IL MISTERO DEVI
A De Vita piace...                                                                                           ... il travestimento
 

di Luciano Tamagnini


Una della caratteristiche dell'artigianato grafico dei buoni autori di fumetti del tempo passato è che il loro segno, pur nei dovuti limiti di quella che spesso viene indicata come iperproduttività, era quasi sempre, nel bene e nel male, immediatamente identificabile, di primo acchitto. Certo poteva capitare che uno non conoscesse il nome di chi tratteggiava una certa storia, perchè la politica degli editori era quella di tenere ben nascosti alla concorrenza i nomi di coloro che facevano parte della loro scuderia; però uno sapeva che quella storia era stata realizzata dallo stesso disegnatore di un'altra avventura precedente. Matite come quelle di Segna, di Zuffi, di Dell'Acqua, di Jeva erano riconoscibili qualsiasi cosa disegnassero. Oggi si tende a coprire il segno dei vari autori: il colore, la computer grafica, l'eccesso di interventi diversi nella stessa vignetta, la stampa su carta patinata rendono spesso il prodotto che viene pubblicato inerte e difficilmente identifiabile rispetto allo stile delle matite. Ma torniamo a noi: i primi lavori di Antonio De Vita erano prove di "scolastico" approccio al mezzo, un mezzo non del tutto conosciuto nelle sue regole espressive e non del tutto digerito nelle sue tecniche; per questo ben pochi dietro quello pseudonimo di Ottavio Endina avrebbero individuato il nome del grande narratore del successivo Il Piccolo Duca. Poi è venuto il periodo in cui, senza troppo piegarsi a rifare lo stile di qualcun altro, come spesso era invece richiesto da altri editori, De Vita ha lavorato su personaggi già inventati graficamente da altri; così si è costituito piano piano un approccio originale al mezzo, una via personale alla vignetta, che avrebbe dato i suoi frutti di lì a poco; la mano nuova, elegante, identificabile, comincia già ad intravedersi, ma ancora è in fieri.
Dopo questo periodo appare in tutta la sua magnificenza grafica il mondo fantastico di Devi. Che cosa intendiamo? Provare per credere a leggere una qualche sua storia, in cui ormai diventa padrone anche dei testi, per capire che cosa si vuol dire.
Egli costruisce un mondo basato sulle sue fantasie "eroiche", con i suoi rimandi al mondo dei cavalieri, delle imprese, delle magie; costruisce un universo al di là della realtà, a cui spesso invece "fingevano" di richiamarsi i narratori avventurosi dell'epoca. Quante volte abbiamo trovato scritto nella pubblicità di scrivere all'editore di un giornaletto per ricevere la "fotografia" dell'eroe amato! Capitava persino in casa Alpe con Volpe! Oppure si affermava che le vicende narrate erano del tutto vere, vicende vissute. Invece il narratore De Vita in buona parte dei suoi racconti, in quelli più riusciti, rifiuta questo modo di raccontare; la realtà interviene solo per dare la cornice, quell'impronta che non invii le fantasie dei lettori troppo lontano; ci sono rimandi storici in Il Piccolo Duca o in alcuni dei suoi racconti per il mercato francese o nelle sue interpretazioni del mondo del Manzoni, ma sono spesso solo meccanismi per poi permettere al lettore di spaziare in mondi fantastici che il De Vita disegnatore sa rendere tangibili con un segno di incredibile bellezza.
 
 


Il Milione e Marco Polo

I suoi personaggi diventano muscolari, un po' come faceva Hogarth, perchè hanno bisogno del loro corpo atletico per affrontare i pericoli; hanno fasci di scattanti muscoli (attenzione: niente di anatomicamente studiato, bensì i muscoli sono rappresentati nella loro efficacia grafica, al di là che esistano veramente nel corpo umano!) sotto gli indumenti; essi danno forza, vigore ed elasticità ai movimenti degli eroi all'interno della vignetta ed eleganza al complesso della pagina. De Vita, inoltre, evidenzia ancor di più questa tendenza a vedere il corpo come "strumento di avventura" facendo divenire piano piano il capo del personaggio meno importante del resto del corpo, rendendo più piccole le teste rispetto allo sviluppo muscolare dei corpi. Non è che Devi voglia sottolineare che i personaggi avventurosi non debbano "pensare", ma che debbano fare, lottare, affrontare i pericoli e che quindi l'organo del pensiero debba essere più piccolo; è che nell'affrontare una natura magica, spesso nemica e spaventosa fatta di orridi, di boschi malefici, di castelli cupi e terrorizzanti, il corpo diviene uno strumento imprescindibile. La necessità di avere un corpo muscoloso, anche oltre la realtà, è sottolineato spesso anche da vignette in verticale dove il personaggio è dominato dalla natura matrigna che deve affrontare, per cui, per quanto il corpo sia "dominante", ancora più incombenti risultano essere le rupi o i pericoli sovrastanti.
Quella natura, così fisica e così irreale, è un'altra delle costanti grafico narrative di De Vita, che pone sempre il suo disegno in una commissione raffinata tra elementi realistici ed elementi fiabeschi, quasi ci fosse una naturale ritrosia del disegnatore a tuffarsi appieno nel reale. Anche quando, nel mondo dell'Alpe, affronta tematiche western o storiche o racconta dolci novelle metropolitane, affiora sempre una qualcosa che ci fa sentire a cavalcioni della fiaba.
Ora questo mondo grafico così originale ha rischiato di rimanere senza il suo giusto riconoscimento e dobbiamo ringraziare un ricercare appassionato ed innamorato dell'opera del nostro De Vita, di cui ancora molto dovremmo vedere in Italia (e chissà che in un futuro non si possa presentare al nostro pubblico quello che non ha visto della saga del Piccolo Duca o Robin che dir si voglia): grazie alla ricerca di Jean-Ives Guerre il suo nome è ritornato a galla per ottenere quei riconoscimenti, di cui era creditore. Guerre ha compiuto una vera opera da detective, che è documentata nel suo bel volume dedicato al Mistero Devi svelato, per ritrovare l'autore ormai ottantenne.
Noi dobbiamo ringraziare Guerre se abbiamo potuto parlare con Antonio De Vita, ricostruire il suo mondo fantastico e darvi un assaggio della sua potenza grafica.
Ci auguriamo di riavere presto il grande Antonio su di queste pagine.
 

 
 
ANTONIO DE VITA
INDICE:
|  Presentazione di Salvatore Libertino  |
 |  Intervista a cura di Silvio Costa e Luciano Tamagnini   |
Il Mistero Devi di Luciano Tamagnini  |
| Cronologia delle opere a cura di S. Costa e L. Tamagnini  |
|  I Personaggi a cura di S. Costa e L. Tamagnini  |
 |  L'Enigma di Luigi Marcianò   |
Altri Tasselli di S. Costa e L. Tomagnini  |
Le Mystére Devi de Jean-Ives Guerre   |
Lo Zufolo incantato  |