che la Nazione Francese ha protetta e difesa la libertà dell'Olanda, e della Pensilvenia, ed ha sempre riposta la sua gloria, non nelle mostrose tirannide, ne nella barbara superstizione, ma nella giustizia delle leggi, e de' riti. Animato di tal confidenza, ecco a voi ritorno, o C.F., di implorare un soccorso, che voi potete offrire a' infelici senza preghiere. Fate uso della vostra ragione: ella vi esorta alla giustizia, centro e base del mondo. Seguite la vostra virtù, ella vi muove alla pietà. Siate Massoni, siate Francesi, siate Focensi, e accordate una Patria a chi fugge dalla ruina e dalla discordia.
L'Oriente di Tropea e Paralia stima me degno di questo doloroso messaggio; e voi potete, se non v'incresce, rimandar me stesso per avventuroso messagiero della più felice Novella. Questa è la domanda che far i sospiri e le lagrime a pie del trono vi presento, o C.F. Questa è la grazia, che da voi io bramo e spero a nome del Fabbro dell'Universo, ch'empie questo Tempio di lume e di fuoco. Ne' fasti gloriosi, che vanta la vostra Loggia, questo giorno dee comparire alla posterità piene di splendore e di gloria. A me serbo solo il vanto di dare un occasione alla vostra virtù; ma vostra è tutta la gloria di questa intrapresa. Ve ne saprà grato Tropea e Paralia, chi è Colonia degli antichi Focensi; e il nostro esempio sarà seguito da molte Città dell'Italia. L'uno e l'altro Oriente di Napoli, che con questa Loggia ha contratti i vincoli della ospitale amicizia... lungi dall'irritarsi, ne sentirà gaudio e piacere; e i vostri nomi gloriosi faranno registro, per man della fama, nel Tempio del-l'Eternità, consacrato alla Sapienza ed alla Virtù.

* Questo accenno ci consente di datare il documento al 1784, poiché il terremoto accadde nel 1783.
 
 



 

G.L.G.A.D.L.U.M.L.O.A.N.T.

a l'Orient de Marseille,
Lieu éclairé, ou regnent le Silence, L'Union, la Paix et l'Amitié
l'an de la G.L. 5784, et le 13 du dernier mois;
a tous les hommes éclairés qui ces présentes verront,
Salut, Force et Joie.









Nous V. Grand Maìtre, premier e second Surveillants, dignitaires et Officiers, Excellents Maìtres Ecossois, Maìtres en tous grades, compagnons et Apprentifs de la T.R. et C.P. Loge, sous le titre distinctif Saint Jean d'Ecosse.
Sur la demande a nous faite en cette R. Loge Ecossoise, le méme an et jour que dessus, par le très C.F. Antoine Jerocades, Membre de cette R. Loge, tendant a valider les travaux des Frères Macons rassemblés dans les Orients de Tropea, sous le titre distinctif de l'Amour de la Patrie, et de Paralia, sous le titre distinctif de la Bonne Espérance, ces susdits deux Orients situés dans le Royaume de Sicile, par 38 dégrés et 48 minutes latitude nord. Pour la multiplication du très parfait Ordre des Ecossais ensevelis sous les ruines de B.G., adhérants a la demande du susdit T.C.F. Jérocades, avons donne pouvoir aux dits Frères assemblés dans les dits Orients, di suivre régulièrement leurs travaux, sous le regime de notre R. Loge, en attendant que le très R. Grand Orient de Naples puisse leur délivrer des constitutions, comme étant plus particulierement, les dits Orients, a partie d'étre par lui éclairis, et a condition qu'après qu'il leur aura accordò des constitutions, les présentes cesseront d'étre valables, et seront cencées pour lors n'étre que de simples lettres d'amliation. Priant et requirant toutes les R. Loges répandues sur la surface de la terre d'y avoir égard, leur ofirant, en pareli cas, le semblable.

Delivré en Loge Ecossoise, le méme jour et an que dessus, et d'après les pouvoirs a nous donnés par la T.E. et T.P. mère Loge, a l'O. d'Edimbourg.

Seimandy*, etc.
Scellé et timbrò, etc.
Par mandement, etc.

* II M. V. Seimandy fu ghigliottinato il 27 gennaio 1794. Il giorno prima era stata la volta del Fr. Dageville e quattro giorni prima dei FF. Samatan, Tareiron e Paijan. N.d.D.
 
 

 
 
           aNTONIO JEROCADES
INDICE:
|  'Antonio Jerocades' di Domenico Martuscelli
|  'Una missione del Fratello Jerocades' di Edward Stolper |
  'Antonio Jerocades di Parghelia, processato a Sora come eretico nel 1771' di A. Lauri
| 'Un intermezzo indiavolato' di F. De Simone Brouwer  |
|  'La mentalità trasformata: Il Pulcinella Da Quacquero di A. Jerocades' di Anna Santoro |
| 'Pulcinella da Quaquero' di Antonio Jerocades |
| La Batracomiomachia di Omero tradotta da Antonio Jerocades|
'Saggio sull'umano sapere' di A. Jerocades, a cura di Domenico Scarfoglio  |
'Goethe esoterico in Calabria e l'abate Jerocades' di Domenico Rotundo |
'La Lira Focense di Antonio Jerocades' di Grazia Bravetti Magnoni  |
| 'Antonio Jerocades' di Francesco Mazzitelli  |
| 'Antonio Jerocades, l'orfeo italico della massoneria' di Armando Dito  |
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| 'L'ultima prigionia di Antonio Jerocades' di Pasquale Russo |