NOTIZIE
DELLE FAMIGLIE NOBILI DI TROPEA
DESUNTE DALLA CRONACA
DI P. FRANCESCO SERGIO
 

di Antonio Toraldo
(1966/67/73)


Fra i manoscritti inediti che trattano delle vicende di Tropea merita particolare interesse la Cronaca scritta circa il 1720 dal sacerdote D. Francesco Sergio. Quest'opera fu ben nota a Felice Toraldo come lo è agli studiosi locali, mentre è sconosciuta, perchè inaccessibile, a tutti coloro che vivono fuori Tropea (1).
Dal punto di vista araldico-nobiliare meritano di essere conosciute le notizie che il Sergio riporta delle famiglie tropeane, patrizie e nobili, fiorenti o estinte; tanto più che Felice Toraldo con la sua fondamentale pubblicazione su <<Il Sedile e la Nobiltà di Tropea>> fa conoscere stemmi, notizie e genealogie delle famiglie iscritte al Ruolo del 1704 e viventi al 1896, (di quelle iscritte allo stesso Ruolo ma estinte dà solo la riproduzione dell'arma) mentre tace sulle famiglie patrizie estinte prima del 1704. Cercar di colmare questa lacuna è lo scopo che mi son proposto riportando in italiano e riassumendo una parte della cronaca del Sergio.
L'opera del vecchio abate non è priva di difetti: egli scrive in latino; è alquanto prolisso, ripete la stessa cosa nelle varie parti della cronaca, alle volte tira solo a riempire lo spazio destinato all'argomento (ad esempio: a tutte le famiglie patrizie e nobili è destinata una pagina, a quelle estinte mezza pagina, senza distinzione), alle volte si compiace troppo di fare sfoggio della sua erudizione, e così via. In compenso il manoscritto, che è una miniera di notizie interessanti ed esatte (almeno per gli avvenimenti contemporanei all'autore), si presenta sotto l'aspetto di un vero e proprio libro stampato; è abbastanza chiaro e ottimamente conservato. Il volume è così composto: XVIII fogli contengono la introduzione, l'indice dei capitoli e numerose dediche, sonetti ecc. di amici ed estimatori; seguono altri 22 fogli non numerati contenenti la vita dell'autore. Poi la cronaca vera e propria di 206 fogli numerati; ed in fine un copioso indice alfabetico. Le dimensioni dei fogli sono mm.290 x 210. L'autore ha anche adornato l'opera di disegni a penna, tra cui l'autoritratto, e sono pure delineati gli stemmi delle famiglie patrizie viventi a quell'epoca, lo stemma reale e quello dei conti di Oropesa; nonchè quelli di Tropea, del Sedile Portercole e del Vescovo Ibanez. Oggi è posseduto dal nobile Dott. Giuseppe Cesareo che lo conserva nel suo palazzo di Tropea e me lo ha gentilmente prestato varie volte.
L'opera è intitolata: <<Chronologica Collectanea sive Chronicorum de Civitate Tropea eiusque territorio Libri tres ab U.c. usque ad annum MDCCXX>> ed è preceduta da un proemio in cui l'autore narra la sua vita: sappiamo così che il Sergio nacque in Tropea nel 1642, fu a Madrid cappellano del conte di Oropesa dopo il 1670 e sino al 1691. Era dottore in Teologia e mastro delle Cerimonie; ed insegnò al Seminario di Tropea (sino alla sua morte avvenuta nel 1727).
Il primo libro della Cronaca contiene la descrizione del territorio di Tropea coi suoi 23 (2) casali, del suo mare e della pesca; nonchè dei territori limitrofi. L'autore traccia anche la storia di Tropea (nella prima parte, però, favolosa) riportando integralmente i privilegi e le concessioni reali di cui godeva la città e altri importanti documenti. E' descritta poi l'amministrazione di Tropea: il Tribunale o R. Bagliva, la Curia capitaniale, la R. Dogana, i mercati e le fiere, l'elezione del Magistrato, i poteri del Sindaco, ecc.
Il secondo libro, che tratta delle persone e che è quello che più direttamente riguarda i nostri studi, dà notizie di tutte le famiglie patrizie viventi ed estinte, delle famiglie nobili fuori del sedile, dei titoli e dei feudi goduti da tropeani e contiene una dissertazione sulla Nobiltà e la storia della seconda separazione dei Nobili dai Popolari nel 1624. Un capitolo è dedicato alle famiglie degli <<Honorati del Popolo>> e un altro ai cittadini illustri o notevoli nel quale si legge un breve ma esatto cenno su Pietro e Roberto Voiano fondatori della rinoplastica e una delle glorie di Tropea (passati però alla storia, o meglio, alla legenda come Pietro e Paolo Vianeo).
Il terzo libro, dedicato alla Chiesa, riporta notizie storiche sulla diocesi di Tropea e la serie dei suoi vescovi, la descrizione e la storia delle varie chiese e dei conventi e del Monte di Pietà. Un capitolo tratta dell'Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme e contiene l'elenco dei cavalieri tropeani.
Riporterò in una prima parte, tradotte fedelmente ma in riassunto, le notizie delle famiglie patrizie viventi nel 1720, di quelle estinte, delle nobili fuori sedili, dei titoli e feudi goduti da tropeani, nonchè il capitolo sull'Ordine Gerosolimitano; e in una seconda parte le notizie riguardanti la separazione del 1624, il Seggio Africano e le famiglie popolari in esso godenti.
Riassumere è stato necessario data la prolissità del Sergio e quindi ho dovuto necessariamente riportare la Cronaca in italiano. Ho seguito il criterio di omettere eventualmente le comuni notizie delle famiglie ora viventi, che sono rintracciabili in tante pubblicazioni, di soffermarmi invece sulle notizie inedite o più interessanti, e perciò sulle famiglie estinte, specie quelle estinte sin da allora; però la descrizione degli stemmi ho creduto opportuno ricopiarla in latino. Nè starò a rilevare le piccole inesattezze in cui alle volte incorre il Sergio nel descrivere gli stemmi delle famiglie. Rilevo solo che quelli riportati da Felice Toraldo sono estratti fedelmente dal Ruolo ufficiale del 1704, ed è da rimpiangere che delle famiglie patrizie estinte prima del 1896, questo autore non riporti la descrizione dell'arma ma solo la figura. Per gli stemmi delle famiglie estinte prima del 1704 ci dobbiamo contentare di ogni notizia, e quelle che ci dà il padre Sergio sono in molti casi le sole che ci restano.

PARTE PRIMA

CAPITOLO I: Famiglie Patrizie viventi nel 1720.
(nel testo: <<Caput V: Stegmata familiarum viventium>> a f. 89 segg.).
 

ADDISI

Ai miei tempi visse D. Pietro Adesi senior e furono suoi discendenti Leonardo e l'abate Alfonso Adesi U.I.D. canonico prebendario.
Habet hec familia pro stegmate campum ceruleum Galeam argenteam a brancia Leonis aurati detentam.
 
 

AQUINO

Questa è una delle sette famiglie discendenti dai Conti di Castro ed Aquino. Fiorì sempre con molti titoli e quella che sta in Cosenza è in grande dimestichezza con questa che vive a Tropea. Visse ai miei tempi Ferdinando de Aquino senior U.I.D. strenuo difensore della sua Città e suo liberatore, che tra l'altro riuscì ad ingannare il Principe di Scilla e il Conte di Lemos in occasione della vendita e liberazione di Tropea.
...quatuor quadrantes tres barras in duobus et in aliis duobus duos Leones.
 
 

BARONE

Il padre D. Antonio Barone cita (nella sua opera) tre personaggi di questa famiglia e cioè: Antonello, prefetto del Castello di S. Elmo; Geronimo Capitano della guardia del Re; e Giovanni <<somiglier di cortina>> di Re Ferdinando.
Ai miei tempi visse D. Orazio Barone, feudatario e capitano di cavalli leggeri, e fu mio coetaneo D. Antonio Barone di Francesco.
Hec falia habet pro stegmate pro insigne servitiorum tria Castra, campum ceruleum in medio Barram subter tres undas, et duas stellas auratas.
 
 

BONGIOANNE

Quinzio Buongiovanni fu medico di Gregorio XIII. Francesco in questo anno 1717 fu eletto sindaco.
Della famiglia vi è in Cattedrale una cappella di giuspatronato.
...campum aureum in medio Incus cui involvitur Colubris duoque mallei instar percutientium
 


CAPUTO

Un ramo di questa famiglia è anche a Cosenza, col quale quelli di Tropea sono in rapporti di familiarità. Ricordo ai miei tempi D. Francesco Caputo seniore che era molto versato nelle divisioni di famiglia e di fondi. Francesco iunior fu eletto sindaco.
...campum ceruleum tres montes virides et duos Leones auratos tenentes caput regis corona aurea.
 


COMERCI

Questa casa non fiorisce qui a Tropea come una volta, bensì nella città di Mileto distante da Tropea circa quattro leghe, e gode di R. privilegi nei mercati della terra di Francica. Ai miei tempi visse il celebre Giulio Cesare Comerci medico fisico.
... campum ceruleum fasciam rubeam bracchium ferratum tenens falconem tres stellas argenteas cum dicto 'Volat cuncta'.
 


COSENTINO

Questa famiglia ai miei tempi era fra gli onorati del popolo, ma antica e ricca. Ricordo due fratelli, Giuseppe e Carlo. Carlo col figlio Cesare andò a Napoli e vi morì di peste. Giuseppe invece, che era medico, ebbe occasione di curare una Mendoza dei conti di Castrillo <<nubilis in capillo>>; la salvò dalla peste e la sposò. Poi mal sopportando la professione di medico fu insignito della laurea in Giurisprudenza e fu eletto Giudice della G.C. della Vicaria. In seguito si trasferì a Madrid e fu eletto Procuratore fiscale del R. e supremo Consiglio d'Italia. In tale carica si rese benemerito alla sua città d'origine, facendo assolvere Tropea del debito di 33 mila monete d'oro che la città doveva al R. Fisco.
Per tale servizio, previo rescritto rogativo e supplicativo della Regina Madre ai nobili, fu con unanime consenso 'ac nullo discrepante' aggregato al ceto e alla Piazza Chiusa dei Nobili nell'anno 1671, e scrissi di mia mano la relativa attestazione.
... campum ceruleum viridem quercum Leonem argenteum lingua rubra.
 
 

FAZZARI

Ai miei tempi visse l'ottimo patrizio Massimiliano Fazzari che era amico di cavalieri napolitani di ogni Sedile, e quand'ero bambino viveva D. Scipione F. capitano del Battaglione del nostro dipartimento. D. Mario Fazzari seniore fu padre di D. Antonio che, eletto sindaco nel 1706, restaurò la Porta di Vaticano le cui chiavi sono affidate a due Mastri Giurati eletti dai Nobili.
Altre due illustrazioni di questa famiglia furono i fratelli D. Antonio e D. Domenico Fazzari datisi alla carriera delle armi.
... campum bipartitum pars superior aurata cum rosa rubra et tres medias columnas.
 


