. . . perchè Tropea è Tropea . . .

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'Armonie della Magna Graecia', alla BIT di Milano Aversano presenta a sorpresa il programma 2009


La violinista Kameliya Naydenova e il pianista Emilio Aversano
durante un recente concerto al Museo Diocesano di Tropea

(Salvatore Libertino) Alla BIT di Milano il Maestro Emilio Aversano ha presentato ai potenziali turisti del territorio di Tropea la XII Stagione Concertistica di 'Armonie della Magna Graecia' per l'ormai imminente periodo estivo, dal 25 luglio all'11 settembre.
Per la Calabria, la Provincia di Vibo Valentia, attraverso l'Assessorato alla cultura, è stata l'unica ad anticipare fin da adesso il cartellone dei concerti che oltre Tropea interesseranno i comuni di Vibo Valentia, Filadelfia, Nicotera, Pizzo, Spilinga.
Aversano spiega: 'Il numero dei concerti contenuti nel programma potranno aumentare. La novità di rilievo sarà l'esibizione il 6 agosto in Piazza Ercole della Balkan Festival Orchestra e dei suoi cinquanta elementi. Sarà una serata veramente magica. E' confermata per il 26 agosto la passeggiata musicale dei Portoni aperti'.
Il Calendario prevede l'esibizione, oltre che dello stesso pianista Emilio Aversano, del tenore Sergio Sangiuliano, del soprano Maria Letizia Bonanno, della violinista Kameliya Naydenova, del clarinettista Boyan Ivanov, della pianista Albena Stoilova, della violinista Ralitsa Naydenova, del flautista Eszter Vereszki, dei pianisti Maria Concetta Lo Bianco, Francesco Comito, Antonia Comito, e dell'Orchestra sinfonica dell'Università di Parma diretta da Luca Aversano e da Antonino Sorgonà.

Calendario Concertistico 2009

Emilio Aversano (pianoforte) e Kameliya Naydenova (violino) in 'Czardas' di Vittorio Monti

Emilio Aversamo in 'Notturno Op. 66' di Frédéric Chopin

(mar. 2009)

Trenitalia, appello di Giuseppe Conocchiella agli Organi di stampa
(Giuseppe Conocchiella) Sono uno dei 22 genitori che hanno figli che studiano a Tropea e impiegano il treno unico mezzo di collegamento tra le due città. Data l'interruzione della doppia linea, da oggi sono stati modificati unilateralmente gli orari esistenti di partenza da Briatico verso Tropea (ore 7,30) e da Tropea a Briatico (ore 13,50) con conseguente grave disagio agli studenti che si configura come limitazione al diritto allo studio e un danno economico per le famiglie degli stessi.
Compatibilmente con le esigenze "superiori" Vi chiedo di prendere in esame un ritocco negli orari (anticipazione) che possa limitare il disagio ai nostri figli anche loro cittadini Italiani o in subordine prevedere delle fermate nelle due località interessate di treni che hanno l'orario coincidente con quello precedente.
Sperando in un Vostro riscontro o in qualche proposta alternativa, distinti saluti.
In nome e per conto proprio e degli altri genitori coinvolti.
Giuseppe Conocchiella

(mar. 2009)

Guerra ai Writers


Writers in azione a Tropea all''Affaccio Raf Vallone'

(APCOM) Niente carcere per i 'writers', e multe ridotte: il Senato ha approvato un emendamento della Lega al ddl sicurezza che allenta la stretta prevista dal Governo contro chi imbratta palazzi o mezzi di trasporto, pubblici o privati. Ma al tempo stesso si potrà procedere d'ufficio, senza aspettare la querela di parte, e viene prevista una multa di 1.000 euro per chi vende bombolette spray di vernice ai minori. La nuova formulazione dell'articolo 7 del ddl, dunque, prevede che sia necessaria la querela di parte solo nel caso in cui vengano imbrattati "beni mobili"; per tutti i beni immobili e per i mezzi di trasporto pubblici o privati, si procederà d'ufficio. La multa per i writers va da 300 a 1.000 euro; ma se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, la multa sale da 1.000 a 1.500 euro (nel testo licenziato dalla commissione era fino a 3.000); in caso di recidiva, la multa può arrivare fino a 2.500 euro (prima era fino a 10.000).

(mar. 2009)

Festa della comunità bulgara
(E. T.) Il primo marzo 2009 in occasione della loro festa tradizionale i bulgari residenti nel territorio di Tropea hanno proposto alla comunità tropeana un programma molto particolare ed articolato.
Innanzitutto, lavorando sodo, hanno reso agibile la biblioteca comunale intitolata al famoso artista Albino Lorenzo che da tempo giaceva in uno stato di pietoso abbandono.
La festa ha preso il via alle ore 1600 con l'inno nazionale e con la descrizione della storia della nazione bulgara. Gli organizzatori hanno rivolto i saluti ed i ringraziamenti al Sindaco per aver messo a disposizione la biblioteca, a Saverio Muscia per aver sistemato l'amplificazione ed al gruppo folk Città di Tropea che ha collaborato alla riuscita della manifestazione.
Il Sindaco ha ringraziato la comunità bulgara affermando che la solidarietà e l'accoglienza fanno parte del patrimonio culturale di Tropea e dei calabresi.
La sala era addobbata con alcuni pannelli che descrivevano la storia, il folklore e le tradizioni popolari della Bulgaria. Oltre ai video turistici, si è passati alla descrizione sceneggiata di una fiaba e dei balli tradizionali bulgari e non poteva mancare anche la nostra tarantella....
Erano anche esposti alcuni oggetti dell'artigianato bulgaro, unitamente a cartoline e ricette. Un'enorme tavolata con tutte le pietanze bulgare e la grappa fatta in casa ha raccolto tutti i presenti per un simpatico stare insieme.
L'assessore alla cultura Pino Mazzitelli ha sottolineato come questi avvenimenti possono far conoscere le diverse tradizioni ed ha auspicato ulteriori incontri di collaborazione.

(mar. 2009)

Marinella Gambino racconta suo padre, il grande scrittore Sharo


Marinella, Sharo e Signora Gambino

(F. Vallone) Organizzato dal Comitato di Vibo Valentia della Società Dante Alighieri, presieduto dalla professoressa Maria Liguori Baratteri, si svolgerà il 4 marzo alle ore 17.30, presso il Convitto Filangieri, l'incontro dal titolo: "Sharo Gambino: mio padre", curato dalla figlia dello scrittore, Marinella Gambino, per i "Mercoledì della Dante Alighieri".
Il grande scrittore Sharo Gambino era nato a Vazzano il 7 gennaio 1925 ed è morto, a 83 anni, a Lamezia Terme il 25 aprile dello scorso anno. Gambino è vissuto sempre a Serra San Bruno dove ha iniziato la sua brillante carriera letteraria pubblicando, a fumetti, il racconto Tragico destino. Sin dall'inizio un grande successo di pubblico e di critica nel raccontare la "sua" Calabria e il suo sguardo sulla società calabrese, si parte con Sole nero a Malifà, il suo primo romanzo, segue La mafia in Calabria, primo saggio sull'argomento in Italia e poi, ancora, Mafia la lunga notte della Calabria e 'Ndranghita dossier.
Il Gambino giornalista scrive per tante testate importanti, Messaggero, Tempo, Gazzetta del Sud, Corriere Calabrese, Quaderni Calabresi, Giornale di Calabria ed altri quotidiani e periodici. Nel 1988 la Gazzetta del Sud ha pubblicato, in diciotto puntate, il suo romanzo giallo Concerto in Re Maggiore.
Gambino ha pubblicato tra l'altro un'importante Antologia della letteratura calabrese e le antologie di poesia popolare Guvernu puorcu, latru e camurrista, Natali 'i 'na vota, Venerdì e Domenica. Dei romanzi, oltre quelli già citati, ricordiamo: Fischia il sasso, In nome del re schiavo, Plot, L'ombra sua torna e, tra i volumi di racconti: Il sesso dei gatti, L'ospite, All'ombra di Trentinella, La ragazza del fiume. Gambino è autore anche di alcuni testi teatrali: Calabria canta e piange e Strenna calabrese.
Sharo Gambino ha collaborato con la Rai, con la sede regionale della Calabria, con il giornale radio, ha avuto la possibilità di intervenire con appuntamenti fissi e con una rubrica che si titolava proprio "Firmato Sharo Gambino".
Da più di sessant'anni a questa parte il nome di Gambino è stato legato sempre alle più importanti iniziative culturali con scoop giornalistici e racconti bellissimi. Ricordiamo la notizia-intervista che stuzzicò anche il giornalista Enzo Biagi per la presenza, all'interno della Certosa di Serra San Bruno, di padre Antonio, un soldato tornato dalla guerra di Corea con le immagini della distruzione nucleare negli occhi e nel cuore, per scelta intima certosino; la scoperta, in una biblioteca di Firenze, di una lettera del Boccaccio datata 1372 e indirizzata al priore di Santo Stefano del Bosco e la scoperta di alcuni affreschi (forse di Renoir) in una chiesa di Capistrano.
Oggi, in fase di pubblicazione é Calabria erotica, uno studio antropologico e sociale tra poesia popolare ed eros.

(mar. 2009)

8 marzo, Donne in Festa
(S. L.) E' tempo quindi di manifestazioni, convegni, dibattiti, ma anche concerti, spettacoli e serate organizzate per sole donne.
Tutto è pronto per dare, almeno per un giorno, la giusta attenzione alla figura femminile e alla pari opportunità fra i sessi, se è vero che ancora nel mondo la donna si vede discriminata ed emarginata nei più elementari diritti di vita dalla società, dalle istituzioni, dalla classe dirigente, dalle religioni nei vari campi del lavoro, della cultura, della partecipazione politica.
Le origini della festa risalgono al lontano 1908, quando nella stessa data avvenne un terribile episodio di omicidio volontario ai danni di un gruppo di operaie di New York della fabbrica Cotton. Precedentemente a questa data, le stesse, intrapresero uno sciopero per protestare delle condizioni lavorative a cui erano sottoposte all’interno del proprio posto di lavoro. Il dirigente della fabbrica, contrariato probabilmente a causa delle perdite del profitto, opta per una soluzione estrema, anzi eccessiva ed imperdonabile. Chiude le porte dello stabilimento dentro il quale vi si trovavano le operaie in corso di protesta e le manda al rogo. L’orribile vicenda ha suscitato negli animi generali un disaccordo tale da creare manifestazioni e rappresaglie di massa in difesa della dignità delle donne. Nonostante questo riferimento storico sia terribilmente aggravante ed ingiustificabile, molti sono ancora gli individui che non sono a conoscenza dell’avvenuto.
L’8 marzo diviene festa nazionale in gran parte del mondo e oggi le associazioni internazionali e nazionali di ogni dove organizzano eventi per difendere i propri diritti sociali e smuovere l’attenzione delle istituzioni nei confronti delle donne e delle lavoratrici di sesso femminile, ma soprattutto è fondamentale tramandare la memoria di un eccidio crudelmente premeditato.
TropeaNews augura a tutte le donne, e in particolare alle tropeane, una grande felicità! E non solo per oggi....

(mar. 2009)

Il Porto di Tropea sarà intitolato a San Francesco da Paola


Tropea. Il sindaco Antonio Euticchio e l'Assessore Nino Valeri posano con il
Comitato di Gente di Mare del Sud davanti al monumento dedicato a San Francesco di Paola

(Giuseppe Pungitore) Il 23 gennaio 2009 a Tropea, il Comitato della Festa di gente del mare del Sud, composto da Padre Giovanni Cozzolino Presidente della Consulta Generale di Pastorale Giovanile Minima, da Gianfranco Schiavone, da Giuseppe Pungitore, da Filippo Raffaele della “Bottega degli Artisti“ di Soriano, dall’Avv. Giovanni Bianco presidente della Pro-loco di Nicotera, dal Comandante Locomare della Guardia Costiera di Pizzo Domenico Malerba, dal Comandante della Guardia Costiera di Tropea Giuseppe Colloca ha avuto un cordiale incontro con il Sindaco di Tropea Dott. Antonio Euticchio, accompagnato dall’Ass. Valeri Antonino, dal Comandante dei Vigili Urbani Marciano Francesco, dal Presidente del Porto di Tropea Antonio La Torre, nei locali del Porto di Tropea.
Il Comitato ha prospettato agli amministratori di Tropea l’intenzione di celebrare nell’incantevole cittadina tirrenica la prima giornata della Festa di gente del mare del Sud, venerdì 17 luglio 2009, tenendo un convegno sulla figura di San Francesco di Paola avente per tema: “San Francesco di Paola e l’Ordine dei Minimi a Tropea ”, ed intitolando al Santo Paolano l’anfiteatro del porto.
Il Sindaco dott. Euticchio, entusiasta per la proposta avanzata, ha dichiarato che San Francesco di Paola merita di essere onorato a Tropea in forma più elevata; perciò proporrà immediatamente all’Amministrazione Comunale di dedicare al Santo il porto commerciale di Tropea apponendo una specifica targa ricordo dell’avvenimento, e di intitolare in modo particolare il Borgo dei Pescatori a San Francesco di Paola.
Si è deciso infine di svolgere una suggestiva fiaccolata, la sera del 17 luglio, partendo dal porto per raggiungere la locale chiesa intitolata a San Francesco da Paola.

Il Portale dedicato a San Francesco da Paola

(mar. 2009)

La Fiera dell'Annunziata: un appuntamento da non perdere
(S. L.) L'origine della Fiera dell'Annunziata, che si svolge a Tropea il 22 marzo, si perde nella notte dei tempi. Essa viene associata alla festività religiosa dell'Annunciazione che si festeggia il 25 marzo, esattamente nove mesi prima di Natale. Una ricorrenza importante perchè coincide con l'entrata della primavera, quando in alcune città, come Firenze, si festeggiava anche il capodanno differendo nel computo dell’anno di due mesi e venticinque giorni, anche se in numerosi territori d’Italia sin dal 1582 era in vigore il calendario gregoriano in base al quale l’anno iniziava il I gennaio.
Attualmente è l'unica Fiera a Tropea. Forse nasce immediatamente dopo la costruzione della Chiesa dell'Annunziata, avvenuta nel Cinquecento, per supportare i pellegrini che si riversavano nel luogo del Santuario, situato in aperta campagna. L’esigenza era quella di fornire per diversi giorni viveri e bevande a quella massa di gente.
Fino a qualche trentennio fa l'aspetto della Fiera era molto diverso in quanto vi si vendeva preminentemente bestiame del luogo, il cui mercato e la stessa esposizione facevano assumere alla manifestazione un punto di riferimento obbligato per gli imprenditori del settore in campo nazionale.

(mar. 2009)

Calabria, Parco dell'Incompiutezza
(Claudia Fusani x l'Unità/11mar) Strade, soprattutto, alcune essenziali per uscire di casa la mattina e tornarci la sera con un minimo di sicurezza. E poi scuole elementari, palestre così preziose per i giovanissimi specie in paesi dove mancano quasi del tutto altri posti dove stare con gli amici. E ancora fogne e impianti idrici, per non parlare di dighe e ospedali. Tutto cominciato. Nulla finito. Chilometri di zone cantierate, mozziconi di cemento, scheletri di progetti.
Fotogrammi di Calabria che nell’Italia delle opere incompiute detiene il record assoluto. La strada ex statale 670, ad esempio, nel tratto Campo Calabro-Petrulli: costo totale dell’opera 17 milioni di euro, data dell’appalto non pervenuta, lavori interrotti per mancanza di soldi, servirebbero 9 milioni e mezzo per completarli. La nota a lato spiega che si tratta «di opera essenziale per il collegamento mari e monti». La palestra scolastica di Tropea, o quella di Filadelfia: cantieri avviati e poi interrotti, appalti dal valore di due milioni di euro ciascuno. Nessuno li finisce. Nessuno ne sa più niente.
L’Italia beneficiata dai 18 miliardi per opere pubbliche è un paese pieno di chiari e di scuri, con regioni che avranno molto e altre invece, completamente vuote. Soprattutto al sud, dove ci sarebbe più bisogno di far ripartire economia e sviluppo. Tra questi vuoti, che riguardano tutto il centro-sud esclusa la Sicilia, brilla la Calabria. Eppure basterebbe un miliardo di euro per dare un senso a 32 opere pubbliche già cantierate e appaltate il cui elenco giace da oltre un anno come un atto riservato a Palazzo Chigi. Erano gli ultimi mesi del governo Prodi. In Calabria c’era da due anni, dai tempi dell’omicidio Fortugno, un commissario straordinario, il vicecapo della polizia Prefetto Luigi De Sena che presentò quell’elenco con urgenza e necessità. Per dare una risposta ai calabresi che «di fronte ad un ‘opera pubblica incompiuta si sentono presi in giro due volte, come contribuenti e come cittadini». De Sena oggi è senatore del Pd e membro della Commissione Antimafia.
Sulla base di quell’elenco riservato, costato mesi di lavoro, il governo Prodi aveva dedicato un capitolo della Finanziaria del dicembre 2007 ai fondi per «opere di infrastrutture al sud», soprattutto Sicilia e Calabria. Soldi totalmente scomparsi dalla prima manovra Tremonti. E adesso che palazzo Chigi riapre i rubinetti, si dimentica di quell’elenco.

