Stemma araldico del ramo siciliano della Famiglia Galluppi

Le Famiglie Galluppi
di Tropea, di Sicilia e di Aix in Provenza

di Goffredo di Crollalanza
(1873)


Fra le più antiche e nobili famiglie delle Calabrie si conta quella dei Baroni Galluppi di Tropea, di cui un ramo si stabilì in Francia nel XIV secolo, ed un altro in Messina verso la fine del XVI. La più antica memoria che si abbia dei Galluppi di Tropea rimonta al 1270, leggendosi nei registri del Grande Archivio di Napoli che Giovanni, Giacomo e Palmiero Galluppi davano in detto anno danari in prestito al re Carlo I d'Angiò; ma l'albero genealogico di sì illustre prosapia ha principio soltanto con un Cristoforo, il quale prese in moglie nel 1340 Giacoma Ruffo baronessa di Altavilla che gli recò in dote la metà del feuso baronale di Altavilla. Princivallo di lui figlio maggiore ottenne dalla regina Giovanna II l'investitura della quarta parte del suddetto feudo, Giacomo secondogenito acquistò dai frati minori di San Francesco la Cappella di S. Antonio, e Antonio figlio minore fu giudice annale nel 1380. Questi morì celibe, e Princivallo non ebbe che un sol figlio nel quale si spense la sua discendenza mascolina.
Giacomo ebbe un sol figlio per nome Cristoforo II che fu giudice ed assessore presso il Giustiziere della provincia di Principato Citra nel 1408 e quindi Consigliere dei re Lodovico e Renato d'Angiò. Nacquero da lui Giacomo II e Luigi, i quali ebbero ambedue estesa discendenza. Quella di Giacomo si estinse dopo la sesta generazione, e fra i suoi uomini illustri meritano di essere ricordati un Sebastiano che fu Sindaco de' nobili di Tropea nel 1530, nel quale anno venne mandato a Bologna come ambasciatore a Carlo V Imperatore di Allemagna, a fine di ottener la conferma di tutti i privilegi conceduti dagli altri sovrani a quest'illustre città, e un Marcantonio il quale combattè da prode nelle guerre che il re Filippo II di Spagna sostenne contro i Turchi in difesa della religione cattolica.
Luigi fu Sindaco dei nobili di Tropea e loro ambasciatore al re Ferrante I di Aragona per ottenere la conferma degli antichi privilegi. La sua discendenza si perpetuò fino ai nostri giorni, e sono chiari in essa un Giulio Cesare dotto giureconsulto ed autore di opere legali di sommo pregio; un Teofilo vescovo di Oppido nel 1561, il quale intervenne al Concilio di Trento ove fu ammirato per la sua dottrina, e fondò una cappella gentilizia sotto il titolo di S. Girolamo nella cattedrale di Tropea; un Scipione benemerito della patria per aver fondato in Tropea il monte di pietà nel 1585; un Francesco uomo eruditissimo e assai versato nella lingua greca; e un Antonello il quale fu R. assessore e Sindaco dei nobili di Tropea sul cadere del XVI secolo ed acquistò le baronie di Cirella, Joppolo e Coccorino che donò poi al suo terzogenito Cesare nella circostanza che questi si disposava a Giovanna Porzio figlia di Pietro de'Porcii Catoni Barone di Protonotaro e nobile di Messina, la quale gli portava in dote 12,000 ducati, somma assai considerevole a que'tempi.
Questo Cesare fu Capitano dei Corazzieri del cattolico re Filippo II di Spagna, e in questo grado dette prova del suo valore nelle battaglie che quel monarca ebbe nel 1579 contro i Turchi e nelle guerre altresì del Portogallo. Dopo le sue nozze con Giovanna Porzio il senato di Messina lo aggregò a quella nobiltà dell'ordine senatorio, chè nel 1593 era uno dei consulenti nobili che concorrevano agli uffici di quella città.
