LA " NATIVITA' "
DEL GRIMALDI
E' IN FIN DI VITA...
 
 

di Salvatore Libertino
(2001)


Giuseppe GrimaldiIn una lettera aperta pubblicata sul "Gazzettino di Tropea" del 20 gennaio 1908, il cultore di storia patria nonchè critico d'arte Enrico Moretti illustra al Prof. Guido Carrocci, Direttore di "Arte e Storia", lo stato di abbandono e di incuria in cui giacciono i <<gioielli d'arte, specie di pittura, che la nostra Calabria possiede, dispersi qua e là per le chiese e i conventi>>.
Quando viene descritta la situazione delle tele custodite nelle chiese di Tropea, il Moretti leva un grido di dolore per quella di stile spagnuolo conservata nel Convento dei FF. MM., già dei Cappuccini: la Madonna della Sanità di De Amato il Giovine, <<spirante tutta una soavità murilliana>>, di cui si osserva un deterioramento nella parte inferiore con evidenti crepe oltre allo annerimento prodotto dalla continua accensione dei ceri <<molto accosto alla tela>>. Poi passa a descrivere lo stato di un dipinto del Grimaldi:
<<Sul portale dell'ex Convento dei Gesuiti, si ammira la bella tela del Grimaldi, distinto pittore tropeano vissuto fra il secolo XVII e il XVIII, rappresentante il Presepio, in cui è notabile una scenetta coreografica di viva naturalezza e il largo cappello di paglia di un pastore (Ndr: si tratta dello stesso Grimaldi). Di quella tela, di cui Tropea dovrebbe avere gelosa cura, uno degli angoli comincia a staccarsi dalla parete.>>.
Un secolo è passato da quando le Autorità locali pro-tempore nonchè gli Organi competenti in materia hanno preso atto delle condizioni in cui versava il dipinto del Grimaldi, uno dei pochi documenti d'arte tropeana esistenti, e nessuna iniziativa d'intervento è stata intrapresa a favore dell'opera d'arte in questione.
Ma quello che sa di stupefacente è che le stesse cariche che si sono successivamente avvicendate abbiano lasciato languire al proprio destino il dipinto dimostrando chiara insensibilità ed insieme gretta irresponsabilità nel governo delle risorse artistiche locali.
 
 




Alcune devastazioni della tela della Natività del Grimaldi (1731)

Ed è quanto mai ancor più sbalorditivo che nè gli operatori culturali ed i responsabili istituzionali di allora, nè quelli di adesso abbiano nulla fatto per includere nei programmi di recupero un'opera così importante e particolare per vari aspetti, non ultimi quello della ragguardevole mole della struttura e dell'enorme spazio da essa occupato.
La tela misura 38 mq,, un lavoro artistico di tutto rispetto che presenta al momento profondi fenditure ed evidenti squarci che comporterebbero, in un eventuale piano di restauro, una ricostruzione ex novo di parte di essa.
Don Luigi PetrosinoSiamo andati nel mese di luglio a trovare Padre Luigi Petrosino, che fa parte della piccola comunità (in tutto tre unità) dei Redentoristi di Tropea, nella cui chiesa si trova l'opera in argomento. Da tempo Padre Luigi conduce a favore del restauro - ormai divenuto indispensabile - del dipinto una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle Autorità locali, delle Associazioni culturali e dell'opinione pubblica. Per prima cosa apre un grande faldone dove raccoglie ed ordina le "pratiche" svolte, tra una dialisi e l'altra, sulla tela. Poi in mezzo dialetto napoletano sbotta:
Lista delle offerte affissa nel portone della chiesa del Gesł.<<Mi sono rivolto al Sindaco di Tropea il quale ha comunicato lo stato in cui versa la tela alla Soprintendenza dei Beni Artistici di Cosenza, i cui Organi (Prot. n. 2330/M, in data 18 maggio 2001) hanno preventivato la spesa per l'eventuale restauro in lire 50 milioni (con accollo del 40% da parte della stessa Soprintendenza). Ho affisso sul portone della chiesa un modulo di sottoscrizione ed aperto un Conto Corrente Bancario "Pro Tela". Ho anche scritto a Istituti di Credito per l'eventuale supporto finanziario della rimanente somma. Ho inviato una lettera anche alla RAI. Di più non posso fare. Fino al mese di luglio 2001 abbiamo raccolto la somma di 1.300.000 lire>>.
Padre Luigi è molto amareggiato dei risultati e non si da pace dal momento che fino ad ora nessun "operatore culturale" istituzionale, privato o inquadrato nelle cinquanta associazioni che operano da lunga data nel territorio, in massima parte di fede artistico-culturale, si sia fattivamente voluto occupare di questa vicenda. E' amareggiato specialmente in questo periodo quando passa sotto i suoi occhi "tutto quel ben di Dio" di danaro speso per "il divertimento dei vacanzieri" come le rappresentazioni teatrali di quest'anno che, ironia della sorte, si svolgono a qualche centimetro di distanza dalla tela del Grimaldi le cui vecchie trame, ormai in gran parte sfilacciate, vibrano drammaticamente sollecitate dall'altissimo volume del suono proveniente dal palcoscenico. E tutto ciò in presenza delle Autorità locali "distratte" dalle battute di Martufello e di Oreste Lionello in una vecchia commedia di Plauto o meglio che di quella porta solo il titolo. Quegli stessi vacanzieri che non sanno spiegarsi, davanti alla documentazione affissa sul portone della chiesa, come mai nessuno interviene in maniera decisa a favore di quel capolavoro, che il signor Anacleto di Roma con autentico accento romanesco e con una ironia tutta trasteverina ci dice stupefatto che misura il doppio dell'appartamento in affitto che occupa assieme alla moglie ed il figlioletto.
Intanto Padre Luigi, Missionario Redentorista, Dottore in Teologia Morale, e che sul biglietto da visita ha fatto aggiungere "pittore" (in gioventù ha frequentato l'Accademia delle Belle Arti) sta conducendo una ricerca, molto difficile, sul pittore Giuseppe Grimaldi, di cui si conosce quasi nulla e che sulla tela si firma patriotticamente <<Joseph Grimaldi Tropiensis>>.