Continua

(mar. 2009)


Peppe non ce l'ha fatta. Si è arreso alle 0600 del 12 marzo.
Un abbraccio alla moglie Franca e ai figli Leo, Domenico e Valentina.


CIAO PEPPINO!




Tropea perde Micuccio Cortese, memoria storica, conoscitore profondo delle cose tropeane, 'incoronatore' della Madonna e sopravvissuto del lager nazista di Hermer, il famigerato Stalag VI A


Un momento di Micuccio Cortese nelle funzioni di 'incoronatore' della Madonna di Romania, patrona della Città di Tropea e della Diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea durante la vestizione dell'icona prima della Processione del 9 settembre 1996.

(S. Libertino) Il 5 marzo 2009 Tropea e i tropeani hanno perso Micuccio Cortese, memoria storica di un tempo che non c'è più.
Aveva 93 anni ma dimostrava di essere un ragazzino curioso e appassionato delle cose tropeane. Durante gli ultimi dieci avevamo legato moltissimo. Ho avuto modo di conoscere più da vicino la sua bontà d'animo, la vitalità, la signorilità e l'amore sconfinato per Tropea. Lo affascinavano molto le mie ricerche di cui voleva continuamente essere tenuto al corrente. Possedeva una discreta collezione di vecchie foto, provenienti dall'archivio dei suoi parenti fotografi Gaetano e Melo Cortese, padre e figlio, che mi aveva messo a disposizione e che con il suo aiuto e le sue preziose informazioni riuscivo poi a collocare in un contesto compiuto della ricostruzione storica di personaggi e vicende tropeane. Ricordo la foto dei primi Novecento dei titolari del Caffè Gatto a Piazza Ercole, quella del poeta Gaetano Ippolito (vero nome: Polito), dei 'luigini' sulla scala della chiesa di S. Giuseppe, dei fratelli Fantauzzi nella loro stamperia, del Vescovo Cribellati tra le bombe inesplose del '43. La maggior parte è andata ad alimentare la sezione di TropeaMagazine 'Come eravamo'. Si era rivelata inaspettata ed emozionante, sia per me che per lui, la scoperta in fondo alla scatola di latta che le conteneva della foto della manifestazione in onore dell'On. Squitti a Tropea il 12 aprile 1898, sicuramente la più datata della collezione.
Ma la figura di Micuccio non si esauriva nel custodire in una scatola di latta cimeli fotografici. Era un sopravvissuto della terribile esperienza del lager nazista di Hermer, il famigerato Stalag VI A. Esperienza condivisa con un altro tropeano, Vittorio Restelli.

Continua (video/intervista)

(mar. 2009)

Amantea e la Chiesa


Veduta di Amantea. Rione Catocastro

(G. Marchese) Con diploma del Duca Ruggiero, figlio di Roberto Guiscardo, del 10 Dicembre 1094 il Vescovato di Amantea fu soppresso e sottoposto a quella di Tropea con vescovo Giustino ( o Justego).
Ecco il documento fornito da Roberto Musì:
In nomine sanctae et individuae Trinitatis. Ego rogerius gratia dei… Pro salute sua et remedio animae patria et matris ejus et parentum suorum, dedit dandoque concessit sanctae Tropien ecclesiae beatae Mariae et primo latino episcopo Justego omnia quae praedecessores sui graeci episcopi tenuerunt tam apud Amantheam quam apud Tropeam, terrae scilicet vineas, molendina, ateque vilanos et coetera beneficia: insuper, quoniam res ecclesiae in exiguo videbatur, ejus paupertati providens, dedit ei praesbyteros, diaconos et subdiaconos graecos ejusdem parochiae et parochiae Amantheae, cum omnibus filiis et haeredibus suis… Atque dedit potecas quas episcopus habet apud Tropeam, dedit etiam Plateam meam ad illuminandam ecclesiam, ne forte aliquis de villanis ecclesiae in aliam partem fugiat, aut si alio modo manserit, aut alter fortior per vim rapuerit et sic finitur… (…). Hanc meam donationem omnium supradictorum rerum, ego Rogerius dux Ecclesiae Tropien feci concedo ratam. Gestum vero hujus meae concessionis et donationis tibi Grimoaldo notario meo scribere praecepi anno Dominicae Incarnationis 1094 – Ducatus autem mei X mense decembris indictionis III°.
Traduzione di Vincenzo Segreti:
In nome della Santa e Una Trinità. Io Ruggiero per grazia di Dio Duca di Puglia, Calabria e Sicilia… per la mia salvezza e per quella di mio padre e di mia madre e dei miei congiunti, diedi e nel dare, concessi alla Ssanta Chiesa di Tropea della Beata Maria e al primo vescovo latino Justego, tutte quelle cose che i vescovi greci, suoi predecessori, possedettero sia ad Amantea che a Tropea: terre e certamente vigne, mulini, vassalli ed altri benefici. Inoltre, poiché il culto sembrava carente, la dotai di sacerdoti, diaconi, suddiaconi greci della stessa parrocchia della parrocchia di Amantea con tutti i figli e i loro eredi e diedi i beni immobili che il vescovo aveva a Tropea ed anche la mia Platea per rendere più illustre la chiesa, affinchè nessun vassallo della chiesa per caso fugga altrove, o se invece restasse o uno più forte lo rapisse. Così ho finito… Io Ruggiero duca concedo questa donazione di tutte le cose sopradette. In verità a te mio notaio Grimoaldo impongo di scrivere l’atto di questa mia donazione e concessione nel mese di dicembre del 1094, anno dell’Incarnazione del Signore, ma decimo del mio Ducato, 3° indizione (o 3° Editto).

Continua

(mar. 2009)

Continua in Italia il 'fai da te'. Dopo gli appelli di Conocchiella a Trenitalia andati a vuoto, gli allievi fittano un intero bus, per tre mesi, per raggiungere Tropea e poter seguire le lezioni scolastiche
Il Pullman noleggiato dagli studenti di Briatico (F. Vallone) Una ventina di allievi delle scuole superiori di Briatico e San Leo di Briatico, che frequentano giornalmente le varie classi degli istituti scolastici di Tropea, da qualche giorno raggiungono la scuola con un bus tutto esclusivo e privato. Non sono proprio ragazzi super ricchi…è successo che a seguito dello sconvolgimento degli orari dei treni sulla tratta Lamezia-Rosarno via Tropea, e impossibilitati per tre mesi a poter raggiungere la sede scolastica, i ragazzi di Briatico, senza per forza doversi alzare troppo presto, fare continuo ritardo alle lezioni e rientrare a casa nel tardo pomeriggio, si sono organizzati in gruppo. Si sono rivolti a Nicola D'Ascoli, un sensibile operatore che dirige l'azienda di servizi C.R.C.S. di Briatico, ed hanno chiesto di fittare, per tre mesi, un intero pullman affinché effettui, giornalmente, un servizio di navetta tra Briatico e Tropea, e viceversa, seguendo il classico storico orario che segue e consente gli orari di entrata-uscita delle diverse scuole.
Una bella provocazione, un invito agli organi competenti per una collaborazione fattiva, ma anche un vero e proprio successo per un'iniziativa che, con un piccolo contributo personale ed in modo collettivo, elimina qualche disagio creato dalle ferrovie con il blocco della linea via Vibo-Pizzo ed il conseguente spostamento d'orari, soppressione di treni e ritardi sulla vecchia tratta via Tropea, che permette attualmente orari ferroviari non certamente compatibili con gli orari scolastici. Un successo dell'iniziativa, dicevamo, ma anche un ulteriore sforzo economico per tante famiglie già duramente provate e colpite dalla ben più nota e globale crisi economica di questi tempi.

(mar. 2009)

Merce contraffatta per la Fiera di Tropea, 9 denunciati. Controlli notturni dei carabinieri, sequestri per 10mila euro


La Fiera dell'Annunziata a Tropea

(Apcom/25mar) Maxi operazione anticontraffazione dei carabinieri di Vibo Valentia che, in meno di 24 ore, hanno denunciato nove persone e sequestrato prodotti per oltre 10.000 euro destinati alle bancarelle della Fiera di Tropea (Vibo Valentia). E' il risultato dei controlli lungo le principali arterie provinciali dei militari della stazione di Vibo Marina, con il supporto dei colleghi della compagnia speciale del gruppo operativo Calabria, che hanno intercettato diversi furgoni di ambulanti diretti alla festa del centro tirrenico.
I controlli dei carabinieri, lungo la strada provinciale 522, hanno portato alla denuncia di nove commercianti di vari Paesi africani che, provenienti dalla Puglia, Campania e Lombardia, si stavano avvicinando a Tropea di notte per esporre la propria merce contando su una minore attenzione delle forze dell'ordine in orario notturno per passare indisturbati.
In poche ore sono stati invece fermati otto furgoni carichi di abbigliamento e accessori contraffatti tra i quali 40 borse, oltre 120 cinture, 20 portafogli, 60 portachiavi e 100 targhette. I carabinieri hanno sequestrato anche oltre 80 confezioni di giocattoli cinesi prive di marchio CE e più di 110 dischi contraffatti. Gli extracomunitari sono stati deferiti all'autorità giudiziaria vibonese con le accuse di ricettazione ed introduzione nello Stato di prodotti con segni falsi.

(mar. 2009)

Addio Peppe, amico mio!


Tropea. Chiesa dei Gesuiti. L'ultimo saluto a Peppe Apriceno

(S. Libertino) Tutta Tropea ha voluto stringersi attorno alla famiglia di Peppe Apriceno. Amici e parenti giunti da ogni parte d'Italia, la giunta municipale, sindaco e ex sindaci, mondo politico cittadino e del territorio vibonese. L'europarlamentare Antonio Basile mi ha spiegato di non essere voluto mancare all'ultimo saluto ad un caro amico, che qualche settimana fa aveva visto lavorare nonostante continuava a spegnersi come un lumicino, e poter essere accanto alla sua rispettabile famiglia. Basile aggiunge di non essersi mai meravigliato nemmeno per un momento della partecipazione di popolo al funerale perchè Peppe e la sua famiglia erano molto benvoluti dalla gente.
Non è voluto mancare un amico perticolare, Giorgio Casciari, giovane valoroso tenore fiorentino, allievo di Doris Andrews. Una sua foto di scena era appesa sul muro del negozio di via Roma. All'Eucaristia la voce vibrante di Casciari, accompagnato dall'organo del bravo Carmine Barrese, si è librata leggera fino a lambire il soffitto della Chiesa dei Gesuiti sul cui pavimento poggiava il feretro inondato di rose e gigli con accanto la moglie Franca, i figli Leonardo, Domenico, Valentina. Papà Nardo, Mamma Angela. I fratelli Antonio, Mimmo. Le sorelle Romania, Anna, Mimma, Stefania. Un 'Panis Angelicus' da antologia, intenso ed essenziale, come la sua vita che non c'è più. Era uno strano effetto sentire la preghiera di San Tommaso d'Aquino e trovarsi nel contempo a via d'Aquino, di fronte al Palazzo della nobile famiglia di cui un ramo è approdato nella nostra città. A tenere alto il grado di commozione tra gli amici che hanno trovato posto all'interno della Chiesa, è stata la 'Ave Maria' di Shubert, altro delicatissimo tributo del grande artista all'amico che non è più. Momenti di grande intensità ed emozioni. Così si dava l'ultimo saluto a Peppe Apriceno.

Continua...

(mar. 2009)

'Volevo essere uno dei Freestones'. Intervista a Peppe Apriceno


Peppe Apriceno

(S. Libertino) Una bella storia quella di Peppe e dei Freestones, che avrei voluto raccontare aiutandomi con quei pochi segmenti di film, otto millimetri, e di registrazioni sonore sul Geloso, veri e proprie reliquie ormai in fase di decomposizione. Recentemente avevo raccolto in video dai singoli componenti interviste e testimonianze per poter trarre in un unico racconto la loro storia ma con la scomparsa di Ennio Gentile il progetto mi sembrava fosse incompleto.
In questa circostanza, ho pensato di far cosa gradita a Peppe e ai suoi amici, pubblicando la sua intervista del 2 marzo 2000, così come l'avevo registrata, integrale, senza montaggi o cancellazioni, proprio per dare l'idea del suo temperamento, della sua passione per la musica, per la batteria, per il gruppo, ma anche della semplicità e della genuinità che erano poi quelle cose che facevano parte della sua vita quotidiana assieme a quella sua generosità che si toccava con mano. Oltre la passione per la musica, erano semplicemente queste particolarità che mi legavano a lui. Ho pensato di aggiungere qualche clip che facesse vedere il gruppo durante un concerto o delle prove. La lunghezza del fimato e la voluminosità del file mi hanno suggerito di dividerla in quattro parti.

Continua...

(mar. 2009)

Giovanni Parisi. Il ricordo di quando ritornò nella sua Vibo per un incontro dei campionati del Mondo


L'immagine di Giovanni Parisi utilizzata in occasione dell'incontro di Vibo

(F. Vallone) Era il lontano 1997, a Vibo l'atteso incontro del campionato del mondo superleggeri WBO, Giovanni Parisi VS Nigel Wenton. Qualche giorno prima il classico incontro con la stampa, in una delle sale del 501 Hotel, a presentarlo l'allora presidente della Provincia Enzo Romeo, l'assessore allo Sport e Cultura Concettina Di Gesu e lui, il campione, Giovanni Parisi che parlava con alcuni dei suoi amici vibonesi, con l'editore Mario Porcelli e con Maurizio Bonanno.
Sabato 4 ottobre, il ring è sotto la grande tensostruttura fatta erigere per l'occasione a contrada Bitonto, sull'area Ottocannali. Il ring è illuminato da una luce accecante, i due sfidanti si guardano e iniziano a battersi. Il guantone colpisce per la prima volta lo zigomo del pugile, il viso battuto si colora di rosso e il pubblico applaude lungamente. Qualcuno abbassa gli occhi, l'immagine è troppo forte e cruda. I primi a salire sul ring sono pugili dai nomi che nessuno conosce, non esiste il più bravo e il meno bravo, agli occhi dei presenti solo uno dei due diventa, dopo poche battute, quello simpatico, l'altro è obbligatoriamente da fischiare. Passano le ore, i pugili di supporto costruiscono spettacolo con le loro sfide, ma è il sangue il vero personaggio della serata, sangue che scende sui visi emaciati dei pugili, colora di rosso i loro pantaloncini bianchi, macchia tutto ciò che li circonda.
Ore 22,00, un pugno centra il viso del pugile di turno, il sangue schizza veloce verso l'alto, arriva a toccare il soffitto bianco della tenda, si forma una rosa di sangue. La gente adesso non tiene più lo sguardo basso, oramai si è abituata alla presenza ematica, gli sguardi non fanno più caso al liquido rosso che sgorga a fiotti dai corpi dei pugili. Il sangue chiama sangue, il pubblico grida, fischia, applaude… la gente urla come affamata, carica di una enorme voglia di vittoria. Tutti sono qui per vedere vincere Giovanni Parisi, pugile nato a Vibo Valentia. L'arbitro dai guanti di lattice bianco e il medico incaricato controllano la profonda ferita lacero contusa sull'occhio insanguinato di un pugile e bloccano uno degli incontri con un freddo "ko tecnico". La gente fischia forte. L'acqua, sui corpi accaldati dei pugili, evapora velocemente sotto i potenti riflettori e crea uno strano effetto di corpi fumanti. La gente grida forte "ammazzalo, ammazzalo, stendilo a terra, fagli male, colpiscilo più forte…".
Il numeroso pubblico di Vibo fischia l'arrivo di Nigel Wenton, il ring è occupato da tante belle ragazze e vistose macchie di sangue, un rosso forte che testimonia gli incontri appena conclusi. Arriva Giovanni Parisi, il campione vibonese. Tutti si alzano in piedi e mostrano le grandi immagini che ritraggono Giovanni il pugile, stampati in tempi da record da Mario Porcelli e dalla sua Mapograf, icone centuplicate di un mito della boxe. La gente scandisce il ritmo della musica e Parisi è già sul ring. Inni nazionali d'America, Inghilterra e Italia, fischi e applausi; poi inizia il tanto atteso grande incontro. Le telecamere di Rete Kalabria inquadrano le belle rose rosse distribuite alle gentili signore presenti all'incontro ma lo sport rude e maschio è nel suo momento più alto, i pugni sono sempre più concludenti, tanti pugni e la gente di Vibo Valentia urla sempre di più, poi, all'inizio dell'ottavo round il sangue rosso esce fuori, si affaccia copioso dal viso dell'inglese e l'incontro è già concluso!. Parisi, il vibonese, ha vinto, è ancora il Campione del Mondo.

