TROPEA - Disegno su carta (inchiostro, carboncino e acquerello) di Willem Schellinks, 1664,
dall'Atlas Blaeu, nel Bildarchiv und Portratsammlung der Osterreichischen Nationalbibliothek, Wien.

 

PREFAZIONE

 

di Antonio Francesco Parisi

 


 

Sebbene per due volte il nome di Vincenzo Lauro sia stato sul punto di venir segnato nel libro d’oro dei Pontefici romani, quel nome in Calabria, sua patria d’origine, è oggi meno noto che altrove. Di lui al massimo si ricorda che fu cardinale e spesso gli si attribuiscono scritti che, almeno in parte, probabilmente non compose. Né molta fortuna si può dire che il suo ricordo abbia avuto in Piemonte, sua patria d’adozione, salvo per quanto egli operò nel vescovato di Mondovì. Eppure Vincenzo Lauro non fu solo un prelato zelante, un amico di letterati, un semplice consigliere regio e ducale, né un Nunzio soltanto preoccupato di applicare pedissequamente le direttive della Segreteria Apostolica. Fu queste cose e altro. In Francia ed in Polonia rappresentò un validissimo sostegno della fede cattolica ed uno dei più tenaci assertori dei deliberata del Concilio Tridentino, in Piemonte egli costituì un fattore di progresso morale, religioso e civile, e tale continuò ad essere in seno alla Curia romana. Se la Polonia, da ogni parte insidiata dal protestantesimo e nonostante le infelici direttive diplomatiche, rimase nell’orbita della dottrina cattolica, a lui va non poca parte del merito.

Principale ispiratore della politica di Emanuele Filiberto e – nei primi anni del principato – anche di Carlo Emanuele, la sua influenza su entrambi i principi era notoriamente così profonda che un diplomatico straniero, Juan de Vargas Miejia, in un suo rapporto dalla capitale del Piemonte, scriveva al suo governo che, a Torino, chi esercitava effettivamente il potere in ultima analisi era il Nunzio del Papa. Questa era, certo, un’esagerazione; però rispecchia non poca parte della reale situazione.

Amico di santi, di principi, di poeti e di letterati, il suo nome ricorre non di rado fra le carte del tempo; eppure nessuna biografia di un certo respiro – salvo quella laudatoria, in latino, scritta all’indomani della sua morte e pubblicata nell’ormai lontanissimo 1599 dal suo segretario Tritonio – ce ne ricorda compiutamente la vita e le opere. Abbondano, invece, le brevi note biografiche, articoli su determinati aspetti della sua vita o delle sue attività, accenni generali e superficiali; si potrebbe, anzi, dire che dal tempo della sua morte non è passato un decennio senza che qualcuno si sia occupato per qualche verso di lui; mai, però, per comporre un’opera documentata, condotta con senso critico e dedicata esclusivamente a lui e a quanto fece.

Per alcuni riguardi, neanche la presente biografia può soddisfare pienamente. Più che un lavoro organico si tratta, qui, della raccolta di una serie di articoli pubblicati sella rivista HISTORICA e scritti sì secondo un originario disegno organico, ma in tempi diversi e in forma autonoma, e, quindi, non tutti ben rapportati fra loro.

Penso, nondimeno, che il presente lavoro, gettando luce su un personaggio, se non di primo piano, certo di notevole rilievo, possa riuscire gradito a coloro che si occupano delle vicende della Chiesa e della storia europea della seconda metà del XVI secolo.

Prima di chiudere questa breve prefazione, ricordo che molti ed autorevoli storici hanno usato la forma classicheggiante «Laureo» per indicare il Nostro; io ho preferito la forma più genuina «Lauro», quale risulta da parecchie sue lettere e documenti e dal suo sigillo.

Rivolgo, infine, un cordiale ringraziamento e quanti mi hanno aiutato nelle ricerche: all’Istituto Polacco e a miss Dyson del British Council di Roma, agli amici dei vari archivi (in particolare a quelli dell’Arch. di Stato di Torino) alla prof. Marina Bersano Begey, che mi ha aiutato nella bibliografia polacca, ed all’amico De Giorgio, che ha avuto la pazienza di seguire il lavoro fino in fondo.

 

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56^/57^ Tornata Gen/Feb 2011 - Mar/Mag 2011

VINCENZO LAURO

di Antonio Francesco Parisi

INDICE
|  Biografia  |  Prefazione | 
La città natale, la famiglia, l'infanzia, i primi studi, i primi impieghi  
|  Le prime esperienze e i primi incarichi |
Da medico dei corpi a pastore di anime  |  Nunzio in Scozia  |
La prima Nunziatura in PiemonteLa Nunziatura in Polonia  |
Il "tutore di Carlo Emanuele" (1580 - 1585) - La nomina a Cardinale

| Il Cardinale del Mondovì Abate di Pinerolo |
|Il mecenate - I suoi rapporti con Caro, B. e T. Tasso, Speroni, Botero, e altri  |
Il periodo romano - La morteBibliografia essenziale |