FRANCIA

Frà Giovan Battista di Francia appartenne all'Ordine militare di S. Giovanni di Gerusalemme. Ai miei tempu vivevano due fratelli cioè Giovanni Angelo di Francia che morì senza prole, e Giovanni Battista che ebbe figli tra cui D. Francesco senior e il degnissimo Decano della Cattedrale D. Ignazio di Francia il cui nipote fu D. Fabrizio, eletto sindaco prima dei venti anni, morì nel fiore di giovinezza e lasciò erede D. Francesco di Francia che vive attualmente ed ha eredi di sesso maschile. Questa famiglia possiede beni ereditari nel nostro territorio e nel territorio di Monteleone.
... barram cum Leone aurato desuper campum ceruleum subter vero campum rubeum.
 


GABRIELI

Questa famiglia fondò parecchie cappelle di Giuspatronato.
Francesco Gabrielli U.I.D. fu famoso e celebre. Fu mio contemporaneo Leone Gabrielli. Vi sono nobili di questa famiglia a Roma e ad Ascoli.
... campum ceruleum Pinum, viridim subtentum duobus Leonibus rampantibus.
 


GAGLIARDO

I componenti di questa famiglia non vivono nella nosta città nè nel nostro territorio bensì nella città di Stilo; tuttavia la famiglia non solo è aggregata al nostro Ceto e al nobile Sedile di Porto Ercole ma anche fu ed è sempre enumerata tra i fuochi della città, e al tempo dell'elezione del magistrato e delle cariche dell'Università, chiunque viva di questa famiglia viene qui puntualmente ed esattamente a dare il suo voto.
I Gagliardo di Monteleone sono R. Tesorieri Provinciali, e tanto ricchi che è passato in proverbio il detto: <<manco se fosse Gagliardo>>.
... campum ceruleum barram auream ed duas concas aureas super et subter.
 


GALLUPPI

Ricordo ai miei tempi il canonico D. Franceso Galluppi, e Teofilo G. dottore in utroque che fu eletto due volte sindaco ed era fecondissimo e facondissimo. In cattedrale esistono antiche memorie di questa famiglia tra cui un sontuoso sepolcro con statua e lapide di Antonello Galluppi, Barone di Cirella Ioppolo e Coccorino. Nel secolo passato viveva D. Francesco Galluppi, Barone di Cirella Ioppolo e Coccorino che era ricchissimo ed aveva scrigni pieni di monete d'argento, ma degenerò per i vizii e divorò tutta la sua sostanza finendo miseramente. Ricordo suo figlio Ansaldo che era chiamato, sin che visse, Barone di Cirella.
Nel secolo attuale viveva D. Orazio che fu sindaco ed era dottore in utroque, e vive ancora suo fratello D. Luigi che fu sindaco due volte.
... campum ceruleum fasciam in modum quatrantis et tres stellas aureas repartitas.
 


GIFFONE

Il marchese di Cinquefronde è di questa stessa famiglia e ricordo che nel secolo passato richiese un'attestazione di discendenza dallo stesso stipite e, negandogliela i Giffone di Tropea, venne qui personalmente per ottenerla; e avendogliela negata di nuovo, si riunì un'assemblea di molti nobili e finalmente il Marchese conseguì il certificato di discendere e di provenire da questa nostra nobile famiglia, ottenuto il quale iscrisse uno dei suoi figli all'Ordine Militare di S. Giovanni di Gerusalemme che fu sempre la pietra di paragone della perfetta nobiltà. Uro Giffone fu il primo della città che si gettò in mare armato per incontrare Re Alfonso che fuggiva da Napoli a causa di torbidi popolari e lo portò in salvo a Tropea. Io ricordo D. Manfredo che riusciva a guarire la quartana.
... thalos sive chiacherium nigri et ergentei coloris et in medio barram rubeam.
 


HIMENEO

Ricordo ai miei tempi D. Leonardo Himeneo che fu eletto sindaco.
... campum ceruleum in medio Bracchium ferreum tenens flammam subter duas stellas.
 


MARCHESE

Si crede che abbia origine dai marchesi di Camerota e Principi di S. Vito, di Napoli. La stessa famiglia è anche a Messina e a Genova.
... campum argenteum barram coloris rubei et in medio barre stellam argenteam.
 


MARTIRANO

Questa famiglia è originaria della nostra città quantunque a Cosenza tra le nobili ve ne sia una dello stesso cognome, con la quale quella nostra è in rapporti di corrispondenza e consanguineità.
Qui a Tropea ricordo D. Scipione Martirano che ebbe due discendenti famosi, cioè Giovanni Battista professore di Politica, molto stimato dal Duca di Terranova e di Monteleone, e il padre Pasquale Martirano U.I.D.. Vive oggi l'abate Scipione Martirano iunior.
... campum ceruleum et tres stellas, tres sbarras et caput Leonis manans sanguine in campo rubeo.
 


MIGLIARESE

In molte città del Regno vi sono Nobili di questa famiglia, come ad esempio a Cosenza e a Caserta. Quand'ero bambino viveva il canonico Scipione Migliarese U.I.D.; similmente ricordo D. Domenico senior che aveva circa dodici figli di cui l'ultimo fu D. Giovanni, erede di tutta la famiglia. Questi morì vecchio e lasciò erede suo nipote D. Antonio Migliarese che sebbene giovanissimo prese moglie di recente.
... campum aureum et supra septem montes extat Leo rubens stans.
 


FREZZA

All'epoca della mia infanzia viveva D. Geronimo Frezza che aveva una numerosa famiglia che però a poco a poco scomparve. Suo erede fu Scipione Frezza iunior che morì stabilendo nel suo testamento che venisse trovato entro 10 anni qualche nobile della stessa famiglia Frezza e che questi fosse suo erede. Trascorsi dieci anni e non trovandosi l'erede, il vicerè e il R. Collaterale Consiglio prorogarono il termine di altri dieci anni. Ciò fatto avvenne che si presentò da Napoli D. Cesare Frezza, nobile del Sedile di Nido e reclamò la eredità per suo figlio D. Andrea, giovane di ottimi costumi, che fu reintegrato al ceto Nobile e ammesso a partecipare all'elezioni del Magistrato. All'erezione poi del nuovo Sedile di Port'Ercole fu enumerato di diritto fra i nobili e vive attualmente con numerosa figliolanza ed è un ottimo patrizio.
... campum aureum bipartitum desuper tria lilia cerulea subter tres undas ceruleas.
 


PELLICCIA

Questa famiglia è una di quelle che vennero da Nicotera (dove era già antica ed illustre) per non cadere nel numero dei vassalli al tempo dell'Imperatore Carlo V e a poco a poco, o vendendo o cambiando, trasportarono a Tropea tutte le loro ricchezze, circa duecento anni fa.
Al principio dello scorso secolo viveva l'abbate Tommaso Giovanni Pelliccia che lottò tanto a Napoli per la libertà di Tropea e fu uno dei liberatori della Patria. Visse ai miei tempi D. Maurizio Pelliccia capitano di cavalli leggeri.
... campum rubeum et supra tres fascias auratas leonem rampantem aureum.
 


PAPARATTO

Ricordo D. Paolo Paparatto che fu sindaco in un'epoca di turbolenze popolari sia a Napoli che in quasi tutto il Regno (io ero allora bambino). Non molto tempo dopo fu eletto sindaco D. Francesco P. senior col suo collega D. Ferdinando d'Aquino e accadde che passasse per Tropea il Cardinale Trivulzio che andava a Palermo. Era la settimana di turno di D. Francesco Paparatto (in tal modo infatti esercitavano l'ufficio di sindaco) che andò incontro al Cardinale per ossequiarlo e questi, saputo che era il sindaco della Città, lo collocò alla sua destra mentre mandò tutti gli altri tre passi indietro.
D. Antonio Paparatto figlio del detto D. Francesco fu anche sindaco.
Habet hec familia campum ceruleum in medio plantam cardui tribus fructibus inter duo anseres.
 


ROCCA

Questa famiglia aveva molti possedimenti e abitazioni nel nostro casale di Lampazzoni dove risiedeva abitualmente. Quand'ero bambino ricordo D. Carlo Rocca che aveva molti fondi fra cui uno vicino al Convento dell'Annunziata che conserva ancora il nome di Rocca. Questo D. Carlo prendeva in fitto quasi ogni anno dal sindaco l'esazione delle gabelle e delle fiscalità ed era tirannico ed ambizioso. Ma i suoi figli, colpiti dalle maledizioni dei poveri, si dispersero per il mondo e cessarono dall'appartenere al Sedile. Ciò successe anche ad altre famiglie.
... aureum campum supra montem tribus ornatus stellis et unda nigram Aquilam.
 


ROMANO

Ricordo che Geronimo Romano esercitò la carica di Sindaco perchè non si trovò nessuno che volesse essere eletto, e governò la Città saggiamente e con l'approvazione di tutti.
... campum ceruleum barram auream eversam et super eam Leo aureus et tres stellas subter.
 


SCATTARETICA

Ricordo tra gli altri personaggi di questa famiglia D. Carlo Scattaretica che fu lo straordinario benefattore del Monte di Pietà e del convento dei Carmelitani per i legati disposti nel suo testamento. la sua tomba con la sua immagine si vede nella chiesa dei Padri Gesuiti. Ricordo ancche D. Giuseppe Scattaretica che fu eletto sindaco e governò la città in modo piuttosto strano e suo figlio Antonio seguì le sue orme. Annibale fu cantore della nostra Cattedrale.
... campum ceruleum bipartitum Leonem insurgentem subter aut(em) in forma romboida discolores aura.
 


SECTIS

Ai miei tempi visse l'ottimo patrizio Annibale Settis senior, che aveva una numerosa famiglia e fu eletto sindaco. Dopo la morte di sua moglie si fece sacerdote e fu per molti anni cappellano nel monastero delle monache nobili di Santa Chiara.
... campum aureum Aquilam nigram supra fasciam et duas stellas et alias fascias cum stella.
 


TACCONE

Nella prima metà dello scorso secolo l'antico palazzo di questa famiglia andò in rovina in un batter d'occhio a causa d'un grande incendio, ma poco tempo dopo fu riedificato ancora più bello. Questo palazzo sorge dirimpetto alla Cattedrale appena si entra in città dalla Porta di Mare.
D. Cesare Taccone senior dopo la morte della moglie si fece sacerdote.
Io ricordo Pietro Antonio Taccone e suo figlio Giuseppe, dottore in utroque, che fu eletto sindaco e governò e resse la nostra Città con tutte le leggi politiche essendo rimaste interrotte le comunicazioni con le autorità regie.
Nel corrente anno fu eletto sindaco D. Pietro Antonio Taccone che attualmente amministra la Città.
... campum ceruleum in medio auream barram et desuper tres stellas et subter alias duas aureas.
 


TOCCO

I Tocco dell'Onde sono patrizi napoletani aggregati al Sedile Capuano; la nostra famiglia Tocco ha parentela con quella del principe di Monte Miletto e principe di Acaia, detto volgarmente 'Re Francone' perchè la maggior parte dei suoi stati è in Acaia nella parte della Grecia occupata dal Gran Turco.
Visse ai miei tempi Leonardo Tocco senior e fu della stessa famiglia Francesco Tocco.
... crucem Hierosolimitanam, Aquilam nigram in campo argenteo, Rastrum et sex lilia, undasque ceruleas.
 