Tributo a Giovanni Parisi

(mar. 2009)

"Fiori neri" tra le rocce azzurre calabresi
Corallo nero (Anna Foti) La bellezza preesiste alla scoperta dell’uomo e al suo operato. Essa è ed esiste a prescindere.
Spesso, troppo spesso, il suo restare inesplorata e ignorata equivale, per essa, a rimanere incontaminata. Ogni volta che una rarità viene scoperta la speranza è di poter affermare che ciò non equivalga al depauperamento suo e dell’umanità. Uno di questi miracoli è avvenuto nella nostra terra. O meglio nel nostro mare. In Calabria.
Appartiene alla classe animale degli Antozoi (dal greco "anthos" fiore, e "zoon" animale) e dopo oltre sessantenni di oblio, è tornato ad inebriare l’uomo e a solleticare l’interesse dei biologi marini. Si tratta del profumo di mare del fiore animale noto come corallo nero. Dopo l’ultima segnalazione nel 1946 nel Golfo di Napoli, quando l’esemplare sarebbe stato poi donato al Museo dell'Università di Harvard, il corallo nero si farà attendere fino al giugno del 2008, momento di un nuovo inatteso ritrovamento. La conferma della presenza, nei fondali marini di Scilla, della più grande foresta al mondo di suoi esemplari, è giunta nei giorni scorsi. Trentamila colonie tra le rocce, ad una profondità compresa tra i 50 e i 110 metri. Cinque colonie ma di altra specie erano state avvistate nel golfo di Lamezia, nel catanzarese, a circa 150 metri di profondità. Ma nei fondali di Scilla il primato di questo raro ambiente naturale, composto da piccoli polipi che producendo carbonato di calcio assumono la forma di alberi neri, è assolutamente indiscutibile. L’immagine è stata raccolta da un robot, Rov, inviato nell’ambito del progetto di monitoraggio della biodiversità marina in Calabria (Mo.Bio.Mar.Cal.) finanziato dalla Regione fino al 2010, con un investimento pari a un milione e 450 mila euro. La scoperta è stata seguita dagli scienziati marini dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale Ispra (ex Icram). Definita rivoluzionaria, tale scoperta è avvenuta proprio nella zona meno esplorata, compresa tra i 50 e i 450 metri di profondità, in cui secondo ecologi e biologici dovrebbe registrarsi la presenza di specie rare e protette e laddove nascono e si accrescono molte specie di pesci e crostacei.
Meno noto del corallo rosso che popola atolli distribuiti nei mari e negli oceani del mondo - la più grande barriera corallina del mondo è quella australiana visibile anche dallo spazio - il corallo nero è composto da polipi che hanno sei tentacoli, non otto.
La cornice del ritrovamento è degna della straordinarietà della scoperta, ossia, gorgonie, alcionari, pennatulacei e pesci rarissimi. Fioccano adesso le intenzioni di custodire questa patrimonio naturale attraverso l’istituzione del sesto parco marino della Regione, dopo La “Riviera dei Cedri”, la “Baia di Soverato”, la “Costa dei Gelsomini”, gli “Scogli di Isca” e i fondali di Capo Vaticano- Vibo e Tropea, la cui proposta istitutiva è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale della Calabria nel marzo 2008. Dunque anche Scilla potrebbe ricadere tra le zone di mare tutelate come quella compresa tra Praia a Mare a d Acquappesa, con le numerose scogliere, l’isola di Cirella e di Dino e lo scoglio della Regina (Riviera dei Cedri), quella in estensione tra capo Bruzzano e punta Spropoli dove nuotano esemplari di caretta caretta (Cosa dei Gelsomini), quella delimitata dalle foci dei due torrenti e in cui dimorano specie animali protette dalla convenzione di Berna quali il cavalluccio marino, il pesce ago e il mollusco dalla grande conchiglia (Baia di Soverato), quella dominata dai due Scogli di Isca a circa 800 metri dalla costa, tracce dell’antico promontorio del golfo di Amantea, e quella che si estende da Capocozzo, a Tropea e comprendente i fondali di S. Irene, Vibo Marina, Pizzo Calabro e Capo Vaticano.

Scoperta in Calabria foresta di corallo nero (La Stampa)

(mar. 2009)

Vibo Valentia e le sue sette Perle, il libro di Antonella Furci
La copertina del libro (F. Vallone) Il volume, appena uscito in libreria, si intitola "Vibo Valentia e le sette perle della sua provincia", scritto da Antonella Furci e curato da Michele Furci. Cento pagine fitte di utili informazioni culturali, scritti essenziali e tantissime foto che ritraggono piazze, paesaggi, monumenti e panorami e portano il visitatore per mano attraverso le strade della città di Vibo Valentia e, successivamente, lungo un itinerario che passa per paesi e città, per Filadelfia, Mileto, Nicotera, Pizzo Calabro, Serra San Bruno, Soriano Calabro e Tropea. Sette luoghi, sette vere perle di una provincia per raccontare, come spiega l'autrice in quarta di copertina, i tratti salienti della storia, i dati principali dell'economia e del patrimonio artistico e culturale esistente sul territorio.
Il volume, edito dalle edizioni Monteleone di Massimo Porcelli, per ognuno dei luoghi trattati, propone il profilo storico, il patrimonio artistico e culturale, le potenzialità strutturali ed infrastrutturali e le varie peculiarità economiche esistenti. Un vero e proprio breve saggio di storia, di dati economici e di turismo culturale.
Il volume scritto e curato dai Furci, ha anche una parte particolarmente utile, interessante e inedita. Attraverso delle schede di facile consultazione affronta, infatti, in modo chiaro e sintetico, l'analisi degli indicatori del mercato del lavoro, del tasso di attività nel territorio provinciale, delle percentuali di occupazione nei vari settori di attività economica, dei flussi turistici italiani e stranieri, del peso e del valore aggiunto dei vari settori economici, del prodotto interno lordo e della composizione delle imprese manifatturiere per tipologia di settore. Nelle ultime dieci pagine del libro dei Furci vi è poi illustrato l'andamento demografico della popolazione residente a Vibo Valentia, e nelle sette sue "perle" provinciali, dal 1901 al 2005.

(mar. 2009)

FS: Entro 18 riattivato binario lungo tratta Mileto-Vibo
(AGI/30mar) Il tavolo di lavoro avviato nelle settimane scorse dall’assessore al Bilancio e ai Trasporti, Demetrio Naccari Carlizzi, e Trenitalia, rappresentata dal direttore alla Pianificazione industriale Valerio Giovine, ha prodotto i suoi primi risultati concreti. Rete ferroviaria italiana - annuncia l’ufficio stampa della Giunta regionale - dopo aver compresso al massimo i tempi di realizzazione dei lavori sulla tratta interrotta tra Mileto e Vibo-Pizzo, comunica la riattivazione per il 18 aprile prossimo di un binario, con positivi effetti per quanto riguarda il ripristino dei treni viaggiatori, sia regionali che di lunga percorrenza, senza limitazioni e deviazioni di percorso.
Esclusivamente per il periodo che va dal 31 di questo mese fino al 18 aprile vengono operate alcune modifiche al programma alternativo della via Tropea per raccogliere le richieste formulate dalla Regione, sentite le Provincie e i comitati dell’utenza.
In particolare è previsto un anticipo di 15 minuti per il treno 12652 tra Reggio Calabria e Lamezia, con l’eliminazione delle fermate di Reggio Calabria Lido, Gallico e Catona e il conseguente anticipo di 5 minuti per il treno 12651da Lamezia, così da poter utilizzare il treno Eurostar 9372; l’anticipo di 25 minuti per il treno 12673 da Lamezia per Rosarno; l’assegnazione della fermata di Vibo Marina per i tre Intercity 507, Intercity 530, Intercity 589; l’assegnazione della fermata di Amantea al treno Intercity 728.
Sarà poi possibile per i viaggiatori muniti di abbonamento del trasporto regionale utilizzare, in via sostitutiva, i treni IC tra Reggio Calabria e Paola, per la tratta di validità dello stesso, senza alcun supplemento. Risultato ottenuto grazie all’impegno assunto dalla Regione Calabria di farsi carico dei conseguenti oneri finanziari. Il programma così modificato nasce dall’esigenza palesata dalla Regione di ridurre per quanto possibile i disagi per i pendolari legati alla fase di ristrutturazione della tratta Lamezia Terme-Eccellente-Rosarno.

(mar. 2009)

Amantea. Cipolla rossa di Tropea. Vertice con gli esperti
(CalabriaOra/30mar) Venerdì scorso a Campora San Giovanni, si è tenuto un simposio organizzato dalla Coldiretti Cosenza in collaborazione con l’Icea e il Consorzio di Tutela della Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp. Tema: “Certificazione e la tutela della cipolla rossa di Tropea”. Tra i relatori: il direttore provinciale della Coldiretti, Salvatore Loffreda; Maurizio Agostino, responsabile Icea Calabria; Francesco Schiariti, presidente del Consorzio di Tutela Cipolla Rossa; Rosario Barresi, direttore Icd; Pietro Tarasi, presidente provinciale Coldiretti; Mario Pirillo, assessore regionale all’Agricoltura. In sala c’era anche il presidente regionale Coldiretti Pietro Molinaro.
I relatori si sono trovati d’accordo sul dato che il marchio Igp sia un valore aggiunto per questo prodotto d’eccellenza, anche se al disciplinare andrebbero apportate modifiche. «Noi della Coldiretti - ha esordito Loffreda - non vogliamo solo soldi per la promozione delle nostre eccellenze, ma anche la loro tutela, anche attraverso l’invio di ispettori di controllo per scongiurare frodi alimentari». Agostino ha spiegato come funziona il sistema di controllo e di certificazione della Igp: «I produttori di cipolla che hanno adottato il disciplinare previsto - ha detto - hanno certificato le proprie produzioni Igp. In pochi mesi sono state certificatedecine di migliaia di quintali di cipolla rossa, rispondendo alle richieste delle principali piattaforme ortofrutticole italiane ed europee».
Pirillo ha affermato che «l’agricoltura non è una nicchia, ma è il settore più grande della Calabria; stiamo già investendo le risorse del 2010- 11; ci saranno presto altre tre nuove opportunità per l’agricoltura: il distretto rurale e agroalimentare, la legge sulla raccolta dei funghi e dei tartufi e la legge degli agriturismi».

(mar. 2009)

Gli aiuti ungheresi al popolo reggino in occasione del terremoto del 1908


Uno scorcio dei resti della città di Reggio Calabria, dopo il terremoto del 1908

(S. L.) Sabato 4 aprile alle ore 11 nella Sala Biblioteca dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria si terrà un incontro di studi su “Gli aiuti ungheresi al popolo reggino in occasione del terremoto del 1908“.
L’appuntamento rientra in un percorso atto al recupero della memoria storica ed indirizzato a consolidare ulteriormente le fondamenta di quel ponte culturale che unisce il territorio alla terra magiara, prefiggendo così un programma a vasto raggio atto ad approfondire i legami tra le due aree.
Cento anni fa, esattamente nel marzo del 1909 si costituiva a Budapest una Fondazione atta agli aiuti umanitari nei confronti dei sopravvissuti al terremoto del 28 dicembre del 1908 che aveva portato morte e distruzione nell’area dello Stretto.
Nel corso della conferenza, alla quale interverranno il Direttore dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria Lia Domenica Baldissarro, verranno presentati i risultati delle ricerche archivistiche di Gianni Aiello presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”, relativi agli aiuti che giunsero in quell’occasione dal territorio stato magiaro.
Vista l’importanza dell’argomento, l’incontro ha ricevuto l’Alto Patronato dell’Ambasciata della Repubblica di Ungheria, e, tra l’altro, nel corso della giornata di studi di sabato prossimo si prevede la presenza del Console Onorario della Repubblica di Ungheria prof.ssa Adelayde Sotyi Santamaria.
Quindi Reggio Calabria e l’Ungheria, due terre lontane unite virtualmente da un “ponte”che poggia sulle fondamenta della multiculturalità, che si chiama “Árpàd”: un Centro studi attivo a far data dal 2005 in città, nato per ravvicinare concretamente Reggio e l’Ungheria per riallacciare i rapporti storico culturali con lo Stato magiaro.
L’attività della valorizzazione delle proprie radici è sempre segno distintivo dello statuto del Circolo Culturale "L'Agorà" , e sulla stessa scia sono improntate le attività del nuovo Centro studi che guarda all’Ungheria e alla sua storia.
Ma il laboratorio di ricerca è anche un valido strumento di confronto, che nel contempo crea una "agorà", raffrontandosi, quindi, come avveniva nel mondo egeo, dove nell'antica piazza si commisuravano diverse culture e modi di pensiero.
Quindi uno scambio culturale che si pone come confronto fra culture anche se geograficamente lontane, vicine per le varie vicissitudini che il popolo ungherese e quello italiano e nella fattispecie quello meridionale e reggino in particolare hanno affrontato nel corso dello scorrere del tempo

Circolo Culturale L'Agorà

(apr. 2009)

Il Musical "La Creazione" dei Fiori nel Deserto sabato 4 aprile a San Calogero
San Calogero (F. Vallone) S'intitola "La Creazione" ed è il primo Musical realizzato dall'associazione "Fiori del deserto" di Vibo Valentia che si svolgerà sabato 4 aprile, alle ore 20.30, a San Calogero presso la sede dell'Associazione culturale sportiva Athena. Come illustrato dalla coordinatrice dell'associazione, Maria Gloria Simonetta, e dall'autrice dei testi, Silvia Gaglione, il musical "la Creazione" è un "vero spettacolo nello spettacolo, sessanta minuti di pura emozione attraverso le tante tappe di un incantevole viaggio". Un viaggio che vuole raccontare la nascita del mondo per mano di Dio con personaggi come la luce, il sole, la luna e le stelle, i pianeti, i fiori, gli animali, l'uomo e il giorno del riposo.
Sono tanti i simboli, le metafore, i gesti, le voci e i colori, in un mix di narrazioni bibliche raccontate, e alcune volte sussurrate, con diversi linguaggi, con quelli del corpo, con il ballo e la danza, ma anche con il canto e con la musica. A raccontare al pubblico ci sono ben trentasei ragazzi, venti dei quali diversamente abili. Sono loro i veri protagonisti, bravi attori di un canovaccio suggestivo e di un copione esaltante che ripercorre la nascita, la genesi, i sette giorni del capolavoro di Dio. Il musical creato da "Fiori nel deserto" è davvero inedito, sia nelle musiche che nei testi e nelle scelte coreografiche e si avvale della collaborazione artistica dell'autore, Francesco Pappaletto, che è anche arrangiatore di tutte le musiche dello spettacolo.
L'associazione Fiori nel deserto, presieduta da Adele Tuffanelli, ha già all'attivo ben sei esibizioni pubbliche sui palcoscenici di Vibo e provincia, della regione e con alcune esperienze sociali e culturali anche extraregionali. Nel progetto di base, all'interno dell'associazione vibonese, ragazzi diversamente abili e persone normodotate con uno slogan comune "l'arte dell'integrazione è la partecipazione", per camminare assieme e far vedere quello che assieme si può fare.

