. . . perchè Tropea è Tropea . . .

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Il Tropea Film Festival supera la prova e chiude con una punta di polemica



Il banner della manifestazione sulla facciata dell'Antico Sedile

(S. Libertino) Dal 21 al 25 agosto si è svolta al Teatro del Porto la prima Mostra tropeana dedicata al corto, al documentario e al lungometraggio.

I riconoscimenti assegnati

Premio della Critica a 'Compito in classe' di Daniele Cascella
Premio del Pubblico a 'Animanera' di Raffaele Verzillo
Migliore Sceneggiatura a Fabrizio de Luca di 'Animanera' diretto da Raffaele Verzillo
Migliore Colonna Sonora Originale a Felice Zaccone di 'Deadline' diretto da Massimo Coglitore
Migliore Attore a Antonio Friello interprete di 'Animanera' diretto da Raffaele Verzillo
Migliore Regia a 'Animanera' diretto da Raffaele Verzillo
Migliore Corto a 'Fuocarrubat' di Giuseppe Marco Albano e Vincenzo Forcillo
Migliore Documentario a 'Lavoratori' di Tommaso Cotronei
Migliore Lungometraggio a 'Animanera' diretto da Raffaele Verzillo

A latere del concorso, sono stati assegnati tre premi alla carriera per Ninetto Davoli, Mimmo Calopresti e Giuseppe Zeno.
Vari eventi collaterali si sono avvicendati: nei locali della Biblioteca Comunale, una mostra dello scenografo calabrese Giulio Pettinato, un omaggio al pianista Roberto Giordano e una conferenza dibattito su 'Realtà e futuro del cinema italiano'; a Spilinga, una degustazione di prodotti tipici calabresi per tutti i partecipanti del Tropea Film Festival a cura della locale Amministrazione Comunale; a Rombiolo Dopofestival con proiezione di alcuni film vincitori.
Ospiti del Film Festival sono stati Domenico Fortunato, Motel, Gerardo Sacco e Santo Versace.
Hanno presentato Jeff Bifano, Claudia G. Moretti e Vanessa Gravina.
Una iniziativa, quella del 'Tropea Film Festival - Premio Raf Vallone', promossa dall'Associazione Culturale Tropeana, presieduta da Bruno Cimino, tutto sommato più che positiva sia nella ideazione, che nel progetto e quindi nella realizzazione, soprattutto per la quantità dei 214 films concorrenti, il valore e i contenuti degli stessi. Qualche nota di osservazione però concedetemela.
Peccato che gli organizzatori e quindi gli inviati speciali della carta stampata non abbiano dato adeguato spazio, a volte negando persino la citazione, ai titolari del Premio che avrebbero dovuto essere i protagonisti assoluti della manifestazione. Sono stati sottaciuti i nomi del musicista Felice Zaccone, vincitore per la migliore Colonna Sonora Originale e di Fabrizio de Luca, vincitore per la migliore Sceneggiatura. Inoltre, nel corso del Festival non si sono rese note le schede complete dei films e nessuna intervista, monografia, biografia per conoscere più da vicino i vincitori.
E ancora, bocche inspiegabilmente cucite da parte della Direzione e anche della nutrita schiera dei giornalisti che hanno seguito la manifestazione sulla diserzione/allontanamento del Direttore Artistico Saverio Vallone figlio di Raf Vallone cui era intitolato il Festival. Bocche inspiegabilmente cucite sia mesi prima dell'inizio del Festival durante le numerose conferenze stampa quando l'assenza di Saverio Vallone continuava a ripetersi ed era divenuta ormai di dominio pubblico sia durante l'inaugurazione della manifestazione quando Saverio Vallone ha presenziato da spettatore in compagnia di moglie, figli e madre, sia qualche giorno dopo quando Saverio Vallone ha dichiarato a 'Calabria Ora' (Bravo il giornalista Francesco Barritta a portare a casa lo scoop) di non essere stato contattato per la visione dei films, per la formazione della giuria e per espletare le regolari competenze del ruolo di Direttore Artistico, incarico ancora visibile tra le pagine del sito ufficiale del Film Festival dove si può notare anche la sua firma in calce al relativo regolamento. Durante tutto questo tempo ci aspettavamo che la Direzione del Festival rendesse noti i motiivi del 'divorzio', a tuttoggi mai chiariti, e spiegare il giallo delle competenze di Saverio Vallone ancora visibili sull'organo ufficiale del Film Festival.
L'ultimo appunto è la mancanza nella programmazione di un tributo importante a Raf Vallone, cui era intitolato il Film Festival: mostra retrospettiva, intitolazione di una strada o dell'affaccio del Corso principale, convegno..... Come è avvenuto, dopo la sua scomparsa, a Torino, a Venezia, a Roma, a Sperlonga, a Parghelia, a Limbadi.
(set 2007)

“Il Feudo di Briatico dal IX secolo al 1806”. In uscita il nuovo libro di Padre Maffeo Pretto
Padre Maffeo Pretto(F. Vallone) Padre Maffeo Pretto dopo essersi interessato per anni di religiosità e pietà popolare, di fenomeni migratori, di lavoro e imprenditoria nella società meridionale, di rapporti sociali amicali, quasi a sorpresa, esce con questo saggio storico sul paese che lo ospita ormai da decenni.
Il volume, dal titolo “Il Feudo di Briatico dal IX secolo al 1806” è un vero e proprio scavo nella memoria più interessante del paese di Briatico inquadrato in un contesto più ampio, nell’ambito del comprensorio vibonese. Ma come nasce questo interesse così profondo per questi luoghi in padre Pretto? Siamo alla fine degli anni settanta, Padre Maffeo, prete missionario scalabriniano veneto, con vari gruppi di ragazzi e giovani del comprensorio di Briatico e Favelloni di Cessaniti, impara a conoscere questo lembo di Calabria, analizza e studia profondamente il territorio del vibonese, viene accompagnato tra contrade, ruderi, campagne e siti archeologici appena graffiati. Sono terreni raschiati superficialmente dalle zappe e dagli aratri dei contadini che vedono uscire fuori incomprensibili segni d’altre vite passate. “Straci” li chiamano loro, sono cocci, pietre apparentemente insignificanti, pezzi di ceramica, monete piccolissime di bronzo, vasetti, ma anche ossa umane, alcune volte teschi e scheletri interi. Loro, i contadini, superstiziosi e timorosi, pensano a vecchi cimiteri, ad antichi saraceni, a soldati e cavalieri uccisi in modo cruento, ma anche ad antichi tesori nascosti e vincolati da fantasmi e rossi folletti. Padre Maffeo nel suo girovagare con i suoi ragazzi rispetta sempre quanto incontrato per le strade del suo percorso e per questo diventa un vero e proprio punto di riferimento del sapere popolare, del racconto orale, grande estimatore delle potenzialità che ognuno possiede. Questo suo spontaneo modo di fare crea un filo rosso tra lui e la gente che incontra.
Padre Maffeo chiede con curiosità e la gente pian piano si apre, risponde e apre a padre Maffeo le porte di casa, mostrando le immagini, anche quelle più personali, della propria famiglia, le lettere di emigrati lontani, gli scarabattoli con le icone della propria devozione, i santini della religiosità utilizzati a protezione personale, le foto dei parenti riposte nelle vetrine, al riparo dalla polvere, tra bomboniere e bicchierini da rosolio o quelle più vecchie e ingiallite conservate nei bauli o nei cassetti. Un vero e proprio gran tour, una ricerca direttamente sul campo della vita, del quotidiano. Da qui partono ricerche particolari, mai superficiali, sempre ricche di sorprese e scoperte inedite. Padre Maffeo, in compagnia dei suoi ragazzi, prende contatti con la gente, in particolare con quella più umile e spontanea, contadini, pastori e pescatori, impara e si appropria dei termini dei loro dialetti più stretti e arcaici, dialoga continuamente, comunica con loro e con i loro ricordi, apprende tradizioni, usanze, costumi, segreti. Nomi, luoghi, cose, memorie si configurano sempre di più in una vera storia del territorio. Padre Maffeo Pretto da prete missionario veneto diventa un originale calabroveneto. Pretto continua poi il lavoro di ricerca nella ricca biblioteca del Centro Studi Scalabrini da lui stesso fondata e costituita, cerca elementi di confronto bibliografico, analizza testi antichi, manoscritti, testimonianze da fonti documentali in archivi e altre biblioteche.
Un vero e proprio scavo non invasivo ma conoscitivo nella memoria di Briatico, delle sue frazioni e di tutto il comprensorio. La prima fase della ricerca, già nei primi anni ottanta, nel 1983 si concretizza con “Briatico - Memoria di un paese della Calabria a duecento anni dal terremoto del 1783”, una grande mostra di documenti, reperti, materiali e immagini, che viene allestita, con la preziosa collaborazione dello storico locale Domenico La Torre, presso la sala convegni dell’Anap Ciso di Briatico. In questa mostra tutto un patrimonio culturale esce fuori prorompente da archivi privati di nobili e da cassetti impolverati di gente comune. Foto d’epoca, pergamene, lettere autografe di personaggi storici importanti, un cannone, pietre dell’aria, manoscritti di archivi ecclesiastici, frammenti di reperti archeologici di tutte le epoche, di embrici, cocci di vasi e anfore, ossidiane lipariche e selci raccolte e recuperate sul campo dai soci della locale sede dell’Archeoclub d’Italia.
La mostra ha un successo enorme, permette, a briaticesi e non, di guardarsi dietro, nel tempo, e dentro la propria identità. La gente di Briatico percepisce che possiede una propria storia che va oltre il loro immaginario collettivo che arriva ad una indefinita epoca dei saraceni. La collaborazione con i giovani continua, le ricerche su libri e antichi documenti d’archivio sono sempre più approfondite, si configura una storia, una cronologia che parte dalla preistoria, dal paleolitico e dal neolitico, per passare al periodo greco e romano e medievale.
Il territorio di Briatico mostra la sua stratigrafia che nasconde, in ogni sua parte, i tesori della propria memoria.
A Padre Maffeo arrivano segnalazioni da molte campagne del circondario, s’identificano e si schedano chiesette rurali, mura di conventi e monasteri, angusti anfratti ipogei, tasselli policromi di mosaico romano, necropoli e mille altre tracce archeologiche di tutte le epoche storiche. Briatico con il suo antico sito di Briatico Vecchio, con la torre d’avvistamento a difesa della costa, con lo scoglio d’Ulisse, peschiera della Galera a Sant’Irene e con il Mulino della Rocchetta alla marina ha una memoria del territorio ben più antica che scende nella storia più profonda.
Questo primo volume traccia un approfondito percorso di quasi mille anni, un escursus storico che parte dai primi documenti ritrovati del IX secolo, scritti in greco, che citano la città di Briatico, fino alla fine della società feudale nel 1806.
Dopo aver letto questo volume sarà utile fare un giro del territorio circostante, in particolare attorno a Briatico Vecchia, salendo per la strada che conduce a San Cono per poi scendere a Potenzoni, San Costantino, San Leo e, come in una sorta di sindrome di Stendhal, si riusciranno a vedere altre cose, “si animeranno vicende profonde della realtà psichica e si riattiverà la vitalità della sfera simbolica personale. E il viaggio diventa pure, nella sue soste tanto attese nella città antica sognata, un'occasione di conoscenza di sé”. Si vivranno e si vedranno le antiche descrizioni della città con il castello, i conventi, le strade di selciato e le tante povere case affumicate, e la vita nella diruta Briatico Vecchia riprenderà a scorrere grazie al recupero della memoria di queste mille pagine, di questi mille anni.
(set 2007)

Raccoglitrici d’olive di Calabria… su strada



Raccoglitrice d'olive sul luogo dell'incidente

(F. Vallone) E pensare che il grande regista e documentarista Luigi Di Gianni ha pure fatto un film su questo tema. Un bellissimo e prezioso documento filmico sulle raccoglitrici d’olive calabresi, personaggi mitici di una Calabria forse d’altri tempi, simbolo forte e alquanto stereotipato della fatica e del lavoro nella nostra regione. Certo è ancora facile trovare molte di queste donne chine sulla terra, come in preghiera, nella devozionale infinita raccolta del prezioso frutto, sotto i secolari ulivi della piana di Gioia Tauro, tra contorte radici che certe volte sembrano quasi volerle abbracciare. Trovare invece una raccoglitrice proprio dietro una curva di una strada del vibonese intenta a raccogliere olive sul manto stradale, al centro della carreggiata, è cosa assai ben più difficile. E, cosa ancora ben più rara, se si pensa che le olive sulla strada erano in salamoia, già “aggiustate”, pronte da mangiare. Ma sveliamo il mistero ai lettori: L’altro pomeriggio, durante il trasporto di quintali di queste olive in fusti da cento chili, sulla strada Porto Salvo – Vibo Valentia, il furgoncino guidato da una signora della zona ha perso uno dei grossi fusti del gustoso carico. Il fusto, caduto rovinosamente sull’asfalto, si è spaccato, cospargendo di olive e salamoia tutta la strada per decine di metri.. Alla signora non è rimasto altro da fare che recuperare il carico, oliva per oliva. Proprio come facevano le antiche raccoglitrici d’olive di Calabria.
(set 2007)