TORALDO

Pare che questa famiglia provenga in Tropea da quella dei Baroni di Badolato: io direi piuttosto, data la sua grande diffusione e l'antichità in Tropea, che quella di Badolato abbia tratto origine da questa nostra (3).
Era di questa famiglia il Principe di Massa D. Francesco Toraldo che a Napoli in una rivoluzione preferì esser condotto a morte dal popolo piuttosto che macchiarsi di qualche delitto contro il suo Re.
Ho conosciuto a Madrid e a Napoli D. Francesca Toraldo, figlia unica del suddetto D. Francesco, che per la parentela era in grande amicizia con D. Gaspare Toraldo allora Arcidiacono della nostra Cattedrale e poi Vescovo di Bitetto e di Tricarico.
A Tropea ricordo Giovanni Battista Toraldo che fu il primo Barone di Calimera della famiglia ed era un ottimo patrizio. Negli stessi anni viveva Tiberio Toraldo che fu eletto tre volte sindaco e governò la città magnificamente. Da alcuni mesi morì D. Alfonso Toraldo Barone di Calimera e vive attualmente suo fratello D. Bernardo, terzo signore e Barone di Calimera.
... quinque montes virides in aureo campo et in medio Leonem argenteum et pectore rastrum aureum.
 


TRANFO

I Tranfo vennero a Tropea da Nicotera, assieme ad altre famiglie, quando l'imperatore Carlo V dette questa città in feudo ai De Gennaro, per non cadere nel numero dei vassalli.
Ricordo che D. Carlo Tranfo, duca di S. Agata di Precacore, fu eletto sindaco all'età di diciotto anni e governò benissimo; questi migliorò sempre il suo stato di S. Agata aggiungendovi feudi e territori, ma quelli che vennero dopo di lui lo diminuirono invece che accrescerlo.
Ai miei tempi visse l'egregio patrizio Geronimo Tranfo e ricordo che il suo unico figliolo D. Giovanni Tranfo aveva quattordici figli e fra questi D. Domenico che sposò D. Laura Tranfo e sono chiamati entrambi Duchi di S. Agata di Precacore e Baroni di Foresta. Questo D. Domenico ebbe dodici figli; D. Giuseppe, figlio suo e di D. Laura Tranfo, come successore del Principe di Cosoleto suo prozio materno ereditò il principato e si intitola Principe di Cosoleto.
Questa famiglia, che conta vari rami, eresse la magnifica statua di San Pietro in cattedrale ed ha parecchi Giuspatronati o Cappellanie. Parimenti i Tranfo dicono che gli edifici nella marina dirimpetto l'Arsenale appartengomo ad essi e servivano per le triremi della Città.
... ceruleum campum in medio supra tres monticulos extat olea viridis cum suis maturis olivis.
 


VULCANO

Anche a Napoli vi è questa famiglia ed è aggregata a un Sedile; come pure a Salerno al nobile Sedile di Dominova; e i Vulcano di Tropea hanno rapporti di amicizia con quelli di queste città, poichè sono - come dicono - della stessa stirpe.
Visse ai miei tempi il buon patrizio Muzio Vulcano, che era amante della solitudine; vive attualmente D. Vincenzo Vulcano che oltre ad essere Capitano di fanti del nostro battaglione fu insignito del comando del nostro regio Castello, che una volta era munito di un presidio militare spagnolo.
Molti scrittori tra cui Beltramo, Marafioti e P. Cropani riferiscono che al tempo di Ferdinando di Aragona il nobile Lodovico Vulcano patrizio di Tropea fu nominato comandante di una schiera di triremi tropeane, le quali intervennero alla battaglia navale di Lepanto contro i turchi sotto il comando di D. Giovanni d'Austria.
... campum argenteum cum tribus auratis conchis et subter retem argenteam in campo nigro.
 
 

CAPITOLO II - Famiglie patrizie estinte

(Nel testo <<Caput VI: Familiae extinctae>>)
 
 

AFFLICTO

E' originaria di Nicotera e venne a Tropea quando Carlo V dette in feudo Nicotera alla famiglia De Gennaro. L'ultimo di questa casa fu Annibale la cui madre era una d'Afflitto che aveva sposato un Pelliccia col patto che l'erede portasse i nome dei d'Aflitto. Questi poi alla sua morte fondò una sontuosa cappellania.

ANGELO o DE ANGELIS

Ricordo ai miei tempi l'ottimo patrizio Giovanni Battista de Angelis nonchè suo figlio Paolo che fu eletto sindaco e governò egregiamente. A Napoli conobbi un avvocato di questa famiglia, molto rinomato, assitente nel S.R. Consiglio di S. Chiara che sposò una donna della stessa famiglia De Angelis e fu insignito del titolo di Duca.
Habet haec familia pro stegmate campum ceruleum in medio fasciam auream desuper stellam auream et aliam subter.

BARRILE

Sono di questa casa gli illustri Duchi di Caivano, aggregati a Napoli al Sedile Capuano. Io ricordo Barricello Barrile che possedeva quel famoso fondo del suo stesso nome nei cui vigneti si vendemmiava per 15 giorni.
... campum ceruleum in medio Draconem et in cuius pectore restrillum cun tribus dentibus.

BRACCIO

Era antica e ricca e possedeva molti beni nel casale di Drapia. Paolo Braccio ai miei tempi vestì l'abito della Sacra Religione Gerosolimitana ma lo lasciò prima di professare i voti e si sposò.
Della stessa famiglia fu frà Giulio Braccio dell'Ordine Militare di San Giovanni di Gerusalemme, che visse quasi ai miei tempi.
L'ultimo di questa casa fu Paolo Braccio che in mancanza di discendenti istituì eredi i figli di sua sorella col patto che conservassero il nome della sua famiglia e la sorte cadde sopra D. francesco Mottola di Donato Antonio che si chiama ora D. Francesco Mottola Braccio.
... campum ceruleum in medio bracchium argenteum et in manu sceptrum aureum super duas stellas aureas et in media Luna subter argenteam.

CARACCIOLO

Non si sa se questa famiglia fosse dei Caracciolo bianchi o rossi, però appare certo dallo stemma che era dei Caracciolo del Leone. Il primo venne a Tropea con la carica di Governatore, sposò una nobile tropeana e fu aggregato al nostro ceto.
... quatuor quartos duo cum Leonibus ceruleis in campo aureo duo alii tres barras ceruleas in campo aureo et medium campum ceruleum.

CRESCENTI

Il palazzo nel quale fu fondato (nel 1613) il Seminario dall'illustrissimo (vescovo) D. Fabrizio Caracciolo era di questa famiglia e così pure la torre dirimpetto al Porto d'Ercole sopra il mare, e precisamente appartenevano all'abate Giovanni Carlo Crescenti decano della nostra Cattedrale e fratello del canonico D. Agostino Crescente. Questi due fratelli erano molto eruditi in giurisprudenza.
... campum ceruleum et tres lunas crescentes et argenteas.

COPPULA

Vennero da Nicotera quando Carlo V dette questa città in feudo ai De Gennaro. I duchi di Canzano sono della medesima famiglia e ricordo che durante la guerra di Messina lo stesso Duca di Canzano ebbe occasione di entrare in Cattedrale e, visto lo stemma della famiglia se ne rallegrò molto.
A Nicotera vivono nobilmente ancora oggi parecchi individui di questa casa.
... campum ceruleum in medio Calix aureus et circiter eum quinque lilia aurea.

CONSIGLIA

Ricordo che Perico Consiglia era vice-prefetto del capitano del nostro battagliane di soldati a piedi e che il suo capitano era frà Catsruccio Vitelli dell'Ordine Militare di S. Giovanni di Gerusalemme.
... campum ceruleum cum tribus conculis argenteis due superius altera inferius.

CAMPENNI

Era antica e possedeva giuspatronati e cappellanie nella nostra Cattedrale. Io ricordo il sacerdote D. Leonardo Campenni U.I.D. che fu uno degli incaricati o dalle autorità cittadine o dal Vescovo di Tropea D. Fabrizio Caracciolo di ricercare, seguendo alcune rivelazioni celesti, il corpo di S. Domenica V. e M. nostra concittadina presso la foce del fiume Gazzar dirimpetto al Porto d'Ercole.
... campum viridem et in medio extat Leo aureus rampans.

CARBONARA

Esiste all'ingresso del coro una bella statua di S. Paolo e una lapide che menziona un giuspatronato di questa famiglia fondato da Iacobello Carbonara. Io ricordo che fra Giacomo Carbonara era dei minori osservanti nel nostro convento dell'Annunziata ed era il terrore dei bambini a causa della sua voce tonante. Ricordo anche la veneranda matrona Porzia Carbonara che ai miei tempi fondò il monastero di S. Maria della Piatà.
... campum nigrum barram argenteam supra tres faces subter campum ceruleum tres oculos et quatuor barras argenteas.

CARROZZA

Era antica e nobile, se non sbaglio, prima della separazione ma anche se fosse stata aggregata all'epoca della separazione avrebbe cento anni di nobiltà. Io ricordo che questa famiglia era del ceto nobile e che i suoi componenti molte volte furono eletti Mastri Giurati e eletti della Nobiltà. Ho memoria anche di un venerabile vecchio di nome Giovanni battista Carrozza.
... campum ceruleum et in medio campi Redam auream iuxta cognomen suum.

CANNELLA

Era nobile prima della separazione ma anche se fosse stata aggregata a quall'epoca dovrebbe dirsi nobile ed antica.
Si dice che questa famiglia abbia fondato un giuspatronato e una cappellania che andarono perduti per incuria dei patroni. Nei registri della sacrestia della nostra cattedrale e specialmente in quelli antichi questa famiglia è menzionata per molti lasciti pii.
... campum ceruleum in medio extat Pinus inter duo leones rampantes supra tres montes virides.

CASTAGNA

Nella sacrestia del Duomo sono registrati parecchi lasciti pii di questa famiglia. Io ricordo molte donne di questo cognome che, per incuria e per mancanza di uomini nelle loro case, si erano sposate con individui del ceto dei borghesi (cum aliquibus de gremio popularium).
... campum ceruleum duo leones aureos rampantes tenentes scutum coronatum desuper due stelle argentee.

CARRAFA

D. Francesco M. Carafa duca di Nocera e grande di Spagna, che era Vicario Generale nella nostra provincia, intervenne all'elezione delle cariche cittadine e volle onorare la città ed essere onorato da essa con l'aggregazione alla nostra nobiltà, e infatti, eletti i deputati, fu subito aggregato con unanime consenso. L'anno appresso con suo grande piacere fu eletto sindaco ma occupato dalla carica di Vicario Generale esercitò l'ufficio di sindaco il primo eletto.
... campum rubeum cum quatuor barras argenteas.

GAZZANTI o PUGLISE

Che questa famiglia fosse antica, nobile e ricca è dimostrato dall'antica fondazione di giuspatronati e dai sontuosi sepolcri eretti nella nostra cattedrale specialmente nella cappella dell'Annunziata. Inoltre, poichè anticamente il Beretto Piano spettava ai nobili, e in una loro tomba si vede un uomo col Beretto Piano, si può concludere che questa famiglia Gazzaniti o Puglise o, come altri dicono, Gazzetti fosse nobile ed antica.
... campum ceruleum et in medio campi tria capita Leonum duo desuper et aliud subter.