(apr. 2009)

Lunedì 6 Aprile Giuseppe Gagliardi e Peppe Voltarelli a Pizzo Calabro Marina con la loro "musica per gli occhi"
Giuseppe Gagliardi e Peppe Voltarelli (F. Vallone) Gli eventi di cinema più importanti, da qualche tempo, passano anche da Pizzo Calabro grazie al Circolo del Cinema "Lanterna Magica", presieduto oggi da Antonietta Villella e con un prezioso lavoro alle spalle condotto, negli anni passati, prima da Patrizia Ruoppolo e successivamente da Vera Bilotta.
"Musica per gli occhi" è il titolo del prossimo evento, un divertente incontro di Lanterna Magica che si terrà questa sera, lunedì 6 aprile, alle ore 21.00, presso la sala proiezioni del Museo della Tonnara di Pizzo Marina. Il linguaggio del cinema e quello della musica, assieme, per raccontare la nostra terra di Calabria e non solo.
Il sodalizio artistico tra Giuseppe Gagliardi e Peppe Voltarelli nasce nel 2003 con un documentario musicale che andava a sviscerare le dinamiche sociali, umane e culturali della nuova emigrazione calabrese in Germania. Il titolo è Doichlanda da cui è tratto un simpatico videoclip musicale, Onda Calabra, una sorta di parabola provocatoria e divertita dei tanti modi di essere calabresi nel mondo. Tre anni dopo, nel 2006, i due artisti calabresi alzano il tiro e sfornano La vera leggenda di Tony Vilar, un film che ha letteralmente fatto il giro del mondo, partendo dal grandioso esordio internazionale al Tribeca Film Festival di New York diretto da Robert De Niro. Il film è stato presentato a diversi film festival nel mondo, dall'Australia al Canada, dall'Argentina agli Stati Uniti passando per l'Irlanda, l'Inghilterra, la Scozia, la Serbia e la Croazia. In Italia è uscito nelle sale nel 2006, a un mese dall'anteprima del Festival di Roma ed è stato programmato su Rai Uno e Sky Cinema.
La serata di Pizzo presenta un menù ricco, in cui si alterneranno le immagini dei videoclip musicali realizzati da Gagliardi e la musica live di Voltarelli. Con un finale a sorpresa: l'anteprima del cortometraggio Belly Button Broth, diretto dal regista con la colonna sonora originale di Peppe Voltarelli, che uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 17 aprile, abbinato al film Focaccia Blues. Il corto è una favola raccontata da Omero Antonutti (indimenticabile voce narrante del Favoloso mondo di Amelie), tratta dalla novella dello scrittore italo-americano Peter Oliva e racconta la vicenda amorosa di un giovane pastaio che in preda alla passione inventa il tortellino. "Musica per gli occhi" riesce a colpire veramente tutti, profondamente.
Una traccia forte che si sprigiona dalle produzioni e dalle riproduzioni dei lavori del regista Giuseppe Gagliardi e del cantante attore Peppe Voltarelli, un originalissimo risultato artistico, iconografico e di musicalità, con addosso uno sguardo antropologico, mai retorico e molte volte fortemente ironico, con riferimenti di grande attualità, che si immergono e riemergono continuamente nelle culture meridionali in loco, in Calabria, Puglia, Campania e Sicilia, ma anche, e soprattutto, in alcune zone dell'Europa, in Svizzera, Germania, Belgio e anche nelle lontane americhe degli emigrati dei sud dell'Italia. Vita quotidiana, esaltazione di stereotipi e tipologie, usi e modi, suoni e voci, riti e passioni che diventano straordinario contenuto filmico.

LA VERA LEGGENDA DI TONI VILAR, l'opera prima di G. Gagliardi, sceneggiata e interpretata da P. Voltarelli

(apr. 2009)


È VERAMENTE SORPRENDENTE
considerare le cose da una
prospettiva diversa dal solito
e con un’altra
scala di valori.
C’è da restare attoniti...
e affascinati.



VOGLIAMO PROVARE?



Affascinante.ppt


Parte l'edizione 2009 del concorso "Finestre, balconi e vicoli fioriti" intitolato ad Annamaria Piccioni.


L'artista e designer d'interni Annamaria Piccioni nel suo Atelier di Foligno

(S. Libertino) La città di Tropea, nel quadro delle manifestazioni che animano il calendario di inizio estate, ha deciso di perpetuare il nome della designer folignate Annamaria Piccioni, scomparsa nell'ottobre 2007, abbinandolo al concorso "Finestre, balconi e vicoli fioriti", giunto alla terza edizione.
Dopo la fortunata edizione dello scorso anno, la rassegna rimette a concorso tutti i balconi fioriti iscritti alla manifestazione, giudicati e premiati da una giuria che sarà nominata dagli enti promotori: il Comune, l’Istituto d’Istruzione Superiore e la Pro Loco, in collaborazione con la FIDAPA e l’Inner Wheel club.
La volontà di legare la rassegna floreale alla memoria della Piccioni, la cui carriera scolastica ed artistica si svolse in larga parte proprio a Tropea, si deve all'iniziativa della dirigente scolastica Beatrice Lento.
Difatti la kermesse "Finestre, balconi e vicoli fioriti 'Anna Maria Piccioni' - Città di Tropea" nacque in nuce anni fa, ispirata da lunghe e amichevoli conversazioni con l'artista umbra, nel merito di analoghe rassegne presenti in Umbria (ad iniziare da Spello) ed in Toscana. Così, dopo il successo delle precedenti edizioni, gli organizzatori hanno raccolto e rilanciato la proposta di istituzionalizzare l'iniziativa, trasformandola in uno degli eventi clou dell'inizio estate tropeana, in ricordo dell'artista scomparsa.
La scheda d’iscrizione al concorso dovrà essere compilata e consegnata alla Segreteria del Liceo Classico entro e non oltre le ore 1200 del 18 Aprile 2009. Le decorazioni floreali dovranno essere completate entro il 30 Aprile e mantenute fino al 30 Maggio 2009.
Il concorso lanciato nella prima decade di aprile si concluderà nel mese di giugno con la cerimonia di premiazione e commemorazione, che avrà luogo nella sala consiliare di Palazzo Sant'Anna. Con l'occasione, sarà allestita una mostra di dipinti di Anna Maria Piccioni affiancata da una rassegna fotografica (Photobook) che documenta l'attività creativa di designer d'interni nonchè l'interessante e variegata produzione artistica del suo Atelier.

INFO
Istituto di Istruzione Superiore (Liceo Classico). Tutti i giorni dalle ore 09,30 alle ore 13,30 - Tel. 0963.666207.

Regolamento Concorso "Finestre, balconi e vicoli fioriti 'Annamaria Piccioni'"

(apr. 2009)

Venerdì Santo al Calvario di San Leo Vecchio



(L. S.) Questa sera, Venerdì Santo, alle 18.00, presso i ruderi abbandonati di San Leo Vecchio di Briatico, borgo distrutto dal terremoto del 1783, si svolgerà, per il secondo anno consecutivo, il riallestimento dell'antico calvario a tre croci.
Nella soglia simbolica tra il tramonto e la notte, tra la luce e il buio, l'antico calvario, icona della Passione di Cristo, verrà allestito con fasci di palme e ulivo. Nella nicchia centrale del calvario alcuni fiori di viola e garofani rossi, come la tradizione più antica prevede, poi l'antico manufatto, a metà strada tra San Costantino di Briatico e la nuova San Leo, verrà illuminato da decine di lumini rossi.
Per la realizzazione di questa operazione culturale de 'Le Stanze della Luna' è stata, anche quest'anno, ripulita la zona, da rovi ed erbe alte. Sarà già buio quando il vecchio calvario, illuminato da una fioca e suggestiva luce rossa, riprenderà vita, in un'ambientazione, altamente simbolica, che serve a sensibilizzare al recupero dell'identità del più antico calvario del territorio di Briatico. All'iniziativa, ideata dallo scenografo Franco Vallone e dalla psicologa Cristina Tumiati, patrocinata dal Comune di Briatico, attraverso l'Assessore alla Cultura, Agostino Vallone, sarà presente il sindaco Andrea Niglia, l'antropologo Luigi M. Lombardi Satriani, P. Maffeo Pretto, direttore del Centro Studi Scalabrini ed esperto di Pietà Popolare, la regista Donatella Baglivo, il fotografo Tommaso Prostamo.
Alla nicchia centrale del calvario, attraverso un simbolico gesto, verrà consegnata la copia di un antico testo, un "Orologio della Passione" che si recitava in vernacolo proprio nella zona di San Leo Vecchio, un documento recuperato nel '900 dall'illustre folklorista Raffaele Lombardi Satriani di San Costantino di Briatico.
Ma ecco come Luigi M. Lombardi Satriani, nell'edizione dello scorso anno, ha illustrato ai presenti, la funzione e il valore antropologico dei calvari:
"I calvari segnavano la fine dell'abitato, erano costruiti al termine del paese, una posizione significativa perché così i calvari si pongono tra l'esterno e l'interno, e, rappresentando il ricordo della passione e morte di Cristo, possono essere visti come una sorta di tomba paradigmatica del Cristo. Ma Cristo, a sua volta, è morto paradigmatico, perchè Cristo muore e attraverso la sua resurrezione tutta l'umanità risorge, questo è anche il senso liturgico, il senso cristiano della risurrezione di Cristo. I calvari costituiscono una sorta di protezione simbolica di tutto l'abitato rispetto alle negatività, ai pericoli. Come le mura recintavano lo spazio abitato proteggendolo dai rischi realistici c'è anche la necessità di proteggerli da un rischio simbolico, rappresentato dalla negatività. Il Cristo e il calvario costituiscono la protezione massima per l'abitato. Anche a San Costantino, al termine del paese, era posto il calvario, come anche a Briatico e in tanti altri paesi, poi, naturalmente, l'espansione urbanistica molte volte supera anche spazialmente questo; va in crisi il modello urbanistico, e quindi anche la griglia di protezione. Volendone dare una lettura antropologica, Mariano Meligrana ed io nell'opera Il Ponte di San Giacomo, abbiamo parlato di questa funzione di tomba paradigmatica del Cristo; il calvario costituisce una linea di demarcazione, è la protezione massima. Stabilisce una sorta di "al di qua e al di là". Divide lo spazio dove c'è la legge, la comunità, la città, da uno spazio dove c'è il disordine. Nell'architettura tradizionale dei nostri paesi e nella topografia simbolica i calvari assumono un significato fondante, di grandissima valenza, quindi costituiscono anche una testimonianza, oltre che architettonica, anche di quella che era la cultura tradizionale dei nostri paesi. Il mascherone con la lingua di fuori, con le corna, ad esempio, ha per il territorio una funzione apotropaica, contro il male, contro l'invidia, contro il malocchio. Il calvario ha una funzione ancora più complessiva, di protezione, di tutto lo spazio. Protegge il noto dall'ignoto, carico di minaccia, di pericolo. Rende lo spazio del paese - di fronte a questo calvario c'era appunto San Leo Vecchio - uno spazio abitabile senza pericolo, ovviamente senza pericolo simbolico.".

(apr. 2009)

Pizzo e gli infioratori di Potenzoni



L'insegna stradale del borgo di Potenzoni e un raffinato esempio
di infioratura dello stemma araldico della Città di Pizzo

(F. Vallone) La città di Pizzo Calabro ha scelto Potenzoni di Briatico per vestire di fiori la strada, la piazza, il belvedere del cosiddetto spunduni, e Potenzoni, proprio per il 23 aprile, il giorno dell'annuale festa di San Giorgio Martire, offre a Pizzo Calabro tutta la bravura dei suoi rinomati infioratori con i loro sedici anni d'esperienza.
Quella dell'infiorata è, per la gente di Potenzoni, una vera e propria magia espressiva cucita addosso, con milioni di petali di fiori che le donne del paese sciolgono da corolle, pistilli e gambi, e fanno diventare, in un attimo, tante tavolozze di colori. Sono petali colorati che si animano attraverso le mani, esperte e sapienti, degli infioratori e si reinventano in qualcosa di contrastante, effimero ed eterno al contempo.
Per tutta la comunità di Potenzoni di Briatico invitata, dal sindaco e dall'amministrazione comunale di Pizzo Calabro, a questo importante evento, è una bella occasione attraverso la quale far conoscere, sul campo, la maestria e manifestare un sentimento di profonda religiosità, ma anche per evidenziare il forte attaccamento alle proprie radici e alla propria identità locale di comunità capace di lavorare assieme. Giovedì mattina una pioggia di petali di tutti i colori verrà ad essere composta sul suolo napitino e l'opera ottenuta sarà poi esposta al mare, alla gente e al sole di Pizzo Calabro per questa speciale occasione della festa di San Giorgio Martire, patrono e protettore della città.
Oggi, in attesa del Corpus Domini 2009 con la sua diciassettesima edizione dell'infiorata, Potenzoni unisce, per l'occasione, i suoi quattro rioni in un unico gruppo di lavoro. Agave, Chiesa, Glicine e Torre, uniti con i coordinatori e sotto gli occhi di tutti, produrranno assieme un unico lavoro dedicato a Pizzo, lo stemma del paese con l'effige di San Giorgio. I bellissimi tappeti in fiore che ogni anno tappezzano Potenzoni di Briatico vengono allestiti con materiali floreali che sembrano, nel risultato finale, veri morbidi tappeti dalle fibre raffinate e dai tessuti vellutati con disegni colorati dei più vivi colori che solo la natura sa offrire. Da sabato scorso tutta la comunità di Potenzoni è in fermento per concretizzare al meglio il lavoro infiorato di Pizzo che sarà visitato dalla solenne processione che si terrà alle ore 17.00 di giovedì sera alla presenza del vescovo di Mileto, Nicotera, Tropea, monsignor Luigi Renzo.
Una pittura floreale che prenderà forma in mattinata, dipinta dal sentimento collettivo e devozionale della gente di Potenzoni che si incontra con quella di Pizzo. Un momento di spiritualità cristiana ma anche di grande espressività artistica e di orgoglio comunitario. In questa espressione di vitalità popolare sta il segreto semplice di quest'arte difficile, un'arte così insolita e che lascia stupefatti per la bellezza, la delicatezza, l'armonia e la perfezione dei disegni rappresentati nel vestire di fiori strade, vicoli e piazze.

(apr. 2009)



BALCONE FIORITO



E' on line la 49^ Tornata di TropeaMagazine

(S. L.) Diamo uno sguardo al sommario della nuova Tornata di marzo/aprile '09.
Si tratta di un numero unico dedicato alla ricerca di storia patria, o meglio alle pietre miliari da cui partire per operare nel campo di questa affascinante attività. Parlo del territorio di Tropea.
Saranno pubblicati i saggi sicuramente più 'pascolati' dagli autori di storia patria, e poco importa se non vengono citati nelle svariate opere che li seguirono.
I più recenti sono gli stranoti 'Appunti per una ricerca su Tropea e i suoi casali nell'età moderna' di Pasquale D'Agostino e 'Appunti per una ricerca di storia demografica sociale ed economica su Tropea e il suo territorio nel Settecento' di Pasquale Russo, ambedue scritti nel 1977 e tratti da 'Deputazione di Storia patria per la Calabria. La Calabria dalla Riforma alla restaurazione, Atti del VII Congresso Storico Calabrese (Catanzaro 29 ott. - 1 nov. 1997), Società Editrice Meridionale, Salerno-Catanzaro 1981.
Mentre appartengono ad un passato meno recente due colonne portanti della ricerca, il 'Cenno storico sulla chiesa vescovile di Tropea' scritto da Francesco Adilardi nel 1849 e 'Tropea e il suo circondario, Drapia, Parghelia, Ricadi, Spilinga, Zaccanopoli, Zambrone' da 'Il Regno delle Due Sicilie', a cura di Filippo Cirelli, pubblicato a Napoli nel 1859. A quest'ultimo lavoro concorrono le prestigiose firme del Cav. Benedetto Stragozzi, Domenico Braghò, dell'Arciprete Petracca, Ciro Migliarese, Carlo Tranfo e dello stesso Filippo Cirelli, amico della famiglia del filosofo Pasquale Galluppi e di quella del poeta Francesco Ruffa.
Tutti questi contributi, che potrete assaporare, leggere, rileggere e consultare, offrono una preziosa miniera di notizie su 'come eravamo' a Tropea e nel suo circondario nei secoli scorsi.
State con noi e con la Storia e Buona Lettura!

www.tropeamagazine.it





Un Calendario per raccontare l'Infiorata di Potenzoni

(F. Vallone) Ci sono proprio tutti i milioni di petali colorati di Potenzoni in questo Calendario 2009, dedicato esclusivamente all'Infiorata, prodotto e distribuito in questi giorni, in leggero ritardo, a tutta la comunità.
Il calendario, stampato per i tipi delle edizioni Grillo di Zambrone, è stato curato da Francesco Benito Artesi, Francesca Artesi, Nadia Berardi, Daniela Calzone, Enzo Calzone, Domenico Comerci e Francesco Scordamaglia, componenti della neo costituita Commissione operativa pro infiorata. Il patinato calendario, a colori e di grande formato, si compone di otto pagine che raccontano, per immagini, dell'opera dei bravi infioratori del paese e dei sedici lunghi anni dei quattro rioni del piccolo borgo, frazione di Briatico: Rione Agave, Rione Chiesa, Rione Glicine e Rione Torre. Quattro rioni che, in attesa della diciassettesima edizione dell'infiorata, vivono nella quotidianità ma già pensano all'organizzazione di un evento che annualmente riesce a richiamare migliaia di persone.
Con questo calendario 2009 l'effimera opera degli infioratori si prolunga nel tempo e per tutto un anno, attraverso le pagine che illustrano i ventidue colorati tappeti di petali scelti tra centinaia di immagini conservate. Sono vere e proprie opere d'arte popolare, sempre uniche e irripetibili, che durano purtroppo solo il tempo di un pomeriggio e di una processione del Corpus Domini ma che si proiettano nel futuro e nella memoria collettiva attraverso la ripetibilità delle immagini catturate, degli scatti fotografici, delle riprese dei video e dei filmati, dei tanti articoli di stampa pubblicati e dei servizi televisivi messi in onda. Sul calendario duemilanove, in prima pagina campeggia il Santissimo, l'ostensorio del Corpus Domini, vero simbolo ed essenza della stessa infiorata potenzonese.
Una manifestazione giunta quest'anno alla 17a edizione, con la professionalità raggiunta dai maestri infioratori, che non ha nulla ha da invidiare alle analoghe manifestazioni che si svolgono in Italia, a Genzano e Noto. Nelle pagine che seguono tanti bellissimi rosoni e tappeti infiorati con i simboli dell'iconografia cristiana, la processione della confraternita che accompagna il santissimo, i preti, la banda, i fedeli e i visitatori. Alla fine nell'ultima pagina, l'immagine più bella: l'ostensorio che passa per primo sul tappeto di fiori, è la soglia simbolica del varcare, del passare di Cristo per le strade infiorate di Potenzoni, piccolo paese della Calabria che per un giorno diventa speciale.