Alla ricerca dello Zibibbo perduto



Il classico grappollo di uva zibibbo

(F. Vallone) C’era una volta, lungo l’odierna Costa degli Dei, nelle campagne tra Pizzo Calabro, Tropea e Nicotera, un tesoro, una prelibatezza della natura che cresceva, e cresce ancora, tra pergolati e spalliere di canne legate. Si sa, lo zibibbo è una delle qualità d’uva tra le più buone del mondo ma oltre ad essere il nome del vitigno è anche il vino dolce liquoroso che se n’ottiene e che viene anche denominato moscatello di Alessandria.
La parola zibibbo, secondo alcuni studiosi, deriva dalla parola araba zabib che vuol dire "uvetta" o "uva passita", per altri il nome deriverebbe da Cap Zibib una località della Tunisia. L'uva zibibbo, originaria dell’Egitto, è stata introdotta nel meridione d’Italia, ed in particolare a Pantelleria, per opera dei Fenici Dall'uva zibibbo si ricava un vino di colore giallo paglierino carico con riflessi dorati, dolce e con elevato grado alcolico, dal caratteristico profumo floreale e di mandorle. La vita media della pianta raggiunge circa i cinquant'anni. Nel vibonese per ottenere lo zibibbo passito si adagiano i grappoli d’uva sopra le “cannizze” esposte al sole per far “appassolare” naturalmente l’uva. Ma, sempre a proposito di zibibbo, c’è da dire che, in provincia di Vibo Valentia, oggi è sempre più difficile assaggiare un buon bicchiere di vino zibibbo, che si possa chiamare tale e allo stesso modo trovare un grappolo d’uva zibibbo locale, dorato, di qualità che possa pregiarsi di questa preziosa denominazione. Siamo andati per amene contrade e assolate campagne, come si dice in questi casi, alla ricerca dello zibibbo perduto e lo abbiamo fatto in compagnia di alcuni simpatici ospiti tedeschi che si trovano nella nostra zona e che avevano sentito parlare di questo prodotto anche in Germania.
Prima tappa del nostro inebriante viaggio a Porto Salvo di Vibo Valentia. Chiosco stabile stracolmo di frutta, bombole di gas, verdure e prodotti tipici, posizionato al bivio di Trainati, sulla strada statale 522 per Tropea. La cassetta contenente lo zibibbo, a 3.50 euro il chilo, non offre alla vista uno spettacolo decente. L’uva proposta è vecchia, appassita, con molti chicchi marci. Optiamo per una bottiglia di vino zibibbo, un litro ci viene proposto a 5,00 euro. La bottiglia è di vetro verde scuro, non permette di osservare il colore del vino, il tappo è metallico a corona, il contenuto è tutta una sorpresa. Allo stappare della bottiglia, del sapore inconfondibile dello zibibbo nemmeno l’ombra. Sembra, ci dicono i nostri ospiti, un mix di acqua colorata e zucchero. Ci spostiamo, sempre con il gruppo di tedeschi, a Tropea. Sul corso principale della Perla del Tirreno un frequentato e rinomato locale propone sulla sua carta dei drink, a 3.50 € al bicchiere, anche il famoso zibibbo. Quello che ci viene servito fresco è molto scuro, il profumo è intenso da vino invecchiato. Lo assaggiamo, scopriamo sin da subito che anche questo non è zibibbo. Assomiglia lontanamente ad un anonimo, quanto improbabile, passito di Pantelleria, troppo dolce, ammarsalato. Con i nostri tedeschi, sempre più delusi, continuiamo l’inedita caccia al tesoro.
Il giorno dopo ci rechiamo a Pizzo Calabro. Sulla strada che porta al bivio Angitola, lungo il costone perennemente soleggiato a ridosso dell’autostrada, alcuni vigneti di zibibbo pizzitano e, sulla strada, molte indicazioni con scritte artigianali: “si vende zibibbo”, “Qui Zibibbo di Pizzo”, “Si vende uva zibibbo e vino”. Scegliamo un venditore che conosciamo da anni. Espone in bellavista, sotto l’ombrellone posto davanti al cancello, oltre al cartello, un grappolo della dorata uva, il richiamo più naturale. Compriamo uva e vino. Ambedue prodotti non deludono, ottimo il vino, ottima l’uva. Comunque lo zibibbo di Pizzo, seppur buono, per sapore si discosta un poco dall’antico zibibbo originale che cresceva nel vibonese.
Andando per zibibbo abbiamo tentato anche di recuperare la memoria di queste vecchie colture attraverso un viaggio tra le campagne del circondario. Questi gli interessanti risultati della ricerca sul campo, una serie di luoghi, aree molto ristrette dove si può ancora trovare dell’ottimo zibibbo: Briatico - località Stazione, San Costantino di Briatico - località Lapa e scesa per Sant’Irene e Potame, Potenzoni di Briatico, Zambrone - località Madama, San Giovanni di Zambrone - località Cimitero, e poi Parghelia, Coccorino di Joppolo, Pannaconi di Cessaniti, Sant’Onofrio, Nicotera, Joppolo… la ricerca dello zibibbo perduto, la caccia al tesoro continua.
(set 2007)

Presentato a Molfetta il telefilm "Gente di Mare 2"





(MolfettaNews) La mattina del 13 settembre, presso l'Istituto Professionale di Stato per l'Industria, l'Artigianato e le Attivita' Marinare I.P.S.I.A.M. "AMERIGO VESPUCCI" di Molfetta, è stato presentata in anteprima, la serie televisiva "Gente di Mare - 2", in onda, su RAI 1, da lunedì 17 settembre 2007.
La seconda serie del telefilm che, nel primo anno, ha riscosso un notevole successo fra il pubblico (con punte del 40% di share), sarà composta da 26 episodi diretti dalla regia di Giorgio Serafini.
La fiction mette in scena l'Ufficio Locale Marittimo di Tropea (nella fiction, un ufficio Circondariale) e la scenografia, è stata allestina, come nella precedente versione, nel territorio di Tropea e Scilla mentre, numerose scene, sono state anche nel territorio di Pizzo Calabro.
L'incontro con gli studenti, è stato aperto con una presentazione del Comandante della Capitaneria di Porto di Molfetta, Capitano di Fregata (CP) Antonio CUOCCI (in carica dal 16 luglio) ed è proseguito con la proiezione di parte della prima puntata della fiction.
Nell'occasione inoltre, alcuni alunni hanno chiesto informazioni sui compiti del Corpo delle Capitanerie di Porto e sulle modalità di accesso alla Forza Armata.
Gente di Mare 2



(set 2007)

'Tutti di nostra casa' - Famiglia e società fra provincia e capitale
in un carteggio privato (Parghelia - Napoli 1817 - 1822)





(S. Libertino) Un carteggio di ottanta lettere, proveniente dall'Archivio di Casa Meligrana di Parghelia, è stato raccolto da Luciano Meligrana in un volume con la prefazione di Aldo A. Mola, edito da Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2007.
E' suggestivo e anche utile poter oggi leggere quell'antico epistolario privato che copre di fatto solo un periodo di sei anni ma che offre un corposo rendiconto sulla società di allora che si muove nel territorio di Tropea protesa nei continui rapporti con la Capitale del Regno. E' un susseguirsi di personaggi di varia natura e statura che corrispondono tra di loro in situazioni di ordinaria amministrazione o più o meno importanti, i cui comportamenti, umori, toni, attese e intendimenti sanno sicuramente coinvolgere in modo accattivante gli interessi del comune lettore o dell'attento studioso.
Il volume sarà presentato a Vibo Valentia venerdì 21 settembre alle ore 1800, presso il Sistema Bibliotecario Vibonese in via Abate Pignatari. Ne discuteranno con l'Autore Gilberto Namia, Presidente AICC Vibo Valentia e Gilberto Floriani, Direttore Sistema Bibliotecario Vibonese.
Luciano Meligrana è nato a Parghelia nel 1947. Laureatosi in Lettere Classiche ha insegnato per un trentennio Lettere Italiane e Latine nei Licei. E' autore di saggi sul Settecento calabrese. Nel 2004 ha curato per Rubbettino la riedizione della Memoria Apologetica di Pasquale Galluppi.
(set 2007)

"Grattàti" ventimila euro a Briatico
(F. Vallone) Dopo la grandiosa vincita di un milione di euro, ben duemiliardi delle vecchie lire, di Santa Domenica di Ricadi ancora un paese del vibonese fa registrare la visita della dea bendata con due vincite consistenti. Questa volta il suo viaggio bendato ha toccato la cittadina di Briatico dove, in sole due settimane, sono stati venduti due biglietti fortunati da diecimila euro cadauno. Il primo biglietto grattato è del tipo denominato "Miliardario" e il secondo "Milioni di Milioni". La rivendita di tabacchi e giornali che ha venduto i due fortunati biglietti è quella di Nicola Pappa.
Auguri dalla redazione ai due fortunati vincitori.


(set 2007)

Campo Speleologico 'Poro 2007'





Nei prossimi giorni 5-6-7 ottobre si terrà a Zungri (VV) un campo speleologico, organizzato dal Catasto delle Cavità Artificiali della Calabria - SSI, curato dall'Ing. Luigi Manna. Lo scopo del campo sarà lo studio dell'insediamento rupestre degli 'sbariati' e delle altre cavità artificiali presenti nell'altipiano del Poro.
Le attività del campo consisteranno nel recensire, rilevare, descrivere e studiare le cavità artificiali di cui è nota l'ubicazione. Saranno raccolti il maggior numero possibile di dati sulle cavità, in modo da indagarne la funzione e l'evoluzione in relazione con i modi di vita e con l'organizzazione socio-economica della comunità che le scavò ed abitò nei secoli passati.
Il Catasto delle Cavità Artificiali è un organismo appartenente alla Società Speleologica Italiana (SSI) organizzato su base regionale. I catasti C.A. regionali sono coordinati dalla Commissione Nazionale Cavità Artificiali (CNCA) della SSI. La Società Speleologica Italiana (SSI), nata nel 1950, raccoglie la maggior parte dei gruppi speleologici italiani. L’attività principale del Catasto Cavità Artificiali è la raccolta di dati ed informazioni che riguardano gli ipogei artificiali (realizzati dall’uomo). Il catasto è quindi una struttura di eccezionale valore nella conoscenza del territorio e della sua storia.
Il Catasto delle Cavità Artificiali della Calabria (CCACb) è costituito da un gruppo di giovani professionisti incaricati dalla Società Speleologica Italiana di raccogliere informazioni e dati sul patrimonio ipogeo artificiale calabrese. Queste informazioni sono studiate, catalogate e organizzate in una banca dati secondo parametri standardizzati a livello internazionale. La raccolta non è fine a se stessa; infatti da tempo il curatore del CCACb l’Ing Luigi Manna collabora a stretto contatto con le strutture compenti sulla materia. Ad oggi si contano numerose collaborazioni con il Corso di Laurea in Scienze e Tecniche per il Restauro e la Conservazione dei Beni Culturali coordinato dal Prof. Ranieri dell’Università della Calabria. Il CCACb ha coinvolto con entusiasmo gli speleologi della provincia di Cosenza, collaborando in esplorazioni, sopralluoghi, rilievi di dettaglio di ambienti ipogei, e in incontri in cui sono state pianificati i futuri lavori di ricerca nella città dei bruzi. Le attività di esplorazione, studio e documentazione degli ipogei artificiali rivestono grande interesse dal punto di vista storico, sociale ed antropologico.
Gli organizzatori si augurano che tale iniziativa trovi ampia adesione tra i gruppi speleologici, le associazioni culturali, i singoli studiosi, gli enti locali e le istituzioni interessati alla storia del Monte Poro, alla speleologia, all'architettura 'sottrattiva', ed al trogloditismo.
Le modalità d'iscrizione al Campo sono indicate nell'opuscolo illlustrato, curato dall'Ing. Manna, e scaricabile in calce all'articolo stesso.