GIOVANE

Questa famiglia ai miei tempi era nobile e ricca, e godeva di giuspatronati. L'affitto delle gabelle e specialmente di quella del pane, detta <<la macina>>, la condusse alla rovina per il maltrattamento dei poveri le cui maledizioni salirono al cospetto di Dio.
... campum ceruleum barram argenteam cum tribus stellis subter Pinum cum duobus Leonibus rampantibus.

GLORITIA

Ricordo che Sebastiano Glorizio era un uomo giudizioso ed eloquente. Illustrò questa famiglia Ottavio Glorizio che per la sua virtù e dottrina in giurisprudenza conseguì il titolo di conte palatino, come riferisce il padre Antonio Barone nella sua Vita di S. Domenica.
... campum ceruleum barram in medio supra stellam in medio barre quinque arcus subter tres undas.

GALZARANO

Era antica e nobile come si rileva dalle tombe e dagli epitaffi che sono in Cattedrale, nonchè da giuspatronati. Io ricordo l'ottimo patrizio D. Giuseppe Galzarano cui si deve il beneficio dell'acqua pubblica. Infatti appena fu eletto sindaco pose rimedio agli scandali dell'acqua riparando le condutture.
... campum viridem in medio Leonem rampantem aureum manipulum spicarum manibus tenentem.

GODANO

Era nobile antica ed anche ricca come appare dalla fondazione del giuspatronato <<delli Godani>>, e dal ricordo di quel celebre professore che abitava a Napoli ed era Protomedico di tutto il Regno.
Io conobbi di questa casa D. Giovanni Battista Godano.

LAURO

Credo che questa famiglia sia stata aggregata al tempo della separazione; appartenne ad essa il celebre Luigi Lauro U.I.D. che si recò in Spagna a difendere Tropea quando fu venduta dal conte di Lemos al Principe di Scilla e pare che ivi lo volessero uccidere in una imboscata. Meriterebbe una statua con l'iscrizione <<Liberator Patriae>>.
... campum ceruleum et Laurum supra tres montes virides.

MAZZARA

Questa famiglia era nobile antica e ricca, e possedeva fondi e giuspatronati in cattedrale è ricordato un certo <<Martinus Mazzarius>> dal quale pare che trasse origine questa famiglia come è detto in una lapide esistente sopra la cappella di S. Giuseppe Agonizzante.
Ricordo l'ottimo patrizio Leonardo Mazzara che ai miei tempi fu eletto due volte sindaco lasciando di sè imperitura memoria: infatti al tempo del suo sindacato ottenne la costruzione del Sedile di Port'Ercole e i Nobili ne furono messi in possesso. Della qual cosa, e di tanto onore e splendore per la città, bisogna dargli il dovuto merito.
... campum ceruleum in medio satyrum cum nodoso baculo in forma caedentis.

MEDICE

Questa casa fu sempre nella nostra città antica, nobile ed opulenta. Una volta fu interrogato su questa famiglia il Granduca di Toscana e prudentemente rispose: una famiglia è come un bosco in cui sono alberi annosi ed altissimi ed anche minori e piccoli, ma gli alberi piccoli sono della stessa specie e dello stesso genere di quelli grandi.
Si supponeva che questa casa fosse venuta in Calabria a causa di qualche matrimonio e si fosse qui domicialiata.
Hec familia habet pro suo stegmate campum ceruleum in medio sex pilottas in forma rotunda dispositas suprema vero tria habet lilia.

MARZANO

Fu sempre nobile ed antica non solo a Tropea ma anche in parecchie città del Regno, e molti suoi componenti furono insigniti di titoli. Ricordo che questa nostra famiglia dimorava di solito nel casale di Lampazzoni e alcuni suoi membri erano religiosi di S. Francesco d'Assisi.
... campum aureum et Leonem nigrum Linguatum rubro colore in pectore Leonis extat scutum argenteo campo in medio barra similiter nigra.

NOMICISIO

Anticamente la famiglia aveva eretto una cappellania nella cappella di S. Maria delle Grazie in cattedrale, con un sepolcreto e l'obbligo di molte messe. Nell'altare di S. Maria del Popolo detta <<La Congregazione>> esistono memorie risalenti a due secoli dell'Abate D. Francesco Nomicisio tesoriere del Capitolo. Io ricordo il decano D. Francesco Nomicisio.
Erede di questa casa è D. Giacomo Mottola Nomicisio, nipote di Giacomo Nomicisio.
... medium campum aureum in medio Aquila nigra cum aurea corona, barra rubea et circa scutum cum auro et rubeo.

ORLANDO

Nella nostra città fu nobile ed antica; aveva molti fondi e dimorava spesso in un casale del nostro territorio. Io ricordo l'egregio nobile Carlo de Orlando; e anche a Napoli ho conosciuto parecchie persone di questa famiglia.

PIGNATELLI

Tropea fu sempre un bel posto ed una città accogliente per i forestieri. Probabilmente qualcheduno di questa casa venne qui con qualche carica, sposò una nobile, si domiciliò qui e fu aggregato alla Nobiltà prima della separazione.
Oppure qualche nobile di sedile venne apposta a risiedere a Tropea con la famiglia.
... campum aureum tres nigros pignatellos duos desuper et unum subter.

PORTUGAL

Di questa famiglia il primo e l'ultimo fu D. Francesco de Portugallo che era figlio naturale del fratello del Duca di Braganza, il quale mentre andava per mare a Palermo stette fermo quindici giorni presso il capo Vaticano e conobbe carnalmente una ragazza del casale di Ricadi, che restò incinta. Il duca prese nota della data e del luogo e lasciò del danaro. Dopo dieci o dodici anni il fratello di lui venne in Sicilia come Viceré, mandò a capo Vaticano un suo fido che trovò il ragazzo e lo portò a Palermo. Questi in seguito tornò ricco a Ricadi, sposò una nobile e fu aggregato alla nobiltà.
... quinque Christi vulnera, cetera sunt Baronie et Dominia.

SERRANO

Era di origine spagnola e fu antica e ricca nella nostra città. Questa famiglia ebbe la pretesa di comprare il dominio di Mesiano o dal feudatario o dalla Regia Curia, in concorrenza coi duchi di Monteleone.
... duas serras antiquo modo peractas vel duas flammas.

SIGNORETTO

Io ricordo Ferdinando Signoretto senior che aveva molti orti, vigneti e gelseti, nonchè suo nipote Ferdinando iunior che era mio ottimo amico e che morì abbastanza giovane lasciando erede una bambina.
Anche fuori Tropea esistono ricordi di questa famiglia, e precisamente nel territorio di Arena.
... campum ceruleum in medio barra rubea magna cum tribus leonibus auratis et subter tres flammas.

SCIANNI

Questa famiglia fu nobile, antica ed anche ricca perchè possedeva molti beni e aveva fondato un giuspatronato. Io ricordo l'abate Geronimo Scianni canonico prebendario della cattedrale e suo nipote abate Geronimo Scianni iunior che aveva la stessa prebenda.
E' morto da pochi anni frà Francesco Scianni dell'ordine dei Minimi di S. Francesco di Paola, che fu padre provinciale.
Habet hec familia pro stegmate campum ceruleum in medio formam carceris, intus Leonem aureum et desuper due stelle argentee.

TROPEANO

Questa casa fu antichissima, nobile e celebre nella nostra città come lo dimostra il suo nome. Fu anche ricca e il primo fondatore dell'Ospedale di Tropea apparteneva a questa famiglia. Vidi con i miei occhi una lettera inviata dall'Imperatore Carlo V al nobile patrizio Leonardo Tropeano perchè provvedesse, assieme al governatore, alla difesa della città contro le minacce della flotta del Barbarossa. Questa famiglia conservava anche una spada o stocco, regalo dei nostri antichi Re per segnalati servizi.
Ricordo ai miei tempi il canonico Ferdinando Tropeano, che guariva le rotture degli arti.
... campum ceruleum in medio piscem argenteum super tres stellas argenteas et subter aliam argenteam.

THOMACELLI

Era una famiglia romana e godeva di titolo baronale. Che fosse antica e ricca si rileva dalla fondazione del celebre giuspatronato di S. Cosma e Damiano, e dal magnifico palazzo sul mare. Esistono anche ricordi di questa famiglia nella bella cappella dedicata a S. Bartolomeo Apostolo nella chiesa di S. Francesco dei Conventuali.
... campum rubrum et fasciam variis efficiebus coloris nigri et argentei.

PONTORIERI

Il canonico D. Giovanni Battista Pontorieri fu un uomo dottissimo, e versato specialmente in poesia sia latina che volgare. Ricordo di aver letto un suo libro scritto con molta erudizione e dato alle stampe. E' suo il seguente distico composto nel 1639 e dedicato alla nostra Madonna di Romania:

<<Dum tua dextra tergit, hanc dum protegit urbem,
non pavet incussu, nulla pericla timet>>.
 
 

MARCELLINI

Ritengo che questa famiglia fosse di origine romana; era antica nobile e ricca ed aveva fondato un giuspatronato. Ricordo che parecchie donne di questa casa vivevano nel nostro casale di Lampazzoni ed ivi conobbi anche un venerando vecchio che si chiamava Orazio Marcellino.

THOMEO

Visse nei secoli passati Giulio Cesare Tomeo che compose, tra le altre opere, una tragicommedia su S. Placido che fu rappresentata sulla piazza della cattedrale. I messinesi volevano che i tropeani rappresentassero quest'opera anche a Messina e promettevano molti doni ma ne ebbero un rifiuto. Lo stesso autore compose una tragicommedia su S. Domenica.
Apparteneva a questa famiglia Cesare Tomeo iunior che aveva la voce da basso e, quando cantava, la terra e la chiesa tremavano. Suo figlio Alessandro era un giovane elegante e cantava da baritono.
... campum ceruleum in medio bracchium manu plena dante aliquid alicui.

THAVULI

Questa famiglia fu antica, nobile e celebre ed anche molto ricca come consta dalla fondazione di un giuspatronato. I fratelli Claudio e Marcello Tavuli fondarono il Collegio tropeano dei Padri Gesuiti nell'anno 1594 ma il sorgere di questo Collegio può dirsi miracoloso perchè dipese da una pura casualità. Infatti Claudio e Marcello Tavuli dopo che Geronimo, loro padre, morì in Algeri nelle mani dei barbari prima di poter essere riscattato, e dopo la morte di un altro fratello in minore età, avevano stabilito di costruire a Tropea un nuovo collegio della Compagnia di Gesù. Senonchè Marcello, che era il secondogenito, morì quasi subito e il primogenito Claudio, rimasto erede di tutti i beni paterni, mentre in un primo tempo aveva disposto per testamento la fondazione del Collegio, in un secondo momento voleva cambiare la disposizione in favore dei figli della sorella. Ma prima che potesse mettere in atto questo proposito morì all'improvviso senza poter modificare il testamento.
... campum ceruleum subter tres montes virides et super montem Pinum cum aquila nidificante.