Il sito dell'Infiorata di Potenzoni




Abbonamento annuo a 'Camino de Santiago - Revista Peregrina'





Recupero, restauro e riuso di Palazzo ex Giffoni - concorso di idee

(S. L.) Il Comune di Tropea (VV) indice un concorso di idee per il recupero, restauro e riuso di Palazzo ex Giffoni finalizzata all’utilizzo dello stesso come Centro Interculturale.

Il Palazzo ex Giffoni è un palazzo nobiliare a corte del XIX secolo, ubicato in largo Municipio. L'edificio ottocentesco su tre piani, presenta un atrio con volta a botte e corte con scala a rampa unica. In facciata si distinguono elementi quali timpani alle finestre (soltanto al primo piano), cornici marcapiano e marcadavanzali. La qualità architettonica delle facciate non è uniforme, risulta molto curata sul largo Municipio e sul largo Galluppi mentre appare molto povera sul lato della Cappella dei Nobili. Muratura mista intonacata, copertura a falde con tegole. La struttura è stata residenza della famiglia Giffone e sede del Ginnasio - Liceo "Pasquale Galluppi", catasto urbano, Ufficio del Registro, Guardia di Finanza.

Obiettivo del concorso è di ricevere idee e ipotesi progettuali volte ad ottenere:
- uno schema planivolumetrico di massima per l’intero comparto costituito dall’edificio e dalle aree adiacenti;
- il progetto architettonico di massima riguardante l’edificio e la sua area di pertinenza, così come meglio identificato nel progetto preliminare, da cui possano essere sviluppati i successivi livelli di progettazione definitiva/esecutiva. Il progetto architettonico dovrà in particolare affrontare il recupero strutturale, architettonico e funzionale di tutto l’edificio e le aree di pertinenza;
- la definizione compiuta degli spazi a partire dalle indicazioni contenute nel progetto ed in particolare dal layout funzionale in esso contenuto, prestando particolare attenzione alla razionalizzazione, alla integrazione ed alla condivisione delle funzioni e delle attività indicate;
- la proposta di usi e funzioni per la parte in completamento, all’interno delle possibilità previste nel progetto.

Il concorso è aperto agli architetti e agli ingegneri dell’Unione Europea, Svizzera e Lichtenstein regolarmente iscritti agli albi dei rispettivi ordini professionali o, comunque, ai relativi registri professionali nei paesi.
Il concorso si concluderà con una graduatoria di merito e con l’attribuzione di n. 1 premio, comprensivo di rimborso spese, di € 10.000,00.

Data Pubblicazione: 26/02/2009
Data di scadenza 30/03/2009
Data differimento scadenza: 30/04/2009, ore 1000
Comune di Tropea - Ufficio UTC
Contatti: UFFICIO TECNICO - AREA LL.PP- n.tel. 0963.6041216/251/243
fax 0963.6041240/216 0963.61431
Bando (in PDF)





Loiero affida a Gattuso la promozione del turismo calabrese.
Costo 4 milioni di euro

(S. L.) La Regione Calabria si affida al testimonial Rino Gattuso per promuovere il turismo, con una campagna pubblicitaria da 4 milioni di euro.
La campagna, pianificata direttamente dall’ufficio promozione turistica della Regione, comprende spot tv fino al 28 febbraio su reti Rai, Mediaset e La7, con secondo flight a giugno; decorazione di mille taxi a Berlino in occasione dell’Itb, importante fiera del turismo del prossimo marzo (dopo un’identica pianificazione su mille taxi a Londra in occasione dell’analoga fiera Wtm dello scorso novembre); pianificazione out of home a cura di Cbs Outdoor (decorazione interna ed esterna per un mese di due treni Etr 500, station domination delle stazioni ferroviarie Di Milano Cadorna e Roma Fiumicino, decorazione esterna del finger C dell’aeroporto di Roma Fiumicino); ponte Forlanini a Milano.
La campagna, presentata alla stazione di Milano Centrale dal presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, è il frutto di un piano di comunicazione ideato da Stage Up, società di consulenza nel settore del marketing sportivo, con creatività affidata alla Scuola di Emanuele Pirella, che ha ideato il claim "Calabria. Noi ci mettiamo il cuore". Lo spot è stato girato da Mercurio Cinematografica, con la regia di Piero Follini, sul litorale di fronte all’antica fortezza le Castella di Isola di Capo Rizzuto.
L'iniziativa è stata bocciata da Beppe Grillo perchè non supportata adeguatamente sul sito ufficiale della Regione Calabria. Infatti secondo Grillo 'se un inglese interessato si connette al sito www.regionecalabria.it troverà dichiarazioni di assessori, portaborse e tirapiedi che se la contano e se la cantano tra loro. Il tutto solo in ITALIANO. Se si clicca alla sezione turismo non c'è una foto, un video, nulla di nulla che inviti a visitare la Calabria. Quanto è costata ai contribuenti questa pagliacciata internazionale del presidente di Regione Agazio Loiero?'.

Simu o no calabrisi?

Regione Calabria

Il Blog di Beppe Grillo





La Festa di San Giuseppe è alle porte

(Salvatore Libertino) Siamo ai primi di marzo e il Comitato per la Festa di San Giuseppe, capitanato da Sandro Cortese, è in piena attività per rendere più godibile alla cittadinanza l'ormai imminente 19 marzo, festa del Santo più amato dai tropeani, quando a Tropea si daranno appuntamento le prime rondini, i primi tepori primaverili e le prime presenze dei turisti.
'Il 19 marzo dei tempi passati - racconta l'etnologo tropeano Giuseppe Chiapparo - la Confraternita di S. Giuseppe, a mezzogiorno, sul ballatoio della porta secondaria della Parrocchia di S. Caterina, prepara una mensa alla quale prendono parte tre poveri, un vecchio, una donna ed un bambino, simboleggianti la Sacra Famiglia. In questo giorno per gli artigiani il piatto di rito è la pasta coi ceci, oltre le tradizionali zeppole'.
Da qualche anno la tradizione ha subito una leggera variazione, forse perchè a Tropea non esistono più poveri, e a mezzogiorno a largo San Giuseppe sui tavoli dei bar vengono serviti piatti colmi di pasta e ceci, frittelle di Russulia e gli Sciù di Nino Filardi al Sindaco, alla giunta comunale, e ai più fortunati che riescono a trovar posto.
L'importante è che da qualche anno finalmente si sia ripristinata, dopo vari decenni di vuoto pneumatico, una Festa popolare e molto sentita dalla cittadinanza.

Continua (video)


Domenico Romano CarratelliE' nata l'Accademia dei bibliofili calabresi 'Gabriele Barrio'.
Il sodalizio promosso da Domenico Romano Carratelli.

(p. com.) Si è costituita a Vibo Valentia, dove ha sede, l'Accademia dei bibliofili calabresi, "Gabriele Barrio" onlus. Promossa da Domenico Romano Carratelli, pluridecorato politico vibonese ma anche appassionato bibliofilo e uomo di cultura, nasce anche grazie alla partecipazione di un gruppo di intellettuali vibonesi, ad iniziare da Raniero Pacetti, fra i più importanti collezionisti calabresi di stampe e carte geografiche, da Gilberto Floriani, noto operatore culturale e dirigente del Sistema bibliotecario vibonese, da Teresa Saelì, presidente delle Acli vibonesi, e da Felice Muscaglione, alla cui iniziativa si deve la nascita del periodico di memorie storiche "Monteleone".
Associazioni di bibliofili esistono in tutta Italia e nel mondo, realizzando di fatto un circuito di appassionati ricercatori, scopritori e custodi di libri in senso lato e più specificatamente di libri antichi e rari. Intorno a questo mondo si è sviluppato un sistema di servizi e di interessi, in particolare librerie antiquarie che ricercano e mettono in vendita tutto quello che può interessare il bibliofilo. Anche grandi case, da Cristhie's a Sothebys a Bloombbury, organizzano apposite aste in cui particolari pezzi possono raggiungere cifre da capogiro. E perfino il mondo di internet ormai pullula di siti e di negozi per i bibliofili. Nel Mezzogiorno tale collezionismo ha un'antica tradizione e vi sono librerie che sono note in tutto il mondo. Così anche in Calabria dove si registra un circuito di scambio e di compravendita che ha incentivato la nascita delle prime librerie specializzate.
Sempre in Calabria vi sono importanti biblioteche pubbliche e private e si sono formate nel tempo importanti collezioni, alcune delle quali famose perchè portate a conoscenza del grande pubblico attraverso apprezzabili pubblicazioni: basti pensare a quelle di Pacetti da Vibo Valentia e Zerbi da Taurianova.
Di questa iniziativa ne parliamo con il promotore Domenico Romano Carratelli.

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Veduta di Tropea. Dall'Album manoscritto di
Francesco Cassiano de Silva (1708). Biblioteca Nazionale di Vienna


La Veduta manoscritta di Tropea di Francesco Cassiano de Silva

(S. Libertino) Poco si conosce di Francesco Cassiano de Silva, cartografo, incisore e disegnatore lombardo, ma di estrazione spagnola. Nelle sue opere si autodefinisce 'spagnolo' mentre nella copertina dell'Album manoscritto (1708), custodito nella Biblioteca Nazionale di Vienna, si autoproclama 'nobile milanese'.
Attivo a Napoli e in tutto il Regno negli anni che vanno dal disastroso terremoto del 1688 ed il primo decennio del 1700, si devono a questo personaggio misterioso alcune originali piante e vedute della città di Napoli e dell'intero Regno.
La sua prima opera è la 'Accuratissima e Nuova delineazione del Regno di Napoli e dell'intero Regno di Napoli' in 20 carte, pubblicata da Antonio Bulifon nel 1692. Le carte regionali e quella d'insieme ripropongono, con poche varianti le tavole realizzate da Magini e pubblicate dal figlio Fabio, nel 1620. Le principali novità si registrano nell'area napoletana e nelle isole, che erano le uniche zone nelle quali si manifestava una certa attenzione 'cartografica' da parte della corona vicereale.
Cassiano de Silva lavorò con G.B. Pacichelli e sue furono i disegni/incisioni delle vedute delle città, tra cui quella nota di Tropea, contenute nella pubblicazione postuma dell'abate pistoiese 'Il Regno di Napoli in prospettiva, diviso in dodici provincie', Napoli 1703.
Nel citato Album manoscritto viennese 'Regno napoletano anatomizzato dalla penna di D. Fran.co Cassiano De Silva lombardo' ritrasse numerose vedute di Napoli e 175 centri urbani, preminentemente sedi diocesane, accompagnate da concise ma efficaci annotazioni. Fra queste vi è l'immagine poco conosciuta di Tropea accompagnata dal seguente cenno storico che mette in evidenza l'organizzazione ecclesiastica della Città e della Diocesi, così come era avvenuto nella pubblicazione del Pacichelli, fino a contrarre con la versione precedente numerosi plagi...

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Particolare del Globo di Antonio Spanò, 1593. La Regione del Polo Sud.
Pierpont Morgan Library di New York


Ecco le immagini del Globo di avorio inciso da Antonio Spanò nel 1593

(S. Libertino) Tempo fa avevamo reso noto un vecchio saggio del 1914 di Charles Raymond Beazley (1868 - 1955), con il quale veniva annunciata la scoperta di un piccolo globo terrestre d'avorio, scolpito ed inciso nel 1593 dal tropeano Antonio Spanò. Beazly descriveva minuziosamente la struttura con numerose note critiche e commenti sulle figure geografiche e sui nomi incisi nell'esiguo spazio del microscopico mappamondo. Con l'occasione ci rammaricavamo di non poter far vedere l'immagine dell'opera d'arte custodita presso la 'Pierpont Morgan Library' di New York, concludendo però che stavamo facendo di tutto per acquisirla e divulgarla. Ora finalmente, dopo averla inseguita per tanto tempo, è possibile proporvela.
Sapevamo dell'esistenza di un'opera libraria in due volumi del 1921 di Edward Luther Stevenson (1858-1944) 'Terrestrial and celestial globes : their history and construction, including a consideration of their value as aids in the study of geography and astronomy' che conteneva immagini e descrizione del mappamondo dello Spanò, e che due esemplari di tale pubblicazione si trovavano presso la Biblioteca del Dipartimento di matematica del Politecnico di Milano e quella interdipartimentale unificata 'Plinio Fraccaro' dell'Università degli studi di Pavia. Ci siamo messi in contatto con entrambe le biblioteche per acquisire i documenti che ci interessavano, ma non abbiamo avuto risposta.
Un mese fa, una ricerca a largo raggio sulla Rete ha dato un felice esito. Quei due volumi li abbiamo trovati, interamente digitalizzati, nel portale non-profit 'Internet Archive', di base a San Francisco, CA.
Poichè lo merita, vogliamo spendere due parole per questo istituto, nato nel 2001 come una gigantesca biblioteca digitale di siti internet e altri artefatti culturali in forma digitale, che, come una biblioteca che contiene libri di carta, mette a disposizione il libero accesso per i ricercatori, storici, studiosi, e il pubblico in generale. Certamente, una biblioteca virtuale, ma che più reale o realistica di così... I due volumi, la cui digitalizzazione è sponsorizzata da Microsoft, sono collocati nel sito canadese 'Canadians Libraries'. A noi interessa il I volume reperibile all'indirizzo www.archive.org/details/terrestrialceles01stevuoft .
E' stato facile quindi 'possedere' subito il libro. A sinistra della videata, a collegamento avvenuto, il volume può essere scaricato sul proprio computer anche in formato .PDF (44 MB).
Abbiamo poi ricomposto il .PDF con le sole pagine che dedicano attenzione e interesse al piccolo capolavoro di Antonio Spanò. Sono in tutto 6 pagine, compresa la copertina: Copertina - 201 - 202 - Fig. 83 - 203 - Fig. 84.

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Banner e Croci portati dalle famiglie delle vittime Bloody Sunday nella commemorazione annuale di marzo.

Sabato 21 marzo a Reggio convegno sull'IRA

(S. L.) Il Circolo Culturale 'L'Agorà' organizza una giornata di studi, sabato 21 marzo ore 1700 presso la saletta convegni della Chiesa di San Giorgio al Corso di Reggio Calabria, sul tema 'SUNDAY BLOODY: IRA - Movimenti sociali politici e culturali nell'Ulster'.
Alla manifestazione saranno presenti autorevoli rappresentanti della cultura dell'informazione irlandese come il docente universitario prof. Richard English della Queen's University di Belfast dove insegna dottrine politiche. Ha pubblicato, oltre che 'La vera storia dell'IRA' (2004), 'Ernie O'Malley: IRA Intellectual' (1998) e 'Radicals and the Republic: Socialist Republicanism in the Irish Free State 1925-1937' (1994).
Fra i suoi numerosi scritti su argomenti di storia e politica irlandese si ricordano quelli pubblicati da «Newsweek», «Times Literary Supplement», «Times Higher Educational Supplement» e da periodici irlandesi quali «Fortnight» e «Dublin Review». Ha collaborato anche, come commentatore di politica irlandese, con il «New York Times», la BBC e il «Guardian».
Altra importante testimonianza sarà quella di Gustavo Pregoni, corrispondente dall'Irlanda per varie testate online e cartacee, che ha seguito passo dopo passo il processo di pacificazione.

