FOGLIE VERDI

Poesie (1961)

di Totò Scordo
 




 
 

Ricordi

Dolci ricordi, voi che ritornate
dalla notte del tempo a ricordare
amici libri professori date,
cose che il cuor non può dimenticare,

quanto vorrei che mi parlaste ancora
di un viso bello dagli occhioni neri
facendomi riviver per un'ora
l'ebbrezza dei suoi baci non sinceri.

Come vorrei tornar sul vecchio banco
dove incidemmo un cuore e il nome nostro,
e macchiavamo il fazzoletto bianco
con le mani già sporche nell'inchiostro.

Se potessi rivivere soltanto
un'ora sola di quel mio passato,
dagli occhi miei asciughereste il pianto:
le lacrime sincere che ho versato.

Dolci ricordi, voi mi riportate
tutta una vita dall'oblio profondo;
voi solamente, solo voi mi date
la speranza che regge questo mondo.

In voi ritrovo tutti i sogni miei
svaniti come nebbia al primo sole,
con voi risento dolci le parole
che sempre volentieri ascolterei.

Rivedo come in sogno il mio paese
messo a strapiombo sull'azzurro mare
là, sulla bella costa calabrese
che mi ricorda tante cose care:

le lunghe gite in barca con gli amici,
quando non volevamo andare a scuola,
le corse di quei tempi miei felici.
Il tempo come passa, come vola!

Penso alle tristi sere dell'inverno
quando non sapevamo cosa fare,
le lettere su carta di quaderno:
questo modo assai semplice d'amare.

Le versioni di greco sottomano
io ti passavo, amica, e a volte un tema;
tu risolvevi sempre il mio prolema
e sorridevi col tuo modo strano.

Romeo di Villanova e il suo cammino
per la via dell'esilio c'incantava,
e la professoressa di latino
che ci voleva bene; tanto brava!

Lei mi capiva come mamma mia,
Le confidavo tutte le mie pene,
anche l'acerba, ingenua gelosia
per la ragazza cui volevo bene;

fin quando un triste giorno (era di maggio)
non vidi più quel sorridente viso;
era partita per un lungo viaggio:
il viaggio che ci porta in paradiso.

Era triste la cattedra quel giorno
e l'attendeva come tutti noi;
attendevamo tutti il Suo ritorno.
Cari ricordi, lo sapete voi.

Voi che scrivete come in un diario
giorni di festa e di malinconia,
che seguite l'andare solitario
sulla deserta ed assolata via.

Dolci ricordi, datemi soltanto
un pò del mio passato, un'ora sola,
perchè possa rivivere l'incanto
della Sua voce, della Sua parola.

Ma voi correte rapidi col vento
e non vi ferma il sole dell'aurora;
ma forse un giorno tornerete ancora
e parlerete con sincero accento,

come sempre; la gioia mi darete,
la stessa gioia che mi avete dato
quando mi parlavate di un passato
pieno di cose tristi e cose liete.

Ed io verrò con voi, su rive amene,
rifacendo il romantico cammino
con la professoressa di latino
che m'ha voluto sempre tanto bene.

E tutto tornerà com'era allora,
al tempo bello che non torna più:
col viso sorridente la signora
morta nel fiore della gioventù.
9-9-1961
 

A Tropea

Mi sembri ancor più bella questa sera
col cielo azzurro a con l'azzurro mare
che si frange laggiù, sulla scogliera.
Si vedono lontano due lampare;
là, sulla sabbia, danzano le onde
e con la riva ognuna si confonde.

L'aria non turba un alito di vento
mentre s'ode lontano una canzone
che sembra al cuore un flebile concerto
capace di fugar la delusione.
Tutto d'intorno a te stasera tace:
solo il mio cuore, ahimè, non trova pace.

Bella, tu dormi in una conca verde
cullata dall'azzurro del Tirreno
che lontano, lontano assai si perde
e si confode con il ciel sereno.
Cantano gli usignoli e la collina
ti fa corona come a una regina.