FALCONE

Questa famigla fu aggregata al ceto nobile al tempo della separazione. Si estinse in un sacerdote e cioè in D. Annibale Falcone che era uno dei 24 canonici del coro della cattedrale.
... campum ceruleum Arborem et desuper falco hinc inde due stelle argentee.

VENTO

Questa casa era molto antica, nobile e ricca. Possedeva sontuosi palazzi fra cui uno nel piano vicino al regio Castello e molti fondi che non hanno perduto il nome di questa famiglia quantunque siano passati ad altri. Nella località detta Spartà aveva vigneti, oliveti, gelseti e frutteti e tutto quel territorio conserva ancora l'antico nome di Vento.
... campum divisum in duodecim talos sex nigri coloris sex vero argentei coloris.
 
 

CAPITOLO III: Famiglie estinte di cui il Sergio non ha notizie nè conosce lo stemma:
(Nel testo: <<Caput VII: Familiae extinctae sine stegmatibus>>)



Abbati, Fulci, Guarno, Lutraro, Maio, Mirabello, Mare, Puglise, Plasimo, Scialla, Vincifora, Tripodio, Ferraro, La Buzzetta.
 
 

CAPITOLO IV. Famiglie nobili fuori del sedile.
(nel testo Caput VIII. Nomina familiarum Nobilium extra Nobile Sedile)
 
 

DEL DUCE

E' una famiglia del Sedile di Nido e possiede un feudo nobile nel nostro territorio con vassalli e il mero e misto impero. Ha un palazzo in città e si orna del titolo di Barone di Montalto.
Nel secolo passato ricordo D. Francesco del Duce. Vivono attualmente a Napoli D. Scipione del Duce che è Duca di Troia e il canonico D. Pietro del Duce.

CARRAFA

E' una illustre famiglia napoletana che venne a Tropea durante la pestilenza. D. Michele Carafa per amore di sua madre D. Dianora Bongiovanni si stabilì nella nostra città assieme a sua sorella D. Aurelia, e sposò D. Porzia Barone da cui ebbe figli e figlie e cioè: D. Orazio e D. Carlo che risiedono a Napoli; e D. Gaetano; e D. Dianora Carafa che sposò D. Francesco Barone. Al tempo della guerra di Messina venne a Tropea col suo esercito D. Marino Carafa e, come consanguineo, fu ricevuto in casa di D. Michele Carafa.

MOTTULA

Il primo di questa famiglia fu Orazio Mottola senior, Barone di Amato Ioppolo e Coccorino, che sposò D. Laura Barletta e procreò D. Donato Antonio, D. Francesco e D. Antonio. D. Donato Antonio contrasse matrimonio con D. Felicea Braccio dei nostri patrizii da cui nacquero D. Orazio, D. Laura, D. Francesco (4) e D. Domenico. D. Orazio junior prese in moglie D. Giulia Capece Buzzuto dei patrizi napolitani da cui ebbe soltanto D. Felicea che sposò Marco Antonio Mottola terzogenito di D. Francesco senior figlio di D. Orazio senior da cui nacquero: D. Giulia moglie di Eliseo Mottola, D. Caterina moglie del patrizio D. Francesco di Francia, e D. Francesco Antonio che sarà, alla morte di suo nonno Orazio Mottola iunior, Marchese di Amato e Barone di Ioppolo e Coccorino.
D. Francesco Mottola figlio di D. Orazio senior si stabilì a Monteleone e sposò un Marzano ed ebbe per figli: Orazio, prima sacerdote e ora cappuccino; D. Antonio iunior; D. Fabrizio e D. Marco Antonio, nonchè alcune femmine tra le quali D. Elena che sposò il nostro patrizio D. Alessandro Pelliccia.
D. Antonio Mottola (di Orazio senior) sposò D. Faustina Nomicisio nobile tropeana e sorella del patrizio Giacomo Nomicisio, da cui nacquero: D. Orazio, D. Giacomo, D. Francesco, D. Caterina, D. Felicea e D. Claudia di cui parleremo singolarmente.
Hec familia habet pro stegmate campum ceruleum et in medio adest in campo equus alatus volans.

MOTTULA BRACCIO

Questa famiglia ha origine da D. Francesco Mottola figlio di D. Donato Antonio e D. Felicea Braccio, sorella del nostro patrizio Paolo Braccio che non avendo altri eredi chiamò a succedergli i figli della sorella col patto che conservassero il nome della famiglia Braccio.
Questo D. Francesco Mottola Braccio prese in moglie una Sanseverino dei nobili di Catanzaro (5) da cui nacquero D. Antonio e D. Paolo Mottola Braccio e altre tre figlie. D. Antonio Mottola Braccio sposò D. Antonia Signoretto dei nostri patrizi e procreò D. Francesco morto ragazzo, una figlia che sposò D. Antonio Sanseverino e morì lasciando due bambine, e D. Ferdinando Mottola Braccio che sarebbe stato l'erede della famiglia. Questi però morì adolescente e l'erede è oggi D. Paolo Mottola Braccio.

MOTTULA NOMICISIO

Come abbiamo già detto, da Orazio Mottola senior Barone di Amato ecc. nacque D. Antonio Mottola senior che sposò Faustina Nomicisio da cui nacquero: D. Orazio iunior morto adolescente, D. Giacomo, e D. Francesco che morì da soldato nello stato di Milano. D. Giacomo dopo la morte di suo zio materno Giacomo Nomicisio che aveva sposato D. Felicea Mottola sorella di D. Antonio senior e che aveva istituito edere lo stesso D. Giacomo a condizione che conservasse in perpetuo il nome e la memoria della sua famiglia, si chiama ora D. Giacomo Mottola Nomicisio. Questi prese in moglie D. Bernardina Cirino nobile di Messina con la quale ebbe D. Antonio che è ora canonico e D. Faustina che morì nel nostro monastero di S. Domenica. Morta D. Bernardina, D. Giacomo sposò D. Caterina Lauro nobile di Amantea ed ebbe parecchi figli. Il suo primogenito è D. Francesco Mottola Nomicisio che sposò D. Laura Mazzara dei nostri patrizi. Il secondogenito D. Domenico sposò D. Antonia Signoretto dei nostri patrizi (vedova di Antonio Mottola Braccio) ed ha figli che sono chiamati Mottola Signoretto.
Hec familia habet dimidiatum stegma a parte dextera suam familiam, sinistra vero familiam Nomicisio.

MOTTULA PELLICCIA

Questa famiglia discende dal secondogenito di Orazio Mottola senior Barone di Amato che fu D. Francesco Mottola senior sposato con una Marzano da cui nacquero: Padre Francesco Antonio, D. Antonio, D. Fabrizio, D. Marco Antonio e parecchie figlie.
D. Antonio iunior sposò prima D. Anna Pelliccia e poi D. Francesca Fazzari ma non ebbe prole.
D. Fabrizio sposò D. Maria Fazzari e morì giovane lasciando il solo figlio D. Francesco il quale prese in moglie D. Laura Mottola discendente dal ramo primogenito con la quale ebbe figli e figlie. Lo stesso D. Francesco passò a seconde nozze con D. Vittoria Pelliccia ed ebbe due figli, D. Fabrizio e D. Carlo che morì lattante. D. Fabrizio vive ed è l'erede dei suoi avi materni D. Carlo Pelliccia e D. Francesca Ceresia. Si chiama perciò D. Fabrizio Mottola Pelliccia ed erediterà il feudo sito nel territorio di Francica.

BRAGHO'

Sono oltre cento anni che questa famiglia fiorisce a Tropea. Il primo che venne qui fu Pietro Braghò figlio di Dionora Tranfo dei nostri nobili che sposò Caterina Scattaretica la quale non gli dette figli e morì giovane. Per continuare la famiglia sposò allora Vittoria Galluppi ed ebbe tre figli e tre figlie. Le figlie si accasarono con tre dei nostri più importanti concittadini; i figli furono D. Stefano, D. Onofrio e il primogenito D. Cesare.
Quest'ultimo sposò D. Maria Belli dei nobili di Messina, ed ebbe prole tra cui una figlia sposata a D. Ignazio Barone e D. Domenico che di recente prese in moglie D. Leonora Cirino di nobile famiglia messinese e la cui madre è una Cesareo.
Hec familia habet pro stegmate campum (ceruleum in quo fulget stellam argenteam; et super tres montes virides saltellans taurellus candidus).

BRAVO

Questa casa è di origine spagnola. Pietro Bravo fu Generale dell'Ordine della SS. Trinità e rinunziò ad essere Cardinale.
 Io ricordo quando questa famiglia venne a Tropea, e il primo fu Pietro Bravo che sposò Livia Galluppi nobile tropeana e si domiciliò qui.
Questa famiglia possedette il baronato di S. Agata di Precacore ed io ho visto lo strumento di compera in pergamena di Monticella con altri due casali vicini per il prezzo di 21.000 ducati.

COCCIA

E' una famiglia proveniente dalla nobiltà di Monteleone ed io ricordo che fiorì nella nostra città sin dalla mia infanzia, e fu sempre nobile e ricca. Il primo che venne da Monteleone a Tropea e fissò qui la sua residenza fu ai miei tempi Cesare Coccia. Questi sposò D. Barbara Fazzari figlia del nostro patrizio Massimiliano Fazzari. Suo figlio primogenito fu Nicola Coccia che sposò Lucrezia di Francia di Giovanni Battista da cui ebbe figli tra cui il primogenito D. Francesco Coccia che prese in moglie Laura Scattaretica ed ebbe finora molte figlie.
Questa famiglia possiede nel nostro territorio e fuori molti beni, specie nel territorio di Mesiano e di Monteleone in una località chiamata <<Li Quarteri>>, e ha un bel palazzo in Tropea.

SANSEVERINO

Questa famiglia è oriunda da Catanzaro e pare sia un ramo di quella dei Baroni di Marcellinara la quale anche può annoverarsi tra le nostre nobili perchè si imparentò con la nostra famiglia Toraldo del Sedile di Port'Ercole.
Il primo che venne a Tropea fu Dezio Sanseverino che era vice Prefetto del battaglione della nostra provincia di Calabria Ulteriore e sposò Cassandra Adesi dei nostri patrizi da cui ebbe figli. Morì giovane e la moglie si fece monaca a Lecce. D. Antonio Sanseverino volle seguire l'esempio di suo padre e continuare la residenza a Tropea e prese in moglie D. (Lucrezia) Mottola la quale gli dette due figlie e prematuramente morì.
Questa famiglia è ricchissima perchè è erede di molte famiglie tra le quali oltre quella materna bisogna ricordare l'antichissima e nobile famiglia Carbonara, eguale a quella cui appartenne Porzia Carbonara fondatrice del monastero di Santa Maria della Pietà.