Circolo Culturale L'Agorà

Bloody Sunday



Pizzo Calabro. Lo Spuntone

A proposito di ascensori...
L'ascensore col lucchetto e la Grande Muraglia

(A. Caporale) Andare da un pizzo all'altro. E andarci comodi, quasi in carrozza. Grazie al pizzo, allo spuntone di roccia che maestoso separa il borgo dalla marina, Pizzo Calabro è diventuto un luogo famoso, visitato, segnalato in tutta Italia. Il suo mare turchese, la costa stupefacente, i vicoli e i profumi inconfondibili. Nel 1984 il sindaco ebbe un'idea grandiosa: se bucassimo il pizzo, se gli facessimo un foro interno invisibile, come usano i pasticcieri col panettone riempito di crema chantilly, avremmo la possibilità di installare un ascensore. Riparato dagli occhi ma vicino al cuore (e alle gambe) di tutti coloro che si risparmiano gli scalini e il sudore dell'arrampicata.
L'idea parve davvero ottima e malgrado qualche contestazione del solito comitato spontaneo pro natura (“Pizzo si chiama così perché c'è il pizzo di montagna, e chi viene lo sa che si sale e si scende e questo è anzi il bello”) fu subito contratto un mutuo da un miliardo per la realizzazione. Subito proprio no. Ma in Calabria il tempo passa più lento che altrove, quindi: 1995 inizio dei lavori. Undici anni di riflessione sono sembrati il giusto. Serve una parentesi: quando un'amministrazione pubblica deve contrarre un debito ha la mano leggera. Quel debito peserà sulle casse, produrrà interessi, dovrà essere restituito. Ma in Italia non c'è l'ufficio della resa del conto: cosa fai, quanto costa, perché lo fai e chi paga. Nessuno deve rispondere a nulla. Geniale.
I lavori, adagio adagio, iniziarono e proseguirono per sette anni. Nel 2002, riporta meticolosamente Il Quotidiano di Calabria, l'opera fu conclusa e inaugurata. “Evviva, funziona!”. Da pizzo a pizzo in ascensore. Da nord a sud e viceversa. Due minuti e sei in piazza; due minuti e sei a mare. Il giorno dell'inaugurazione si fece festa. Tutti contenti. Però si era trascurato di richiedere tutte le autorizzazioni del caso, e comunque ci si era dimenticati che per far funzionare l'ascensore serviva un custode che accompagnasse gli ospiti su e giù per il pizzo ogni giorno. Un custode lavora otto ore, la giornata è di ventiquattro ore, servivano tre custodi. E chi paga? Boh!
Infatti, inaugurata l'opera, fu subito attrezzato un cancello e posto un lucchetto. Un anno, due, tre. Siamo a sei. L'ascensore non è mai entrato in funzione, anzi si è un po' arrugginito, e servirebbero altri 250mila euro per metterlo a norma. Soprattutto servirebbe un custode, anzi tre!

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Le copertine della terna finalista

Abate, Desiati e Di Stefano:
ecco la terna dei finalisti del Premio "Tropea"

(S. L.) Il voto dei giurati della terza edizione del Premio letterario nazionale "Città di Tropea - Una regione per leggere" è andato a

Carmine Abate, Gli anni veloci (Mondadori);
Mario Desiati, Il paese delle spose infelici (Mondadori);
Paolo Di Stefano, Nel cuore che ti cerca (Rizzoli).

Questa dunque la terna dei finalisti da cui, nel prossimo luglio, scaturirà il vincitore assoluto.
Come è ormai tradizione del Premio letterario, la votazione si è svolta in "presa diretta" alla presenza - anche quest'anno - di un folto pubblico.
La manifestazione si è tenuta stamane, presso l'elegante Sala del Museo Diocesano, il regista è stato ovviamente il "patron" del Premio, Pasqualino Pandullo, nella sua veste di Presidente dell'associazione organizzatrice, l'Accademia degli Affaticati. La kermesse culturale si è aperta con il saluto del Sindaco, Antonio Euticchio, e del Presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, che, ringraziando gli organizzatori, hanno tenuto a sottolineare quanto la città di Tropea e la provincia stessa siano orgogliosi di questo Premio che sta consolidandosi e affermandosi sempre più grazie all'alto livello qualitativo che lo contraddistingue.
È intervenuto poi Vincenzo Gasparro, in rappresentanza dello sponsor ufficiale del Premio: la "Spi - Finestre e persiane" che ha ribadito quanto sia importante investire nella cultura specialmente nella nostra regione e come non esista migliore occasione di un Premio letterario, per promuovere la lettura e l'educazione al libro. Tale azienda, a dispetto della crisi, infatti ha voluto fortemente sostenere l'evento letterario, dimostrando come l'intersezione tra imprese economiche e cultura possa certamente fare da volano per lo sviluppo della nostra regione.
Non solo di circostanza è stato l'intervento del Vicepresidente della Regione, Domenico Cersosimo, che ha posto un insolito refrain impostato sul "Non mi piace!". "Non mi piace - ha affermato - che in questa regione non si pensi all'ambiente; non mi piace che sia famosa solo per episodi di violenza; non mi piace che sia l'ultima regione negli indici di lettura. C'è un deficit di società civile. Ma mi piacciono iniziative come questa che creano, appunto, humus culturale favorevole alla crescita della società civile. In Calabria, in effetti, di iniziative culturali se ne fanno tante, ma spesso durano il tempo di una fiammata. Il Premio "Tropea" si differenzia positivamente in tal senso in quanto dimostra una seria continuità". Il Vicepresidente ha poi concluso "che ci siano manifestazioni come questo Premio che promuove la lettura è un bene, ed essere qui riuniti a parlare e discutere di libri e sui libri credo rappresenti un ottimo segnale della nuova strada che si sta cercando di intraprendere".
Le opere che si sono contese l'elezione nella terna di finalisti erano:

Carmine Abate, Gli anni veloci, Mondadori, 2008
Mario Desiati, Il paese delle spose infelici, Mondadori, 2008
Paolo Di Stefano, Nel cuore che ti cerca, Rizzoli, 2008
Pietro Grossi, L'acchito, Sellerio, 2007
Edoardo Rebulla, La misura delle cose, Sellerio, 2008
Christiana Ruggeri, La lista di carbone, Mursia, 2008
Chiara Tozzi, Quasi una vita, Feltrinelli, 2008

La giuria era composta da nomi di prestigio, a partire dalla Presidente Isabella Bossi Fedrigotti, fine giornalista e scrittrice, nonché Presidente dal 2005 del prestigioso Premio "Bagutta", il più antico premio letterario italiano; Tullio Barni, delegato alla Cultura del Rettore dell'Università Magna Graecia di Catanzaro; Pierfranco Bruni, Vicepresidente Sindacato Libero Scrittori Italiani; Corrado Calabrò, Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; Mario Caligiuri, giornalista e docente universitario di Comunicazione;; Michele Daniele, Vicepresidente dell'Accademia degli Affaticati; Gilberto Floriani, Direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese; Francesco Kostner, Responsabile dell'Ufficio Relazioni Esterne dell'Università della Calabria, di Cosenza; Giuseppe Meligrana, giovane editore tropeano e Segretario dell'Accademia degli Affaticati; Vincenzo Tamburino Pro Rettore dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria; Giuliano Vigini, Direttore di Editrice bibliografica e - ovviamente - il patron Pasqualino Pandullo.
Dopo questa fase, appena conclusasi, non ci resta che attendere il 3, 4 e 5 luglio, quando nella serata finale salirà sul podio il vincitore assoluto. L'opzione di selezione che lo decreterà è rimasta invariata rispetto alle altre edizioni. Il vincitore sarà scelto dalla combinazione di voti dei 409 sindaci calabresi e da una giuria popolare composta da 41 persone tra studenti e cittadini della ridente località marittima. In tal modo il territorio regionale viene educato alla cultura del libro. E infatti sono questi gli obiettivi che si prefigge questo originale premio letterario, perché, come afferma Carlos Ruiz Zafòn: "La lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare".
Per maggiori informazioni, anche sulle precedenti edizioni, si può consultare il sito ufficiale del Premio: www.premioletterariotropea.org/ .



Lucia e Armando Grillo

Lucia & Armando, due Grillo a New York Lei attrice e regista, lui fotografo di moda, s'incontrano nel cuore della Grande Mela per parlare della loro Calabria

(F. Vallone) È la prova che l'oramai globalizzante e globalizzato Facebook può diventare anche un potenziale e valido strumento per attivare, tenere e mantenere importanti contatti di lavoro, oltre che d'amicizia, in campo internazionale. Tramite questo prezioso social network abbiamo fatto incontrare, se così si può dire, a New York, due personaggi di sangue vibonese.
Lei si chiama Lucia ed è un'affermata attrice regista italoamericana di New York, lui, Armando, è, invece, un noto fotografo di moda, nativo di Vibo Valentia, che vive a Milano e gira il mondo con la sua macchina fotografica attorno ai grandi eventi mondani e alle più importanti sfilate fashion delle case di moda internazionali. Il loro cognome è comune, si chiamano Grillo e sono tutti e due, per versi diversi, operatori dell'immagine. Conosciamo Lucia Grillo da tempo, i sui genitori sono calabresi nativi di Francavilla Angitola, lei invece è nata proprio nella Grande Mela. Non si conoscevano i due Grillo, da seimila chilometri di distanza, tramite fb, come viene chiamato confidenzialmente facebook, siamo riusciti a farli conoscere e incontrare per uno champagne tra i mitici grattacieli di Manhattan, per farci raccontare dei loro successi e per farli parlare del loro lavoro e dei luoghi lontani della loro Calabria.
Lucia e Armando si sono incontrati qualche giorno fa al famoso Bryant Park Grill, proprio dietro la storica New York Public Library, la biblioteca della città di New York, nel parco dove ogni stagione si svolge il Fashion Week, luogo eletto e raffinato dove s'incontrano divi del cinema, attori e registi, e dove le persone più famose del mondo vengono per scegliere cosa indossare la stagione successiva. Armando ha volato sull'Atlantico, è arrivato da Milano per realizzare foto alle modelle mentre sfilano sul catwalk, sotto le tende bianche che riempiono e rendono affascinante il parco dell'omonimo Bryant. Armando ha, alle spalle, una storia d'emigrazione di successo, diversa. È andato via dalla sua città di nascita, Vibo Valentia, per seguire la sua grande passione per la fotografia. Prima a Milano, dove collabora con il fotografo più conosciuto nell'ambiente della moda, poi a Londra, Parigi ed ora è inviato, dalle riviste più prestigiose, a New York City. Lucia, è arrivata da soli due isolati di distanza, appena uscita dallo studio televisivo dove ha effettuato delle riprese per il programma di cui è produttrice e corrispondente. L'attrice ha studiato recitazione alla prestigiosa scuola Lee Strasberg prima di laurearsi in cinema e teatro alla New York University. Oggi lavora tra New York, Los Angeles, Roma e Regno Unito come attrice di teatro e cinema, modella e regista.. Le foto del profilo di Facebook aiutano a riconoscersi sin da subito, si incontrano.
Lucia e Armando parlano delle loro origini, dell'orgoglio d'essere calabresi e lo fanno parlando in dialetto calabrese, ripercorrono mentalmente le vie della città di Vibo Valentia. Lucia racconta e si racconta, vuole sempre più bene alla terra dei suoi genitori, la Calabria a cui dedica anche la realizzazione di due cortometraggi.
"A pena do pana", che le fa vincere il RIFF Roma Independent Film Festival e le fa ricevere il titolo d'Ambasciatrice della Calabria, e "Ad Ipponion", un film con gli attori locali, Giuseppe Mancari, Consuelo Fiumara, Gerry Buccinnà.
E tornando in Calabria, proprio per girare questi lavori, le chiedono il perché di questa scelta, del perché dopo aver lavorato con Spike Lee ("Summer of Sam/Panico a New York e di seguito uno spot televisivo per la Finlandia Vodka) e con altri mitici personaggi nel mondo del cinema, abbia fatto questa scelta rischiosa. Lucia risponde che vuole "dare qualcosa" alla "sua" amata terra, cosa che cerca di fare attraverso il suo lavoro con i giovani della zona in cui sono nati i suoi genitori, e tramite la scrittura di un lungometraggio ambientato in Calabria.
Intanto proprio tra qualche giorno, il 27 marzo, esce nelle sale italiane il film "Duplicity" con Julia Roberts e Clive Owen, dove Lucia ha avuto un ruolo da attrice con dialoghi in italiano. L'altro Grillo a NY, Armando, è nato a Vibo nel 1980, figlio d'arte, ha iniziato la sua attività di fotografo presso lo studio del padre, Franco Grillo, sin dall'età' di 6 anni, quando inizia a prendere confidenza con la prima macchina fotografica, poi continua ad apprendere fino a 20 anni e successivamente frequenta un corso di fotografia a Milano. Da qui inizia una vera e propria scalata, verso un traguardo ancora da raggiungere, "perché - aggiunge e sottolinea Armando - nella fotografia c'è sempre qualcosa da imparare". Dopo una lunga gavetta a confrontarsi giorno per giorno con tanta gente di alto livello nel mondo della fotografia. Prima inizia col fare da assistente ad un noto fotografo fino a quando, poi, viene notato e chiamato dall'agenzia Imaxtree (leader nel mondo nel campo della moda).
Armando ha lavorato nel Party Dior 60° alla reggia di Versailles come fotografo ufficiale per Style.Com (sito di Vogue America" la più grande rivista di moda nel mondo") ed oggi si ritrova a fotografare in tutte le capitali della moda, da New York a Milano, da Londra a Parigi, per migliaia di scatti, ad immortalare in cataloghi redazionali e sfilate, le più belle top model del momento per riviste come Gioia, Elle Francia, Elle.com. e tante altre. Le sue foto si possono ammirare, quasi ogni settimana, sulla rivista Gioia, sia in copertina che nei vari redazionali. Lui comunque, nonostante il successo, è rimasto un ragazzo modesto e con i piedi per terra, e continua ad amare, come Lucia, le sue radici, la sua Calabria e la sua Vibo Valentia.

Lucia Grillo, attrice, regista, autrice, trascinata dalla passione per il Cinema



Il Signor Helmut Kotsch alla Festa della Croce nel 2007 (Foto M. Lorenzo)

'Das Fest Des Kreuzes' di Helmut Kotsch

(S. Libertino) Il Signor Helmut Kotsch è quello che appare in foto segnato da un bel cerchio rosso. Ieratico, cappello a lunghe falde alla Fellini, è intento dall'ultimo piolo di una scaletta a filmare il gioco della 'pignata', durante la Festa del Tre della Croce 2007. Fa parte di quella vecchia schiera di tedeschi 'Amici di Tropea', che non aspettano l'estate a intraprendere il viaggio di migliaia di chilometri, ma lo fanno quando sono cotti dalla nostalgia di questa città ammaliatrice. Anche nel cuore dell'inverno. Ricordiamoci che Tropea è stata 'inventata' negli anni Cinquanta proprio dal popolo tedesco che vedevamo scorazzare per le vie in tutte le stagioni dell'anno o tuffarsi nel mare cristallino in pieno mese di febbraio, mentre noi si indossava il cappotto.
Quando il Signor Kotsch arriva a Tropea, deposita il camper al Camping del Convento, si bagna subito a mare e poi schizza sù in paese per immergersi finalmente in un altro mare, quello più profondo delle vinee misteriose, dei caffè accoglienti, degli odori nel mercato di un bel mazzo di cipollotti che conservano ancora l'umore di terra sabbiosa, del gusto inappagabile di un bel piatto di Filej a 'Tropea Vecchia', dell'estasi ritrovata davanti ai panorami mozzafiato degli affacci, delle imprevedibili scoperte 'di tutto e di più' tra le bancarelle nel percorso interminabile della Fiera dell'Annunziata. Entrare in profondità dentro questo mare, in una realtà particolare, fantasmagorica, senza confini. Forse è questo che manca agli amici tedeschi e al Signor Kotsch, quando si è lontani da Tropea. E quindi può succedere che gli appassionati di fotografia se lo ritrovino involontariamente dentro le proprie foto, come è successo a Mario Lorenzo con quella in mostra in testa a questo piccolo contributo. Lui, abituè ormai della sua Tropea, assieme alla moglie e al cognolino.
Lo scorso anno, 2008, durante la Festa della Croce, il Signor Helmut ha lasciato a Enzo Taccone dentro il canestrino della raccolta dei soldi, un DVD sulla Festa dell'anno prima, Edizione 2007. Come per dire 'Guarda cosa ho fatto... della vostra Festa...'. Sulla custodia una scritta: Helmut Kotsch, Camping del Convento, Tropea. Come per dire 'Guarda che se hai bisogno, sai dove cercarmi'.
Sono 30 minuti durante i quali racconta nella sua lingua la nostra Festa. Il piglio è professionale e appassionato, le musiche azzeccate, il sonoro, il commento, il montaggio e soprattutto le riprese sono perfetti. Tropea e i tropeani hanno completato l'opera dandogli una mano nella sceneggiatura. E' uscito fuori un documentario antropologico pieno di temperamento che sta girando attraverso gli Enti turistici non solo di Germania, per colpire il cuore della gente. Un tributo pubblicitario al nostro Paese e alle nostre tradizioni. In buona sostanza, il signor Kotsh è un testimonial della nostra città a tutto tondo, una sorta di 'Gattuso a gratis'.

Continua (Film 'Das Fest Des Kreuzes' di Helmut Kotsch)...