Chi può scordar, Tropea, le tue ragazze,
i tuoi viali con gli innamorati,
le zagare, i giardini, le tue piazze
e tutti questi fiori profumati?
Dovunque andrò io non potrò scordare
le tue verdi colline ed il tuo mare.

Sempre ti porterò nel cuore mio
e ti custodirò come un tesoro
anche se un giorno dovrò dirti: addio!

come a una fata dai capelli d'oro.
Ora ti lascio...dormi in questa pace;
non senti? l'usignolo pure tace.

Dormi mia cara, splendida Tropea,
e quando aprirai gli ochhi in su l'aurora
apparirai più bella di una dea
e accanto a te mi troverai tu ancora.
Il cuore mio non può lasciarti più
perchè la vita, mia Tropea, sei tu.
1958

Questo amore

Anche le stelle cadono
come muore
il fiore
dalla vita effimera,
come la rosa
che ride a primavera,
come ogni cosa;
ma finirà l'amore?
questo amore?
Bello come un giorno di festa,
triste come l'autunno,
dolce come la speranza,
cupo come un giorno di tempesta,
grande quanto il mare,
terribile come il cielo
quando il cielo è terribile,
limpido come l'acqua di pura sorgente,
torbido come un fiume
che tutto trascina,
lieve come la brezza
che accarezza
i tuoi capelli,
turbinoso come la sabbia
rossa del deserto,
libero come il volo delle rondini,
nascosto come gemma preziosa,
nero come sono neri
 i pensieri,
inebriante come una bottiglia di gin,
pungente come spina di rovo,
capriccioso come il vento.
Quest'amore
che dà la vita
e fa morire;
che fa piangere
e tormenta,
quest'amore
fatto di sguardi
maliardi,
di vezzi bugiardi,
selvaggio come fiori di prato,
verde come i nostri anni,
pieno d'inganni;
quest'amore
che ha conosciuto i raggi dell'aurora
e il nero delle tenebre,
i sorrisi beffardi
e la tristezza dei ricordi,
quest'amore
tutto lacrime
e gioia di vivere,
suadente come la musica
di cento violini,
come un concerto di voci angeliche,
quest'amore
tutto lacrime
e gioia di vivere,
suadente come la musica
di cento violini,
come un concerto di voci angeliche,
quest'amore
sogno impossibile
vissuto nel sogno,
e fragile
come unna spilla di luce:
quest'amore
è il nostro amore.
10-9-1960

Amo l'autunno

Amo l'autunno
per le sue foglie gialle sull'asfalto
nel vortice del vento,
amo i tramonti pallidi sul mare
d'un bianco argento.

amo la primavera,
la gioia di una sera
che dà malinconia,
amo la sinfonia
di mille uccelli,

i fiori che i cancelli
proibiscono alla mano,
amo il profumo arcano
di vellutate rose,
l'immenso cielo azzurro,

le stelle misteriose,
il tinnulo sussurro
della tua voce amica.
Trovo la gioia antica
di un'estasi divina,

di un'ora che ho vissuto
su prati di velluto;
cerco tra i rami spogli
di un albero caduto
parole di preghiera

che sanno di rimpianto;
e nella triste, silenziosa via
sento la melodia
di un accorato pianto.
Nel vicolo deserto
singhiozza una fontana,
e nel suo pianto mi ricorda ancora
la scena di un addio.
Povero amore mio,
l'ultima foglia, come una speranza,

è già caduta in vorticosa danza;
ma quando tornerà la primavera,
tu sola non verrai
come le rose ad allietar l'aprile.
Fiore gentile,

il tuo profumo l'ha portato il vento;
la tua bellezza, il sogno di un momento
col sole dell'aurora
non torneranno ancora.
Povero amore mio,

solo il fruscio
di mille foglie gialle,
di un volo di farfalle,
mi sanno riportare la tua voce;
le rondini soltanto

ascolteranno il pianto
del povero mio cuore
che se ne muore,
e allo spuntar del sole

dirò le mie parole
alla malinconia,
e saranno il mio canto:
l'ultimo canto prima di morire.
1961

Vergine bella

Vergine bella, sul tuo bianco seno
vorrei dormire il sonno della vita,
annegar nel sorriso più sereno
della tua bocca che all'amor m'invita.

