Francesco Ruffa
nel ricordo di Filippo Cirelli



Filippo Cirelli, fondatore nel 1836 e direttore  del periodico napoletano "Poliorama Pittoresco,  in effetti era intimo amico di Francesco Ruffa che ha trovato innumerevoli volte ospitalità su quella rivista. I contatti tra i due non erano solo affettivi ma anche di lavoro essendo il Cirelli collega del Ruffa in quanto ambedue erano addetti alla revisione delle opere teatrali in seno alla Commissione istituita nel Ministero della Polizia Generale.
La testimonianza trascritta in questa pagina è tratta dall'opera monumntale di Cirelli, dedicata a Ferdinando I, "Il Regno delle Due Sicilie decritto e illustrato", Napoli, 1853 - 1860. In particolare nella parte dedicata al Distretto di Monteleone di Calabria (1859).


Di questo illustre letterato è ancora palpitante la memoria presso quanti lo conobbero, e più presso noi che lo avemmo non solo amico dilettissimo, ma Collega ancora nella real Commessione di Revisione delle Opere teatrali. Ci rechiamo a debito quindi di spargere un fiore sulla sua tomba, registrando qui le poche notizie che abbiamo della sua vita.
Nato in Tropea negli ultimi anni del decorso secolo, Francesco Ruffa ebbe nella sua infanzia a guida nello studio delle lettere, e più innanzi in quello di filosofia due suoi Zii. Poscia ebbe nella professione di Medico, dal dotto suo genitore con tanta lode esercitata, recavasi in Napoli per perfezionarsi negli studi analoghi. Ma Francesco Ruffa era nato poeta; e tostochè si vide in mezzo ai distinti cultori delle muse che allora allietavano il suolo partenopeo, da decisa inclinazione sospinto, disertò ben presto la bandiera d'Ippocrate. - Lasceremo al biografo il narrar per minuto tutte le peripezie della sua tumultuosa vita, come pure l'enumerare le poche sue Opere, contentandoci di dire; che entrò egli all'arringo tragico coll'Achille, e vi stampò orme profonde con l'Agave col Codro e col Teramene, che nelle sur liriche poesie trovasi quasi sempre bellamente congiunto all'ordinamento di Pindaro, la evidenza e la connessione Oraziana, di che offrono testimonianza, fra le altre moltissime, le Odi su le Catacombe di Napoli, sul parto cesarea, sopra Rossini, e su la propria tomba, ne'quali componimenti si legge benanche compendiata la sua vita morale; e che degl'innumeri suoi sonetti gli ottimi, tolgono ogni speranza di farne eguali o migliori, e ben pochi ve n'ha che non siano eccellenti.
 Quest'uomo rispettabile moriva il giorno 7 Luglio 1851 quasi sessagenario, nella sua terra natale, ove erasi recato a chiedere a quell'aere benigno, ristoro alle forze perdute per effetto di non lunga malattia sofferta nella capitale. Le più splendide testimonianze di onore de' suoi concittadini lo accompagnarono alla tomba.
Chiudiamo questi brevi accenni col dire, senza tema di contestazione, che Francesco Ruffa ebbe altro l'ingegno, ottimo il cuore, cortesi e schiette le maniere, ricca e modesta la dottrina, illibato il costume.
 
 
 
FRANCESCO RUFFA
INDICE:
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