Invito 'Poro 2007'

(set 2007)

Internet: Cosenza la città calabrese più in "rete"



Un'immagine della città di Cosenza

(ANSA/18/09) Cosenza, secondo eBay.it, è la città più ecommerce della Calabria. Lo rende noto, in un comunicato, eBay Italia che, "in occasione del raggiungimento dei 5 milioni di utenti registrati, disegna la mappa dell'ecommerce italiano". "Sono più di 115 mila - prosegue la nota - i calabresi che comprano o vendono su eBay.it. Gli abitanti di Cosenza, Castrolibero e Rende i più attivi. Cosenza è il capoluogo dell'ecommerce della Calabria secondo l'indagine compiuta sui cinque milioni di utenti che eBay.it ha appena annunciato di aver raggiunto". "La città calabrese - aggiunge il comunicato - può vantare, nella regione, la più alta percentuale di utenti registrati su eBay in proporzione alla popolazione residente.
Ben il 14.3% dei cosentini acquista o vende sul primo sito di commercio elettronico italiano". "Per il secondo posto - è detto nella nota - c'é stato un vero e proprio testa a testa tra Castrolibero (seconda classificata con il 12.3%) e Rende (terza con il 12.1%), che a sorpresa hanno lasciato indietro Catanzaro, al quarto posto, e Crotone, al sesto posto". "La stessa classifica - prosegue il comunicato - ci rivela che a livello nazionale la città più ecommerce d'Italia è Siena, dove un abitante su quattro compra o vende su eBay.it, mentre la regione prima classificata è il Lazio con una penetrazione superiore al 12%. Nel Sud scopriamo che la regione più attiva in termini di utenti registrati su eBay.it è la Sardegna, seguita dal Molise e dalla Sicilia". "Ecco nel dettaglio - aggiunge la nota - la classifica delle dieci città più ecommerce della Calabria: Cosenza (14,3%); Castrolibero (12,3%); Rende (12,1%); Catanzaro (11,8%); Soverato (10,6%); Crotone (10,2%); Praia a Mare (9,7%); Tropea (9,6%); Castrovillari (9,6%); Palmi (9,4%)".
"In soli sei anni di presenza in Italia - afferma Alessandro Coppo, direttore generale eBay Italia - abbiamo raggiunto cinque milioni di utenti registrati. Questo traguardo testimonia come l'ecommerce ed eBay siano ormai una realtà affermata anche in Italia". "Siamo - conclude Coppo - tra i Paesi in cui eBay cresce ai tassi più alti nel mondo e la classifica che presentiamo oggi dimostra come la penetrazione di eBay.it e del commercio elettronico coinvolga l'intero territorio nazionale, da nord a sud, dalle grandi città ai piccoli centri.".
(set 2007)

Ricordo di Leo Longanesi a cinquant’anni dalla morte





Il Circolo Culturale “L’Agorà” organizza un convegno per giovedì 28 settembre alle ore 18,00, avente come tema: “ricordo di Leo Longanesi a cinquant’anni dalla morte”, nella sede istituzionale di Palazzo San Giorgio di Reggio Calabria,.
Dopo i saluti delle autorità, l’introduzione del presidente del sodalizio organizzatore, Gianni Aiello, ci sarà la relazione di Antonino Megali, componente dell’associazione reggina, che ricorderà la personalità, mai banale di questo giornalista-editore-artista sempre controcorrente (non a caso maestro di Indro Montanelli).
Ma riscoprire la figura di Longanesi, ad ogni modo, è importante non solo per capire meglio la storia della cultura italiana, ma anche perchè la sua eredità si estende ad una molteplicità di campi: scrittore, giornalista, editore, polemista, grafico, pittore, regista (nel ’43 gira Dieci minuti di vita, film in cinque episodi interrotto all’annuncio dell’armistizio), illustratore, pubblicitario (sua la campagna della Vespa nel ’55), talent scout (lanciò come romanzieri, tanto per dirne due, Dino Buzzati e Vitaliano Brancati senza contare tutti gli stranieri che pubblicò con la sua casa editrice).
In realtà spiegare chi fu Leo Longanesi è impossibile: intellettualmente anarchico ma politicamente conservatore, anticonformista e borghese, un incredibile catalizzatore di idee e uomini e nello stesso tempo un individualista metodologico che non voleva stare con nessuno.
Tra i suoi celebri aforismi “Se c'è una cosa in Italia che funziona è il disordine” , “La nostra ricchezza è il disordine, che poi è anche la nostra miseria” , oppure “Era così cretino che cercava nella Bibbia l'indirizzo di un buon albergo in Palestina”
(set 2007)

Si stacca costone roccioso da rupe Tropea, lungomare bloccato





Fotoservizio a cura di www.meteotropea.it di Giovanni Simonelli

(AGI/27/09) Il fatto e’ avvenuto intorno poco dopo le 7,30 di stamattina, nei pressi della spiaggia denominata “Il Convento”, a ridosso dell’omonino camping. Sono caduti una decina di metri cubi di materiale per una lunghezza di Otto metri. IL crollo, se fosse avvenuto un po’ piu’ tardi, quando i turisti, ancora presenti nella cittadina, avrebbero cominciato a transitare sul lungomare per raggiungere le spiagge o la parte alta della citta’, avrebbe potuto avere conseguenze disastrose. “Abbiamo sentito un boato” hanno detto gli abitanti delle case di Viale Liberta’ ai Vigili del fuoco diretti dal capo squadra Fabio Palazzolo che sono arrivati subito sul luogo chiamati dal sindaco della cittadina Antonio Euticchio.
I vigili, dopo essersi assicurati dell’incolumita’ delle due famiglie che abitano sul palazzo in cima alla rupe, hanno transennato la strada e redatto una perizia. Non e’ escluso lo sgombero di alcuni fabbricati.
Che Tropea, costruita su una rupe a picco sul mare, sia a rischio non e’ una novita’. L’allarme lanciato anni addietro con questo ultimo avvenimento va assumendo sempre piu’ con insistenza la massima importanza. Un primo intervento fu attuato intorno agli anni Sessanta. Successivamente s’intervenne nella parte del centro storico dove sono concentrati i palazzi nobiliari. Ma i muraglioni di cemento realizzati, oltre ad aver deturpato la bellezza naturale, sono serviti ben poco.
(set 2007)

'Puliamo il mondo'. Il Circolo Legambiente di Ricadi si attiva nel Vibonese




Una componente del Circolo Legambiente di Ricadi davanti alla Torre Marrana,
antica testimonianza del XIV secolo che domina la vallata della fiumara "Ruffa"


Torna la più diffusa campagna di volontariato ambientale che si celebra in concomitanza nell'intero pianeta. "Puliamo il Mondo" questa la denominazione in Italia della manifestazione che da diversi anni, anche in provincia di Vibo, viene costantemente organizzata da Legambiente.
Puliamo il Mondo è un'iniziativa di cura e pulizia, un'azione allo stesso tempo concreta e simbolica per chiedere un'Italia più pulita e più bella. Una campagna di pulizia che comunica la necessità e la voglia di riappropriarsi del proprio territorio, prendendo coscienza che oltre a ripulire si dovrebbe imparare a non sporcare, ma anche una grande occasione per mettere sotto la lente di ingrandimento i problemi legati al degrado ambientale e costruire insieme soluzioni possibili.
L'iniziativa si colloca nel progetto internazionale in difesa dell'uomo e dell'ambiente denominata "Clean Up the World", una giornata di pulizia di aree verdi, spiagge, fiumi e città. Nata nel 1989 a Sydney ha coinvolto lo scorso anno 35 milioni di persone in oltre 100 paesi.
Come negli anni scorsi, anche quest'anno in provincia di Vibo, grazie all'iniziativa del coordinamento provinciale di Legambiente, del Circolo di Ricadi e dell'assessorato all'ambiente dell'Amministrazione Provinciale, si terranno varie manifestazioni. Tra i primi a dare la propria adesione, oltre all'Amministrazione Provinciale attraverso l'assessore Matteo Malerba, molti comuni tra i quali: Francica, Tropea, Francavilla Angitola, Limbadi, Rombiolo e Pizzo; l'Ente Parco delle Serre e le Pro Loco di Nicotera e Stefanaconi.
Le varie iniziative, a causa delle condizioni climatiche, prenderanno il via a partire da questa settimana e vedranno il coinvolgimento delle scuole, di gruppi di volontari e di tanti cittadini che armati di ramazze, ma soprattutto di buona volontà ripuliranno vaste aree da tempo preda dell'incuria e del degrado.
"Oltre al recupero delle aree degradate - ha dichiarato Franco Saragò del coordinamento regionale di Legambiente - ci poniamo come obiettivo principale la sensibilizzazione dei cittadini e l'educazione delle nuove generazioni al rispetto dell'ambiente ed alla cura del proprio territorio. Per raggiungere questo obbiettivo serve l'impegno di tutti ma soprattutto serve l'impegno delle istituzioni che deve essere coerente e continuo nel tempo. In Calabria, a fronte dell'investimento di ingenti risorse economiche, spese in vari decenni, non corrisponde un'adeguata e concreta risposta in tema di tutela del territorio e dell'ambiente, un vulnus che i cittadini sono costretti a pagare con una inadeguata qualità della vita e delle proprie condizioni economiche. L'auspicio - ha continuato Saragò - è che le crescenti adesioni da parte dei comuni, delle scuole e delle associazioni e il vivo interesse manifestato dai cittadini siano un segnale tangibile di tale svolta".
(set 2007)

''Easy Driver'' sbarca In Calabria





(Adnkronos) - Due di due. Due auto, ogni settimana diverse, due conduttori, Ilaria Moscato e Marcellino Mariucci ed ogni sabato le strade, i paesi, i borghi, le contrade, le citta' del nostro Bel Paese. Questo e' ''Easy Driver'', il programma di Rai Uno in onda il sabato alle 14 circa e che aiuta a conoscere tutte le novita' del mercato automobilistico attraverso le impressioni di guida dei due conduttori ''on the road'' che testano le macchine provandole direttamente su strada. In questa puntata, in onda sabato 13 ottobre, Ilaria e Marcellino ci porteranno in Calabria, da Tropea a Capo Vaticano, provando per noi la nuovissima Daihatsu Cuore, una citycar agile e scattante che permette di muoversi con agilita' tra il traffico cittadino ma con una grinta che la vede preparata anche per lunghi percorsi e l'ammiraglia inglese, la nuova Jaguar XJ modello 2008 totalmente rinnovata: piu' grintosa ma arrendevole alla guida, quindi maggiore maneggevolezza,miglior frenata e migliori consumi.
Come e' consuetudine della trasmissione, Ilaria e Marcellino, partendo da Tropea prenderanno strade diverse: Ilaria a bordo della sua citycar tutto Cuore s'inoltera' per i vicoli di Tropea con i suoi profumi e le sue bellezze dal sapore antico come il Museo degli Antichi mestieri con 85 statue animate, impegnate in lavori ormai del tutti scomparsi. Marcellino, invece, fara' una breve sosta sulla spiaggia di Formicoli, con la sua natura stupenda ed il suo mare limpidissimo ma anche con i suoi orti dove si coltiva la famosa cipolla Rossa di Tropea talmente dolce e delicata che si mangia anche cruda.
I due amici dei motori si ricongiungeranno a Capo Vaticano, uno dei promontori piu' belli d'Italia da cui, tempo permettendo, si possono ammirare in lontananza le isole Eolie e da qui Ilaria e Marcellino si scambieranno le ultime battute sulle impressioni ricevute dalle due macchine guidate passando, quindi, la parola agli esperti di ''Quattroruote'' per la consueta pagella finale.

(ott. 2007)

L´arrivo a Lamezia della bella Capotondi che dichiara: "Che splendida Tropea..."