Con Cesare ebbe principio il ramo dei Galluppi di Messina, dove tuttora fioriscono degnamente rappresentati dal Baron Rainero già senatore di quella città, padre del Barone di Pancaldo commendatore Giuseppe cavaliere gerosolimitano e di altri ordini equestri fregiato, erudito nelle lettere e nell'arte araldica, e di ogni utile disciplina caldo propugnatore. Di questo ramo dei Galluppi noi menzioneremo un Francesco figlio del sudetto Cesare, il quale fece acquisto dei feudi di Abatemarco e Vibonati, ed essendosi disposato ad Isabella Patti Baronessa di Belvedere, accrebbe i dominii della sua casa anche di questa baronia, di cui fu erede il di lui figlio Ansaldo. Da Ansaldo nacque Francesco II, il quale nel 1672 fu uno dei comandanti le milizie della città di Messina contro gli Spagnuoli, combattè da prode insieme col proprio fratello Antonio, contribuì alla vittoria di Giampilieri e all'assalto e resa della torre del Cuture, e maggiormente si segnalò nell'assalto del forte del Salvatore. Francesco e Antonio non ebbero prole maschile, sicchè la discendenza di questo ramo ebbe seguito coi figli di Onofrio fratello del prefetto Ansaldo.
Onofrio, disposatosi alla nobile Antonia Lo Previte della città di Santa Lucia, ed ereditato nei dintorni di essa il vasto territorio di S. Girolamo, che era di proprietà della propria genitrice Isabella Patti, quivi trapiantò la sua famiglia, la quale al nome di Galluppi aggiunse di poi quello eziandio di Patti. Da Onofrio nacque in Santa Lucia Giuseppe, il quale venne ascritto alla Mastra Nobile di quella città in cui esercitò la carica di Giurato nel 1711, 1722 e 1724, e fu altresì uno degl'illustrissimi cinque dei nobili di Tropea. Egli si congiunse in matrimonio colla nobile Caterina Catanzaro, dalla quale nacquero Onofrio II di cui parleremo in seguito; Francesco che fu canonico cantore della R. Cattedrale di S. Lucia, Commissario ordinario del Santo Ufficio ed eccellente compositore di musica sacra; Antonio il quale esercitò più volte la carica di spettabile Giurato di S. Lucia, e fece riedificare a proprie spese la chiesa di Santa Maria della Neve che fornì di ricche suppellettili; e Marcello, stato più volte Spettabile Giurato, che ebbe due figliuoli, il primo dei quali per nome Antonino fu egualmente spettabile Giurato e degl'Illustrissimi cinque del sedile di Portoercole di Tropea, e il secondo, chiamato Sebastiano, fu pure diverse volte spettabile Giurato e Cavaliere del sedile di Portoercole.
Questo Sebastiano ebbe un unico figlio maschio per nome Giuseppe, il quale fu anch'egli spettabile Giurato di Santa Lucia, e procreò due figli, di cui il primo per nome Sebastiano II fu ascritto al registro dei Cavalieri delle Piazze dichiarate chiuse e non ebbe discendenza, e il secondo nomato Francesco, che fu più volte Senatore e Sindaco di Santa Lucia, si disposò alla nobile Vincenza Raineri unica figliuola di Rainero barone di Pancaldo, la quale ereditò questa cospicua baronia che trasmise alla propria discendenza.
Da questo matrimonio nacque Rainero unico figlio maschio, il quale ereditò la suddetta baronia, ristabilì nella città di Messina questo ramo della famiglia Galluppi, ed ebbe per unico figlio l'attuale Barone di Pancaldo commendatore Giuseppe, di cui abbiamo più sopra parlato.