Quando il cielo di stelle è tutto pieno
ritorna nel mio corpo un'infinita
voglia d'averti, sul sentiero ameno
che mi ricorda un'estasi fuggita.

Vergine bella, quando viene il giorno
ai platani racconto il mio dolore
sapendo che mai più farai ritorno.

E sento allor come una stretta al cuore
mentre tace natura tutt'intorno
e tu non parli più del grande amore.
1961

Capinera

Sei chiusa in gabbia, bella capinera,
e il nido più non hai su quell'abete
dove cantavi sempre, fino a sera,
insieme alle compagne tanto liete.

Or d'una gabbia tu sei prigioniera,
non godi più dei boschi l'alma quiete
e libera non voli a primavera
ed il tuo canto più non si ripete.

I boschi e le colline sono in festa,
il ruscelletto scende verso il mare...
...ma tu non canti più nelle foresta.

Non sento più la dolce melodia,
ma sento solo le tue note amare:
le amare note della prigionia.
1958

Amore

Io t'amo come l'aria, i monti, i prati,
come l'acqua d'estate nell'arsura,
come il mar con gli abissi sconfinati,
come i fiori laggiù, nella pianura.

Come il sole che splende e i rai dorati
che portan luce a questa terra oscura,
io t'amo per quegli occhi innamorati
dove sorride tutta la natura;

per quei capelli biondi come l'oro,
per gli sguardi che fanno impallidire,
per quella bocca bella ch'è un tesoro.

Come bellezza vergine d'un fiore
che a breve tempo pur dovrà morire
io t'amo ed ardo, sì, ma sol d'amore.
1957
 

Nonna illusione

Quanti fiori, quante cose,
che bellezza c'è d'intorno!
Muore lento, triste il giorno
tra il profumo delle rose.

Su, nel cielo, tante stelle
stanno come per guardare
le scogliere così belle
che carezza lieve il mare;

e si perde su per l'aria,
come nenia, una canzone;
per la strada solitaria
sola va nonna illusione.

Poi sparisce tra le rose
ed i nostri sogni culla,
promettendo tante cose;
ci darà...poi...forse, nulla.
1957


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 

 

Saffica

Come in un quadro bello del Seicento
dove son dame con i volti bei,
ed i capelli neri sparsi al vento
tale tu sei.

In te risplende tutta la bellezza
che a primavera adorna tutti i fiori;
sorride in te l'eterna giovinezza
di tutti i cuori.

Dinanzi agli occhi tuoi scompare il sole,
il vento per timore non ti tocca
e sgorgan così dolci le parole
dalla tua bocca.

Dolce è il sorriso delle guance tenere
e a quel sorriso tutto fremo ed ardo
perchè ricorda a me la bella Venere
quel dolce sguardo.

Tutto ti darò quello vuoi
quando in eterno ci unirà l'amore;
proveranno le labbra i baci tuoi
e il tuo calore.

Sì, passeranno gli attimi fugaci,
ma godremo l'ebbrezza dell'amore:
la dolce ebbrezza che san dare i baci
ed il tuo cuore.

I nostri giorni, su, godiamo allora,
la nostra storia, no, non è finita;
per tutti i giorni che vivremo ancora
sarai la vita
1957

L'ultima sera

Era l'ultima sera,
di un caldo giugno di un'età passata,
e non lo sapevamo.
Sentivamo soltanto i grandi platani
sussurrare le note

di una canzone amata.
Parlavamo di un dolce domani
senza sapere
che non c'era domani.
Sempre, più, mai:

parole da dirsi in ginocchio,
e noi, bugiardi,
avevamo il coraggio di giurare.
Son passato così nella tua vita
senza dimenticare

la dolcezza di un'anima
che sapeva comprendere,
anche se per un attimo
ci dicemmo parole terribili.
Volemmo:

volemmo distruggere un sogno
fatto di chimere;
cercammo invano,
dove non c'era, la felicità.
Caddero ad una ad una

le foglie gialle delle mie speranze,
e tu volasti rapida
com'eri venuta,
ma sempre bella
come ti avevo visto

la prima volta
col vestitino blu di collegiale.
Ora soltanto i platani sanno,
e ricordano,
e raccontano

ma gli altri non sanno,
non possono capire
quel triste concerto
di note fruscianti.
Era l'ultima sera...

e non lo sapevamo.
Era l'ultimo incontro
e poi....
Ricordo solo che non ti vidi più.