Una superba inquadratura dell'attrice romana all'Aeroporto di Lamezia

(F. Vallone) Aeroporto di Lamezia Terme, l´atteso aereo delle 10,30 proveniente da Roma arriva con una manciata di minuti di ritardo. Fuori il cielo è nero di nuvole e piove a dirotto. Cristiana Capotondi, l´attrice di "Giorno prima degli esami", di "Scrivilo sui muri", di "Come tu mi vuoi", di "Orgoglio" e di tanti altri film e fiction, arriva, bellissima, bianca ed eterea come sempre, raffinata e dolcissima nell´aspetto. Ad accoglierla un grande mazzo di rose gialle e quelli del Film Festival di Cosenza. Fuori intanto ha smesso di piovere, c´è il sole della Calabria, il tempo meteorologico sembra essere ingentilito da questa graziosa eterna ragazzina (Cristiana è nata a Roma il 13 settembre del 1980). Lei, capelli rossi, vestitino nero, dopo aver salutato i presenti, domanda: "io mi chiedevo una cosa, dove si trova Reggio Calabria, è distante da qui?", Cristiana vorrebbe passare qualche giorno di vacanza nella Città dello Stretto. Dopotutto Reggio dista da Lamezia poco più di cento chilometri, mentre Cosenza, dal lato opposto, poco meno di cento chilometri. Nell´aeroporto alcune guide e hostess tedesche, che attendono per le agenzie turistiche gli ospiti stranieri, osservano la scena, non comprendono il perché di questo "strano movimento attorno a questa ragazza dopotutto non tanto alta", non conoscono la nostra attrice, "forse si, l´hanno vista da qualche parte, forse ricorda qualcuno!" Ma a pensarci bene anche noi non conosciamo tutte le attrici del cinema e della televisione germanica... Qualche minuto e il gruppo attorno a Cristiana si forma, si esce sul piazzale del aerostazione, la grossa auto di rappresentanza l´attende fuori ed è pronta per portare, come una vera diva, la prima madrina di questa prima edizione del Calabria Film Festival verso le strade di Cosenza dove la bella Cristiana Capotondi, nella stessa mattinata e nel pomeriggio di ieri, ha incontrato una marea di giovani fans, di ammiratori, di autorità, di gente comune che ha voluto vederla, incontrarla, chiederle semplicemente un autografo o una foto con il telefonino come in un film.

(ott. 2007)

Una quaterna da 76mila Euro vinta a Tropea


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(edm - 10/10/2007 - 15:17) La ruota di Bari si è distinta positivamente nell'assegnazione delle vincite più alte del concorso di ieri, martedì 9 ottobre. Per la precisione, le prime tre vincite sono state realizzate con tre quaterne contenenti la stessa combinazione di numeri: 1-51-52-53, puntata sulla ruota di Bari. La prima di queste quaterne è stata realizzata da un fortunato giocatore di Tropea in provincia di Vibo Valentia con 6 euro puntati sulle sorti dell'ambo, terno e quaterna rispettivamente con 2 euro, 3,5 euro e 0,50 euro, la conseguente vincita è stata di 76.250 euro. La seconda quaterna è stata realizzata a San Giovanni in Persiceto (BO) con vincita da 64.500 euro e chiude il terzetto la quaterna di Loano (SV) con 50.700 euro di vincita. La quaterna di Tropea ha portato la provincia di Vibo Valentia al primo posto assoluto delle città italiane più fortunate per aver assegnato vincite superiori all'importo giocato. Il coefficiente di restituzione delle vincite di Vibo ha raggiunto quota 129% mentre, l'ultimo posto della classifica è stato occupato addirittura da Napoli con uno scarno 27%. Roma e Milano hanno fatto un testa a testa per conquistare la prima posizione di città con maggiori vincite. L'importo dei premi di queste due città è risultato di 1,4 milioni di euro ciascuno e Napoli, notevolmente distaccata con 800mila euro, ha rischiato il sorpasso da parte di Torino quarta classificata con poche migliaia di euro in meno. Sono stati realizzati 121 concorsi nel 2007 e sono state assegnate vincite che sfiorano i 2,6 miliardi di euro. Questo altissimo montepremi è stato distribuito ai numerosi giocatori che amano il gioco del lotto e che grazie a questo magico gioco dei numeri riescono molto spesso a realizzare i propri sogni.
(ott. 2007)

Mario Oriana, l´artista di Parghelia con il sigaro




Un'opera dell'artista Mario Oriana

(F. Vallone) Di nome si chiama Mario, di cognome va Oriana, ed è un artista calabrese che opera nel suo studio di Parghelia proprio di fronte al mare degli dei. In silenzio, Oriana dipinge con i suoi inediti colori, con i suoi azzurri impossibili da definire, con il suo arancio tutto personale, tra i suoi libri ed i suoi sigari super invecchiati, super profumati e super toscani. Mario Oriana dipinge senza nulla chiedere in cambio da nessuno, senza correnti e preconcetti formali e coloristici, senza chiedere protagonismi personali, senza firmare le bellissime tele appena dipinte. Oriana è in una condizione di continua interessante ricerca formale che stravasa in altri ambiti estetici e filosofici e, nella sua ricerca, evidenzia una grande passionalità, una sensibilità e una profondità di pensiero che esalta la bellezza, continuamente ed anche in altri territori espressivi.
Il suo studio di Parghelia, con la porta aperta sul mare, è meta continua di persone e personaggi di tutto il mondo, in questo suo studio abbiamo incontrato la regista romana Donatella Baglivo, l´attore Saverio Vallone, il pittore e figlio d´arte Dago, altri pittori, registi e attori, gente, artisti, persone che passano e parlando con l´artista Mario Oriana contemplano le tele di grande formato, appese alle pareti o poste su grandi cavalletti, squarciate profondamente da sciabolate di colore che solcano la superficie quasi a volerne prendere possesso. Nello studio tantissimi libri, tutti in fila, in ordine, letti e riletti chissà quante volte, tanti libri che arrivano al soffitto, e poi reliquie di grossi sigari scuri che spuntano improvvisi e ovunque. A Mario Oriana è inutile chiedere quando è nato, l´età anagrafica resterà un mistero, vi risponderà che "è nato e di questo ne è sicuro".
Quando chiediamo, per esigenze di recensione, la sua età, ci dice "circa venticinque, forse ventisei anni". In effetti, da vero artista, l´età di Mario Oriana, quella della sua anima espressiva, non supera affatto quella da lui decantata, denunciata, suggerita. Le sue ricerche formali, le sue esperienze e sperimentazioni di colore, di materiali e di forme sono continuamente lambite dal ludico, un gioco quasi onirico, ma reso serio da profonde conoscenze linguistiche, politiche, culturali ed artistiche. Sul suo tavolo da lavoro, oltre a sigari provenienti da tutto il mondo, in una scatola trasparente tra la bianca bambagia, sono adagiati tre piccoli oggetti, misteriosi, metallici e lucidissimi. Sembrano piccole reliquie extraterrestri o forse sculture moderne, sembrano mille altre possibili cose ed invece sono tre sperimentazioni formali, ma non solo formali, variazioni inedite su un antico semplice oggetto da gioco popolare. Sono le moderne variazioni sul parrocciolo della nostra tradizione locale, sulla trottola. In effetti, sempre sul tavolo da lavoro, vi è, poco distante, un parrocciolo in legno senza punta, una di quelle piccole trottole lavorate al tornio da far girare velocemente, lanciandole con lo spago, sulle strade di Parghelia. La memoria delle forme per Oriana può perdere quindi consistenza, la materia può fondersi per rifondere e rinascere in altra forma, senza perdere identità e carattere, può rinnovarsi nelle linee, nell´aspetto estetico, nella bellezza essenziale delle forme pure. Chiediamo all´artista Oriana, che si configura ai nostri occhi sempre più come vero filosofo dell´estetica, di parlarci dei suoi studi. "Ho fatto il liceo artistico - ci risponde- poi l´università che però non ho mai completato perché "m´incriscia", poi quando ho finito gli studi ho iniziato veramente a studiare, ho letto e studiato tantissimo, da allora non ho mai smesso". Le opere di Mario Oriana, sensuali e quasi erotiche per tematica e coloristica, si affacciano, si schiudono, si mostrano, giocano con il fruitore. Si fanno leggere e poi rileggere, ti dicono il contrario appena dopo, è il sapiente e sottile gioco proposto dal Maestro. Queste opere andate a guardarle e a contemplarle, forse, tra sigari e strani oggetti, si mostreranno anche a voi.

Mario Oriana e le sue opere

(ott. 2007)

A cinquecento anni dalla morte del Santo, Potenzoni festeggia San Francesco di Paola




La veneratissima statua lignea del San Francesco di Potenzoni

(F. Vallone) Domenica 21 ottobre a Potenzoni di Briatico è festa grande dedicata a San Francesco di Paola a cinquecento anni dalla morte del Santo. Per l'occasione una reliquia di un frammento d'osso del Santo è stata portata in chiesa assieme ad un antichissimo crocifisso.
Nella preghiera stampata sul retro del santino, distribuito in questi giorni in chiesa, si legge testualmente: "O grande nostro protettore, S. Francesco di Paola, noi di Potenzoni siamo orgogliosi perché sei voluto venire a restare tra noi dopo il disastroso terremoto che ha distrutto la tua chiesa nel piccolo convento.".
La scultura lignea che raffigura San Francesco di Paola che si venera a Potenzoni di Briatico a guardarla da vicino, così lucida, restaurata da poco, con la figura del santo che indossa degli strani alti zoccoli, sembra quasi non essere antica, invece è, realmente, una interessante e preziosa scultura del XVI secolo, vale a dire scolpita solo pochi anni dopo la morte di San Francesco.
Il paese di Potenzoni, proprio grazie ad un grande convento del 1550, intitolato a San Nicola dei Minimi fondato da Padre Giovanni Schiavo da Tropea, conserva una delle prime immagini di San Francesco di Paola. I minimi di San Francesco di Paola, i cosiddetti "paolotti", che gestivano questo antico convento, circuitarono attivamente a Potenzoni fino alla distruzione della struttura, avvenuta a causa del violento terremoto del 1783 che distrusse anche il vecchio abitato di Briatico.
Ogni anno in ottobre a Potenzoni si festeggia in modo devozionale San Francesco di Paola, la chiesa di "Santa Maria di Potenzono", ricordata già nell'elenco delle chiese del Feudo di Briatico del 1310, conserva ancora quella preziosa statua lignea di San Francesco di Paola proveniente dal "cummentu" a cui la gente è particolarmente legata da devozione popolare che è spontanea fede e religiosità profonda.
San Francesco era nato a Paola il 27 marzo 1416, morì il 2 aprile 1507 a Plessis-les-Tours, vicino Tours in Francia dove fu sepolto, era un Venerdì Santo ed aveva 91 anni e sei giorni. Già sei anni dopo papa Leone X nel 1513 lo proclamò beato e nel 1519 lo canonizzò; la sua tomba diventò meta di pellegrinaggi, finché nel 1562 fu profanata dagli Ugonotti che bruciarono il corpo; rimasero solo le ceneri e qualche pezzo d'osso. Queste reliquie subirono oltraggi anche durante la Rivoluzione Francese; nel 1803 fu ripristinato il culto. Dopo altre ripartizioni in varie chiese e conventi, esse furono riunite e dal 1935 e 1955 si trovano nel Santuario di Paola; dopo quasi cinque secoli il santo eremita ritornò nella sua Calabria di cui è patrono, come lo è di Paola e Cosenza. Quasi subito dopo la sua canonizzazione, furono erette in suo onore basiliche reali a Parigi, Torino, Palermo e Napoli e il suo culto si diffuse rapidamente nell'Italia Meridionale, ne è testimonianza l'afflusso continuo di pellegrini al suo Santuario, eretto fra i monti della costa calabra che sovrastano Paola, sui primi angusti e suggestivi ambienti in cui visse e dove si sviluppò il suo Ordine dei 'Minimi'.

(ott. 2007)

Mastella: si' a nuovo pg Catanzaro. E' il tropeano Enzo Iannelli
(ANSA/24ott) Il ministro Mastella ha dato il suo parere positivo sulla nomina del procuratore di Pisa Enzo Iannelli a procuratore generale di Catanzaro.
La nomina potrebbe essere ratificata gia' domani dal plenum del Csm. La richiesta di concerto e' giunta oggi stesso sul tavolo del Guardasigilli, fa sapere via Arenula. Un modo per sottolineare che anche il ministro, cosi' come aveva gia' fatto il Csm, ha voluto imprimere un'accelerazione alla nomina.