ADILARDO

Fu antica nella nostra città e si ritrova aggregata tra le altre famiglie patrizie quando i nobili si separarono dai popolari. Tuttavia, è certo che la famiglia venne da Nicotera al tempo di Carlo V. A Tropea vi sono anche recenti memorie di questa casa: infatti io ricordo il palazzo della famiglia Adilardi, e sopra la porta principale che è ora la porta del collegio dei Gesuiti vi era lo stemma Adilardi.
Ed ecco come è venuta recentemente nella nostra città: Pietro Adilardi sposò Cassandra Tocco dei nostri nobili ed ebbe figli e figlie delle quali alcune sono nel monastero delle nobili di S. Chiara ed altre si accasarono con patrizi. D. Cesare a causa della residenza fissata da suo padre si sposò a Nicotera e volle continuare la famiglia a Tropea dopo che suo padre collocò qui in matrimonio le sue sorelle, e cioè la prima con D. Giovanni Tranfo iun. figlio di D. Carlo Tranfo iun., l'altra con D. Giuseppe Barone e la terza con D. Francesco Bongioanne.
Della stessa famiglia venne recentemente D. Carmine Adilardi che prese in moglie Caterina Mazzara dei nostri patrizi ed ha figli e figlie (6).

AMATO

Questa antica e nobile famiglia è oriunda della città di Gerace. Della stessa casa conobbi a Palermo il principe di Galato, e ad Amantea la stessa famiglia è aggregata al nobile Sedile di S. Basilio Magno.
Il primo che venne a Tropea da Gerace fu... de Amato che sposò D. Vittoria Barone ed ebbe figli tra cui D. Orazio Arciprete di Mesiano, D. Giovanni Battista sacerdote e un altro che recentemente sposò la nobile Barbara Coccia.

GALLO

La famiglia Gallo è tra le nobili della cittadina di Terranova in questa provincia. Il primo che venne a Tropea fu D. Carlo Gallo che sposò una donna della nostra famiglia de Sectis da cui nacque D. Gregorio Galli che seguendo l'esempio di suo padre contrasse matrimonio con D. Felicea Fazzari la quale gli dette D. Carlo e dopo pochi anni morì. Passò allora a nuove nozze con Olimpia Martirano dei nostri nobili da cui ebbe solo alcune figlie. Pare che tutti i beni della famiglia andranno per fidecommesso a favore del suo primogenito D. Carlo figlio della prima moglie. Questo D. Gregorio risiedette sempre a Tropea dove ha un palazzo, e da poco conseguì la nomina di Capitano di cavalli leggeri.

SPOLITI

Ricordo questa famiglia sin dalla mia infanzia e conobbi Luigi e Romano Spoleti nel nostro casale di Parghelia dove la famiglia è antica e ricca per la fondazione di un giuspatronato. Antonio di Luigi era un uomo a posto; una sua figlia e suo figlio Domenico si imparentarono con duplice matrimonio alla patrizia famiglia Tocco nel secolo passato. Ora si trasferirono del tutto a Tropea dove hanno un bel palazzo.
 


CAPITOLO V: Titolati, Baroni, Feudatari e Suffeudatari
(Tituli, Barones, Feudatarii et subfeudatarii, Caput IX)


D. Carlo Tranfo fu prima Barone e poi Duca di S. Agata di Precacore; suo figlio D'Alessandro fu il successivo duca e poi il nipote D. Carlo iunior che si fece sacerdote rinunziando al ducato in favore di sua sorella consanguinea D. Laura Tranfo, ed è ora cantore della nostra cattedrale. Questa D. Laura Tranfo sposò D. Domenico Tranfo che fu investito del titolo di Duca. Da essi sono nati molti figli di cui il primogenito D. Giuseppe Tranfo ha anche il titolo di Principe di Cosoleto: infatti D. Laura è figlia di D. Lavinia Francoperta sorella maggiore di D. Giuseppe Francoperta Principe di Cosoleto e patrizio di Reggio che la istituì erede universale di tutti i beni sia feudali che burgensatici, e pertanto suo figlio D. Giuseppe sarà Duca di S. Agata di Precacore e Principe di Cosoleto.
D. Bernardo Toraldo di nobile e illustre famiglia è Barone della bella cittadina di Calimera ed ha il mero e misto impero dei suoi vassalli (7).
Bisogna ricordare anche D. Orazio Mottola Marchese di Amato e Barone di Ioppolo e Coccorino che è oriundo della nostra città perchè la famiglia Mottola sia per la residenza che per il matrimonio di D. Donato Antonio con D. Felicea Braccio si deve annoverare tra la nostra nobiltà.
D. Scipione Del Duce cavaliere napoletano del Seggio di Nido e oriundo della nostra città ha il feudo nobile di Montalto. E' anche chiamato Duca di Troia per parte di sua moglie e di sua figlia.
Antonello Galluppi fu Barone di Cirella Ioppolo e Coccorino, e a lui successe D. Francesco Galluppi parimenti Barone di Cirela Ioppolo e Coccorino.
Il nostro Vescovo gode anche di un feudo nobile con vassalli concesso da Ruggero il Guiscardo (8).
D. Francesco Sanseverino, che può considerarsi nostro concittadino è Barone di Marcellinara.
Il nostro patrizio D. Francesco d'Aquino è feudatario regio, ma il suo è un feudo rustico perchè non ha vassalli ma paga ogni anno al R. Tesoriere. E' anche suffeudatario in territorio di Mesiano. Il titolo del suo feudo regio è Plutino.
Anche D. Geronimo Tranfo è feudatario Regio ed ha un feudo rustico senza vassalli.
D. Ignazio Barone ha un suffeudo rustico in territorio di Mesiano.
D. Carlo Barone è suffeudatario di un feudo rustico in quel di Mesiano.
D. Gregorio Fazzari ha un suffeudo rustico dal principe di Mileto.
D. Fabrizio Mottola è suffeudatario di un feudo rustico in territorio di Francica.
D. Francesco Mottola Nomicisio ha un suffeudo dipendente da Monteleone.
D. Carmine Scattaretica ha un suffeudo in territorio di Briatico.

DELLA NOBILTA'

Ho sempre riputato la nobiltà come una gemma inestimabile, base e fondamento delle famiglie. Secondo i giurisconsulti la nobiltà è l'antico splendore della famiglia conservatovi dai discendenti e acquisito dai predecessori. Alcuni fanno consistere la nobiltà nelle inveterate ricchezze. La nobiltà deve avere due requisiti: primo, deve essere nota, conosciuta; e infatti etimologicamente Nobilitas viene da Noscibilitas e nobile da noscibilis. Il secondo requisito è l'antichità e lo splendore: infatti una volta l'antichità di una famiglia si stimava per nobiltà, e la nobiltà equivaleva ad antichità. Lo splendore poi non è che l'enumerazione degli onori, cariche, dignità, titoli e simili.
La nobiltà suole anche nascere dalla <<ingenuità>> cioè dalla libertà, i liberi infatti si chiamano anche <<ingenui>> a differenza dei vassalli. Ciò è manifesto nell'ordine di S. Giovanni di Gerusalemme. Avvenne una volta che in una città baronale un nobile osasse portare sul petto l'insegna della croce dell'ordine di S. Giovanni. Ciò fu risaputo dal Gran Maestro che mandò un cavaliere in missione in quella città che strappò di dosso al Cavaliere l'insegna con scandalo e sua grande vergogna. Tale infatti è la differenza tra la dominazione regia e quella baronale. Parimenti ricordo che quando ero ragazzo alcuni vecchi patrizi narravano che una volta venne a Tropea un cavaliere dell'Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme delegato ad informarsi della nobiltà di una famiglia, che era realmente nobile ed antica. Accadde però che, o per invidia o per cattiveria, gli fu riferito che quelli di questa famiglia, pur potendo vivere di rendita, esercitavano il commercio. Il Cavaliere commissario chiuse subito il libro, prese le sue robe e sparì insalutato ospite.
Considerate quindi che tenue essenza sia la nobiltà e di che delicatissimi fili sia intessuta!

L'ORDINE MILITARE DI S. GIOVANNI DI GERUSALEMME E I SUOI CAVALIERI

L'Ordine Militare di S. Giovanni di Gerusalemme nei secoli passati fu molto in auge nella nostra città che, sebbene piccola, gareggia con le altre in nobiltà.
Questo Ordine è lo splendore e il propugnacolo della Cristianità, il terrore degli infedeli, il timore degli eretici, la forza della nobiltà, la sicurezza delle Nazioni cristiane e la paura dei turchi.
La nostra nobile e antica famiglia Crescenti ebbe due cavalieri, e cioè Fra' Sebastiano e Fra' Scipione Crescenti.
Della nobile ed illustre famiglia Barone si ricordano Fra' Fabio e Fra' Didaco Barone entrambi del ramo di Reggio.
L'illustre e antica famiglia Fazzari diede all'Ordine Fra' Paolo, Fra' Leonardo e Fra' Ferdinando Fazzari.
La celebre famiglia di Francia ebbe nell'Ordine Fra' Giovanni Battista di Francia.
Della famiglia Frezza si ricorda Fra' Ottavio Frezza, e della famiglia Braccio Fra' Giulio Braccio.
Io ricordo anche Fra' Paolo Braccio che per continuare la famiglia dimise l'abito della religione e si risposò, ma non ebbe figli.
Nell'anno 1624 alcuni di questi cavalieri gerosolimitani vivevano a Tropea, e alcuni di essi avevano preso parte all'assedio di Malta.
I ricordi che ci rimangono di quest'Ordine e dei suoi cavalieri sono due: infatti alcuni cavalieri tropeani avevano eretto nel piano di S. Maria dei Latini una colonna con sopra una croce e intorno ad essa una specie di terrazza quadrata, dove si riunivano a conversare e a godere la frescura e l'aria balsamica. Ancora oggi questa località si chiama <<la croce de' Cavalieri di Malta>>.
L'altro ricordo consiste nel nome della strada che dalla Porta di Mare conduce al Convento di S. Francesco, essa è infatti chiamata usualmente <<la strada de' cavalieri>>.
E ciò si spiega perchè in essa vi erano cinque palazzi appartenenti a cavalieri: il primo a destra era della famiglia Crescenti, il secondo a sinistra era dei Braccio, il terzo a destra dei Frezza e il quinto a destra dei Fazzari.
Nell'anno 1703 con rescritto dell'Eminentissimo Gran Maestro dell'Ordine fu annoverato tra i paggi D. Francesco Barone (9).
 