Quell'Onofrio II, che fu primogenito di Giuseppe e di Caterina Catanzaro, esercitò per quattro anni l'ufficio di Regio Capitano di Giustizia di Santa Lucia, fu più volte spettabile Giurato di questa stessa città, e nel 1768 venne prescelto per uno degli Illustrissimi cinque del sedile di Portoercole. Impalmatosi colla nobile Giovanna Scudiero, ebbe da lei tre figli, Ansaldo, Pasquale e Giuseppe. Pasquale fu anch'egli spettabile Giurato di Santa Lucia ed ebbe in moglie la Contessa Saveria D'Amico che gli procreò Pasquale II figlio postumo il quale morì fanciullo; Giuseppe, stato anche egli spettabile Giurato non ebbe prole, ed Ansaldo primogenito ottenne dal re Carlo III per sè e suoi eredi e successori il titolo di Barone di Cirella, feudo posseduto come abbiamo visto da'suoi antenati, comprò dalla città di Santa Lucia il feudo della Foresta, esercitò più volte la carica di spettabile Giurato, e nel 1765 fu eletto per uno degli Illustrissimi cinque del sedile di Portoercole di Tropea. Quest'Ansaldo ebbe per moglie Paola figlia di Antonio Galluppi, la quale lo fece padre di Onofrio III che fu abate del Monastero di S. Basilio di Messina, di Antonino che fu canonico della R. Cattedrale di Santa Lucia, di Vincenzo che come vedremo andò a ravvivare in Tropea la stirpe dei Galluppi prossima ad estinguersi, e di Francesco Mario, il quale disposatosi alla propria cugina Giuseppa Maria Galluppi, ebbe da questa quattro figliuoli, due de'quali, Pasquale e Felice mantengono co'loro figli nella città di Santa Lucia il lustro della loro cospicua famiglia.
La famiglia Galluppi di Tropea, che tanti illustri uomini aveva dato alla patria, verso la metà del secolo passato era per estinguersi, non ne rimanendo superstite in quell'epoca che un Teofilo, il quale non avendo che una sola figlia per nome Lucrezia, e desiderando di ravvivare nella sua patria diletta la propria schiatta, la disposò al sunnominato Vincenzo Galluppi di S. Lucia. Questi per ragione di tal matrimonio stabilì dunque sua famiglia in Tropea, dove nel 1801 venne da que' cavalieri prescelto loro Deputato presso il supremo Tribunale Conservatore della Nobiltà Napoletana a fine di far dichiarare chiuso quell'antichissimo sedile di Portoercole.
Da questo parentado nacquero il famoso Pasquale, uno dei più grandi filosofi di questo secolo, ed Ansaldo il quale fu Cavaliere Gerosolimitano e Paggio del gran maestro di quell'ordine, il signore di Rohan. Del filosofo Pasquale Galluppi crediamo superfluo intrattenerci essendo troppo estesa la fama dei di lui meriti che gli procurarono i più grandi onori. Fra questi non è da tacere la decorazione della Legion d'Onore conferitagli dal re Luigi Filippo di Francia e quella di Francesco I di cui lo graziò il re di Napoli Ferdinando II. Disposatosi a Barbara D'Aquino sorella del Generale di questo nome ne ebbe quattordici figli, de' quali otto maschi e sei femmine. Tre dei primi, Vincenzo, Luigi ed Onofrio, accasatisi con nobilissime dame mantengono in Tropea la loro illustre discendenza con numerosa prole.