Calabria: Avviata l'elaborazione del documento programmatico per fissare le priorità dei distretti agroalimentari e rurali.
Provincia, Comuni e Associazioni di categoria uniti per lo sviluppo del territorio

(Newsfood.com) Distretto agroalimentare o rurale? In altre parole, è meglio puntare sulle produzioni certificate e focalizzare la programmazione principalmente sul settore agricolo oppure optare per uno strumento più flessibile che sia capace di promuovere l'integrazione tra attività agricole e sistema produttivo nel suo complesso?
Sono questi gli interrogativi intorno ai quali è ruotata la discussione tra i membri dell'assemblea del Distretto agroalimentare "&ViVa" di Vibo Valentia, convocata oggi nella sede della Provincia su iniziativa dell'assessore alle Attività produttive Paolo Barbieri e dell'assessore all'Agricoltura Nazzareno Fiorillo.
All'incontro, inoltre, hanno preso parte l'assessore comunale di Vibo Valentia alle Attività produttive Vincenzo Insardà, il presidente della sezione calabrese dell'Aiab (Associazione italiana per l'agricoltura biologica) Maurizio Agostino, il vice presidente della sezione provinciale della Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) Michele Napolitano, il responsabile tecnico di Confagricoltura Vibo Pasquale Giogà, la rappresentante della cooperativa Nautilus Teresa Vicchio ed i sindaci Antonio Suppa (Francica), Fernando Nicotra (Pizzo), Domenico Borello (San Constantino Calabro) e Antonio Euticchio (Tropea). Assenti, invece, i rappresentanti di Soriano Calabro, Serra San Bruno, Mileto, Nicotera, Sant'Onofrio e San Gregorio d'Ippona.
Il confronto si è concentrato sull'elaborazione del documento di indirizzo che dovrà essere approvato dalla Regione per la conseguente costituzione del definitivo Distretto agroalimentare o rurale (attualmente "&Viva" ha una funzione essenzialmente promotrice), sulla base delle nuove disposizioni di legge.
Per comprendere appieno la questione, però, è necessario un breve excursus.
I distretti furono introdotti nell'ordinamento giuridico italiano dalla Legge di orientamento del settore agricolo (decreto legislativo 228/2001). In particolare, secondo la norma «si definiscono distretti rurali i sistemi produttivi (...) caratterizzati da un'identità storica e territoriale omogenea, derivante dall'integrazione tra attività agricole e altre attività locali, nonché la produzione di beni e servizi di particolari specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni territoriali»; di contro, «si definiscono distretti agro-alimentari di qualità i sistemi produttivi locali, anche a carattere interregionale, caratterizzati da significativa presenza economica e da interazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agro-alimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria o nazionale, oppure da produzioni tradizionali o tipiche».

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Il mio incontro a Tropea con Paul McCartney.
Voleva comprare lo scoglio dell'Isola per abitarci

(S. Libertino/1aprile) Ho incontrato Paul McCartney a Tropea il 23 agosto 2005. L'ho visto verso le 2100 in via Aragona davanti al Ristorante 'Antico Borgo' di Gaetano Naccari.
Era in compagnia di un ragazzo di almeno 30 anni e di una donna che di anni ne poteva avere una cinquantina. L'ho riconosciuto immediamente, anche se cercava di nascondersi dietro un paio di vistosi occhiali scuri, in mezzo ad una ressa di gente che faceva la fila davanti al ristorante. Fin dal primo momento mi sono accorto che nessuno lo aveva riconosciuto. Il mio istinto è stato quello di tirare fuori dalla tasca la macchinetta digitale per fargli una foto. Mi ha però bloccato il ragazzo che stava con lui il quale mi disse in italiano che non era opportuno che io lo fotografassi perchè avrei scatenato un 'casino' non gradito a Paul e che avrebbe sicuramente creato un risvolto contrario al motivo per cui si trovava a Tropea. Mi raccomandò inoltre di non far circolare alcuna notizia al riguardo. Mi spiegarono quindi i due amici italiani di Paul che avevano cercato di procurarsi un tavolo ma poichè al momento non c'erano posti liberi, avrebbero dovuto aspettare il loro turno.
Facevo parte di un gruppo. Avevamo prenotato. Conoscevo l'intrattenitore Pippo Argento, addetto all'esterno del ristorante a mantenere l'ordine della fila dei clienti e addolcire la loro attesa propinando canti e filastrocche. Mi sono rivolto a lui chiedendo cortesemente la possibilità di far entrare Paul e i due amici, spiegandogli che si trattava di un noto cantante inglese. Pippo entrò nel ristorante e poi ci assicurò che si stava per liberare un tavolo e che Paul a breve sarebbe potuto entrare ed occupare i posti liberi. Mentre il mio gruppo prendeva posto all'interno del ristorante, ho preferito stare fuori per fare compagnia a Paul e ai suoi amici. Lui era molto divertito delle canzoni di Pippo fino ad accennare un passo di tip tap. Mi strinse la mano, ringraziandomi dell'interessamento. Mi sono presentato, e tramite i due amici, che facevano da interpreti, mi dichiarai beatlesiano sfegatato, e dissi che qualche anno prima ero stato in pellegrinaggio a Liverpool, dove ho visto la sua casa natale ed ho conosciuto durante la Convention di fine agosto parecchi personaggi dell'epoca come Cynthia Lennon, Billy J Kramer dei 'Dakotas', e di aver allestito nel 1997 un sito web dedicato ai Beatles, uno dei primi non solo in Italia, nel quale avevo inserito una sezione dedicata al Merseybeat, il movimento musicale che alla fine degli anni Cinquanta coinvolse i giovani di Liverpool e dal quale uscì una marea di complessi i cui brani furono per lungo tempo hits mondiali. Uno dei gruppi, che appartenne a questo movimento, e che arrivò più degli altri alla vetta più alta, fu proprio quello dei Beatles. Aggiunsi anche che mi aveva contattato per correggere un'esattezza Rod Davis dei Quarrymen, l'originario gruppo che successivamente sfociò in quello dei Beatles. Paul era molto attento e interessato a quello che andavo dicendo, in particolare quando gli spiegai che in quella sezione avevo inserito le interviste di Brian Griffiths dei "Big Three" e di Chris Huston degli "Undertakers", gruppi epici del Merseybeat, amici dei Beatles. Alla fine mi rispose che aveva sentito parlare di un sito italiano che per la prima volta si era occupato del Merseybeat e delle genealogie di una ventina di gruppi che vi fecero parte. Mi aggiunse che era suo intendimento risiedere a Tropea e che sicuramente avremmo fatto insieme qualcosa, alludendo ad un megaconcerto di veterani di quell'epoca rilanciando i nuovi Beatles con i rispettivi figli degli scomparsi John Lennon e George Harrison: Julian e Dhani, ambedue eccellenti musicisti.
Approfittando dell'attesa obbligata di prendere posto all'interno del ristorante, chiesi se potevo fare una foto, solo una. E mi fu consentito proprio da lui. Solo uno scatto e basta, per motivi che mi dissero importanti. La feci, con lo sfondo dell'entrata del ristorante, il punto che mi era sembrato più luminoso. Guardai sul display se mi era venuta bene. L'ho fatta vedere anche a lui: 'OK'. E poi gli chiesi se potevo sapere il vero motivo della sua presenza a Tropea. Mi risposero gli amici di Paul. Avevano avuto un paio di giorni prima un contatto preliminare a Montecassino con i responsabili dell'Abbazia per un eventuale acquisto da parte di Paul dello scoglio dell'Isola. In attesa di conoscere la risposta, Paul era venuto in Calabria per avere un colloquio con i dirigenti della Regione e del Comune di Tropea, i quali si dimostrarono molto propensi all'operazione e lietissimi di contare in Calabria e a Tropea della presenza di un personaggio importante come lo era Paul McCartney. Certamente, però, il potere decisionale di tale proposta sarebbe spettato all'Abbazia, proprietaria dello scoglio e della relativa chiesa della Madonna dell'Isola.
Paul sarebbe stato a Tropea anche nell'agosto 2004 e avrebbe visitato il Santuario assieme all'architetto giapponese Shinichi Ogawa e altri amici, visita che si concluse con una cena proprio al ristorante 'Antico Borgo'. Mi hanno sottolineato ancora che le trattative in atto erano riservate e mi raccomandarono di non dire niente a nessuno pregandomi di ignorare anche per il prosieguo della serata quest'incontro. Secondo Paul, avrei potuto pubblicare quella foto ad operazione avvenuta oppure dopo almeno tre anni da quel momento. Ci siamo salutati con un caloroso abbraccio quando Pippo fece presente al loro gruppo che era giunto il momento di entrare all'interno del ristorante. L'incontro è durato in tutto cinque minuti, forse anche meno. All'interno del ristorante durante la cena, ci ignorammo completamente. Nè io ho mai rivelato ai miei amici o al titolare del locale che quel signore seduto al tavolo vicino al nostro era proprio uno dei Beatles: Paul McCartney. Paul ordinò pasta con le sarde e pescatrice con le castagne. Il cameriere che lo servì fu Pasquale Naccari. A fine cena prima di uscire, mi indirizzò un cenno di saluto con la mano.
Dopo qualche anno gli ho scritto attraverso il suo sito ufficiale per sapere qualche notizia, ma non ho avuto alcuna risposta.
Non ho mai più saputo nulla di questa storia nè ho mai voluto indagare sui contorni di essa. Ho sempre creduto di averla sognata. Nè mi è passato nel cervello di cedere questo racconto a qualche giornalista, perchè mi avrebbe preso per visionario. Secondo me non avrebbe avuto credibilità nemmeno la foto, che sicuramente sarebbe stata considerata frutto di un fotomontaggio....

Web Site di Paul McCartney



Il rito dei Vattienti di Nocera Terinese nel film 'Mondo Cane'

(S. Libertino) Documenti datati fin dal 1361 riportano l'esistenza nell'Italia merdionale di 'compagnie di flagellanti', già censurate dai Papi dell'epoca. Per quel che riguarda i 'Vattienti' di Nocera Terinese, ricadente nella Diocesi di Tropea, la testimonianza più antica la troviamo negli atti del Sinodo indetto dal Vescovo Ambrogio de Cordova nel 1636.
Nei tempi nostri, verso la fine degli anni Cinquanta, in occasione dell'entrata in vigore del nuovo ordinamento liturgico della settimana santa, il Vescovo Agostino Saba (1953 - 1961) mise al bando nella propria Diocesi gli antichi riti dei flagellanti e quindi anche quello dei Vattienti di Nocera Terinese. Invano il divieto fu fatto rispettare dai vari Parroci nonostante l'aiuto della Forze dell'Ordine.
Nel 1961 la troupe di Gualtiero Iacopetti non si lasciò sfuggire l'occasione di filmare il rito sanguinario che si svolse nonostante i divieti della chiesa e la presenza della forza pubblica. Le riprese furono inserite l'anno successivo nel film 'Mondo Cane', accostando quindi tale discutibile e secolare ritualità a quelle tribali africane. Ciò suscitò nell'opinione pubblica un enorme interesse culturale e nel campo dell'antropologia religiosa impose una rilettura del rito riconducendolo ad una disciplina puramente religiosa.
Vi proponiamo la scena che descrive il rito dei Vattienti di Nocera Terinese nel film diretto da Paolo Cavara (voce narrante), Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi. 'Mondo Cane' è una sorta di documentario che raccoglie e fa rivivere immagini forti, scene di violenza sugli animali, riti crudeli, fucilazioni... Ottenne un grande successo in tutto il mondo e fu candidato all'Oscar per la colonna sonora di Riz Ortolani con il brano 'More', cantato in inglese da Katyna Ranieri.

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ALLA MIA PARGHELIA

Mentre si avanza e pallida
La sera incombe, e stride la tempesta
Raccolto nel silenzio
Della mia fida caneretta mesta,

Io volo a te del memore
Pensier sui vanni, o patria mia, nè in giro
Bianche all'azzurro adergere
Come un dì le tue mura, ah! più ti miro!

Di squallide reliquie
Tutta un cumulo or sei! possa fatale
Di sotterraneo fremito
In notte infausta ti ridusse a tale!

E speme di risorgere
Non hai.... sovresso tue ruine ognora
Inconsci i corvi gracchiano,
E il viàtor sofferma il passo e plora....

Vivo tuttor da l'etere
L'usato raggio ti saetta il sole,
Ma gioia in te non suscita,
Ma non ristora i danni alla tua prole!

Ed eri bella! ed erano
Le tue strade frequenti, e sacra fiamma
Di poesia nell'anima
Destavi a me dopo la dolce mamma!

Ah! tu cadesti! caddero
Degli anni miei, siccome te, gli errori,
E triste serbo e sterile Or la memoria di lontani amai

Raccolto nel silenzio
Della mia fida cameretta mesta,
Mentre, si avanza, o pallida
La sera incombe, e stride la tempesta.

Napoli, Gennaio 1908
Celeste Accorinti





AMEDEO VELLA
autore di Una lacrima sulla tomba di mia madre
il brano capolavoro più eseguito d'Italia durante la settimana dei misteri.
Con intervista a Antonio Sposaro.

(S. Libertino) Amedeo Vella nasce a Naro (Agrigento) il 28 agosto 1839 da Calogero e da Pacinella Giuseppa. Da un registro della popolazione di Naro della seconda metà dell'Ottocento si rileva che la famiglia di Don Calogero Vella era composta da detto Don Calogero, padre e capofamiglia, di professione musicante; da Donna Giustina, figlia e di professione cucitrice; da Don Amodeo Patrizio, figlio e di professione musicante militare; da Don Alfonso, figlio ed anch'egli musicante militare.
La moglie di Don Calogero, Pacinella Giuseppa, risulta deceduta il 17 luglio 1850 all'età di 40 anni per cui Amodeo Patrizio aveva 11 anni al momento della morte della madre. Nei successivi atti del comune di Naro, il maestro Vella venne nominato Amedeo e non più Amodeo. Compositore precocissimo, si sposò con Nazarena Pulerà da cui ebbe quattro figli: Gesualdo, Giuseppina, Matilde ed Irene.
Amedeo prestò servizio militare nel 54° Fanteria, partecipando alle campagne di guerra del 1860 e del 1866 e meritandosi due medaglie al valore. Per qualche tempo fu capomusica di banda militare, poi insegnò nell'orfanotrofio di Vibo Valentia. Qui si spense il 5 luglio 1923.Compose marce, ballabili, opere sacre, di genere e didattiche ed anche marce funebri. La più famosa è Una lacrima sulla tomba di mia madre resa celebre anche dal film di De Sica "Pane amore e…" (1956) e da "Amarcord" di Fellini (1974).
Fin qui i pochi cenni biografici dell'illustre maestro siciliano che assieme alla foto ho potuto racimolare sulla Rete, in siti dedicati ai riti della settimana santa o che hanno a che fare con confraternite che si adoperano ad allestire, in particolare in Sicilia, processioni e 'misteri' nei giorni precedenti alla Santa Pasqua.
La vita, la famiglia, l'arte e la professione di Amedeo Vella confluiscono quindi a Vibo Valentia dove eleggerà la propria residenza fino alla scomparsa. E' maestro di musica presso il locale Orfanotrofio, ora Valentianum, e direttore del complesso bandistico degli allievi che lo frequentano.

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'Una lacrima sulla tomba di mia madre' di A. Vella (mp3)

Vella Swing




LA DIRETTA Terremoto, Abruzzo in ginocchio, decine di vittime, migliaia di sfollati

(S. L.) Forte scossa di terremoto nella notte, con epicentro al confine tra Lazio e Abruzzo. Crolli e seri danni all'Aquila e provincia. Le vittime accertate sono una ventina, più di trenta i dispersi, migliaia i senza casa. Frenetico il lavoro dei soccorritori che scavano anche con le mani per liberare le persone rimaste sotto le macerie.
Drammatica la situazione nell'Ospedale dove funziona solo una sala operatoria. Un punto di raccolta dei cittadini è stato allestito a Piazza d'Armi. All'Aquila è arrivato il Capo della Protezione civile Guido Bertolaso. A breve arriverà anche il premier Silvio Berlusconi.

LA MAPPA - Le vittime e i danni - FOTO: Le prime immagini dall'Aquila - Le prime immagini di Rainews24 - AUDIO: La scossa di terremoto in diretta - La protezione civile: "Non usate l'auto" - "Venuti giù interi palazzi".