PARTE II
 

LA SEPARAZIONE DEI NOBILI DAI POPOLARI DEL 1624



La nostra città sin da tempo immemorabile si governava in modo aristocratico (come è permesso a poche città del Regno), così che l'amministrazione di essa è affidata ai Nobili, sia con voce attiva che passiva.
Nell'anno 1624, durante il regno di Filippo IV d'Austria, coloro che si interessavano dell'amministrazione della Città, sia nobili che popolari, vollero che si ammettesse il ceto Popolare agli onori e agli oneri del governo, e cioè alle cariche, alle immunità e alle esenzioni di cui anche i Popolari erano soliti godere. Ciò era stato tentato molte altre volte e specialmente nel 1567 sotto il regno di Filippo II d'Austria essendo Vicerè Parafan de Rivera (10).
Si domandò che avvenisse una separazione tra i Nobili e i Popolari e che fossero eletti nel ceto nobile un sindaco, due mastri giurati e due eletti, il mastro camerario e il Razionale; nel ceto popolare un sindaco e due eletti per interessarsi dei poveri e per governare più facilmente.
Pertanto dinanzi al Preside D. Lorenzo Cenani governatore regio e comandante militare della nostra provincia di Calabria Ultra e ad Alvaro del Luna Auditore provinciale si riunirono i sindaci dei nobili Tiberio Paparatto, Vincenzo Fazzari, Francesco Campenni e Alfonso Godano, nonchè i deputati Ferdinando d'Aquino U.I.D., D. Bartolo Barone, Massimiliano Fazzari, Orazio Giffone e gli ex sindaci D. Scipione Frezza e Muzio Barone anche deputati. Fu presentata una Comparizione con Regia Provisione dell'Ecc.mo Duca di Ossuna e del R. Collateral Consiglio che si facesse la separazione tra i Nobili e i Popolari.
Presa visione di ciò fu fatta una nota delle famiglie e furono esaminate attentamente dai sopradetti deputati e celebri patrizi della nostra città ed alcune furono respinte.
Fu stabilito anche in virtù del R. Rescritto di effettuare una separazione di Nobili dai Popolari, al qual fine furono annotate (anche le famiglie del ceto Popolare) col consenso di tutte le antiche famiglie <<nemine discrepante>>.
Questa scelta delle famiglie nobili e la separazione dai Popolari furono consacrate in uno strumento redatto a futura memoria, alla presenza dei seguenti testimoni: on. Melchiorre Tuxca. giudice a contratti, Ven. Giovanni Calafato, Rev. Cl.co Antonino Vulcano, Cl.co Francesco Polito, nob. notaro Filippo Sturopoli, nob. notaro Jacobello Galati, Rev. Luigi Ciaccio, Magico Marcello Cannella U. I. D.
Ecco le famiglie che furono iscritte al nostro ceto nobile nel 1624 i cui nomi sono esposti in ordine alfabetico come è d'uso:
Addisi, Aquini, Abbati, Afflitti seu. Pelliccia, Angeli, Barone, Barrili, Braccio, Bongioanne, Crescenti, Campenni, Carrozza, Coppula, Caputo, Carbonara, Consiglia, Comerci, Fazzali, Frezza, Francia, Falcone, Giffone, Guarno, Grabieli, Galluppi, Gagliardo, Giovani, Godano, Gloritio, Galzarano, Himeneo, Lutraro, Lauro, Migliarese, Mazzara, Marzano, Martirano, Marchese, Mirabelli, Nomicisio, Mari, Orlando, Pipino, Puglise, Paparatto, Plasimo, Puntureri, Romano, Rocca, Scattaretica, Scialla, Sectis, Signoretto, Scianni, Tocco, Toralto, Tranfo, Tropeano, Thomeo, Tavuli, Vento, Vulcano, Vincifora, Scipione Tri(odio), D. Francesco Portugal, Orazio di Maio, Orazio Fulci, Geronimo Ferraro, Giovan Battista La Buzzetta.
Fu stabilito dall'Ill.mo Preside che tutte le suddette famiglie dovessero godere delle cariche, dignità, onori, esenzioni, privilegi e prerogative spettanti ai Nobili senza alcuna differenza tra le recenti e le più antiche.
Il preside e l'auditore incaricarono poi i quattro deputati e Massimiliano Fazzari e i due sindaci Scipione Frezza e Muzio Barone di esaminare le famiglie degli onorati del Popolo sicuri della loro rettitudine e del loro zelo.
Questi deputati stabilirono le condizioni necessarie e all'unanimità scelsero le famiglie col consenso di tutti, respingendo i nati da unioni illegittime, i barbieri e tutti coloro che esercitassero un qualunque mestiere manuale. I rimanenti però se in futuro fossero vissuti civilmente anche se discendenti da lavoratori manuali potevano essere aggregati.
Ecco quali erano le famiglie popolari all'epoca della separazione:
Addisi di Leonardo, Aiello di G. Batt., Bongioanne di Leonardo, Bernaudo di G. Batt., Bona d'Orazio, Boiano di Camillo, Blasio di Florio, Buccafusca, Britti, Barletta di Gios.e, Calello di G. Ant., Civala, Cimino, Coscia, Carminati di Piet. Iacopo, Caivano, Carrà, Cupitò di Scip., Domenico di Ces., Dafinoti, Ioris di G. Batt., Ferraro di Maurizio, Fatio, Galati, Gentile, Longo, Gemma, Leopardo, Lavina, Lauro di Minico, Mazzeo di Nr. Franc., Marcellino, Mangiameli d'Alfio, Moricca di Gio. Lor., Matarisi, Naso, Pisani, Polito, Parascandoli, Pandolfo, Riggio, Bocchetta, Suriano, Sava di Ces., Scruglio, Scoleri, Scarmati, Schinia, Seva, Tripodi, Vita, Ursino.

IL SEDILE AFRICANO O DEGLI ONORATI DEL POPOLO

Il regale rescritto prevedeva l'erezione di due sedili nella nostra città: il sedile di Porto Ercole per i nobili, e il sedile africano per i popolari. Quello dei nobili è già stato costruito (11), invece quello dei popolari deve esserlo ancora. Orsù, dunque, magnanimi Patrizii di Portercole abbiate cura di costruire anche il Sedile Africano!
Venite in aiuto alla pusillanimità dei popolari e tutto risulterà a vostro onore! Comune è l'onore e il decoro della nostra Università che risplenderà per opera vostra tra le altre città del Regno.

FAMIGLIE DEGLI HONORATI DEL POPOLO NEL 1720

Cimino. E' una famiglia molto antica e si ritrova ascritta già nel 1624. Io ricordo che tutti i componenti di questa famiglia vissero civilmente e nobilmente con l'esercizio del notariato e con i beni stabili. Furono miei contemporanei il notaio G.B. Cimino, e suo figlio Antonio anche notaio (il cui figlio Giovan Battista è anch'egli notaio).
Scarnati. E' antica, ed ascritta prima della separazione. Ricordo di questa famiglia Tommaso Scarnati che era giudice a contratti.
Moricca. Anche questa è enumerata tra le famiglie antiche. Io ricordo che tutti quelli di questa famiglia vissero sempre nobilmente e con splendore e avevano belle proprietà. Dettero ottimi cittadini tra cui l'Abate Giovanni Moricca che fu Canonico Penitenziario della nostra cattedrale (12).
Blasio. Ricordo Florio de Blasio famosissimo speziale, che fu spesso sindaco del popolo. Anche suo figlio Domenico e suo nipote Florio junior furono sindaci.
Campise. Ai miei tempi gli individui di questa famiglia erano tutti speziali, e vivevano civilmente e nobilmente e perciò la famiglia fu accolta nel ceto degli onorati col consenso di tutti. Ora poi Alessandro Campise è diventato notaio nella nostra città.
Falduti. E' aggregata da circa sessant'anni. Orazio Falduti fu eletto sindaco più volte e visse sempre dei propri redditi.
Riso. Da più di 60 anni è stata aggregata al ceto popolare, il matrimonio che Giulio de Riso senior contrasse con una tropeana. Costui era maestro d'atti nella R. Curia Capitaniale.
Polito. E' anche antica, e fu aggregata all'epoca della separazione. I membri di questa famiglia vissero sempre con decoro e spesso furono eletti sindaci.
(Vi è anche un'altra famiglia Polito, che venne da Catanzaro con Tommaso...).
La Ruffa. E' una famiglia antica ma aggregata dopo il 1624. I membri di essa vissero sempre onoratamente con beni stabili. Io ricordo Giovan Battista La Ruffa che fu varie volte sindaco.
Cortese. E' antica, ma dopo la separazione. Ricordo che tutti i membri di questa famiglia furono speziali. Ai miei tempi Carlo Cortese fu eletto più volte sindaco, e così suo figlio Nicola.
Petropaulo. E' aggregata da circa 70 anni. Gli individui di questa famiglia o esercitavano il commercio o erano speziali; e furono spesso sindaci.
Roberto. Fi aggregata da circa 60 anni. Ricordo ai miei tempi Muzio Roberto, uomo probo e degnissimo che fu sindaco.
de Ioanne. Questa famiglia fu ammessa al ceto popolare 60 anni fa con Giuseppe di Giovanni che era un famoso speziale.
Paravati. I componenti di questa famiglia, ammessa dopo il 1624, erano mercanti. Ora vive il dottore Francesco Paravati, medico fisico.
Gatto. Di questa famiglia, aggregata da circa 60 anni, ricordo tra gli altri il notaio Giovan Battista Gatto che era un'ottima persona, esperta nella sua professione e che fu sindaco.
Gallizzi. Ricordo che Antonio G. e suo figlio Onofrio furono eletti più volte sindaci del popolo.
Mastrilli. Questa famiglia fu ammessa da circa 60 anni. Taddeo M. fu sindaco più volte.
Pisa. Ha la stessa anzianità della precedente. Salvatore Pisa fu sindaco ai miei tempi, e possedeva fondi e vigne.
Anolfo. Le persone di questa famiglia avevano dei beni stabili nel nostro territorio e vissero sempre con decoro. Leonardo de Anolfo senior fu sindaco.
Andrizzi. La famiglia è aggregata da circa 60 anni. Ricordo che Domenico Andrizzi fu eletto giudice della R. Curia e anche sindaco. Era un uomo degnissimo e di ottimi costumi.
Prestia. E' aggregata da circa 60 anni. Ricordo che Bartolo Prestia fu sindaco.
Saiace. Ha la stessa anzianità. Ricordo che Geronimo Saiace che fu eletto sindaco.
Melifaudi. Ha la stessa anzianità. Ricordo che Flaminio Melifaudi fu pubblico notaio e molto perito nella sua professione.
Massara. E' iscritta da circa 50 anni. Ignazio Massara fu sindaco e anche giudice della R. Curia.
Bottone. E' aggregata da 60 anni al ceto popolare. Filippo Bottone fu sindaco.
Scruglio. Fu aggregata dopo la separazione. Ai miei tempi il notaio Antonio Scruglio fu eletto sindaco o tribuno della plebe.
Aloe. Aggregata da 60 anni. Ricordo il notaio Leonardo Aloe che fu eletto sindaco ma morì giovane pochi mesi dopo.
Mazzitello. Fu iscritta molto tempo dopo la separazione. Geronimo Mazzitello, che era speziale, fu molte volte sindaco e morì giovane proprio durante l'anno della carica.
Epifanio. Ha l'anzianità di 60 anni. Ricordo Giuseppe Epifanio, e suo figlio Francesco che fu sindaco.
Raponsulo. Famiglia aggregata dopo la separazione del 1624. Ricordo l'ottimo notaio Silvestro Raponsolo e suo figlio Francesco. anche notaio, che fu Cancelliere della Città ed è cancelliere del Nobile Sedile di Porto Ercole.
Scordamaglia. Aggregata da circa 50 anni. Ricordo Plauto S. e suo figlio Francesco che sono stati argentieri e orefici, e che spesso furono eletti.
Montanaro. Iscritta da 50 anni. Ricordo il notaio Claudio M. che fu giudice della R. Curia.
Vallone. Aggregata da 40 anni, questa famiglia ha sempre avuto ottime persone sia secolari, che ecclesiastiche. G. Battista V. è stato ora eletto Sindaco e Mastro di atti della R. Curia.
Cimigliano. Ha l'anzianità di 40 anni. I componenti di questa famiglia furono pittori, tra i quali ricordo Domenico C..
Laria. Ai miei tempi Leonardo Laria fu eletto sindaco o tribuno della Plebe.
Montoro. Agostino Montoro è giudice a contratti.
Gullo. Famiglia aggregata molto tempo dopo la separazione. Mihelangelo Gullo è giudice a contratti e deputato della città, per l'esazione delle regie fiscalità.