1960
 

Maggio

E' maggio e tra l'odor dei bianchi gigli,
bella bambina, tutti i dì t'aspetto
e ancor ricordo quando sotto i tigli
forte ti stringevi sul mio petto.

Quando tremante, forse di paura,
cercavi sul mio cuore un pò di pace
e mi baciavi nella notte oscura
con quella bocca tua che fu mendace.

Promesse fur le tue, volate al vento,
perchè da me te ne fuggisti via
ed ora solo, sotto il firmamento,
ho il cuore pieno di malinconia.
1954

Voce d'autunno

Torna l'autunno, cade ogni foglia,
triste il viale, lento si spoglia.

Protende al cielo l'albero pio
le braccia nude, pregando Iddio.

E qui, nel buio, vagando solo,
la voce ascolto d'un usignolo,

mentre le foglie narrano al cuore
un'incantevole storia d'amore.

Triste è la notte, solo le stelle
sembrano al cuore sempre più belle.

Forse fra poco, forse domani
t'avrò sul petto, tra le mie mani;

e intanto ascolto, mentre non solo,
la voce tinnula di un usignolo.

Il vento turbina, tutte raccoglie,
come un diario, le secche foglie:

pagine dolci, narranti al cuore
un'incantevole storia d'amore.
1959

Datemi un fiore

Datemi un fiore, un fiore solamente
per ornare i capelli di una donna
dal dolce sguardo tenero e innocente.

Un fiore basta per la sua bellezza,
per adornar quel viso di Madonna
dove sorride eterna giovinezza.

Non vi chiedo di più per il mio amore:
datemi un fiore, solamente un fiore.
1955

A te

Ti vidi nella strada quella sera
e fino al tuo porton ti accompagnai;
tu mi giurasti d'essere sincera
ed io d'amarti sempre ti giurai.

Ricordo ancora il viso tuo di cera
che prima di lasciarti accarezzai;
poi tu sparisti nella notte nera
e da quel giorno non ti vidi mai.

Ma porto sempre in fondo al cuore mio
lo sguardo di quegli occhi belli
e la tua voce che mi disse:<<Addio!>>.

Ed ogni giorno, allo spuntar del sole,
rivedo come in sogno i tuoi capelli
e parmi risentir le tue parole.
1957

Spera

Bella bimba, che ogni sera
vai passando nel viale,
forse il viso tuo di cera
si ricorda l'ospedale,

dove pallido, ogni notte,
si posava sul guanciale
e i pensieri, tutti in frotte,
con un canto di Natale

che giungeva da lontano,
s'affollavano alla mente
e dicevano pian piano
che la vita non è niente.

Tu lo sai che c'è l'amore,
tu lo sai che c'è la vita;
non contare sulle dita
le amarezze del tuo cuore.

Non attendere il ritorno
di chi forse t'ha scordato;
verrà certo un lieto giorno
per il cuore innamorato.

Per te cantan gli usignoli,
chè il Signore a tutti quanti
sa donar, fra molti pianti,
quella gioia che consoli.

Guarda in cielo e sempre spera
per la tua felicità;
la tua fervida preghiera
il Signore ascolterà.

Nel tuo cuore rinfrancato
tornerà la pia speranza:
la dolcissima fraganza
sentirai dei fior di prato,

ed ancor nella tua stanza
salirà dalla marina,
lieve, ai passi di una danza,
una musica divina:

e alla voce universale
della cara, pia natura,
scorderai la stanza oscura
del terribile ospedale.
1957
 

Vecchio giardino

Eri bello una volta, mio giardino,
da mille e mille fiori profumato,
tra i quali più spiccava il gelsomino...
...ed ora, invece, tu sei rovinato.