  
Il bozzetto dell'opera, rinvenuto nell'Archivio dei Redentoristi, autografato dal Grimaldi nel luglio 1731.

G. Grimaldi: San Gennaro<<Abbiamo trovato nell'Archivio dei Redentoristi il bozzetto del dipinto, firmato dallo stesso Grimaldi "Jos. Grimaldi Trop. Ping. MDCCXXXI". Il rinvenimento costituisce notevole importanza ai fini sia della datazione certa dell'opera sia della conferma che il pittore è tropeano. Il bozzetto poi si renderebbe determinante per una verifica scenografica del soggetto in sede di restauro>>.
<<Devo dire che qualche tropeano si è messo a disposizione della "causa". Il "Gazzettino di Tropea e dintorni" ha pubblicato sulla Rete un appello e il pittore Melo Tedesco si è inventato la splendida iniziativa, che al momento è in fase d'organizzazione, di destinare "pro tela" i proventi ricavati dalla vendita di una serie di litografie "Via Crucis Tropeana. E poi ci sono stati i sottoscrittori delle offerte come gli alunni della scuola media e semplici cittadini che hanno voluto così partecipare al recupero dell'opera>>.
De Majo: NativitąRiguardo il soggetto del dipinto, aggiunge: <<Grimaldi nel dipingere la Natività si è voluto ispirare sicuramente a quella di un sommo pittore campano del '700, Romeo De Majo di Marcianise, non disdegnando interesse a certi aspetti stilistici propri del maestro del De Majo: Francesco Solimena (Abate Ciccio) di Canale di Serino (AV), poco distante dal mio paese natale, Nocera dei Pagani, attuale Nocera Inferiore.>>.
Poi dice con un filo di voce della tela come stesse parlando di una creatura <<E' una corsa contro il tempo: la si può ancora salvare>>.
Del Grimaldi tuttavia, si possono incontrare dei brevissimi ma significativi passaggi biografici nel testo di Michele Paladini, Notizie Storiche sulla città di Tropea, Catania, 1930, dove a pag. 136 si legge << Fiorì sotto di lui (n.d.r.: il Vescovo di Tropea [1732-1749] Gennaro Guglielmini) D. Giuseppe Grimaldi intendente di poesia, di architettura, di scultura, sopra tutto pittore non ignobile>>. A pag. 179 a proposito della descrizione della Collectanea di F. Sergio, viene riportato che il manoscritto dell'opera si trovasse <<presso D. Tropea. Chiesa del Gesł. G. Grimaldi: S. Francesco Saverio che riceve il crocifisso pescato dal granchio.Giuseppe Grimaldi>> e inoltre si aggiunge che prima <<di entrare in materia un tal libro presenta....... due sonetti del R.do D. Giuseppe Grimaldi...>>. Infine a pag. 221: <<Il Grimaldi fu pittore da non disprezzarsi. Le sue opere si veggono nella Chiesa dei Gesuiti, oggi del Redentore, nella Cappella di S. Domenica, ed altrove. Morì di anni 57 e morì l'anno 1748. Egli lasciò scritto quanto nel loro sollevamento sepper fare i villani (n.d.r.: dei Villaggi o Casali che nel 1722 si sollevarono contro il governo di Tropea)>>.
Tropea. Duomo. Cappella di S. Domenica. G. Grimaldi: la TemperanzaAllora si può tranquillamente dedurre che Giuseppe Grimaldi nacque a Tropea nel 1691, morì nel 1748 e dipinse la Natività a quarant'anni.