NOTE

(1) Sconosciuta restò perfino al Conte Vito Capialbi (Cfr. <<Memorie... della S. Chiesa Tropeana>>. Napoli 1852, pag. XXXIII).
(2) I Casali di Tropea erano i seguenti: Parghelia, Alafito, Zaccanopoli, Fitili, Daffinacello, Dafinà, S. Giovanni, Zambrone, Drapia, Santa Domenica, Ciaramiti, Brattirò, Caria, Carciadi, Spilinga, Panaja, Lampazoni, Barbalaconi, Ricadi, Orsigliadi, Brivadi, S. Nicolò.
Ai primi dell'800 il vasto territorio di Tropea fu diviso e sorsero così i comuni di Parghelia (con 2 frazioni), Zambrone (con 3), Zaccanopoli, Drapia (con 3 frazioni), Ricadi (con 7) e Spilinga (con 2). Tropea restò invece senza alcuna frazione e con un territorio comunale di soli 430 ettari.
(3) Questa ipotesi del Sergio è poetica. I Toraldo vennero a Tropea con Alfonso, figlio di Gaspare Barone di Badolato. Padre di Gaspare, e avo di Alfonso, era Giorgio che sposato con Margherita Ruffo aveva avuto in dote Badolato (di cui fu investito il 20 luglio 1454) e alcuni beni burgensatici dei Ruffo in Tropea. Figlio di Giorgio e della Ruffo fu Gaspare che sposò Laura Malerba ed ebbe per figli: Adamo Barone di badolato ed Alfonso capostipite del ramo di Tropea.
Da Adamo discese D. Francesco Principe di Massa e Duca di Palata.
(4) Da questo Orazio Mottola discesero i marchesi di Amato, da Francesco il ramo di Tropea e da Domenico, terzogenito, il ramo di Catanzaro. Laura sposò nel 1661 Giov. Batt. Toraldo, da cui i Baroni di Calimera. Cfr ROBERTO MOTTOLA D'AMATO: <<Storia di Casa Mottola>>, Napoli, 1965.
(5) Qui il Padre Sergio è inesatto. Francesco Mottola Braccio sposò Beatrice Marincola (1681) e da queste nozze nacque nel 1694 Paolo Mottola che fu l'erede della famiglia come ben dice l'Autore. Paolo sposò nel 1727 Cassandra Toraldo, da cui Saverio (n. 1731) che, sposato a Beatrice d'Aquino, procreò Paolo n. 5 febbraio 1778 ricevuto nel 1797 Cavaliere di Giustizia nel S.M.O. di Malta provando la nobiltà delle famiglie Mottola, Toraldo, d'Aquino e Sanseverino. Il suo processo nobiliare è riportato da Roberto Mottola in <<Storia di Casa Mottola>>, pagg. 254 a 260.
(6) La famiglia Adilardi, nelle persone dei figli di D. Carmine, fu reintegrata al Sedile di Port'Ercole il 25 maggio 1755. L'arma fu inesattamente descritta nel Volume del Ruolo Generale, iniziato nel 1704, come: <<di rosso con tre sbarre d'oro>>, però è sempre stata raffigurata: di rosso a tre bande d'oro. E nell'antico palazzo Adilardi, vicino al Duomo, è tuttora dipinto uno stemma partito, nel primo di rosso a tre bande d'oro (Adilardi), nel secondo d'azzurro al satiro al naturale impugnante con ambe le mani una mazza d'oro in sbarra (Mazzara).
(7) La Baronia di Calimera fu acquistata nel 1680, ottenendosi il R. Assenso il 16 gennaio 1681, e restò sotto i Toraldo sino alla fine della feudalità. Dal 1827 passò per breve tempo ai d'Aquino ma fu riscattata da D. Saverio Toraldo (marito di Caterina Grimaldi di Tarsia) che riuscì ad acquistare la maggior parte dell'ex feudo, trasmettendolo alla sua morte nel 1879 al figlio marchese Alfonso. Questi nel 1926 lo vendette al congiunto Bernardo Toraldo (discendente per linea femminile dal ramo feudale da cui ripeteva lo stesso nome) che ne intraprese la valorizzazione ottenendo la concessione delle acque del vicino torrente S. Marino con D. M. 22 giugno 1929 sia per irigare che per produrre energia elettrica. Le terre dell'ex feudo furono irrigate e trasformate in agrumeti e fu portata l'energia elettrica a Calimera, S. Calogero, Rombiolo, Pernocari e Presinaci. La centrale elettrica di Calimera è passata all'ENEL il 1° luglio 1965.
(8) Il vescovo di Tropea godeva ab immemorabili di un'ampia giurisdizione sopra sei famiglie (residenti nel casale di Parghelia) cognominate Colace, Mamone, Rizzo, Grasso, Valleri e Tallaro i cui membri erano comunamente chiamati <<vassalli del vescovo>> e godevano delle franchigie ed esenzioni del Foro ecclesiastico. I Vescovi ebbero spesso controversie giurisdizionali con l'Università riguardo tali vassalli, di cui sembra chiara la diretta discendenza dagli antichi <<adscriptitii>> dell'epoca normanna. (Cfr. GALASSO: <<Economia e Società nella Calabria del '500>>. Napoli, 1967, pagg. 77; e V. CAPIALBI: <<Memorie... della S. Chiesa Tropeana>>. Napoli, 1852, pagg. 65 e 72.).
(9) L'elenco completo dei cavalieri tropeani dell'Ordine di malta è pubblicato dal Toraldo, Il Sedile, 1898, pagg. 139 e 140 (che però omette Pasquale Caputo ricevuto cav. d'On. e Dev. nel 1798 e già citato dall'autore a pag. 44).
Ecco l'elenco di quelli ricevuti nel nostro secolo.
Cavalieri d'Onore e Devozione:
1921: Felice Toraldo; 20-6-1922: Giuseppe d'Aquino; 23-5-1923: Nicola Cesareo e Gilberto Toraldo di Francia; 15-12-1923: Francesco d'Aquino; 22-4-1924: Orazio e Riccardo Toraldo di Francia; 14-12-1936: Umberto Barone; 16-6-1943: Antonio Toraldo; 5-5-1944: Nicola Barone; 6-12-1945: Bernardo e Nicola Toraldo; 5-3-1948: Fabrizio Tranfo; 15-3-1950: Francesco Barone; 15-11-1950: Giuseppe di Tocco; 17 apr. 1953: Pasquale Barone; 11 dicembre 1959; Gian Gregorio Fazzari e Gilberto Toraldo di Francia jr.; 30-10-1964: Umberto e Edoardo Toraldo.
Cavaliere Magistrale jure sanguinis:
27 giugno 1953: Giuseppe Toraldo.
Cavalieri di Grazia e Devozione:
15-12-1964: Nicola, Carlo Felice e Pierraffaele Toraldo; 1-3-1968: Antonino Adilardi.
Non sono compresi nei precedenti elenchi i patrizi tropeani appartenenti a rami viventi fuori Tropea, e cioè i Galluppi di Pancaldo (che ebbero Giuseppe cav. d'Or. e Dev. nel 1867 e poi di Giustizia nel 1876) e i Taccone di Sitizzano (che ebbero Giuseppe ricevuto di Giustizia il 12-6-1911 poi Balì e Membro del Sovrano Consiglio, Luigi Cav. d'On. e Dev. nel 1911, Pietro Cav. d'On. e Dev. nel 1920 e un altro Pietro Cav. d'On. e Dev.).
(10) Le capitolazioni del 1567 sono riportate dal Toraldo, Il Sedile, 1898, pag. 147 a 161 e dallo Scrugli, Notizie, 1891,  pag. 71-72 e pag. 88.
(11) Il sedile dei Nobili fu edificato nel 1704 ed esiste tuttora in Piazza Ercole. E' ancora di proprietà comunale e dato in fitto ad un Circolo di benestanti (prima era il Circolo dei Nobili) che porta il nome del filosofo pasquale Galluppi. L'arme del Sedile, scolpito in marmo, è ancora al suo posto; mentre le armi delle famiglie patrizie dipinte nel loggiato furono cassate una prima volta nel 1800 e una seconda volta nel 1806.
Il sedile degli Onorati non fu mai costruito. Cfr. Scrugli, Notizie, pag. 94 s..
(12) Il Sergio ricorda in un altro capitolo <<Scipio Moricca medicus phisicus... celebris in sua professione..>> e il figlio <<Flaminius Moricca sequutus vestigia Patris sui Medicus Phisicus fuit, meo evo extimatissimus fuit ob nonnullas experientias...>>.
 
 

La  NOBILTA'  di  TROPEA

INDICE

|  'Presentazione della 48^ Tornata' di Salvatore Libertino  |
|  'Il Sedile di Portercole e i Casati di Tropea' di Antonio Vizzone  |
|  'Blasonario delle Piazze Chiuse della Calabria: Catanzaro, Cosenza e Tropea' di Luciano Moricca Caputo  |
| 'Osservazioni sulle nobiltà civiche del Regno di Napoli e sui requisiti delle Piazze Chiuse' di Antonio Toraldo  |
|  'La Nobiltà di Tropea. Alcune osservazioni sul ceto civile nel Regno di Napoli e dei riflessi sulla vita attuale' di Giovanni Maresca |
'Costruire la Casa. Memoria, investimenti, erudizione di una famiglia tropeana tra XVIII e XIX secolo' di Francesco Campennì  |
'Il sedile di Tropea e alcune considerazioni sul riconoscimento e trattamento dei Patriziati nel Napoletano' di Antonio Toraldo |
'Per lo sedile denominato Porto Ercole della Città di Tropea. Nel Supremo Tribunale Conservatore della Nobiltà di questa Capitale, e Regno' di Ferdinando di Francia  |
| 'La Famiglia Caputo' di Salvatore Ferdinando Antonio Caputo  |
| 'Notizie delle Famiglie Nobili di Tropea desunte dalla Cronaca di P. Francesco Sergio' di Antonio Toraldo  |
'Divagazioni araldiche sullo stemma di casa di Tocco' di Antonio Toraldo  |
'La Famiglia Fazzari' di Bernardo Candida Gonzaga  |
'Le Famiglie Galluppi di Tropea, di Sicilia e di Aix in Provenza' di Goffredo di Crollalanza  |
'Brevi considerazioni sulla nobile famiglia Paparatti' di Umberto Paparatti  |
'La Famiglia Transo e Tranfo' di Candida Gonzaga |
'La Confraternita dei Bianchi di San Nicola' di Felice Toraldo  |
'I Sindaci di Tropea' di Felice Toraldo  |