Abbiamo accennato in principio di questo scritto come un ramo della famiglia Galluppi si stabilisse in Francia nel XIV secolo. Ora di questo volendo tener breve discorso diremo che ai tempi delle guerre della regina Giovanna I di Napoli un Galluppi si stabilì nella Guienna, ed un suo discendente per nome Antonio Capitano di una compagnia d'infanteria nel reggimento Thermes, avendo percorso colle sue truppe nel 1495 la Provenza, si stabilì in Aix dove si era accasato con una nobile signora di quella città, da cui ebbe numerosa discendenza che si estese fino al secolo passato, sul declinare del quale del tutto si estinse. Non possiamo a meno di non fare onorevole menzione, fra gl'illustri membri di questa casa Galluppi, di un Antonio II poeta di qualche merito a' suoi tempi, il quale aquistò la terra di Chasteuil ed ebbe dal re Carlo IX il governo di quel castello; di un Luigi signore di Chasteuil, il quale fu uno degli uomini più dotti de' tempi suoi, e si hanno di lui una traduzione in versi dei Salmi che fu stampata a Parigi nel 1595 sotto il titolo di Penitenza Reale, ed una storia genealogica della Savoia in versi che dedicò a Carlo Emanuele I Duca di Savoia col titolo di Amori di Apollo e Cassandra; di un Giovanni che fu egualmente che Luigi suo padre, Procuratore Generale della Corte dei conti, e scrittore eloquentissimo e di grande riputazione, avendo pubblicato in Aix nel 1624 alcuni discorsi fatti per ordine del re Luigi XIII sopra gli Archi trionfali eretti in detta città per il solenne ingresso di questo monarca; di un Francesco che morì in odore di santità sul monte Libano; di un altro Francesco Cavaliere di Chasteuil Maggiore del Reggimento della Croce bianca di Savoja, il quale fu pure elegantissimo scrittore di prose e di versi, e che tradusse così bene Petronio senza menomarlo di quella grazia e delicatezza che ne formano il carattere distintivo; e di un Uberto Signore di Chasteuil e fu avvocato generale al Parlamento di Provenza e Procuratore generale della Corte dei Conti.
Noteremo infine come nella Linguadoca esista ancora una famiglia Galluppi, che gli scrittori francesi dicono essere originaria da quella di Provenza, e dalla quale discese il celebre navigatore Gianfrancesco Galluppi Conte di Laperouse nato in Albi nel 1741 e morto in un naufragio presso le coste dell'isola di Mannicolo o Vanikoro.
Lo stemma della famiglia Galluppi è dìazzurro con capriolo d'oro accompagnato da tre stelle dello stesso sormontato dalla corona di barone. Lo scudo è accollato da trofeo militare, e le famiglie di Sicilia alzano per cimiero una testa e collo di Cavallo inalberato di nero a fine di significare la loro provenienza dal regno di Napoli.
 

La  NOBILTA'  di  TROPEA

INDICE

|  'Presentazione della 48^ Tornata' di Salvatore Libertino  |
|  'Il Sedile di Portercole e i Casati di Tropea' di Antonio Vizzone  |
|  'Blasonario delle Piazze Chiuse della Calabria: Catanzaro, Cosenza e Tropea' di Luciano Moricca Caputo  |
| 'Osservazioni sulle nobiltà civiche del Regno di Napoli e sui requisiti delle Piazze Chiuse' di Antonio Toraldo  |
|  'La Nobiltà di Tropea. Alcune osservazioni sul ceto civile nel Regno di Napoli e dei riflessi sulla vita attuale' di Giovanni Maresca |
'Costruire la Casa. Memoria, investimenti, erudizione di una famiglia tropeana tra XVIII e XIX secolo' di Francesco Campennì  |
'Il sedile di Tropea e alcune considerazioni sul riconoscimento e trattamento dei Patriziati nel Napoletano' di Antonio Toraldo |
'Per lo sedile denominato Porto Ercole della Città di Tropea. Nel Supremo Tribunale Conservatore della Nobiltà di questa Capitale, e Regno' di Ferdinando di Francia  |
| 'La Famiglia Caputo' di Salvatore Ferdinando Antonio Caputo  |
| 'Notizie delle Famiglie Nobili di Tropea desunte dalla Cronaca di P. Francesco Sergio' di Antonio Toraldo  |
'Divagazioni araldiche sullo stemma di casa di Tocco' di Antonio Toraldo  |
'La Famiglia Fazzari' di Bernardo Candida Gonzaga  |
'Le Famiglie Galluppi di Tropea, di Sicilia e di Aix in Provenza' di Goffredo di Crollalanza  |
'Brevi considerazioni sulla nobile famiglia Paparatti' di Umberto Paparatti  |
'La Famiglia Transo e Tranfo' di Candida Gonzaga |
'La Confraternita dei Bianchi di San Nicola' di Felice Toraldo  |
'I Sindaci di Tropea' di Felice Toraldo  |