Intervento audio/video del magistrato Enzo Iannelli durante un congresso svoltosi a Todi nel 2006
(Fonte www.radioradicale.it, cliccare su Enzo Iannelli)


(ott. 2007)

Enzo Iannelli nuovo pg di Catanzaro. La nomina decisa dal plenum del Consiglio superiore della magistratura. Ora è a capo della procura di Pisa
Il magistrato Enzo Iannelli (ANSA)(CorrieredellaSera/25ott) Enzo Iannelli, attualmente a capo della procura di Pisa, è il nuovo procuratore generale di Catanzaro. Lo ha nominato all'unanimità il plenum del Consiglio superiore della magistratura (Csm), che si è espresso con una procedura d'urgenza. Se il ministro della Giustizia gli darà il cosiddetto «anticipato possesso», Iannelli potrebbe già insediarsi a Catanzaro tra una decina di giorni.
LA CARRIERA In magistratura dal 1969, Iannelli è stato per vent'anni alla procura generale della Cassazione, rappresentando l'accusa in importantissimi processi: tra i tanti quelli per le stragi alla stazione di Bologna e di Ustica, l'attentato a Wojtyla, il cosiddetto Moto-ter e il sequestro delle liste degli scritti alla P2.
GRANDE ESPERIENZA Nella delibera con cui il Csm ha decretato la nomina, si sottolinea «l'approfondita conoscenza» da parte di Iannelli della realtà calabrese, dovuta alla trattazione di complessi procedimenti sulla criminalità organizzata, nel lungo arco di tempo in cui è stato alla procura generale della Cassazione; tra i tanti, quello sulla Duomo Connection.
CASI ECCELLENTI - Il nuovo Pg di Catanzaro si è occupato anche del maxiprocesso alla sacra Corona Unita e del sequestro Celadon. E per quanto riguarda il terrorismo, degli omicidi Occorsio e Amato. Sue anche le requisitorie in Cassazione nel terzo troncone del processo a Enzo Tortora, nel procedimento per il disastro di Stava e nel processo a carico di Marcinkus. Si è occupato anche, sia pure in un ruolo particolare, dello scandalo Lockheed, visto che nel 1977 ha fatto parte come assistente e su indicazione del Parlamento dell'ufficio dei Commissari d'accusa presso la Corte costituzionale. Dal 1997 guida la procura di Pisa, che sotto la sua conduzione - evidenzia ancora il Csm - ha ottenuto «ottimi risultati» sotto il profilo dell'efficienza, riducendo l'arretrato e contenendo le spese per le intercettazioni.

(ott. 2007)



Parte Tropeablues 2007. Ecco il programma


3° TROPEA BLUES FESTIVAL
10 - 15 Settembre 2007


LUNEDI 10

Proiezione films ore 2030 Largo Ruffa
'Red, White And Blues' di Mike Figgis
'Godfather And Sons' di Marc Levin

MARTEDI 11

Proiezione film ore 2030 Largo Galluppi
'The Road To Memphis' di Richard Pearce e Robert Kenner

MERCOLEDI 12

Melody Makers ore 2045 Largo Galluppi
Matthew Lee ore 2210 Piazza Veneto
Stefania Calandra ore 2330 Piazza Ercole

GIOVEDI 13

Franco Vinci ore 2045 Piazza Veneto
Vince Vallicelli Blues Band ore 2210 Piazza Ercole
Jaime Dolce & Innersole ore 2330 Largo Ruffa

VENERDI 14

Cherry Lee Mewis And John Verity & Max Milligan ore 2045 Piazza Ercole
Aida Cooper & Night Life ore 2330 Piazza Veneto
Umberto Porcaro & Roller Coaster ore 2210 Largo Galluppi

SABATO 15

Hotel Lasalle ore 2045 Piazza Ercole
'Proud' Mary Birch & Mama's Pit ore 2330 Piazza Veneto
Rob Esposito Band ore 2045 Largo Ruffa

ARGOMENTI CORRELATI
Tropeablues, parlano i responsabili

www.tropeablues.it





Mango e Filippo Nicolino

Filippo canta Mango


(F. Vallone) Lui si chiama Filippo, come quasi tutti gli abitanti di Favelloni di Cessaniti, di cognome Nicolino. Classe 1977, trent’anni di cui ventitrè passati tra le strade del suo paese, la Favelloni Piemonte che è invece paese di Calabria, da sette anni lavora a Milano lontano dal famoso “Villaggio dei Murales” inventato dal dinamico imprenditore Demetrio Rosace. Filippo oggi è lontano dal suo borgo a due passi dal mare.
Nella città lombarda, tra le grigie nebbie, ogni sera si esibisce nei piano bar in diversi locali, ma anche nelle piazze dei paesi dell'interland milanese.
Filippo collabora con diverse agenzie, soprattutto l'Ascoservice, una importante organizzazione che nei pomeriggi di domenica, col patrocinio del Comune di Milano, effettua concerti nelle strade della città. D'estate, tornando da emigrato nella sua terra, non riesce a staccarsi dal microfono ed allora tutte le sere si esibisce in ristoranti, pizzerie, gelaterie della Costa degli Dei, suscitando ammirazione e stupore per la grande somiglianza al cantante Mango che quest’anno ha incontrato a Pannaconi, altra frazione di Cessaniti.
Filippo, grazie alla sua bella voce, non imita solo Mango, ma canta tutta la musica italiana, da Ramazzotti a Renato Zero, da Baglioni a Miguel Bosè, riarrangia con maestria pezzi di Loredana Bertè.
Come sosia di Mango ha partecipato ad alcune manifestazioni internazionali, l'ultima delle quali, il "Gran Galà dei Sosia" a Locarno (Svizzera).
Chiediamo a Filippo il perché la scelta è caduta su Mango, il bravissimo cantante di Lagonegro.
Durante il mio cammino tante persone mi hanno chiesto il perchè abbia scelto di imitare il cantante Mango. Sinceramente credo che nel panorama musicale italiano, sia uno dei pochi artisti che, con la melodia ammaliante della sua voce unica, riesce a toccare il cuore e la sensibilità della gente e suscitare e trasmettere emozioni. Ho iniziato a cantare Mango da piccolo: dapprima nei gruppi musicali del mio paese, nei quali suonava anche mio fratello Francesco, che mi produceva. A lui sono particolarmente riconoscente per avermi sempre spinto ad andare avanti nonostante le difficoltà. Oggi segue il mio lavoro da lontano avendo abbandonato la musica per dedicarsi completamente alla sua famiglia e ai suoi bambini.
Ne approfitto per ringraziare anche mia madre che, mentre mi ospitava nel suo grembo assieme alla mia sorella gemella, per farci stare calmi poggiava sul pancione una grossa e vecchia radio e noi crollavamo. Sono poi cresciuto prigioniero di due auricolari che mi rapivano dai freddi inverni milanesi, sparandomi musica a tutto andare nelle orecchie. Tutta la passione, la storia, le notizie, le foto e i video delle esibizioni di questo artista si trovano sul sito www.filippocantamango.com




L'ISMEZ organizza 'incontri tematici'

Nei mesi di settembre-novembre 2007 a Lamezia Terme (CZ) saranno organizzati dall'ISMEZ - Istituto Nazionale per lo Sviluppo Musicale nel Mezzogiorno / ONLUS corsi di approfondimento per:
- l’elaborazione di un progetto per la realizzazione e promozione di un distretto culturale e musicale sul territorio, che metta insieme Comuni, Istituzioni culturali e giovani;
- il tema della comunicazione e promozione.
Obiettivo degli 'Incontri tematici' per un 'Distertto musicale' è quello di formare una figura professionale in grado di mettere a sistema il patrimonio culturale di un territorio, in particolar modo quello legato alla musica e allo spettacolo, per finalità di crescita culturale, di istruzione e formazione professionale e di sviluppo turistico-culturale, in grado, inoltre, di seguire le fasi di un progetto, dalla sua ideazione alla realizzazione.
La figura professionale in uscita potrà essere inserita nelle aziende che si occupano del new business rivolto alla cultura consentendo all’azienda nuove opportunità.
Tutte le informazioni (calendario, durata, iscrizione, recapiti telefonici...) sui corsi sono sul portale dell'ISMEZ.

Brochure
Scheda Iscrizione




L'8 settembre a Presinaci di Rombiolo la Sagra del Maiale.
Sagre, prodotti tipici, assaggi, gastronomia locale e degustazioni…
La grande abbuffata per le strade della provincia vibonese

(F. Vallone) I maiali della zona si stanno già preoccupando. È una delle ultime sagre della provincia vibonese questa quattordicesima edizione della sagra del maiale di Presinaci di Rombiolo che si terrà sera dell'otto settembre nel piccolo paese del Poro. Nel programma ufficiale della manifestazione mangereccia è previsto un menù con zuppa di fagioli con salsiccia e cotiche, salciccie, costata, filetto, pancetta ai ferri, spezzatino, fegato con cipolla, frittole, zampini, pane di casa, vino locale, il tutto allietato dal gruppo "La Quartana". Ma pensando alle sagre già consumate c'è da dire che anche quest'anno il record è stato battuto in provincia di Vibo Valentia! Sono migliaia le sagre che si sono svolte in queste calde serate d'estate.
Poi, che sono state vere e proprie sagre o piccole anonime sagrette di quartiere questo è un altro discorso. In effetti ci sono quelle più tipiche e cariche dell'identità culturale di quella Calabria genuina, agreste, marina e terrona, d'altri tempi, che si sono svolte in borghi, paesi, città e cittadine, in luoghi legati tradizionalmente a prodotti agricoli, della pastorizia locale e dei prodotti ittici tipici del nostro mare.
Ed ecco in fila indiana le sagre legate alla tradizione partendo dalle dolci serate che si sono svolte a Mesiano di Filandari dove, tra pentoloni frizzanti d'olio bollente, si sono potute gustare frittelle spolverate di zucchero a velo e profumata cannella. Altra dolce serata quella che si è svolta a San Cono di Cessaniti con i famosi dolci dalle forme arcaiche denominati nacatule.
La sagra dell'insalata si svolge a Monterosso Calabro e ad Acquaro la sagra del vijuozzu (la pannocchia di granturco). Pollo a Paravati di Mileto, sagre del gelato a Mileto, a Parghelia e a Zambrone. La sagra del formaggio si svolge a Zaccanopoli e Monte Poro, in quest'ultima località si sono potute seguire le varie fasi della produzione della ricotta e del formaggio. Le sagre dei fileja si svolgono ogni anno a Vibo Valentia (presso la chiesetta della Madonnella), a San Marco di Cessaniti, a Briatico, Pannaconi, Zungri, San Leo e Filandari. A Briatico, presso l'Oratorio San Nicola, si recuperano gli antichi sapori della cucina tipica locale con fileja filate esclusivamente a mano, accoppiate con ceci e finocchio selvatico o al profumato sugo di pomodoro fresco e basilico. Nell'Olimpo delle sagre della provincia di Vibo Valentia continua ad esserci la sagra della 'nduja di Spilinga, l'8 agosto di ogni anno. La 'nduja è un piccantissimo insaccato con carne e grasso di maiale e peperoncino rosso piccante. La giornata del contadino di Limbadi ha offerto al turista sapori di una Calabria ormai perduti e antichi odori bagnati dall'ottimo e famoso Amaro del Capo di Caffo. Per continuare la grande abbuffata dell'estate 2007, salsicce a San Leo di Briatico, a Maierato, pitta china e teatro popolare calabrese a San Costantino Calabro, pane di casa a Stefanaconi, vino rosso a Drapia, Comerconi e Brattirò, fagioli di tutti i tipi a Caria per la tradizionale sagra della sujaca. A Filadelfia sagra dei favicciuoli. Tra i paesi più piccoli che si mobilitano per la loro piccola sagra quello di Mongiana per la sagra dei funghi e dei lupini, quello di Papaglionti con la sagra della pizza.
Potenzoni, frazione di Briatico, da alcuni anni esce allo scoperto con la sagra della melanzana. Sagra della trippa a Gerocarne e a Mileto. Spaghettata a Zungri, sagra delle carni e della trippa a Mileto e dell'orto a Piscopio di Vibo Valentia. A Badia, nei pressi di Nicotera, si sono potute gustare le frittelle, a Dasà le nacatule, mentre una puntatina a Vallelonga è stata d'obbligo per partecipare alla più interessante zeppolata dell'estate. Sagra di peperoni e peperoncini in tutte le salse a Filogaso e dell'uva e del vino a Preitoni. Pesci a volontà a Briatico, Pizzo, e Nicotera, mentre la sagra del pesce più rinomata della provincia di Vibo Valentia rimane anche per quest'anno quella di Parghelia. Prodotti tipici e genuini anche a Spadola, Mongiana, Favelloni di Cessaniti, dove per l'occasione sono stati festeggiati gli emigrati che rientrano in paese per le ferie estive. A San Leo di Briatico, dove si festeggia il santo patrono San Leone Magno con un'antica processione, ballo dei giganti da corteo e camejuzzu i focu a ricordo delle incursioni saracene, si è svolta una rinomata sagra con le specialità della cucina tipica locale.
Altra sagra quella di Pannaconi di Cessaniti con tema principale le fileja. La sagra della cipolla rossa dolce di Tropea si è a Ricadi. Una curiosità: la famosa cipolla rossa della di Tropea, con il marchio Dop (denominazione d'origine protetta) famosa in tutto il mondo per le sue qualità è trasformata da alcune aziende di conservazione anche sotto forma di dolci confetture e il gelataio Tonino di Tropea ha inventato un gelato alla cipolla. Della rinomata cipolla di Tropea esistono tre varianti: quella di Capo Vaticano - Ricadi, di Briatico e Parghelia e si distinguono per la forma più o meno allungata. Continuando per il nostro itinerario incontriamo la sagra del fiore di zucca, patate a volontà a Zungri e Vazzano. Le sagre dette "Paesane" sono tantissime.
Ricordiamo quella di Maierato, di Sant'Onofrio e di San Gregorio d'Ippona. Anche quest'anno migliaia di sagre per dire da dove veniamo e chi siamo, sagre per illustrare le qualità delle nostre quotidianità alimentari, i nostri momenti più semplici del mangiare in Calabria e quelli della festa. Momento d'apprezzamento verso i sapori di una cucina calabrese antica, della riscoperta di quella povera e arcaica, piccante e mediterranea di sole e piena di valori tradizionali. Forse alcune delle sagre qui sopra elencate non sono state nemmeno celebrate, altre continueranno nella loro antica tradizione. Importante è cercare di eliminare quelle sagre fatte solo a scopo di lucro, sagre che utilizzano pesce importato dal Giappone o dalla Spagna o olive di Grecia o prodotti scadenti del tutto o quelli che, per sbrigarsi e guadagnare di più, consegnano panini con la salsiccia al sangue con dentro il maiale ancora vivo, poi per tutto il resto, ben vengano le sagre anche se la sagra della birra e quella dell'acqua, in Calabria si potevano pure evitare.