Una nobile figura, quella del Grimaldi, di alto spessore culturale ed artistico che sicuramente gli permise di distinguersi nel suo tempo per le sue capacità letterarie nonchè per la ricca produzione di pregevoli dipinti, documenti d'arte che testimoniano al nostro tempo il gusto, la diligenza, la maestria, la genialità di un uomo evoluto del Settecento tropeano.
Altre sue opere - e sono molte - sono di casa a Tropea. I pennacchi (in tutto quattro) e le semilunette (in tutto otto) sotto la cupola della Cappella del SS. Sacramento (o S. Gennaro) nella Cattedrale che rappresentano scene della vita e del martirio di Santa Domenica, tropeana; nei pennacchi e nelle semilunette sotto la cupola della Chiesa dei Gesuiti sono effigiate rispettivamente le virtù e otto scene bibliche; un olio su tela raffigurante San Gennaro in gloria, che appare rivestito di paludamenti vescovili, eseguito tra il 1731 ed il 1750, il quale in origine arredava l'altare dedicato a S. Gennaro nella stessa Cappella del SS. Sacramento (attualmente al suo posto è collocato un quadro raffigurante S. Francesco di Paola) e ora attende, già restaurato, di essere esposto nei locali del Museo, i cui lavori sono in corso di opera.
Tropea. Chiesa di S. Caterina. G. Grimaldi: Matrimonio mistico di S. Caterina d'Alessandria.All'interno della Chiesa dei Gesuiti sono visibili altre quattro tele del pittore tropeano, ai lati dell'altare di S. Ignazio sulla parete ad angolo è raffigurato S. Ignazio che scrive gli esercizi spirituali sotto dettato della Madonna e la Morte di S. Ignazio; ai lati dell'altare di S. Francesco Saverio invece S. Francesco Saverio che riceve il crocifisso pescato dal granchio e la Morte di S. Francesco Saverio nell'isola di San Ciano.
Mentre alla stessa mano dell'artista vengono assegnati i dipinti che ornano gli altari della chiesa di San Francesco di Paola fuori le mura, dove, tra le finestre si trovano sei tele del tardo Grimaldi o forse del nipote Salvatore Grimaldi. Altre due tele, sempre del Grimaldi, sono nell'angusto spazio ai lati dell'arco di trionfo.
Anche la chiesa di S. Francesco d'Assisi in Largo Galluppi, tenuta dai padri conventuali, fu nel '700 arricchita da pregevoli tele del Grimaldi, tra le quali si distingue quella raffigurante il Beato Forte Gabrielli.
Ed ancora la prolifica opera del Maestro si continua ad incontrare, sempre a Tropea, all'interno dell'ottocentesca chiesetta di S. Giuseppe in Largo Mercato. Le tele, in tutto cinque, provengono dall'attigua chiesa di Santa Caterina, diroccata dal terremoto del 1783 e successivamente ristrutturata in modo da cedere parte dello spazio alla confraternita dei falegnami per costruirsi la propria chiesa dedicata a S. Giuseppe. E poi in due Comuni confinanti con quello di Tropea: la Madonna del Carmine fra i SS. Acendino e compagni, S. Carlo Borromeo nella chiesa parrocchiale di Gasponi (frazione di Drapia) e la Madonna del Rosario nella chiesa di S. Pietro in Ricadi.
 
 




  

Appello di Don Luigi
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