Continua (il Centro)

Intervista a Giampaolo Giuliani (Previsione Terremoti)

Su Facebook -> AIUTIAMO LE VITTIME DEL TERREMOTO

Regione Abruzzo





L'AFFRUNTATA DI BRIATICO

(S. L.) La domenica di Pasqua, a mezzogiorno, a Briatico si svolge una particolare, antica e suggestiva "sacra rappresentazione": l'"Affruntata".
La "rievocazione" immagina che Giovanni, discepolo prediletto di Gesù e custode della Madonna, si metta in cerca di Maria addolorata per comunicarle la felice notizia della resurrezione del suo Figlio. Giovanni, ansimante per la gioia e per la corsa, finalmente incontra Maria; ma questa, ancora affranta dal dolore, non crede alle sue parole, che forse considera solo consolatorie.
Allora Giovanni va da Gesù per condurlo in carne e ossa dalla madre.
E quindi avviene lo struggente incontro: Maria, dapprima sorpresa, incredula, poi esultante, getta via il nero velo che le ricopre il capo e si lancia verso il Figlio in un irrefrenabile impeto di affetto materno; ed anche Gesù, alla vista della Madre, ha un fremito di commozione filiale.
Alle grandi emozioni segue poi una gioia serena e appagante. Dunque, dopo la Messa della mattina di Pasqua, celebrata nella Chiesa Matrice, le statue di S. Giovanni, della Madonna (la Madonna del Rosario, cui è stato tolto dal braccio il Bambino ed è stato posto sul capo un lungo velo nero) e di Gesù Risorto, levate dalle loro nicchie della Chiesa del Carmine, prendono posizione: Maria in una stradina laterale del corso Margherita, in prossimità della piazza, a monte; Gesù Risorto all'altro capo della via, a valle.
I fedeli, ormai moltitudine, accorsi anche dalle numeerose frazioni vicine e dai comuni del circondario, affollano il corso all'inverosimile e la ristrettezza della via esalta l'effetto.

Continua




La Settimana Santa e Pasqua in provincia di Vibo Valentia

(F. Vallone) Gli arrivi all'aeroporto internazionale di Lamezia Terme in questi giorni sono centuplicati. Per il periodo della Pasqua tantissimi sono i vibonesi che ritornano da tutte le parti del mondo, per rivedere i propri parenti, per passare le feste in famiglia, per assistere alle antiche Sacre Rappresentazioni o soltanto per assaporare i "dolci di una volta".
Ogni anno si ritualizzano, da centinaia di anni, i percorsi delle Sacre rappresentazioni in tutto il vibonese. In particolare a Vibo Valentia, Pizzo, e Filadelfia si svolgono, lungo le strade cittadine, processioni di statue di santi dondolanti e tristi accompagnati da musiche arcane. Da alcuni anni a Vibo Valentia si svolge l'Opera Sacra curata dall'Associazione culturale Monteleone, poi per tutta la settimana è un susseguirsi di toccanti momenti di religiosità popolare.
Il giovedì santo in molte chiese si portano ceste stracolme di pani che, dopo la benedizione, verranno distribuiti a tutti i presenti. Nella Settimana Santa il giovedì è il giorno dedicato alla visita ai Santi Sepolcri. I fedeli preparano scodelle contenenti semi di cereali, di grano in particolare, e attendono con pazienza il loro lento germogliare. La semina viene fatta quaranta giorni prima. I contenitori, innaffiati periodicamente, si custodiscono al buio per consentire che i germogli assumano la classica colorazione giallastra. Successivamente i lunghi germogli vengono legati con dei nastri rossi o intrecciati per costruire arcaiche forme della simbologia cristiana, quali elementi propiziatori per una buona stagione agricola. È ancora oggi uso comune dover visitare i sepolcri delle chiese per arrivare a vederne almeno sette o, comunque, in un numero sempre dispari. A sepolcri smontati i germogli vengono distribuiti a parenti ed amici come buono auspicio e per devozione. Il Venerdì Santo si svolge la suggestiva processione dei Misteri, un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo, nei rituali antichi del medioevo. Dopo i rituali di Sabato Santo finalmente la Pasqua con la sacra rappresentazione dell'Affrontata, una espressione scenica che racconta con una intensa partecipazione corale la Resurrezione di Cristo.
Trecento anni fa il grande storico Fiore così scriveva della passione e del suo tempo: "sono giorni di molta santità per più capi; ora per la pompa de' sepolcri, quali in queste nostre parti si lavorano con molta bizzarria; ed ora per le sacre memorie della Passione e morte di Cristo Redentore; ond'è , che e per l'uno, e per l'altro da per tutto si sente una tenerissima allegrezza di cuore". Sono le ore e i giorni delle rappresentazioni spettacolari, rituali e collettive, del sangue, del dolore e della morte di Gesù Cristo.
Una processione avanza per le strade di Vibo Valentia. Il percorso oramai è ritualizzato da centinaia di anni. L'antica strada perde il valore di normalità e acquisisce quello straordinario della festa, le case dominano lo sfondo con la maestosità di sempre. In primo piano un uomo incappucciato, chino sotto la croce, è legato da quattro robuste corde tenute da due confratelli. Un terzo uomo, da dietro, regge la base del simbolo cristiano. Sono solo alcuni elementi che nei giorni della Settimana Santa calabrese si possono incontrare con facilità nei paesi della provincia di Vibo Valentia. E' un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo, nei rituali antichi del medioevo, tra antiche tradizioni, antichi usi e antichi gusti. Qui a Vibo Valentia, e in tantissimi paesi della provincia, potrete gustare una alimentazione popolare per scoprire i sapori dei dolci tipici pasquali, le pie ( ripiene con un impasto a base di vino cotto, mostarda di uva passita), i campanari (decorati da simbolici segni, da uova bollite o sagomate da arcaiche forme che sanno di millenni). Per "sentire" voci di una volta, suoni sordi di campane di legno, di troccole e raganelle, di voci corali della Passione, di rituali che sopravvivono da duemila anni…per percepire gli odori dei fiori che stavano sotto la Croce, perché la cultura popolare ha sempre cercato nella natura segni e simboli a riferimento di accadimenti ritualizzati e storicizzati. I contadini della nostra provincia, ancor oggi, nel periodo quaresimale, vanno alla ricerca di erbe di campo che poi vendono nel mercato del sabato: Junci, cicuta, picciunarra, finocchju servaggiu… Nomi antichi di erbe per preparare, insieme ai fagioli, gustose minestre. Fidatevi, se venite da queste parti in questo periodo fatevi preparare questa specialità! Comunque questa è un'alimentazione povera, per adeguarsi al periodo di astinenza, dopo il grasso di febbraio con il suo Carnevale, fratello di Quaresima, e con la sua carne di maiale.
Se capitate a Briatico la mattina di Pasqua vedrete, davanti ad una porta, una piccola arcaica bambolina di pezza appesa e ciondolante. E' il fantoccio di Corajisima (Quaresima) sorella di carnevale ed è costituita da una bambola di stoffa vestita di bianco e di nero con in mano un fuso e una rocca e con sotto il vestito un limone con sette penne di gallina conficcate. E' un calendario simbolico per tutto il periodo quaresimale. Scandisce il tempo ed ogni domenica di Quaresima si estirpa una penna. L'ultima viene tirata proprio a Pasqua!
Il rapporto con la natura più arcaica continua nel simbolismo più antico e profondo dei nostri fiori, in tutta la zona di Vibo Valentia e dintorni si possono osservare, e raccogliere, minuscoli fiorellini selvatici chiamati pediceji du Signuri (piedi di Gesù). Il fiore, piccolissimo, è bianco con una macchiolina rosso magenta situata proprio in corrispondenza della ferita provocata dai chiodi della crocifissione. Questo piccolo fiore viene raccolto, seccato, riposto tra foglietti di carta, tra le banconote nel portafogli, tra le pagine di un vangelo, usato per protezione cristiana ma anche come prezioso portafortuna. Altri fiori di questo periodo sono l'acetusella, che ricorda con il suo sapore acidulo l'aceto dato a Gesù sulla Croce; la passiflora o fiore della passione dove sono presenti le simbologie della crocifissione: i chiodi, il martello, la corona di spine, il colore viola, il bianco, il profumo amaro; il fiore di San Giuseppe. Il colore dei suoi petali, tra il viola e il magenta, richiama ai colori della passione, alle stoffe violacee con le quali si coprivano, anche nelle chiese di Vibo e provincia, le immagini dei santi. Quadri, statue, icone in lutto, nascosti da drappi viola per la morte di Gesù Cristo. Nella Settimana Santa il giovedì è il giorno dedicato alla visita dei Santi Sepolcri.
Un tempo i fedeli preparavano delle scodelle contenenti semi di cereali, di grano in particolare e attendevano con pazienza il loro lento germogliare. La semina veniva fatta quaranta giorni prima. I contenitori, innaffiati periodicamente, si custodivano al buio per consentire che i germogli assumessero la classica colorazione giallastra. Successivamente i lunghi germogli venivano legati con dei nastri rossi o intrecciati per costruire arcaiche forme della simbologia cristiana.
Il grano di Pasqua oltre ad essere ornamento dei sepolcri era anche simbolicamente elemento propiziatore di una buona stagione agricola.
I sepolcri, solitamente venivano costruiti lungo le navate laterali delle chiese, ai piedi di altari, allestiti con cura e ornati, oltre che dai germogli, da lini ricamati e veli bianchi.
Era uso comune dover visitare i sepolcri di tutte le chiese di Vibo Valentia, dal Duomo di San Leoluca al Rosario, dal Crocefisso degli Angeli a Santa Maria, alla piccola chiesetta sita nei pressi di Porta Conte D'Apice… per arrivare a vederne almeno sette. Era molto importante che il numero dei sepolcri visitati fosse sempre dispari.
Dopo il giovedì Santo, a sepolcri smontati, i germogli venivano distribuiti ad amici e parenti per devozione o trapiantati nei vasi sui balconi o nel terreno per protezione dei campi. I germogli bianchi divenivano, all'interno dell'area coltivata, elemento apotropaico simbolico e sacro a cui affidare il buon andamento del raccolto.
Oggi molti sepolcri vengono allestiti seguendo le ambiguità del kitsch, in alcune chiese emergono caratteri del tutto inaspettati: finti agnelli di pelouche impagliati, fiori di seta colorata, specchietti e plastiche che tentano di ricopiare dalla nostra cultura popolare perduta che oggi possiamo ritrovare solo a migliaia di chilometri da noi tra le comunità di emigrati vibonesi, e calabresi in genere, nelle Americhe. A Toronto o Buenos Aires, a New York e Montevideo più che a Vibo Valentia.
Venerdì Santo: segnaliamo la processione di Pizzo, Vibo e Serra San Bruno, i grandi arcaici falò di Capistrano.
Sabato Santo: interessante la lunghissima processione di Pizzo.
Domenica di Pasqua: L'Affruntata, la confrunta, l'incontro, è una espressione scenica, una sacra rappresentazione che racconta con una intensa partecipazione corale la Resurrezione di Cristo.
I tre personaggi dell'Affruntata sono: San Giovanni, il Cristo Risorto e la Madonna Addolorata, vestita di nero. In un crescendo avviene l'incontro di queste tre figure, il velo nero della Addolorata cade e la Madonna appare vestita di bianco o di azzurro. Il momento culminante dell'incontro si completa con una processione di ringraziamento. Alcune volte in questo movimentato rito qualcosa non va bene, una delle statue finisce per terra. Questo viene letto dalle classi popolari come elemento infausto per tutto il paese!
L'affruntata si svolge a Vibo Valentia ed in molti paesi della sua provincia. Il giorno di Pasqua per le strade di Vibo, Briatico, Sant'Onofrio, Paradisoni, San Giovanni di Zambrone, San Costantino Calabro, Acquaro, Spadola Soriano, Sciconi, Rombiolo… il lunedì dell'Angelo a Dasà, il martedi ad Arena. A Zammarò, frazione di San Gregorio d'Ippona, la manifestazione si svolge la domenica successiva alla Pasqua.




Da Reggio un tributo a Fabrizio de Andrè

(S. L.) Sabato 25 aprile alle ore 17,00 presso la saletta convegni della Chiesa di San Giorgio al Corso in Reggio Calabria, il Circolo Culturale “L'Agorà” organizza la settima edizione de “Una giornata per De Andrè – Popoli e Culture nel Mediterraneo”.
La manifestazione, vista la Sua importanza culturale e sociale, ha ricevuto il patrocinio della Fondazione “Fabrizio De Andrè”, dell'Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, del Ministero della Giustizia – Dipartimento Amministrazione Penitenziaria – Provveditorato Regionale Calabria e del Ministero Istruzione Università Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale Calabria.
All'incontro in qualità di relatori parteciperanno Luigi Viva, socio fondatore della Fondazione Fabrizio De André, critico musicale e biografo. La sua esperienza giornalistica inizia nel 1974 come conduttore in una delle prime radio private romane.
Nel 1989 esce “Pat Metheny - la biografia, lo stile, gli strumenti” (Franco Muzzio Editore), volume tradotto in Francia da Filipacchi per la prestigiosa collana di Jazz Magazine e successivamente riproposto nella nuova edizione “Pat Metheny – Una chitarra oltre il cielo” (Editori Riuniti, 2003).
Nel 2000 pubblica “Non per un dio ma nemmeno per gioco-Vita di Fabrizio De André” (Feltrinelli), giunto alla sedicesima edizione e con il quale è arrivato al terzo posto nella classifica dei tascabili più venduti in Italia.
Luigi Viva è autore dello spettacolo teatrale “Il Viaggio di Fabrizio De Andrè”, scritto con Pino Petruzzelli, messo in scena al Teatro Stabile di Genova nella stagione 2004-2005 in occasione di Genova 2004 Capitale Europea della Cultura.
A lui si deve l’ideazione e la direzione del “Progetto Conservatori” che prevede la realizzazione delle partiture integrali di tutta l’opera di Fabrizio De André (in collaborazione con i Conservatori di Mantova, Genova, Firenze, Parma, Bologna e Verona). Tra le sue collaborazioni giornalistiche: Paese Sera, Ciao 2001, Il Tempo, Jazz Magazine, Jam.
Altro illustre ospite della giornata di sabato 25 aprile sarà Guido Harari, fotografo, biografo e critico musicale italiano. Tra i più noti ritrattisti italiani, è attivo soprattutto in ambito musicale: tra gli artisti ai quali ha effettuato reportage fotografici o prodotto copertine di album figurano personaggi di rilevanza nazionale e internazionale, tra i quali Bob Dylan, Paul McCartney, Kate Bush, Lou Red, Frank Zappa, Simple Minds, David Sylvain, Joni Mitchell, B.B. King, Gianna Nannini, e, non per ordine d'importanza Fabrizio De André. Guido Harari avvia la duplice professione di fotografo e critico musicale, contribuendo a porre le basi di un lavoro specialistico freelance sino ad allora senza precedenti in Italia. Prime corrispondenze per la rivista Giovani e una rubrica di recensioni sul mensile Discoteca Alta Fedeltà. Segue in tournée Emerson, Lake & Palmer, Genesis, John Mayall, Alexis Korner, Santana, Frank Zappa, Area, PFM, Banco.
I suoi lavori sono apparsi sia su testate italiane che estere, tra cui Time, The Sunday Times, Sportweek, Specchio, Stern. Tra le sue opere bibliografiche:
Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuvola rock – Chiare lettere, 2008 Fabrizio De André. Una goccia di splendore. Rizzoli, 2007 Fabrizio De André. E poi, il futuro. A cura di Guido Harari. Mondadori, 2001.

Circolo Culturale L'Agorà




I TRI DA CRUCI

(S. L.) L'Associazione storico - culturale 'I Tri da Cruci', costituitasi recentemente, comunica a tutti i tropeani e amici di Tropea, attraverso il suo Presidente Nicola Cricelli il ricco programma di manifestazioni che si svolgerà in:

TROPEA - 3 MAGGIO 2009


Ore 1000 - 1200 / 1500 - 1630: Clowns, Giocolieri e Artisti di Strada

Ore 1630 - 1900: Gioco della Cuccagna - Gara con i sacchi - Gara dell'uovo - Gara della Padella - Gara della Pasta Piccante

Ore 2100: Gruppo 'I METROPOLIS' - 'ALESSIA' DAL BOOTCAMP DI XFACTOR (RAI 2) - 'KLAJDI' DAL PROGRAMMA AMICI DI MARIA DE FILIPPI - GRUPPO 'ALTA TENSIONE' CON TIZIANA - MICU U PULICI
Chiuderà la serata musicale IVAN CATTANEO

Seguirà lo straripante spettacolo pirotecnico con la STORICA ACCENSIONE DELLE BARCHE - IL BALLO DEL CAMIO E DEI FUOCHI D'ARTIFICIO

Il Presidente Nicola Cricelli, il Vice Presidente Pasquale Tropeano, il Tesoriere Pasquale Russo, Francesco Caracciolo, Francesco Padula e Pietro Montoro.

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"Linee storiche - religiose della festa di 'I Tri da Cruci'" di Antonio Sposaro
"E nel Borgo in Festa il Cammello continuò a ballare" di Salvatore Libertino
Film 'Das Fest Des Kreuzes' di Helmut Kotsch




VISITATORI


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