Il maiale
Festa della Cipolla
La Cipolla di Tropea
Sagra della Nduja
La Nduja di Spilinga



Stellina e il dr. Vincenzo Viscone

Ma la cavalla di Francavilla parla ancora?


(F. Vallone) Vi ricordate della bellissima incredibile storia di Stellina, la cavallina “parlante” di Francavilla Angitola? Sono passati anni da quando siamo venuti a conoscenza di quei "fatti" strani, di quell’uomo con la barba che conversava con il suo cavallo, pensavamo allora si trattasse di qualche contadino intento a ricevere dal suo cavallo uno strano rapporto di "obbedienza" ai suoi comandi.
Il "caso" di Francavilla Angitola fu poi successivamente affrontato dai media di mezzo mondo quando lo psicologo Vincenzo Viscone, dopo anni di serio silenzioso studio e sacrificante ricerca, decise di svelare i frutti del suo paziente lavoro facendo conoscere le sue esperienze scientifiche con una cavallina di nome Stellina. Toccò agli esperti etologi delle università internazionali studiare e approfondire tutto il resto. Non sappiamo se sia stata veramente abbattuta una barriera nelle comunicazioni tra uomo e animali. Certamente e oggettivamente non sappiamo ancora cosa significò quel "dialogo" che "vedevamo realizzarsi" tra uomo e animale e animale e uomo, e se tutto ciò abbia avuto un vero significato.
Per anni Francavilla Angitola, centro del vibonese a pochi chilometri da Filadelfia, è stata meta continua di giornalisti, operatori di ripresa e fotografi delle agenzie, semplici curiosi e corrispondenti delle testate giornalistiche di tutto il mondo. Il Tg Uno, T3, T3 Regione, radiogiornali Rai, Rete 4>, Radio Cuore, Radio Studio G, la prima pagina de Il Messaggero, Il Secolo XIX di Genova, Visto, La Gazzetta del Sud, il Domani, Il Giornale della Calabria, Il Quotidiano, Le Calabrie, Cronaca Vera, L'Artiglio, Rete Kalabria, Il Mattino di Napoli, Il Corriere di Milano, l'Agi, l'Ansa e grandi testate estere come The Sunday Times, il Daily Mail di Londra, Le Matin della Svizzera, France Soir della Francia, si interessarono di Viscone, tutti chiesero di contattare Vincenzo e la sua cavalla "Stellina". Oggi la notizia ha già fatto il giro di tutto il mondo.
Ma cerchiamo di ricordare l’incredibile storia nei dettagli: Vincenzo Viscone, oggi 53 anni, è uno psicologo nato a Filadelfia. Da anni è residente a Francavilla Angitola ed è proprio nelle campagne di Francavilla Angitola che il dottor Viscone ha scoperto una cosa sensazionale che porterebbe a clamorosi capovolgimenti della scienza dell'etologia. Vincenzo Viscone ha elaborato, durante i suoi lunghi studi, un linguaggio che utilizza il sistema binario e ha realizzato un codice di comunicazione di intermediazione specifica - con un cavallo. Il cavallo in questione è in realtà una cavalla e si chiama Stellina. Lo psicologo ci disse che durante alcune sue sperimentazioni si accorse che l'animale rispondeva ad alcuni stimoli verbali. "Le cose sono andate avanti molto lentamente - ci dice Viscone - all'inizio ho dovuto insegnare a Stellina tutti gli elementi che la circondavano nell'ambiente, come si fa con i bambini, con pazienza, tramite catene associate, ripetendo molte volte parole e concetti. Poi, solo dopo, ho utilizzato il codice binario, quello dei computer, e finalmente ho avuto risposte dal cavallo. E' stato questo il momento più bello dell'esperienza", ci racconta emozionato lo psicologo, "quando ho capito che le mie parole avevano un senso nel cervello di Stellina e quando attraverso risposte basate sul sì e sul no, sul positivo e sul negativo, sull'uno e sullo zero, ho visto che mi dava risposte logiche e che, cosa importantissima, non si contraddicevano mai e mai, chiedendo più volte in periodi diversi la stessa cosa, si avevano risposte diverse. Stellina dimostrava di rispondere in piena coscienza".
Stellina per dire sì o no, successivamente alla domanda dello psicologo, e solo successivamente, indirizzava il muso alle mani del dottore Viscone e toccava con il muso il pugno chiuso per rispondere no o la mano aperta per rispondere sì. Oggi, da anni, quel cavallo non è più a Francavilla Angitola, si trova in un maneggio della vicina Maida, in provincia di Catanzaro. Il dottore Vincenzo Viscone, ha in questi anni tenuto, giorno per giorno, un diario che lui definisce "equidiario". In questo libro di viaggio nel mondo misterioso e sconosciuto della natura. Viscone ha appuntato minuziosamante tutte le esperienze, le prove, gli insuccessi e i successi delle varie giornate di lavoro con Stellina. Poi ci mostra una pagina che porta la data di un giorno di anni fa, è una pagina in bianco con una scritta in rosso. C'è scritto solo eureka. Quell'espressione, quel giorno, corrisponde al momento in cui il dottore Vincenzo Viscone ha avuto quel primo contatto straordinario con la mente cosciente, attiva e quasi umana di Stellina.
Il dottore Viscone paga ancora quotidianamente questo suo successo scientifico, questa sua ricerca sconfinata al di là del credibile. Molti non credono,altri sono indifferenti. Noi crediamo che questo fatto meriterebbe di essere ancora seriamente recuperato, affrontato, studiato, comparato. Viscone è uno studioso serio con conoscenze profonde della psicologia. Crediamo che questo caso, ripetiamo, ancora da studiare, sovvertirà se provato il mondo degli studi dell'etologia e dell'ambiente scientifico internazionale. Ma, per adesso, istituzioni, stampa, studiosi, si sono già dimenticati di Stellina, di Vincenzo e delle inedite ricerche di etologia sviluppate a Francavilla Angitola.

L'uomo che parla ai cavalli


Attivo provinciale della Cia di Cosenza

(cia.it) Affollato attivo provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori di Cosenza nella sala conferenze dell’Hotel San Francesco di Rende, argomenti principali la raccolta di firme per la petizione popolare “ Dacci un taglio, E’ semplicemente un tuo diritto”, riguardante la riduzione della burocrazia e la semplificazione degli adempimenti degli agricoltori e dei cittadini verso la pubblica amministrazione, e per la consultazione sugli Ogm lanciata dalla “Coalizione ItaliaEuropa liberi da Ogm” , che -ha sottolineato il presidente Italo Garrafa nella introduzione- “vuole dare voce agli agricoltori ed ai cittadini anche sul modello di sviluppo del nostro Paese”.
La mobilitazione per le due iniziative -è stato deciso- inizierà già domenica 23 settembre nei comuni di Corigliano Calabro, Rossano, Cropalati, Vaccarizzo Albanese, Cariati, Mirto, Castrovillari, Altomonte, Saracena, Terranova da Sibari, Spezzano Albanese, Lungro, Mormanno, Acri, San Giacomo d’Acri, San Demetrio Corone, Montalto Uffugo, Bisignano, Torano Castello, Mongrassano, Roggiano Gravina, Trebisacce, Rocca Imperiale, Montegiordano, Roseto, Amendolara, Cerchiara di Calabria, Villapiana, Francavilla M.ma, Cetraro, Fuscaldo, Campora di Amantea, Aiello Calabro.
I due appuntamenti saranno ripetuti domenica 30 settembre a Cosenza.
Ma l’attivo provinciale della Cia di Cosenza si è anche soffermato sulla Festa nazionale dei pensionati che si svolgerà dal 17 al 21 ottobre in Calabria in forma itinerante tra Tropea, Reggio Calabria, Serra San Bruno, Vibo, e Cosenza dove si concluderà domenica 21 ottobre con una grande manifestazione in cui interverranno il presidente nazionale Anp Mario Pretolani e terrà il discorso di chiusura il presidente nazionale della Confederazione Giuseppe Politi.

Confederazione Italiana Agricoltori



Tropea, 9 set. 2007. Il sindaco Antonio Euticchio affida a
Mons. Luigi Renzo la chiave della Città.


E' Luigi Renzo il nuovo vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea


(S. Libertino) A mezzogiorno dello scorso 28 giugno nelle chiese cattedrali della Calabria, al suono delle campane a festa, i rispettivi vescovi annunciano ai fedeli, alle autorità ecclesiastiche e civili il nome del nuovo vescovo, designato da Papa Benedetto XVI, a prendere la guida della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. Nella Cattedrale di Mileto il vescovo Mons. Tarcisio Cortese, che abbandona per raggiunti limiti d'età la diocesi tenuta per ben 28 anni, scandisce con una punta di emozione il nome del proprio successore. E' Luigi Renzo di Campana, vicario della diocesi di Rossano. Un evento storico per Campana, patria rinomata dei latticini e delle ciliege, che dopo 325 anni da alla cattedra vescovile per la seconda volta un proprio figlio. Il primo si chiamava Francesco Marino che ebbe l'incarico dal 1682 al 1716.
L'8 agosto durante un'imponente cerimonia nella Cattedrale dell'Achiropita Maria Santissima di Rossano Mons. Luigi Renzo riceve la mitra episcopale, alla presenza di tutti i vescovi calabresi, di fedeli, autorità ecclesiastiche e civili della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, del sindaco di Tropea Antonio Euticchio. Nello stemma della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, scelto dal neo vescovo, è ricordata Campana. E' un atto di tenero affetto verso le proprie origini, verso la sua città natale.
Il 12 agosto, indossando i nuovi paramenti vescovili, Mons. Renzo visita il paese natale per incontrare i propri concittadini sulla piazza principale e nella chiesa madre celebrando messa al fianco del parroco don Salvatore. Il sindaco gli consegna le chiavi della città e la “Campana d’Oro”, premio, che ogni anno viene dato ad un personaggio calabrese distintosi per grandi meriti.