Pure il vento, passando, ora si tace
e più non canta lieta la fontana:
dove c'era allegria ora v'è pace,
dove c'erano i fior, la maggiorana.

Degli alberi c'è solamente il fusto,
dei tuoi cancelli ruggine soltanto,
e a terra, in mezzo al fango, un vecchio busto
in questa pace tua di camposanto.

Ma tu ricordi, tu ricordi quando
leggero il vento andava tra i tuoi rami
e l'usignol, la voce modulando,
mandava verso il cielo i suoi richiami.

Dove sono quei fiori tanto belli,
e gli ochhi azzurri di colei che amai?
Lo sanno solamente i tuoi cancelli
quante frasi d'amor le sussurrai.

E gli alberi, le rose, le tue fronde
l'hanno vista raggiante di bellezza
quando ho baciato le sue trecce bionde,
in un momento di sublime ebbrezza.

.......................................

Seduta or più non c'è la studentessa
con il suo vecchio libro di latino.
Addio per sempre, bella principessa!
Addio per sempre, vecchio mio giardino!
1957

Primavera

Il mar s'infrange, col suo mormorio
monotono e gradito, sulle sponde,
mentre cinguetta un passero su un rio
o tra le fronde.

I prati son fioriti: è primavera!
Tutta sorride intorno la natura
e girano i rondoni fino a sera
nell'aria pura.

Si posano sugli alberi gli uccelli
o sopra i tetti delle nostre chiese
e cantano d'amor gl'inni più belli
al mio paese.

Intreccian voli tutti in compagnia
e volano dal colle fino al mare:
stupendo quadro pieno d'allegria,
che fa incantare.
1956

Non era amore

Ci vedremo stasera, amore mio,
e sarà forse l'ultimo saluto;
t'ho amata anch'io
ma dell'amore mio non fui creduto,
perchè qualcosa ti struggeva il core:
non era amore.

Ed ogni volta che passava il vento
sentivo lene più d'una parola,
tutto tormento,
che mi diceva: <<E tu mi lasci sola?>>.
E sul letto piangevo di dolore:
non era amore.

E quando il sole nei tramonti estivi
infocava la terra a poco a poco
tu m'apparivi
raggiante di splendor come in un foco,
ed io pensavo a te nel tuo dolore:
non era amore.
1958

Forse

Io morirò
come una rosa in boccio
che ha visto appena lo spuntar del sole,
come una farfalla che ha bevuto
dai dolci calici
dei fiori teneri
l'ebbrezza dell'amore.
E quando gli occhi miei più non vedranno
la primavera piena di colori
e più non sentirò l'alato canto
dell'usignolo,
quando il mio corpo più non avrà vita,
quando si spegnerà l'ultimo canto
del bianco cigno,
cosa sarà di te, dolce fanciulla,
vissuta sempre accanto al tuo poeta
che ti sapeva dire
quelle dolci parole appassionate?
Nella tua mente, forse, non avrai
quei versi che sapevano cantare
la tua bellezza vergine
e le tue labbra rosse di velluto.
Che cosa mai ti potrà dire il cuore
quando sulla mia tomba porterai
due rose bianche?
Che cosa penserai del tuo passato,
del mio passato?
E quando nelle danze volerai,
cosa dirà la musica al tuo cuore?
Del nostro amore non resterà più nulla,
forse...
O, forse, aspetterai quella Signora
che, alata come il vento,
oltre la vita ci darà la vita.
Forse...sì...forse.
1959

Tramonto

Il vento che passa le case accarezza
e muove le foglie dei gelsi e dei tigli;
leggero leggero sì come la brezza
e porta un odore di rose e di gigli.

Soave un profumo di zagare è intorno
e il sole tramonta nel mare d'azzurro:
c'è pace nei campi e al cadere del giorno
la voce del vento è il più dolce sussurro.
1956


 
TOTO' SCORDO, IL POETA TRISTE 
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