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Il Festival della Filosofia di Modena chiude il 16 settembre ma continuerà in RAI


(S. Libertino) Si è concluo Domenica 16 settembre il Settimo Festival della Filosofia a Modena/Carpi/Sassuolo. Il tema di quest'anno era il 'SAPERE'. Un incontro intorno ai contenuti e ai significati di questa parola di e con filosofi e non, studiosi, operatori, curiosi, gente comune. Un phil rouge che passa dal sapere delle biblioteche a quello della rete a quello dei numeri a quello inscritto nell'anima. Dall'album didattico, al ricordo nostalgico di 'Non è mai troppo tardi' del Prof. Manzi, alle bancarelle piene di libri, alle figurine tematiche, dal gioco virtuale alla rassegna di films, alla calligrafia, al labirinto della memoria, dalla danza alla musica.
Dal 17 settembre si possono riascoltare le interviste realizzate in nove ore di diretta da Fahrenheit, il programma culturale radiofonico di Rai Radio 3 diretto da Marino Sinibaldi.
Ai microfoni di Fahrenheit, a Modena con Felice Cimatti, Michele Demieri e Lea Gemmato, sono intervenuti, in nove ore di diretta, Remo Bodei, Sergio Moravia, Fernando Savater, Aldo G. Gargani, Paolo Zellini, James Hillman, Ermanno Bencivenga, Francesca Rigotti, Marc Augé, Jeremy Rifkin, Roberta De Monticelli, Armando Massarenti, Sergio Givone, Emanuele Severino, Pietro Barcellona, Salvatore Natoli e Vincenzo Vitiello. Alcune delle interviste si potranno scaricare in formato MP3.
Il Festival proseguirà anche sugli schermi della tv. Rai Educational, diretta da Giovanni Minoli, proporrà due puntate di 30 minuti realizzate a Modena, Carpi e Sassuolo da Magazzini Einstein, il contenitore dedicato all'arte e alla cultura di Rai Educational curato da Paola Orlandini.
Sarà la "Fantasia" la parola chiave della prossima edizione, sempre in programma a Modena, Carpi e Sassuolo da venerdì 19 a domenica 21 settembre 2008. Lo ha annunciato Roberto Franchini, presidente del Comitato promotore della manifestazione, composto da Fondazione Collegio San Carlo, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, Provincia e Regione Emilia-Romagna.

Festival della Filosofia

Fahrenheit



Drapia

Urbanistica, piani associati. Drapia rinuncia


(AGI) La programmazione dello sviluppo del territorio calabrese passa anche attraverso la realizzazione dei Piani strutturali associati, voluti con le linee guida approvate dalla Regione per incrementare l’unione tra comuni. E’ questo l’obiettivo delineato nella conferenza stampa che si e’ svolta questa mattina a Catanzaro, negli uffici della presidenza della Giunta, alla presenza del presidente Agazio Loiero e dell’assessore all’Urbanistica Michelangelo Tripodi. Nel corso dell’incontro con i giornalisti, sono stati resi noti i risultati dell’avviso pubblico per il finanziamento dei nuovi strumenti urbanistici dei comuni, con particolare riferimento proprio ai Piani associati che mettono insieme piu’ realta’ locali. In tutto sono state presentate 221 richieste di contributo per la redazione dei Piani, di cui 42 in forma associata con il coinvolgimento di 155 Comuni, oltre a tre richieste per la redazione di Piani territoriali di coordinamento provinciale. Dopo le valutazioni della commissione, sono stati dichiarati ammissibili 39 Piani strutturali associati che interessano una popolazione di 473.463 abitanti. Nella relazione dell’assessore Tripodi e’ stato evidenziato come i progetti ammessi a contributo sono suddivisi in 15 Psa per la provincia di Cosenza, 4 per quella di Crotone, 2 per Vibo Valentia, 6 per Catanzaro e 9 per quella di Reggio Calabria. Tre, invece, i progetti non ammessi a finanziamenti, uno dei quali, quello tra Tropea e Drapia, per la rinuncia di quest’ultimo comune, gli altri due per carenze nella documentazione.

Drapia





L'Inno ai Santissimi Medici Cosma e Damiano

Le guide turistiche locali dicono che a Brattirò, ridente villaggio collinare, che confina con i Comuni di Tropea e Ricadi, il 26 e 27 settembre si onorano ogni anno IMMANCABILMENTE nella Chiesa Parrocchiale i Santissimi e Gloriosi Cosma e Damiano, caduti per mano di Diocleziano nell'era del Martiri, per non aver voluto rinnegare la fede critiana. Non erano prelati ma semplici medici espertissimi nel loro mestiere che ricevettero dal divino Maestro il potere di guarire coi rimedi della medicina gli ammalati incurabili.
Essi cercarono quindi di imitarlo nella sua missione alleviando le sofferenze dei poveri ammalati.
Durante la novena in onore ai Santi la gente brattiroese, che accorre a raccolta nella loro Chiesa da ogni parte del mondo per onorare le reliquie autentiche dei Santi, intona un inno che tocca i più alti livelli di commozione durante la fase finale della processione quando i Santi vengono restituiti al loro altare.
Abbiamo voluto far conoscere il testo integrale dell'inno trascrivendone in queste pagine la lirica appassionata e offrendo la possibilità di assistere in audio e video alla registrazione del 2001.

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La Festa dei Santi Medici




Dalla Calabria la preziosa materia prima
dei servizi reali di porcellana oggi al Quirinale


(Mario Pileggi) Negli ultimi decenni del XIX secolo, l’ing. Emilio Cortese, capo del Corpo Reale delle miniere d’Italia, nel documentare le ricche georisorse della Calabria, tra l’altro, scrive: “Nei dintorni di Parghelia, in provincia di Catanzaro, si sviluppano dei grossi filoni di pegmatite, che furono e sono oggetto di una grande industria. La località fu visitata dallo scrivente fin dal 1882, la prima volta, e successivamente egli se ne occupò perché gli pareva assai interessante il materiale nelle sue applicazioni per l’arte vetraria e per la ceramica. Ma pare che questa preziosa materia sia destinata a cader sempre sotto la mano di gente che, o per ignavia, o per cattiva fortuna, non sa trarne tutto il profitto che può dare.”
Sul modalità di trasporto e destinazione viene precisato che: “La materia pura è portata a Tropea ed imbarcata su grosse barche a vela. Viene acquistata quasi tutta dal Ginori di Firenze, dopo accurata macinazione. Questa si eseguisce in Toscana per conto di un intercettatore. Ne vidi, con grande meraviglia, macinare ad un mulino di Val Castello sopra Pietrasanta! Sono filoni entro la grande massa granitica di Monte Poro, e si chiamano pegmatiti per antonomasia, perché realmente si dovrebbero chiamare silici o filoni quarzosi, essendo che di essi ben pochi contengono feldespato.”

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ARGOMENTO CORRELATO
Giuseppe Antonio Ruffa, scienziato ricadese




Fallisce il Salone dell'enogastronomia


(LameziaWeb) Gli espositori delusi, l'organizzatrice amareggiata. Scarsa l'affluenza del pubblico. È polemica sull'iniziativa "Terre e sapori", il Salone del turismo e dell'enogastronomia al Centro di ricerca agroalimentare da giovedì a domenica, per la quale sono stati spesi 200 mila euro. All'evento hanno contribuito la Provincia con 15 mila euro, grazie agli assessori Filippo Capellupo e Giovanni Mirarchi, e per sponsor un'azienda di giochi on-line che ha espresso una sensibilità imprenditoriale non comune. Assente la Regione, per una fiera nella quale sono stati esposti i migliori prodotti che la Calabria può esprimere.
Un centinaio gli espositori, quattordici gli stand della Camera di commercio, quattro quelli della Cna, tre della Coldiretti e due di Confagricoltura. Il mancato afflusso, secondo gli espositori e l'organizzatrice, è dipeso dalla sede poco raggiungibile, fuori dai circuiti commerciali usuali. Ma tante altre cose sono state lamentate dai venditori, anche la mancanza di promozione adeguata e di cartellonistica appropriata. Ma l'organizzatrice Mimma Cittadino, presidente della Promocal di Catanzaro, ha spiegato che non è stata autorizzata a porre cartelloni di grande formato per poter rendere il percorso facilmente raggiungibile e che invece per la pubblicizzazione dell'evento sono state stampate 30 mila cartoline e altrettanti opuscoli, e sono stati affissi cartelloni pubblicitari in varie città delle provincia di Catanzaro e Crotone.
Gli espositori, pur valutando l'iniziativa lodevole, ritengono che vada migliorato il sistema dell'informazione. Afferma Anna Amodeo di Pianopoli: «Non ci hanno dato l'opportunità di farci conoscere, data la poca affluenza di pubblico e di operatori esteri». Carlo e Paolo Bova di Amaroni: «Era necessaria una cartellonistica appropriata». Santo Ligato di Reggio: «Abbiamo avuto modo di conoscerci tra standisti e questo è stato positivo, ma i lametini hanno perso una grande occasione, perché vi assicuro che i prodotti qui presenti rappresentano il meglio che la Calabria può esprimere. Ho partecipato a tante fiere», continua l'imprenditore, «e posso dire che non è semplice mettere tutte queste aziende insieme, ma la promozione dell'evento e il rapporto con gli operatori esteri doveva essere più curato. Un buyer straniero non può conoscere un prodotto locale, deve quindi avere la possibilità di dialogare con l'azienda. Qui nessuno si è avvicinato. Dovendo dare un voto all'organizzazione da uno a dieci, darei cinque».
Antonio Paonessa di Gimigliano: «Abbiamo portato i prodotti migliori, ma sono rimasti invenduti. Siamo qui con lo scopo di farci conoscere, avremmo potuto farlo in maniera differente, visti i risultati. Nell'ultimo giorno della fiera, dalle 13 alle 16 abbiamo pranzato tutti gli standisti insieme e con noi due signori torinesi che venivano da Tropea e avevano saputo dell'evento da un articolo di Gazzetta del Sud, ma che hanno avuto difficoltà a raggiungere la sede, perché il luogo è fuori mano e senza sufficienti indicazioni».
Bianco della Comunità montana presila catanzarese: «Non siamo venuti qui per vendere ma per farci conoscere al di fuori dei nostri confini, e abbiamo visto un solo buyer inglese».
Kitty Udvaros, l'operatrice ungherese che ha curato i rapporti con gli operatori esteri ha spiegato: «Sono arrivati buyer da Ungheria, Stati Uniti, Australia, e una rappresentante irlandese è rimasta qui per tre giorni. C'è stata una operatrice polacca che rappresentava il mercato inglese. Chiaramente gli operatori si avvicinavano solo agli stand di loro interesse. Solo la rappresentante per il mercato inglese era interessata a tutti i prodotti, e si è avvicinata a tutti gli stand». br> L'organizzatrice Mimma Cittadino ha poi sottolineato: «Gli operatori sono rimasti qui a nostre spese, abbiamo pagato loro, viaggio, vitto e alloggio. Nell'ultima giornata alcune aziende hanno aperto tardi, ed in alcuni casi mancavano le persone agli stand, è chiaro che in quel caso l'operatore estero passava oltre. Ci sono stati anche problemi di varia natura, non dipendenti dalla nostra volontà che non hanno consentito lo svolgimento di alcune delle rappresentazioni previste dal programma».
Alla fine della storia però un dato espresso con sicurezza: «Non ripeteremo l'iniziativa all'Agroalimentare perché è difficilmente raggiungibile, ma gli espositori devono essere più comprensivi».




Dal 29 settembre a Tropea in mostra il decennio napoleonico di Monteleone


(AGI/27/09) Sara’ inaugurata sabato 29 settembre nei locali del Museo diocesano di Tropea la mostra organizzata dal Sistema Bibliotecario Vibonese “L’Albero della liberta’. Modernizzazione e innovazione nell’Intendenza di Monteleone durante il Decennio francese”. La mostra che nasce nell’ambito delle iniziative programmate per celebrare il secondo centenario della battaglia di Mileto, che si sono svolte a Mileto nella scorsa primavera, ha lo scopo di illustrare con l’ausilio di documenti in gran parte inediti e comunque poco conosciuti e di opere d’arte uno dei periodi storici piu’ significativi per la nostra provincia. L’iniziativa, che vede la partecipazione finanziaria della societa’ consortile CO.GA.L. Monte Poro Serre Calabresi, si inserisce nell’ambito delle iniziative programmate dal comitato provinciale per la Cultura della Repubblica recentemente istituito dal Prefetto di Vibo Valentia. Molti i materiali esposti resi disponibili da numerose istituzioni (Biblioteca Nazionale di Napoli, Provincia di Vibo Valentia, Archivio Diocesano di Mileto, Comune di Francavilla Angitola, Biblioteca Calabrese di Soriano Calabrese, Raniero Pacetti, Domenico Romano Caratelli, Luciano Meligrana, Brunello De Stefano Manno) in particolare 22 disegni inediti relativi alle trasformazioni territoriali del periodo, prestati dal Biblioteca nazionale di Napoli, alcuni quadri di Emanuele Paparo, numerosi acquerelli di Bartolomeo Pinelli raffiguranti il bandito Bizzarro, bandi del periodo, stampe e libri, ecc. La mostra e’ stata progettata e curata dal Direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese Gilberto Floriani, che si e’ avvalso della collaborazione scientifica degli studiosi Foca Acetta, Maria D’Andrea, Mario Panarello e Antonio Tripodi, mentre l’arch. Franco Gangemi ha curato l’allestimento. Nel 1806 i francesi invasero e occuparono il Regno di Napoli. Alla base delle operazioni sono motivazioni diverse, da ricercare sia nell’ambiguo sostegno dei Borboni a Napoleone, sia nella necessita’ dei francesi di costituire un sistema statuale e militare in grado di contrastare l’egemonia della flotta inglese nel mediterraneo e la reazione di Ferdinando IV re di Napoli attraverso il brigantaggio. L’azione dei Napoleonidi nel corso del decennio: 1806-1815 e’ orientata verso la modernizzazione delle antiche strutture amministrative, economiche, giuridiche e sociali dello stato napoletano.




Dal 13 al 14 ottobre Festa Arci a Rosarno

Locandina




Preti, pretini, pretoni....


(F. Vallone) S’intitola “Il clero della diocesi di Mileto – 1886/1986” ed è una vera e propria storia sociologica del clero della diocesi di Mileto scritta dal di dentro ma senza alcun condizionamento, smascherando all’occasione colpe e riscoprendo, allo stesso tempo, pregi e qualità. Una lettura e una riscrittura effettuata seguendo antichi inediti carteggi, testimonianze documentarie scritte e orali. Storie ordinarie e straordinarie di preti, atti d’amore verso la Chiesa e opere sociali proiettate dalle chiese sul territorio. Sono tanti e improponibili i detti popolari del vibonese sui preti. Detti popolari forti per far capire, senza ombra di dubbio, distanze e preclusioni. Ma quale tipo di visione poteva esserci sul territorio della diocesi di Mileto, quale rapporto tra i fedeli e i preti, al di là del momento liturgico della messa?
Lo studio di Don Filippo Ramondino, appena uscito in libreria per la casa editrice Qualecultura diretta da Francesco Tassone, analizza cento anni della millenaria storia della diocesi di Mileto. Cento anni di preti, pretini e pretoni, uomini poveri, modesti, devoti o potenti e nobili che hanno fatto della loro vita la vita della Chiesa di Cristo.
Come scrive il vescovo Domenico Tarcisio Cortese nelle pagine di presentazione del volume “il prete è una vita chiamata, consacrata, donata perché con la sua dedizione totale ed esclusiva, gioiosa e generosa, possa servire la Chiesa “popolo di Dio” nella dimensione evangelica del servizio sulle orme di Cristo, che non è venuto per essere servito, ma per servire donando tutta la sua vita fino alla morte di croce”.
I preti gruppo, i preti persone, la vita del prete, c’è proprio tutto in queste interessanti pagine. E in queste pagine abbiamo incontrato un’altra frase importante, di quelle che bisogna sottolineare di rosso: “il prete esprime la vitalità e la fecondità della comunità cristiana, mentre la comunità è il riflesso e lo specchio della dedizione e dell’amorevole cura del clero” e poi, in un rimarcare ancora più forte: “la crisi della vocazione è sempre crisi della comunità”. Don Filippo Ramondino, attraverso questo prezioso cofanetto contenente due raffinati volumi, sapientemente curati nella veste grafica da Adhoc, sfiora e approfondisce, nei cento anni di vita e di storie che vanno dal 1886 al 1986, un percorso umano e istituzionale, un percorso composto dal clero diocesano calabrese.

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APPELLO PER TROPEA


L' Istituto Internazionale di Epistemologia "La Magna Grecia", consapevole dei valori naturale storici ed artistici che la città di Tropea e la sua rocca rappresentano nello scenario di Capo Vaticano e delle Serre di Calabria, esprime la più viva preoccupazione per lo stato di degrado geologico che negli ultimi mesi si è venuto a determinare, compromettendo gravemente la sopravvivenza di una delle zone più conosciute ed ammirate del Mezzogiorno d'Italia. Ricordando l'analoga situazione sofferta a suo tempo da Matera con i suoi sassi, poi risanata, soprattutto grazie all'inserimento di quel sito nel Patrimonio Universale dell'UNESCO, l'Istituto rivolge un pressante appello affinché Tropea, Capo Vaticano e le Serre di Calabria, definite "terra di paradiso" da Bruno di Colonia, possano godere dello stesso privilegio, e sollecita l'adesione di quanti, provenendo dalla Calabria od ad essa legati, si sono distinti nella promozione dei beni culturali in Italia e nel mondo. Si può sottoscrivere l'appello inviando e-m a:
istitutomagnagrecia@tiscali.it
oppure :
p.deleo@unical.it
Pietro De Leo, Professore Ordinario Unical, Presidente dell'Istituto Vincenzo Cappelletti, Direttore Comitato Scientifico.


Città Italiane Patrimonio Mondiale Unesco




Murat, Ciak a Pizzo si gira il re d’autunno


(F. Vallone) Giorno 14 ottobre nel castello di Pizzo si è svolto un convegno promosso dall’associazione murattiana, presieduta da Giuseppe Pagnotta, nel giorno della commemorazione della fucilazione di re Gioacchino Murat con successiva messa celebrata presso la chiesa matrice di San Giorgio dove il re è sepolto. Alla presenza del sindaco sono intervenuti autorevoli storici. Ha chiuso gli interventi Achille Concerto, autore del copione che dovrà essere utilizzato per il film “Gioacchino Murat re d’autunno”.
Concerto è intervenuto anche quale portavoce della produzione “Stile D’Epoca”, dell’architetto Giuseppe Bruzzese e della regista Donatella Baglivo di “Ciak 2000”. Lo stesso, dopo un breve escursus storico su Gioacchino Murat, ha annunciato alla città l’inizio della lavorazione del film. In mattinata, intanto, si era tenuto un incontro programmatico tra la produzione e la troupe della regista Donatella Baglivo ed erano stati ultimati i sopralluoghi per le scene con il direttore della fotografia. Alle domande dei presenti il portavoce, nonché autore del film, ha specificato che il personaggio Murat è stato da lui rivisitato oltre che sotto il profilo storico anche sull’aspetto psicologico dell’uomo lasciando intravedere un Murat patriota del risorgimento italiano antilitteran.
Sulle domande riguardanti la trama lo stesso Concerto ha preannunciato una successiva conferenza stampa che entro il prossimo mese verrà tenuta da produttore, regista e autore. Riserbo assoluto per i luoghi, oltre che a Pizzo, dove verranno girate le scene e per quanto riguarda gli attori principali, mentre per quanto riguarda tutti gli altri attori e comparse lo stesso ha precisato che è intenzione, sia della produzione che della regia, di utilizzare al meglio tutte le risorse del territorio calabrese e che a tal proposito oltre alle location saranno al più presto a mezzo stampa pubblicate le richieste per i provini. Il convegno si è concluso con l’intervento del sindaco di Pizzo il quale ha elogiato l’iniziativa esprimendo la collaborazione sua e dell’amministrazione.




Lion Of The Desert


(S. Libertino) Nella filmografia di Raf Vallone frequentemente ci imbattiamo in lavori che non hanno trovato accoglienza nella ditribuzione italiana. Sono films prodotti e girati all'estero che non sono stati nemmeno doppiati in lingua italiana. Uno di questi films (USA - LIBIA) del 1980 è 'Lion Of The Desert' del siriano Mustapha Akkad, con un cast internazionale invidiabile: Anthony Quinn, Rod Steiger, Oliver Reed, Irene Papas, Raf Vallone, Lino Capolicchio, Claudio Gora, Gastone Moschin.
E' un film storico sulla resistenza opposta dalla popolazione libica all'occupazione italiana fascista. La descrizione rigorosamente vera di un bravo regista e la spettacolaità delle riprese fanno del film un capolavoro, con Anthony Quinn nel ruolo del capo della resistenza Omar Mukhtar, la cui repressione fu affidata dallo stesso Mussolini a Rodolfo Graziani, il quale si rese subito conto di non poter cogliere l'obiettivo tenuto conto del fortissimo consenso dell'intero popolo libico. Graziani distrusse le coltivazioni, avvelenando i pozzi, passando interi villaggi attraverso decimazioni fino alla deportazione di una buona parte della popolazione in campi di concentramento nel deserto della Sirtica, riuscendo alla fine a catturare l'anziano Omar Mukhtar, che, dopo un processo sommario il 15 settembre 1931, venne impiccato di fronte a ventimila persone fatte arrivare dai campi di concentramento.
Mai prima di questo film è stata espressa in modo così memorabile e denunciata con tanto vigore l'ingiustizia del colonialismo.
Il film fu distribuito negli Stati Uniti nel 1980 e due anni dopo in Europa. Ma non ha mai avutto alcuna distribuzione in Italia, in seguito al veto opposto dall'allora sottosegretario agli esteri, Raffeale Costa che lo aveva ritenuto lesivo dell'onore dell'esercito.

Una scena del film (da YouTube)



L'artista Pietro Fantasia con una sua opera in esposizione

"Sinuosità" di Pietro Fantasia. A Vibo Valentia presso l'Archivio di Stato
una mostra pittorica sul tema dell'erotismo


(F. Vallone) Con il patrocinio del Comune di Vibo Valentia, assessorato alla Cultura e dell'Amministrazione Provinciale di Vibo, presso i locali dell'Archivio di Stato di via Palach di Vibo Valentia si terrà una mostra tutta particolare del pittore Pietro Fantasia dal titolo "Sinuosità".
Fantasia, artista di Lagonegro, da anni residente a Vibo, ha al suo attivo numerosi allestimenti espositivi in Italia, a Messina, Bari, Firenze, Lecce, Piacenza e all'estero, in importanti gallerie d'arte e sedi istituzionali con presentazioni e recensioni critiche, tra l'altro, del critico d'arte Franco Luzza e Teodolinda Coltellaro, del preside Giacinto Namia, dei giornalisti Giuseppe Sarlo, Giuseppe Orefice, Domenico Mobilio e Antonio Preta, della scrittrice Francesca Viscone, dei pittori Enotrio Pugliese e Michele Licata, di monsignor Onofrio Brindisi e dello scrittore Sharo Gambino. Quelli che il pittore Pietro Fantasia espone nelle sue tele, in questa mostra dal titolo "Sinuosità", sul tema dell'erotismo, sono i segni della memoria che riaffiorano prorompenti e improvvisi nello spazio metaforico. Sono semplici piccioni, pesci, galli, buchi della chiave e mille altri simboli che rimandano ad un significato altro. Sono i segni di una sessualità velata e di un erotismo mascherato tra la normalità delle forme più comuni, caricati da profonde concettualità di un mondo oppresso da tabù, preconcetti e falso perbenismo. Un mondo, quello dipinto da Pietro Fantasia, molte volte sbirciato con velato rossore attraverso i simbolici buchi della chiave o i piccoli squarci di giornale, che si aprono su una tematica per molti difficile da affrontare.Fantasia è reduce di una importante donazione, una sua grande opera pittorica è stata recentemente consegnata, svelata dal sindaco della città, Franco Sammarco, alla sede della Società Operaia.
La mostra "Sinuosità" si concluderà il 30 novembre.

Per ulteriori informazioni



Uno scorcio della Rupe di Tropea

APPELLO PER TROPEA
In pericolo la «Terra di Paradiso». L'Istituto Vincenzo Cappelletti invita
a sottoscrivere un appello per meglio valorizzare tutta la zona della Rocca


Un altro pezzo d'Italia che langue nell'incuria e nell'abbandono. È la segnalazione che ci fa Pietro De Leo, professore ordinario dell'Università di Calabria, Presidente dell'Istituto Vincenzo Cappelletti e Presidente del comitato scientifico Mario Giancotti.
Questo l'appello che si può sottoscrivere inviando una e–mail a: istitutomagnagrecia@tiscali.it oppure: p.deleo@unical.it .
L'Istituto Internazionale di Epistemologia «La Magna Grecia», consapevole dei valori naturali, storici ed artistici che la città di Tropea e la sua rocca rappresentano nello scenario di Capo Vaticano e delle Serre di Calabria, esprime la più viva preoccupazione per lo stato di degrado geologico che negli ultimi mesi si è venuto a determinare, compromettendo gravemente la sopravvivenza di una delle zone più conosciute ed ammirate del Mezzogiorno d'Italia.
Ricordando l'analoga situazione sofferta a suo tempo da Matera con i suoi Sassi, poi risanata, soprattutto grazie all'inserimento di quel sito nel Patrimonio Universale dell'Unesco, l'Istituto rivolge un pressante appello affinché Tropea, Capo Vaticano e le Serre di Calabria, definite «Terra di Paradiso» da Bruno di Colonia, possano godere dello stesso privilegio, e sollecita l'adesione di quanti, provenendo dalla Calabria o ad essa legati, si sono distinti nella promozione dei beni culturali in Italia e nel mondo.
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